§ 63.1.347 - Del.CIPE 3 agosto 2007, n. 82.
Quadro strategico nazionale 2007-2013 - Definizione delle procedure e delle modalità di attuazione del meccanismo premiale collegato agli [...]


Settore:Normativa nazionale
Materia:63. Mezzogiorno e aree depresse
Capitolo:63.1 agevolazioni e contributi
Data:03/08/2007
Numero:82

§ 63.1.347 - Del.CIPE 3 agosto 2007, n. 82.

Quadro strategico nazionale 2007-2013 - Definizione delle procedure e delle modalità di attuazione del meccanismo premiale collegato agli "obiettivi di servizio".

(G.U. 29 dicembre 2007, n. 301)

 

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

 

     Vista la legge 16 aprile 1987, n. 183 che, agli articoli 2 e 3, individua le competenze di questo Comitato in tema di armonizzazione della politica economica nazionale con le politiche comunitarie e, tra queste, l'elaborazione degli indirizzi generali da adottare per l'azione italiana in sede comunitaria per il coordinamento delle iniziative delle amministrazioni ad essa interessate nonchè l'adozione di direttive generali per il proficuo utilizzo dei flussi finanziari, sia comunitari che nazionali;

     Visto il decreto legislativo 5 dicembre 1997, n. 430 che, nel dare attuazione al disposto dell'art. 7 della legge 3 aprile 1997, n. 94, ridefinisce le competenze di questo Comitato al quale, nell'ambito degli indirizzi fissati dal Governo, viene demandato il compito di definire le linee generali di politica economica per la valorizzazione dei processi di sviluppo delle diverse aree del Paese, ed in particolare delle aree sottoutilizzate;

     Visto il decreto del Presidente della Repubblica 20 febbraio 1998, n. 38 che, all'art. 4, affida al Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione la funzione di provvedere alle iniziative in materia di utilizzazione dei fondi strutturali comunitari, secondo le direttive generali di questo Comitato, e partecipare, per quanto di competenza, ai processi di definizione delle relative politiche comunitarie; di promuovere e verificare, nel rispetto delle competenze delle singole amministrazioni pubbliche interessate, l'attuazione dei programmi che utilizzano fondi strutturali comunitari;

     Visti gli articoli 60 e 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, (finanziaria 2003) con i quali vengono istituiti, presso il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero delle attività produttive, Fondi per le aree sottoutilizzate nei quali si concentra e si dà unità programmatica e finanziaria all'insieme degli interventi speciali e aggiuntivi a finanziamento nazionale di cui sopra, vengono altresì identificati gli strumenti di intervento finanziabili con i fondi in questione e viene previsto che le amministrazioni riferiscano a questo Comitato in ordine all'andamento degli strumenti, definendo le procedure con cui questo Comitato, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, trasferisce risorse dall'uno all'altro fondo, con i conseguenti effetti di bilancio;

     Visto il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181 convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2006, n. 233 che ha trasferito al Ministero dello sviluppo economico le funzioni di cui all'art. 24, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, ivi inclusa la gestione del Fondo per le aree sottoutilizzate;

     Visto l'art. 1, commi 863-866, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007) con cui il Fondo per le aree sottoutilizzate ex art. 61 della legge n. 289/2002 è stato incrementato, con risorse immediatamente impegnabili a decorrere dal primo anno, di 64.379 milioni di euro (100 milioni per ciascuno degli anni 2007 e 2008, 5.000 milioni per l'anno 2009 e 59.179 milioni entro il 2015) da destinare alla realizzazione degli interventi di politica regionale nazionale relativi al periodo di programmazione 2007-2013 e visto in particolare il comma 864 concernente la definizione del Quadro strategico nazionale (QSN) per la politica di coesione 2007-2013 quale sede della programmazione unitaria delle risorse aggiuntive, nazionali e comunitarie, e quale quadro di riferimento, per le priorità individuate, della programmazione delle risorse ordinarie in conto capitale, fatte salve le competenze regionali in materia;

     Visti il regolamento (CE) del Consiglio dell'Unione europea n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione; il regolamento (CE) n. 1080/2006 del 5 luglio 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale; il regolamento (CE) n. 1081/2006 del 5 luglio 2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo al Fondo sociale europeo ed il regolamento (CE) n. 1828/2006 dell'8 dicembre 2006 della Commissione delle comunità europee, recante la disciplina delle modalità di applicazione dei regolamenti (CE) n. 1083/2006 e 1080/2006;

     Viste le "Linee guida per l'elaborazione del Quadro strategico nazionale (QSN) per la politica di coesione 2007-2013" e la relativa intesa sancita in sede di Conferenza Unificata in data 3 febbraio 2005, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, nelle quali è stato concordato il percorso di definizione del Quadro strategico nazionale quale riferimento strategico del processo di programmazione della politica regionale unitaria, comunitaria (finanziata con risorse comunitarie e di cofinanziamento nazionale) e nazionale realizzata in base all'art. 119, comma 5, della Costituzione, attraverso il Fondo per le aree sottoutilizzate;

     Vista la propria delibera 15 luglio 2005, n. 77 (Gazzetta Ufficiale n. 19/2006) di "Attuazione delle Linee Guida per l'impostazione del Quadro Strategico Nazionale";

     Vista la propria delibera 22 dicembre 2006, n. 174 (Gazzetta Ufficiale n. 95/2007) con cui è stato approvato il Quadro strategico nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013 ed, in particolare, il punto 5 ove si è disposto l'accantonamento di una quota pari al 30% delle risorse FAS attribuite nel periodo 2007-2013 al Mezzogiorno per costituire una riserva generale per il Mezzogiorno destinata, tra l'altro, a finanziare incentivi da attribuire in base al raggiungimento degli obiettivi di servizio;

     Vista la decisione CE n. 3329 del 13 luglio 2007 con cui la Commissione ha approvato il Quadro strategico nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013;

     Visto, in particolare, il paragrafo III. 4, del Quadro strategico nazionale relativo agli obiettivi di servizio;

     Visto il Documento di programmazione economica e finanziaria 2008-2011 approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 giugno 2007 ed in particolare il paragrafo VIII. 1 in cui, facendo riferimento agli "obiettivi di servizio", si evidenzia che, ad essi, sono associati meccanismi premiali a conferma dell'impegno assunto e volto al raggiungimento di un miglior servizio reso ai cittadini;

     Considerato che la strategia di sviluppo per il 2007-2013 attribuisce un ruolo centrale alla produzione e alla promozione di servizi collettivi ed essenziali per la qualità della vita dei cittadini e la convenienza delle imprese ad investire;

     Considerata la necessità di promuovere una maggiore equità nell'accesso di tutti i cittadini ai servizi collettivi in maniera uniforme sul territorio nazionale;

     Ritenuto necessario selezionare, nel Quadro strategico nazionale 2007-2013, alcuni obiettivi di fruizione e qualità dei servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, al servizio idrico, alla qualità dell'istruzione, alla cura dell'infanzia e della popolazione anziana in ragione della possibilità di procedere alla loro quantificazione e monitoraggio;

     Ritenuto altresì necessario fissare per gli stessi obiettivi standard adeguati al cui raggiungimento sia subordinato il riconoscimento di un premio finanziario;

     Valutata la coerenza degli standard proposti con gli obiettivi normativi nazionali ed europei;

     Tenuto conto dell'esigenza che il raggiungimento di tali obiettivi sia sostenuto da un rafforzamento dell'impegno dell'ordinaria azione politica regionale, anche attraverso l'adozione di specifici atti di pianificazione e programmazione delle attività;

     Ritenuto che le amministrazioni centrali interessate, in relazione ai singoli obiettivi, possano contribuire al miglioramento della qualità e dei servizi offerti attraverso il concorso di azioni mirate e di accompagnamento nel conseguimento degli obiettivi nonchè attraverso il consolidamento del quadro normativo-istituzionale di riferimento;

     Tenuto conto dell'importanza di adottare dei dispositivi di monitoraggio delle azioni, anche in ragione dell'ampiezza dell'orizzonte temporale di riferimento, e dell'esigenza di informazione dei cittadini e di valutazione degli stessi circa il miglioramento della qualità dei servizi;

     Richiamati i principi della programmazione, della sussidiarietà, del partenariato, dell'aggiuntività e della proporzionalità sottostanti al processo di programmazione della politica regionale unitaria a valere sulle risorse strutturali comunitarie e sulle risorse FAS;

     Visto il parere favorevole espresso in sede di Conferenza Stato-Regioni in data 1° agosto 2007;

     Su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di cui alla nota n. 13089 del 2 agosto 2007, concernente le "Regole di attuazione del meccanismo di incentivazione legato agli obiettivi di servizio del QSN 2007-2013";

 

     Delibera:

 

     E' approvato il documento concernente le "Regole di attuazione del meccanismo di incentivazione legato agli obiettivi di servizio del QSN 2007-2013", richiamato in premessa, articolato come segue.

     1. Meccanismo premiale "obiettivi di servizio".

     1.1 E' istituito un meccanismo premiale associato al conseguimento di risultati verificabili in termini di servizi collettivi in ambiti essenziali per la qualità della vita e l'uguaglianza delle opportunità dei cittadini e per la convenienza ad investire delle imprese. Gli obiettivi, che afferiscono ai quattro ambiti dell'istruzione, dei servizi per l'infanzia e di cura per gli anziani, del ciclo integrato dei rifiuti urbani e del servizio idrico integrato, sono i seguenti:

     elevare le competenze degli studenti e le capacità di apprendimento della popolazione;

     aumentare i servizi di cura alla persona alleggerendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro;

     tutelare e migliorare la qualità dell'ambiente in relazione al servizio idrico integrato;

     tutelare e migliorare la qualità dell'ambiente in relazione al sistema di gestione dei rifiuti urbani.

     Il conseguimento degli obiettivi in termini di disponibilità e qualità dei servizi offerti è verificato sulla base di undici indicatori statistici, cui sono associati espliciti target.

     La descrizione tecnica degli indicatori, la fonte di rilevazione dell'informazione statistica, la modalità di rilevazione e i valori target sono indicati nell'allegato 1 che costituisce parte integrante della presente delibera.

     La scadenza per la verifica del raggiungimento dei target è fissata al 30 novembre del 2013. La verifica finale del 2013 è preceduta da una verifica intermedia fissata al 30 novembre 2009. La procedura di verifica del raggiungimento degli obiettivi e le modalità di assegnazione del premio finanziario sono descritti nell'allegato 2 che costituisce parte integrante della delibera.

     1.2 Al meccanismo premiale è destinata una quota parte della riserva generale del 30% delle risorse FAS attribuita per il periodo 2007-2013 al Mezzogiorno, così come previsto dal punto 5 della delibera CIPE 22 dicembre 2006, n. 174. Le risorse necessarie per l'attuazione del meccanismo premiale sono di 3.008,2 milioni di euro. L'attribuzione delle risorse premiali avverrà con successiva delibera di questo Comitato su proposta del Ministro dello sviluppo economico.

     1.3 Partecipano al meccanismo premiale le otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) che concorrono al conseguimento di tutti gli obiettivi considerati.

     Il Ministero della pubblica istruzione partecipa limitatamente all'obiettivo istruzione.

     Le amministrazioni partecipanti al meccanismo di incentivazione preparano un Piano d'azione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio (di seguito Piano) che dovrà essere adottato, nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, entro il 31 marzo 2008.

     Nel Piano saranno indicate le azioni da promuovere sul territorio per il conseguimento degli obiettivi; le modalità organizzative per ciascuna azione; le risorse umane e finanziarie necessarie; i tempi previsti per ciascuna attività; gli strumenti che si intendono utilizzare per assicurare che tali azioni siano svolte (compresi eventuali meccanismi di incentivazione per gli enti locali e eventuali modifiche o innovazioni normative); i meccanismi di monitoraggio dell'attuazione del Piano e della congruità delle azioni previste e effettuate con il raggiungimento degli obiettivi di servizio lungo il periodo di attuazione del meccanismo incentivante (2007-2013). Il Piano prevede anche le modalità di pubblicità e comunicazione sui progressi, favorendo un ampio coinvolgimento del partenariato economico e sociale e delle associazioni impegnate sui temi. La definizione del Piano dovrà prevedere momenti di confronto con il partenariato economico e sociale.

     Durante il periodo di riferimento per l'attuazione del meccanismo premiale, ciascuna Regione del Mezzogiorno ed il Ministero della Pubblica istruzione predisporranno rapporti annuali di esecuzione del Piano d'azione e garantiranno la massima diffusione di tali rapporti anche attraverso il coinvolgimento del partenariato economico e sociale.

     2. Gruppo tecnico centrale di accompagnamento.

     Viene istituito un gruppo tecnico centrale di accompagnamento (di seguito "gruppo tecnico") composto da rappresentanti del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione (DPS) del Ministero dello sviluppo economico, a cui è demandato il coordinamento, delle regioni del Mezzogiorno, del Ministero della pubblica istruzione e dell'Istat. Con decreto del capo Dipartimento del DPS sono individuate le modalità di funzionamento e i criteri per la composizione del gruppo tecnico.

     Il gruppo tecnico predispone materiali istruttori sui progressi e le eventuali difficoltà per il conseguimento degli obiettivi di servizio da discutersi presso le regioni e in riunioni annuali del Comitato nazionale del QSN dedicate esclusivamente agli obiettivi di servizio; organizza, con modalità unitaria e coordinata, momenti di formazione e comunicazione anche su sollecitazione delle regioni e del partenariato economico e sociale; attua proposte di monitoraggio statistico delle azioni per il conseguimento degli obiettivi di servizio; rende disponibile l'informazione statistica necessaria per il monitoraggio degli indicatori utilizzati; valida e condivide processi di acquisizione di informazione statistica; formula proposte di soluzione a problemi di disponibilità, coerenza e consistenza dei dati che potrebbero verificarsi nel corso dell'attuazione del sistema di incentivazione. Il gruppo tecnico acquisisce i piani d'azione, i rapporti annuali di esecuzione, i valori annuali degli indicatori regionali trasmessi dagli enti produttori e le relazioni di avanzamento delle amministrazioni di settore impegnate nel progetto di assistenza tecnica agli obiettivi di servizio, e individua le forme più efficaci per rendere tale informazione pubblica e condivisa.

     3. Progetto di azioni di sistema e assistenza tecnica fornita dalle amministrazioni centrali a supporto degli obiettivi di servizio.

     Nell'ambito delle risorse pari a 3.008,2 milioni di euro di cui al punto 1.2, è compreso l'importo di 7 milioni di euro da destinare al "Progetto di azioni di assistenza tecnica e azioni di sistema a supporto degli obiettivi di servizio" (di seguito "Progetto").

     Le linee operative di attività del Progetto sono attribuite al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (2 milioni di euro), per gli obiettivi relativi alla gestione dei rifiuti e del servizio idrico integrato e, congiuntamente, al Ministero della salute (1 milione di euro), al Ministero della solidarietà sociale (2 milioni di euro) ed al Dipartimento delle politiche per la famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (2 milioni di euro) per l'obiettivo relativo ai servizi di cura alla persona (asili nido e assistenza domiciliare integrata).

     Le quattro amministrazioni centrali sopramenzionate si impegnano ad assecondare il conseguimento degli obiettivi di servizio garantendo la coerenza della politica ordinaria, nella tempistica e nelle modalità attuative, con le scadenze fissate per il conseguimento dei target; a rafforzare la funzione di monitoraggio e di rilevazione analitica dei servizi di interesse; a potenziare le funzioni di indirizzo e di accompagnamento alle Regioni.

     Il Progetto, elaborato dalle quattro amministrazioni centrali di concerto con il DPS e con le amministrazioni partecipanti al meccanismo premiale, è caratterizzato da unitarietà funzionale al meccanismo premiale degli obiettivi di servizio e da complementarietà a interventi di assistenza tecnica finanziati da altri strumenti della politica regionale.

     In concomitanza della verifica intermedia del raggiungimento degli obiettivi di servizio fissata al 30 novembre 2009, è prevista una verifica dell'andamento del Progetto per consentirne la riprogrammazione finanziaria in funzione della capacità di spesa e dello stato di avanzamento rispetto alle linee progettuali approvate.

     L'attuazione del Progetto risponderà ai requisiti di informazione, monitoraggio e gestione finanziaria del Fondo aree sottoutilizzate.

     4. Attività di supporto per la disponibilità di informazione statistica.

     Nell'ambito delle risorse di 3.008,2 milioni di euro di cui al citato punto 1.2, è compreso l'importo di 1,2 milioni di euro per un'azione a titolarità del Ministero dello sviluppo economico, Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione (DPS), destinata a garantire l'idonea informazione statistica nei tempi e secondo le modalità necessarie all'attuazione, monitoraggio e verifica del meccanismo premiale degli obiettivi di servizio.

     Allo scopo, il DPS potrà avvalersi del supporto di organismi tecnici pubblici o privati.

 

 

     Allegato 1

Indicatori e valori target per misurare gli obiettivi di servizio

 

I valori degli indicatori statistici e le informazioni relative alle modalità di rilevazione  si renderanno disponibili sul sito web del Dipartimento delle Politiche di Sviluppo e Coesione del Ministero dello Sviluppo Economico.

I. Obiettivo elevare le competenze degli studenti e la capacità di apprendimento della popolazione.

Indicatore S.01 Percentuale della popolazione in età 18-24 anni con al più la licenza media, che non ha concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione di durata superiore ai 2 anni.

L’indicatore è rilevato dall’Istat attraverso l’indagine continua sulle forze di lavoro (con valori trimestrali) e il valore annuale per Regione è disponibile con circa 4 mesi di ritardo; pertanto le verifiche del raggiungimento dei target dovrebbero essere effettuate sui valori degli anni 2008 e 2012. Tuttavia, per tenere in considerazione gli effetti più recenti delle politiche attuate, si è concordato che l'Istat utilizzerà per la verifica intermedia un valore provvisorio relativo all’anno 2009, calcolato sulla base degli ultimi quattro trimestri disponibili (ultimi due trimestri del 2008 e primi due del 2009).

La definizione adottata per l’indicatore (concordata di recente anche in sede Eurostat per il monitoraggio a livello europeo), richiede che nell’indagine continua sulle forze di lavoro dell’Istat vengano esclusi dal computo del numero dei giovani che hanno abbandonato precocemente la scuola, early school leavers, (cioè dalla variabile che costituisce l’indicatore di interesse):

• i giovani con un diploma di istruzione successivo al diploma di scuola inferiore; compresi i diplomi di 2-3 anni che non consentono l'accesso all'università (secondo la terminologia europea, questi diplomi sono del tipo Isced 3c LONG);

• i giovani che dopo la licenza media hanno portato a termine un corso di formazione regionale equivalente a due anni.

Si sottolinea che per incidere sulla modifica di questo indicatore, agiscono le Regioni soprattutto nell’orientare correttamente l’offerta formativa e il Ministero della Pubblica istruzione, nella sua azione ordinaria rafforzata dal relativo Programma a valere sulle risorse aggiuntive, nel ridurre la dispersione scolastica e rendere più attrattive le scuole.

Target per l’indicatore S.01 alla verifica del 2013: data la centralità che rivestono le politiche per l’apprendimento della popolazione e l’aumento delle conoscenze nella strategia della politica regionale aggiuntiva 2007-2013 e considerato l’obiettivo quantificato nell’ambito della Strategia di Lisbona, il target per la verifica finale è fissato al 2013 pari al 10% per ciascuna Regione.

Il Ministero della Pubblica istruzione riceve una quota del premio finanziario ad esso allocato per ogni Regione che ha raggiunto il target (con quote identiche tra le Regioni).

Indicatore S.02 Percentuale di 15-enni con al massimo il primo livello di competenza in lettura del test PISA effettuato dall’OCSE.

L'indicatore è rilevato tramite l'indagine che l'OCSE effettua su un campione di studenti di quindici anni per misurare ciò che sa fare un ragazzo o una ragazza prossimo all’uscita della fase di istruzione obbligatoria, in termini di competenze considerate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere. Sul tema delle competenze contano direttamente le azioni messe in atto dal Ministero della Pubblica istruzione tramite il PO istruzione nelle scuole; tuttavia per garantire la raggiungibilità delle scuole e assicurare una maggiore permanenza temporale degli studenti sono fondamentali le azioni di accompagnamento che fanno capo alle Regioni e ai loro POR (come i servizi di trasporto pubblico e scuolabus, l’apertura pomeridiana delle scuole, l’attivazione di servizi di mensa, etc.). Questi interventi regionali sono tanto più importanti per gli studenti deboli e in situazione di disagio che hanno minore motivazione e minori mezzi per trovare soluzioni proprie.

L'indagine ha cadenza triennale (2000, 2003, 2006 ecc.) pertanto la baseline per gli obiettivi di servizio è l'anno 2003. Il disegno campionario di PISA per l’Italia ha assicurato finora la significatività a livello di cinque macro-aree. Dalla rilevazione del 2003 sono disponibili baseline solo a livello di macroarea Mezzogiorno. Per PISA 2006, ci saranno anche i dati regionali di alcune Regioni del Sud (Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna, Sicilia). A partire dal 2009 si possono inserire nell’indagine campioni di dimensioni tali da garantire stime regionali per tutte le Regioni del Mezzogiorno. Per farlo è necessario che il Ministero della Pubblica istruzione e le Regioni si coordinino con l’INVALSI e con l’OCSE.

Target per l’indicatore S.02 alla verifica del 2013: per la fissazione del target si deve considerare che ad oggi è noto solo il valore del Mezzogiorno, ma successivamente all’indagine del 2009 saranno noti anche i valori regionali. Pertanto una soglia unica per le Regioni del Mezzogiorno potrebbe rivelarsi non vincolante per alcune Regioni. Per assicurare invece che tutte le Regioni intraprendano un percorso di miglioramento, la regola prevede due modalità di raggiungimento del target: la Regione ha diritto a metà del premio se la percentuale di studenti con al massimo il primo livello in lettura al 2013 nella Regione è non superiore a 20% (corrispondente a circa il valore registrato nella media dei paesi OCSE nel 2003); la Regione ha diritto a metà del premio se ha registrato tra il 2009 e il 2012 una riduzione in punti percentuali negli studenti con al massimo il primo livello in lettura superiore in valore assoluto ad almeno il 70% della variazione in punti percentuali che ha registrato l’area Mezzogiorno nello stesso periodo. Per il Ministero della Pubblica istruzione il target alla verifica finale del 2013 si considera raggiunto per ogni Regione che ha conseguito il proprio target. Il Ministero della Pubblica istruzione riceve una quota del premio finanziario ad esso allocato per ogni Regione che ha raggiunto il target (con quote identiche tra le Regioni).

In considerazione del fatto che non sono noti i valori attuali assunti nelle Regioni, la verifica intermedia al 2009 è effettuata unicamente per il Ministero della Pubblica istruzione sulla base del valore assunto dalla percentuale di studenti con al massimo il primo livello in lettura nel Mezzogiorno secondo l’indagine del 2009. Qualora non fosse possibile anticipare il rilascio dei dati PISA 2009 di qualche mese, la verifica intermedia per questo indicatore slitterà alla fine del 2010.

Indicatore S.03 Percentuale di 15-enni con al massimo il primo livello di competenza in matematica del test PISA effettuato dall’OCSE.

Valgono le stesse considerazioni fatte per l'indicatore S.02 riguardo alla disponibilità temporale e geografica dell'indicatore.

Target dell'indicatore S.03 alla verifica del 2013: per la fissazione del target valgono le considerazioni fatte per il target di S.02. Pertanto la Regione ha diritto a metà del premio se la percentuale di studenti nella Regione con al massimo il primo livello in matematica al 2013 è non superiore a 21% (corrispondente a circa il valore registrato nella media dei paesi OCSE nel 2003); la Regione ha diritto a metà del premio se ha registrato tra il 2009 e il 2012 una riduzione in punti percentuali negli studenti con al massimo il primo livello in matematica superiore in valore assoluto ad almeno il 70% della variazione in punti percentuali che ha registrato l’area Mezzogiorno nello stesso periodo. Per il Ministero della Pubblica istruzione il target alla verifica finale del 2013 si considera raggiunto per ogni Regione che ha conseguito il proprio target. Il Ministero della Pubblica istruzione riceve una quota del premio finanziario ad esso allocato per ogni Regione che ha raggiunto il target (con quote identiche tra le Regioni).

In considerazione del fatto che non sono noti i valori attuali assunti nelle Regioni, la verifica intermedia al 2009 è effettuata unicamente per il Ministero della Pubblica istruzione sulla base del valore assunto dalla percentuale di studenti con al massimo il primo livello in matematica nel Mezzogiorno secondo l’indagine del 2009. Qualora non fosse possibile anticipare il rilascio dei dati PISA 2009 di qualche mese, la verifica intermedia per questo indicatore slitterà alla fine del 2010.

 

II. Obiettivo aumentare i servizi di cura alla persona alleggerendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro

Indicatore S.04 Diffusione dei servizi per l’infanzia (asili nido, micronidi, e/o altri servizi integrativi e innovativi per l’infanzia), misurata con la percentuale di Comuni che hanno attivato tali servizi sul totale dei comuni della Regione.

Questo indicatore ha lo scopo di misurare l’incremento della diffusione del servizio su tutto il territorio regionale. Poiché le condizioni orografiche e la struttura demografica delle aree interne e rurali rendono complicata e costosa la diffusione del servizio nella sua forma tradizionale si è ritenuto opportuno, alla luce degli approfondimenti effettuati con le Amministrazioni di settore, considerare la diffusione dei servizi per l’infanzia includendo nell’indicatore oltre agli asili nido tradizionali anche micronidi e altre forme innovative e integrative che possono rivelarsi particolarmente appropriate per l’incremento dei servizi anche nei piccoli comuni. Nella definizione si considerano tutti i servizi pubblici o cofinanziati. Si segnala che l’indicatore considera come attivatori del servizio tutti i comuni associati o consorziati per l’erogazione del servizio.

L’indicatore è rilevato dall’Istat con l’Indagine censuaria sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni. L’indagine, iniziata con riferimento all’anno 2003, ha cadenza annuale e i valori regionali sono disponibili con un ritardo di due anni. Sono in corso valutazioni da parte dell’Istat per rispondere all’esigenza di effettuare la verifica al 2009 sui dati al 2008 e al 2013 sui dati al 2012.

Target per l'indicatore S.04 alla verifica del 2013: In considerazione dell’ampia flessibilità di modalità di conseguimento del target relativo all’indicatore si fissa un’unica soglia pari al 35% (corrispondente a circa l’attuale livello Italia).

Indicatore S.05 Presa in carico degli utenti dei servizi per l’infanzia, misurato con la percentuale di bambini fino al compimento dei tre anni che hanno usufruito di servizi per l’infanzia (asili nido, micronidi, e/o altri servizi integrativi e innovativi) sul totale della popolazione tra zero anni e fino al compimento dei 3 anni.

L’indicatore è misurato a livello regionale considerando che l’utenza accolta in asili nido deve essere pari ad almeno il 70% del totale.

La fonte di informazione, la modalità e il tempo di rilascio dei dati coincide con l'indicatore precedente. Nella definizione si considerano tutti i servizi pubblici o cofinanziati. L’inclusione di micronidi e/o altri servizi integrativi e innovativi nel calcolo dell’indicatore consente di considerare modalità più flessibili di erogazione dei servizio particolarmente adatte nel caso di piccoli comuni dispersi sul territorio.

Per questo indicatore l’elemento caratterizzante è il forte divario del Mezzogiorno rispetto al resto del paese: il tasso di copertura del Mezzogiorno secondo la definizione qui adottata  è del 4,2% contro il 15,5% delle Regioni del Centro-Nord (dati riferiti all’anno 2004). Al contempo analisi nelle Regioni evidenziano un’offerta sottodimensionata rispetto alla domanda e un’urgenza di ampliamento dell’offerta desumibile anche nella scelta della legge finanziaria 2007 che fissa impegni su target molto elevati e risorse dedicate in un Programma Straordinario di interventi per l’incremento e il riequilibrio territoriale dei servizi per l’infanzia.

E’ opportuno sottolineare che l’ordine di grandezza delle risorse premiali legate al raggiungimento degli indicatori relativi al servizio per l’infanzia negli obiettivi di servizio è molto elevato rispetto all’attuale dimensione dell’investimento nel settore.

Target per l'indicatore S.05 alla verifica del 2013: in considerazione degli obiettivi assunti anche a livello nazionale, per questo indicatore si rende opportuno ridurre il divario con il resto del Paese, tenendo comunque conto dell’opportunità di realizzare un’offerta di servizi differenziata secondo le esigenze dei territori. Quindi si ritiene che tutte le Regioni del Mezzogiorno debbano raggiungere alla verifica finale del 2013 il 12% di copertura di popolazione fino a tre anni, garantendo che almeno il 70 per cento dell’utenza usufruisca del servizio di asili nido.

Indicatore S.06 Numero di anziani assistiti in assistenza domiciliare integrata (ADI) rispetto al totale della popolazione anziana (65 anni e oltre ).

L’indicatore, relativo alla diffusione del servizio, coglie in parte anche aspetti di accessibilità e qualità, essendo quella proposta una modalità avanzata ed efficiente dell’erogazione dei servizi di cura all’anziano, rispetto alle modalità tradizionali di ricoveri o assistenza in ambulatori. L’indicatore è rilevato direttamente dal Ministero della Salute e trasmesso attualmente con circa due anni di ritardo. Sono in corso valutazioni con il Ministero della Salute per ridurre il ritardo temporale di rilascio delle informazioni. Si rileva che i valori dell’indicatore presentano valori della media Italia (pari a circa il 2,9%) inferiori alla media dei paesi europei (vicina al 7%), con una certa varianza tra tutte le Regioni italiane: in questo caso alcune Regioni dell’area Mezzogiorno presentano valori più elevati dell’attuale media nazionale.

Target per l'indicatore S.06 alla verifica del 2013: si ritiene opportuno stabilire per questo indicatore un target al 2013 pari al 3,5% (valore attuale del Centro-Nord), che è il valore fissato dai Livelli Essenziali di Assistenza. Anche se per le Regioni Molise e Basilicata il valore attuale risulta già al di sopra del target, l’osservazione delle oscillazioni delle serie storica e il previsto invecchiamento della popolazione, suggeriscono che il mantenimento negli anni futuri delle attuali elevate percentuali di copertura è da  considerarsi una misura adeguata dello sforzo compiuto da compiere da parte di queste Regioni. Per tutte le Regioni, infine, per tenere conto del fatto che l’aumento della popolazione assistita va accompagnato anche da un incremento dell’intensità delle prestazioni erogate allo scopo di migliorare la qualità del servizio offerto, è necessario che l’incidenza della spesa per l'assistenza domiciliare integrata risulti almeno pari a quella attualmente osservata.

 

 

III. Obiettivo tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente in relazione al sistema di gestione dei rifiuti urbani

Indicatore S.07 Kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante all’anno.

L’indicatore, presente nel set di indicatori strutturali della strategia di Lisbona, è rilevato annualmente dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT). I valori regionali sono disponibili a partire dal 2002 e con un ritardo nel rilascio dei valori di circa 12 mesi. La legislazione corrente, europea e nazionale, prevede che lo smaltimento in discarica assuma una funzione residuale rispetto al ciclo di gestione dei rifiuti; dalle norme in vigore deriva che il conferimento in discarica può riguardare solo i rifiuti non recuperabili, inerti e/o pretrattati non suscettibili di ulteriore valorizzazione. Nella definizione dell’indicatore collegato al meccanismo di incentivazione per gli obiettivi di servizio, il valore della Campania comprende la quota di rifiuti proveniente dagli impianti di trattamento meccanico-biologico che, in mancanza della disponibilità di impianti per il recupero, è stata annualmente stoccata in attesa di essere avviata allo smaltimento, secondo le stime annuali per gli anni 2002-2005, effettuate dall’APAT.

Target per l'indicatore S.07 alla verifica del 2013: poiché tale indicatore coglie sia il conseguimento dell’obiettivo di riduzione nella produzione di rifiuti, sia quello di effettivo recupero di materiale (attraverso tecnologie diverse che riducono la quantità che deve essere smaltita in discarica), il target per la verifica finale del 2013 è definito da due condizioni da soddisfare simultaneamente per accedere al premio: a) ciascuna Regione non deve superare 230 kg/procapite di rifiuti urbani smaltiti in discarica, che è all’incirca il valore della media UE(25) al 2005 e b) la percentuale di rifiuto urbano smaltito in discarica (sul totale del rifiuto urbano) non può essere superiore al 50%.

Indicatore S.08 Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti.

L’indicatore è rilevato annualmente dall’APAT. I valori provinciali e regionali sono disponibili a partire dal 1996 e con un ritardo nel rilascio dei valori di circa 12 mesi. Il livello di raccolta differenziata in Italia nel 2005 ha raggiunto il 24,3% grazie principalmente alle Regioni del Nord che hanno superato la soglia del 35%. Al contrario, nel Mezzogiorno, a causa del perdurare delle condizioni di emergenza del settore e della mancata attivazione di adeguati sistemi di intercettazione delle diverse frazioni merceologiche dei rifiuti, la raccolta differenziata si ferma all’8,7%.

Target per l'indicatore S.08 alla verifica del 2013: per la percentuale di raccolta differenziata sono stati stabiliti obiettivi normativi a partire dal D.lgs 22/97, posticipati di tre anni dal D.lgs. 152/06 e sue successive modifiche e integrazioni, che prevedono il conseguimento del 35% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani al 2006. In linea con gli indirizzi europei, è prevedibile un innalzamento progressivo di questi obiettivi: in questa direzione in Italia con la legge finanziaria 2007 sono stati stabiliti valori crescenti da raggiungere nei prossimi cinque anni. In considerazione degli obiettivi normativi, alla verifica finale del 2013 ciascuna Regione deve raggiungere almeno il 40% della raccolta differenziata.

Indicatore S.09 Quota di frazione umida (frazione organica e verde) trattata in impianti di compostaggio sulla frazione di umido nel rifiuto urbano totale per la produzione di compost ex. D.lgs 217/06

La capacità di produzione di compost di qualità è strettamente legata all’organizzazione della raccolta differenziata della frazione umida contenuta nei rifiuti urbani . Quindi la quota di frazione umida trattata in impianti di compostaggio sul totale dell’umido contenuto nei rifiuti prodotti, ben rappresenta la capacità di recupero di materia. I valori di questo indicatore sono molto bassi nel Mezzogiorno, ad eccezione dell’Abruzzo. Bisogna sottolineare che nel Mezzogiorno esiste già la potenzialità tecnica per aumentare la quantità di recupero di materia tramite la produzione di compost (complessivamente nel 2005 la capacità utilizzata degli impianti di compostaggio attivi nel Sud è circa il 25%, ad eccezione della Sardegna che utilizza al massimo i propri impianti); pertanto l’aumento della raccolta differenziata e della separazione della frazione umida alla fonte potranno avere velocemente un impatto positivo sui valori di questo indicatore già a partire dai prossimi anni.

L’indicatore è rilevato dall’APAT; il numeratore tramite il censimento delle quantità in entrata negli impianti di compostaggio; il denominatore (rifiuto umido prodotto) è frutto di una stima APAT sulla base di analisi merceologiche e della quantità di rifiuto prodotto. Per il monitoraggio e la verifica di tale indicatore l’APAT rileva tutti gli impianti autorizzati indipendentemente dalla tecnologia utilizzata. Nel monitoraggio dell’indicatore nei prossimi anni, potranno essere incluse tecnologie ad oggi non ancora disponibili per la produzione di compost di qualità, secondo la valutazione che fornirà l’APAT.

Target per l'indicatore S.09 alla verifica del 2013: con l’obiettivo di ridurre il divario tra aree del Paese, alla verifica finale del 2013 ciascuna Regione deve raggiungere almeno il 20% di frazione umida trattata in impianti di compostaggio, che corrisponde all'incirca al valore assunto dall'Italia nel 2005. Si osservi che per aumentare la quota percentuale di frazione umida trattata per produrre compost di qualità, oltre ad aumentare l’utilizzo degli impianti di compostaggio, le Regioni possono optare per ridurre la produzione di frazione umida, ad esempio incentivando il ricorso al compostaggio domestico nelle zone rurali.

 

IV. Obiettivo tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente in relazione al servizio idrico integrato

Indicatore S.10 Percentuale di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale.

L’indicatore considera i flussi di acqua potabile che attraversano le reti di distribuzione comunali e sono distribuiti ai singoli punti di utilizzazione (abitazioni, stabilimenti, negozi, uffici, ecc.). E’ una misura di efficienza nella distribuzione dell’acqua, sebbene comprenda una componente di “perdite” fisiologiche legate ad esempio all’acqua destinata agli usi pubblici.

L’indicatore è stato rilevato dall’Istat nel 1999 con il Censimento delle acque e nel 2005 mediante l’indagine campionaria Sistema delle indagini sulle acque (SIA); quest'ultimo anno fornisce la baseline per la definizione del target. L’Istat garantisce di replicare l’indagine con metodologia tale da avere risultati comparabili ai valori del 2005, per almeno due occorrenze nel 2008 e nel 2012. I valori delle indagini del 2008 e del 2012 saranno disponibili per essere utilizzati nella verifica intermedia e finale degli anni 2009 e 2013.

Target per l'indicatore S.10 alla verifica del 2013: La normativa di settore (DPCM del 4/3/96 “Disposizioni in materia di risorse idriche”), sostenuta anche da analisi e studi, indica in una quota non superiore al 20% il valore delle perdite totali nella rete di distribuzione dell’acqua. Ad oggi si ritengono raggiungibili obiettivi del 10–15% di perdite reali (vale a dire rotture sulle tubazioni di varia natura e dimensione, trafilamenti nell’adduzione/distribuzione e negli allacci fino al contatore, nei serbatoi e negli impianti di trattamento a cui generalmente si aggiungono consumi autorizzati non fatturati ma misurati oppure non fatturati e non misurati, per esempio consumi tecnici quali perdite di processo e gestionali puliture, sfociature, controlavaggi). Poiché nell’indicatore rilevato dall’Istat e utilizzato per gli obiettivi di servizio non si distingue fra perdite reali e perdite totali, l’obiettivo a cui tendere per le perdite totali risulta pari al 20-25%. Tali valori risultano inoltre coerenti con gli obiettivi di recupero perdite contenuti nei Piani d’Ambito degli Ambiti Territoriali Ottimali delle Regioni del Mezzogiorno. Pertanto il target al 2013 è definito dalla condizione che ciascuna Regione deve avere almeno il 75% di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzioni comunali.

Indicatore S.11 Abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani per Regione.

Questo indicatore consente di misurare direttamente i miglioramenti, in termini di servizio e di utenti serviti, del segmento di depurazione che presenta ad oggi ancora forti criticità in molte Regioni del Mezzogiorno e in alcune del Centro-Nord. I trattamenti secondari e terziari, a fronte di consistenti impegni di investimento, garantiscono un’elevata qualità dei reflui depurati e pertanto nell’indicatore si considerano solo queste due tipologie di trattamento. L’indicatore, inoltre, coglie indirettamente anche la capacità di servizio della rete fognaria, informazione che ad oggi manca delle caratteristiche necessarie di disponibilità e omogeneità per essere utilizzata ai fini degli obiettivi di servizio.

Per quanto riguarda la disponibilità dell’informazione relativamente a questo indicatore, il numeratore è rilevato dall’Istat relativamente all’anno 2005 (indagine SIA). Il denominatore dell’indicatore, vale a dire gli abitanti equivalenti totali urbani della Regione, è una stima derivante da una metodologia concordata tra l'Istat, le Regioni e il Ministero dell'Ambiente  che ha dato luogo ai valori regionali relativi all’anno 2005. L'Istat garantisce l'aggiornamento negli anni futuri per l’utilizzo ai fini della rilevazione dell'indicatore degli obiettivi di servizio.

Target per l'indicatore S.11 alla verifica del 2013: in considerazione dell’importanza attribuita dalla politica di sviluppo regionale alla qualità della risorsa idrica nel Mezzogiorno, il valore target per l’anno 2013 è pari ad almeno il 70%. Tale target corrisponde al valore osservato in media oggi nelle Regioni del Centro-Nord, fatta esclusione della Liguria che si trova in una situazione molto arretrata, e risponde quindi all’obiettivo di riduzione del divario. Nell’osservazione relativa al 2005, tre Regioni (Molise, Campania e Sardegna) risultano aver già superato il target. A queste Regioni si chiede di mantenere almeno il valore attualmente osservato negli anni futuri.

 

 

Allegato 2

 

Verifica del raggiungimento degli obiettivi e modalità di assegnazione del premio finanziario

 

Verifica del raggiungimento dei target alle scadenze previste

Il meccanismo premiale collegato agli obiettivi di servizio prevede la verifica del raggiungimento degli obiettivi al 30 novembre 2013. Per rafforzare la visibilità del sistema di incentivazione e accrescere la mobilitazione sul territorio finalizzata al conseguimento degli obiettivi, la verifica finale è preceduta da una verifica intermedia fissata al 30 novembre 2009.

Ad entrambe le scadenze viene considerato il raggiungimento dei valori target di ciascun indicatore sulla base dell'ultima informazione statistica disponibile al novembre 2009 e 2013 (generalmente riferita all’anno 2008 per la verifica intermedia e al 2012 per la verifica finale).

La verifica intermedia per il Ministero della Pubblica istruzione relativamente ai due indicatori sulle competenze degli studenti di fonte PISA-OCSE è spostata in avanti dopo la diffusione dei risultati dell’indagine del 2009 (prevista per giugno 2010).

Nelle riunioni annuali del Comitato nazionale del QSN dedicate alla discussione dei progressi relativamente agli obiettivi di servizio, per gli anni 2009 e 2013 si discuteranno i risultati conseguiti dalle amministrazioni relativamente ai target fissati, sulla base dell’istruttoria svolta dal gruppo tecnico di accompagnamento e del raggiungimento dei target validato dall’Istat sulla base delle informazioni trasmesse dagli enti produttori.

 

Modalità di assegnazione del premio finanziario

Per ciascuna Regione è prevista una dotazione totale del premio teorico legato agli obiettivi di servizio – limitatamente ai tre temi acqua, rifiuti e servizi di cura all’infanzia e agli anziani - proporzionale alla chiave di riparto stabilita per l’allocazione delle risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate 2007-2013destinate alle Regioni del Mezzogiorno. La dotazione totale del premio per l’obiettivo istruzione è ripartita tra le otto Regioni e il Ministero della Pubblica istruzione in proporzione alla quota percentuale della distribuzione delle risorse destinate alle Regioni del Mezzogiorno e al Ministero della Pubblica istruzione dal Fondo Aree Sottoutilizzate 2007-2013.

L’ammontare di risorse destinate al premio per gli obiettivi di servizio è di 3 miliardi di euro a valere sulle risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate per il settennio 2007-2013. A ciascuno dei quattro obiettivi è collegato un peso finanziario equivalente (pari quindi a 750 milioni di euro). Il premio è distribuito in parti uguali agli indicatori all’interno dell’obiettivo istruzione e acqua; per l’obiettivo di aumentare i servizi di cura alla persona, metà del premio è allocato per il servizio di assistenza domiciliare integrata e metà per gli asili nido. Per l’obiettivo rifiuti, l’indicatore relativo al compostaggio ha un peso pari a un quarto del totale; il resto è diviso con peso uguale tra l’indicatore relativo alla discarica e quello relativo alla raccolta differenziata. Pertanto a ciascun indicatore corrisponde un ammontare certo di risorse finanziarie, illustrato nella Tavola 2.1 allegata.

Ciascuna Amministrazione può aggiudicarsi una parte della quota globale potenzialmente di propria pertinenza in proporzione al numero di indicatori soddisfatti e alla percentuale di risorse finanziarie corrispondenti. L’assegnazione di risorse complessive quindi è stabilita pro-quota per indicatore al conseguimento del target.

 

Modalità di assegnazione del premio al 2009 per le Regioni

La scadenza intermedia del 2009 attiva una parte del premio finanziario allocato alla Regione per indicatore. Detta assegnazione, che in ogni caso non è superiore al 50% del premio complessivo, è calcolata facendo riferimento alla distanza colmata tra il valore attuale (la baseline) e il target al 2013. Al fine di valorizzare l’impegno profuso dalle Regioni nelle fasi di avvio, il premio viene attribuito secondo la seguente formula: le risorse premiali sono calcolate moltiplicando per 1,5 la distanza percentuale colmata quando questa è inferiore o uguale al 25% dell’intera distanza da coprire; per riduzioni superiori al 25% e fino al limite del 50%, per ogni punto percentuale di riduzione è attribuito un ulteriore ammontare di risorse premiali pari allo 0,5% del totale. (Ad esempio se la distanza colmata al 2009 è pari al 20% la Regione riceverà una quota delle risorse premiali allocate per l’indicatore pari al 30%; se invece la distanza colmata è pari al 40%, la Regione riceverà il 45% delle risorse).

Nel caso di target non soddisfatti alla verifica intermedia le risorse premiali restano appostate alla medesima Amministrazione che potrà riceverle al raggiungimento del target previsto al 2013.

Per i due indicatori dell’obiettivo istruzione di fonte OCSE-PISA (S.02 e S.03), per i quali non sono disponibili al 2009 valori con dettaglio regionale, il premio sarà assegnato alle Regioni solo relativamente al conseguimento del target della verifica finale.

Le risorse premiali attribuite per il conseguimento degli obiettivi di servizio saranno vincolate alla programmazione del settore di competenza e potranno essere assegnate dalle amministrazioni regionali o dal Ministero della Pubblica istruzione agli enti erogatori dei servizi.

 

Modalità di assegnazione del premio al 2013 per le Regioni

Si prevede una clausola di flessibilità nell’ambito del meccanismo di assegnazione delle risorse premiali, applicabile al massimo a quattro indicatori, alla scadenza finale del 2013, per collegare il meccanismo incentivante allo “sforzo realizzato”, definita di seguito. Qualora alla verifica finale del 2013 una Regione non abbia raggiunto il target ma abbia colmato non meno del 60% della distanza tra il valore di partenza (baseline) e il valore target, il meccanismo di verifica si considererà soddisfatto e la Regione avrà diritto alle risorse premiali allocate per tale indicatore. L’applicazione del meccanismo di flessibilità non può valere per tutti gli indicatori di uno specifico ambito: pertanto, almeno un indicatore all’interno di ciascuno degli obiettivi istruzione, servizi per l’infanzia e gli anziani, rifiuti e acqua deve essere pienamente conseguito per ottenere l’intera dotazione di risorse finanziarie.

La clausola di flessibilità per gli indicatori S.02 e S.03 relativi alle competenze degli studenti rispettivamente in lettura e matematica è la seguente: qualora alla verifica finale del 2013 la Regione abbia soddisfatto solamente il criterio relativo alla registrazionedi un tasso di crescita tra il 2009 e il 2013 maggiore del 70% del tasso di crescita del Mezzogiorno nello stesso periodo, la Regione avrebbe comunque diritto all’intero premio.

Qualora alla verifica finale del 2013 la Regione non abbia raggiunto il target per alcuni obiettivi (né rientri nella clausola di flessibilità), ma abbia attivato un sistema formale di premialità nei confronti degli enti erogatori o responsabili del servizio allora gli esiti positivi di tali meccanismi premiali regionali saranno sostenuti con l’attribuzione di risorse fino a un massimo del 50% delle risorse premiali destinabili alla Regione per ciascun indicatore coinvolto nel sistema premiale. La rispondenza dei meccanismi premiali regionali alle finalità degli obiettivi di servizio sarà oggetto di una verifica da parte del gruppo tecnico centrale di accompagnamento. Per esiti positivi si intendono i casi in cui gli enti erogatori o responsabili del servizio abbiano incrementato la propria performance, relativamente agli indicatori scelti per gli obiettivi di servizio, di un valore almeno pari alla distanza tra il valore attuale nella media regionale considerato come anno base e il valore target, ferma restando la possibilità delle Regioni di stabilire target più elevati. Il meccanismo sarà applicabile solo agli indicatori per i quali sia disponibile, o si renda disponibile, la disaggregazione dell’informazione statistica a livello opportuno di bacino di riferimento. Il premio sarà individuale (assegnato attraverso la Regione al singolo ente erogatore o responsabile) e tendenzialmente proporzionale alla popolazione/ bacino di utenza di riferimento servita.

Le eventuali risorse non assegnate per il mancato raggiungimento dei target al 2013 (eccedenze) costituiscono disponibilità finanziarie che potranno essere assegnate alle Amministrazioni che hanno conseguito tutti gli obiettivi di servizio. Di conseguenza una Amministrazione può ottenere risorse finanziarie più elevate della quota potenzialmente di propria pertinenza a inizio periodo.

Le risorse premiali attribuite per il conseguimento degli obiettivi di servizio saranno vincolate alla programmazione del settore di competenza e potranno essere assegnate dalle amministrazioni regionali o dal Ministero della Pubblica istruzione agli enti erogatori dei servizi.

 

Modalità di assegnazione del premio al Ministero della Pubblica istruzione

Il premio teorico allocato al Ministero della Pubblica istruzione (MPI) è diviso in parti uguali tra i tre indicatori dell’obiettivo istruzione.

Per l’indicatore S.01, alla scadenza intermedia del 2009, il Ministero della Pubblica istruzione riceve una quota del premio appostato per Regione pari alla percentuale della distanza che la Regione ha colmato tra il valore baseline e il target 2013. Alla scadenza finale del 2013 il Ministero ottiene una quota del proprio premio fissa e uguale per ogni Regione che abbia conseguito il premio, al netto delle risorse che il MPI ha acquisito alla scadenza del 2009.

Per gli indicatori S.02 e S.03 il Ministero, alla verifica intermedia del 2009, riceve una quota del premio allocata per indicatore pari alla percentuale di distanza colmata dal Mezzogiorno tra il valore baseline del 2003 e il valore del 2013. Alla scadenza finale del 2013 il Ministero ottiene una quota del proprio premio fissa e uguale per ogni Regione che abbia conseguito il premio ad essa assegnato, al netto delle risorse che il MPI ha già acquisito con la scadenza del 2009. Qualora una Regione abbia soddisfatto solo una delle due condizioni del target al 2013, e quindi abbia accesso a solo metà del proprio premio, anche il MPI avrà diritto solo alla metà del proprio premio.