§ 18.2.35 - D.Lgs. 21 marzo 2005, n. 66.
Attuazione della direttiva 2003/17/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel.


Settore:Normativa nazionale
Materia:18. Carburanti
Capitolo:18.2 disciplina generale
Data:21/03/2005
Numero:66


Sommario
Art. 1.  Campo di applicazione
Art. 2.  Definizioni
Art. 3.  Benzina
Art. 4.  Combustibile diesel
Art. 5.  Previsione di specifiche più severe
Art. 6.  Cambiamenti nell'approvvigionamento di oli greggi o prodotti petroliferi
Art. 7.  (Obblighi di comunicazione e di trasmissione di dati).
Art. 7 bis.  (Obblighi di riduzione delle emissioni di gas serra).
Art. 7 ter.  (Criteri di sostenibilità per i biocarburanti).
Art. 7 quater.  (Verifica del rispetto dei criteri di sostenibilità per i biocarburanti).
Art. 7 quinquies.  (Calcolo delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti).
Art. 8.  Accertamenti sulla conformità dei combustibili
Art. 9.  (Sanzioni).
Art. 10.  Abrogazioni e disposizioni transitorie e finali


§ 18.2.35 - D.Lgs. 21 marzo 2005, n. 66.

Attuazione della direttiva 2003/17/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel.

(G.U. 27 aprile 2005, n. 96 - S.O. n. 77)

 

Art. 1. Campo di applicazione [1]

     1. Il presente decreto stabilisce per i veicoli stradali, le macchine mobili non stradali, i trattori agricoli e forestali e, quando non sono in mare, le imbarcazioni da diporto e le altre navi della navigazione interna:

     a) ai fini della tutela della salute e dell'ambiente, le specifiche tecniche dei combustibili destinati all'utilizzo nei motori ad accensione comandata e nei motori ad accensione per compressione;

     b) un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili e dell'elettricità fornita ai fini dell'utilizzo nei veicoli stradali [2].

     1-bis. Il presente decreto stabilisce, in aggiunta a quanto previsto al comma 1, i metodi di calcolo e gli obblighi di comunicazione ai sensi della direttiva 98/70/CE relativa alla qualità dei combustibili, a uso dei fornitori, oltre che per i combustibili di cui al comma 1, anche per l'elettricità usata nei veicoli stradali [3].

     2. I combustibili utilizzati dalle imbarcazioni da diporto e dalle altre navi della navigazione interna, quando le stesse sono in mare, sono soggetti alle disposizioni del titolo III alla parte quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, relative ai combustibili marittimi delle navi.

 

     Art. 2. Definizioni

     1. Ai fini del presente decreto si intende per:

     a) benzina: gli oli minerali volatili destinati al funzionamento dei motori a combustione interna e ad accensione comandata, utilizzati per la propulsione di veicoli e compresi nei codici NC 2710 11 41, 2710 11 45, 2710 11 49, 2710 11 51 e 2710 11 59;

     b) Combustibile diesel: i gasoli specificati nel codice NC 2710 19 41 e utilizzati per i veicoli a propulsione autonoma di cui alle direttive 70/220/CEE e 88/77/CEE; ricadono in tale definizione anche i liquidi derivati dal petrolio compresi nei codici NC2710 19 41 e 2710 19 45, destinati all'uso nei motori ad accensione per compressione di macchine mobili non stradali di cui alla direttiva 97/68/CE, trattori agricoli e forestali di cui alla direttiva 2000/25/CE, imbarcazioni da diporto di cui alla direttiva 94/25/CE e altre navi della navigazione interna [4];

     c) commercializzazione: messa a disposizione, sul mercato nazionale, presso i depositi fiscali, i depositi commerciali o gli impianti di distribuzione, dei combustibili di cui alle lettere a) o b), indipendentemente dall'assolvimento dell'accisa;

     d) deposito fiscale: impianto in cui vengono fabbricati, trasformati, detenuti, ricevuti o spediti i combustibili di cui alle lettere a) o b), sottoposti ad accisa, in regime di sospensione dei diritti di accisa, alle condizioni stabilite dall'amministrazione finanziaria; ricadono in tale definizione anche gli impianti di produzione dei combustibili;

     e) combustibile sottoposto ad accisa: combustibile al quale si applica il regime fiscale delle accise;

     f) deposito commerciale: deposito in cui vengono ricevuti, immagazzinati e spediti i combustibili di cui alle lettere a) o b), ad accisa assolta;

     g) impianto di distribuzione: complesso commerciale unitario, accessibile al pubblico, costituito da una o più pompe di distribuzione, con le relative attrezzature e accessori, ubicato lungo la rete stradale ordinaria o lungo le autostrade; in caso di distribuzione di combustibile diesel tale definizione include anche gli impianti che riforniscono le imbarcazioni da diporto e le altre navi della navigazione interna [5];

     h) pompa di distribuzione: apparecchio di erogazione automatica dei combustibili di cui alle lettere a) o b), inserito in un impianto di distribuzione, che presenta un sistema di quantificazione, inteso come valorizzazione, dell'erogato;

     i) combustibili in distribuzione: combustibili per i quali l'accisa è stata assolta messi a disposizione sul mercato nazionale per i consumatori finali;

     i-bis) nave della navigazione interna: nave destinata alla navigazione su fiumi, canali, laghi e lagune [6];

     i-ter) emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita: le emissioni nette di CO2 , CH4 e N2 O che possono essere attribuite al combustibile,compresi tutti i suoi componenti miscelati, o all'energia fornita. Sono incluse tutte le pertinenti fasi: estrazione o coltura, comprese le modifiche della destinazione dei suoli, trasporto e distribuzione, trasformazione e combustione, a prescindere dal luogo in cui le emissioni sono rilasciate [7];

     i-quater) emissioni di gas a effetto serra per unità di energia: la massa totale di emissioni di gas a effetto serra equivalente CO2 associate al combustibile o all'energia fornita, divisa per il tenore totale di energia del combustibile o dell'energia fornita (per il combustibile, espresso al suo potere calorifico inferiore) [8];

     i-quinquies) combustibile: un combustibile destinato all'utilizzo nei motori ad accensione comandata e nei motori ad accensione per compressione di veicoli stradali, macchine mobili non stradali, trattori agricoli e forestali, e, quando non sono in mare, imbarcazioni da diporto ed altre navi della navigazione interna [9];

     i-sexies) fornitore: il soggetto obbligato al pagamento dell'accisa ai sensi del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, sui prodotti e per gli impieghi oggetto del presente decreto legislativo [10];

     i-septies) operatore economico: ogni persona fisica o giuridica stabilita nella Comunità o in uno Paese terzo che offre o mette a disposizione di terzi contro pagamento o gratuitamente biocarburanti destinati al mercato comunitario ovvero che offre o mette a disposizione di terzi contro pagamento o gratuitamente materie prime, prodotti intermedi, miscele o rifiuti per la produzione di biocarburanti destinati al mercato comunitario [11];

     i-octies) biocarburanti: i combustibili liquidi o gassosi ricavati dalla biomassa [12];

     i-nonies) biomassa: la frazione biodegradabile dei prodotti, dei rifiuti e dei residui di origine biologica provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l'acquacoltura, nonchè la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani [13];

     i-decies) valore reale: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per alcune o per tutte le fasi di uno specifico processo di produzione di biocarburanti calcolata secondo la metodologia definita nell'allegato V-bis, parte C [14];

     i-undecies) valore tipico: una stima della riduzione rappresentativa delle emissioni di gas a effetto serra per una particolare filiera di produzione del biocarburante [15];

     i-duodecies) valore standard: un valore stabilito a partire da un valore tipico applicando fattori predeterminati e che, in circostanze definite dalla presente direttiva, può essere utilizzato al posto di un valore reale [16];

     i-terdecies) risparmio di emissioni di gas ad effetto serra grazie all'uso di biocarburanti: emissioni di gas risparmiate rispetto a quelle del combustibile fossile che il biocarburante sostituisce, calcolate come indicato nell'allegato V- bis, parte C, punto 4 [17];

     i-terdecies.1) «carburanti per autotrazione rinnovabili liquidi e gassosi di origine non biologica»: i carburanti liquidi o gassosi, diversi dai biocarburanti, il cui contenuto energetico proviene da fonti energetiche rinnovabili diverse dalla biomassa e che sono utilizzati nei trasporti [18];

     i-terdecies.2) «colture amidacee»: colture comprendenti principalmente cereali (indipendentemente dal fatto che siano utilizzati solo i semi ovvero sia utilizzata l'intera pianta, come nel caso del mais verde), tuberi e radici (come patate, topinambur, patate dolci, manioca e ignami) e colture di bulbo-tuberi (quali la colocasia e la xantosoma) [19];

     i-terdecies.3) «biocarburanti a basso rischio di cambiamento indiretto di destinazione dei terreni»: biocarburanti le cui materie prime sono state prodotte nell'ambito di sistemi che riducono la delocalizzazione della produzione a scopi diversi dalla fabbricazione di biocarburanti e che sono stati prodotti conformemente ai criteri di sostenibilità per biocarburanti di cui all'articolo 7-ter [20];

     i-terdecies.4) «residuo della lavorazione»: sostanza diversa dal prodotto o dai prodotti finali cui mira direttamente il processo di produzione; non costituisce l'obiettivo primario del processo di produzione, il quale non è stato deliberatamente modificato per ottenerlo [21];

     i-terdecies.5) «residui dell'agricoltura, dell'acquacoltura, della pesca e della silvicoltura»: residui generati direttamente dall'agricoltura, dall'acquacoltura, dalla pesca e dalla silvicoltura; non comprendono i residui delle industrie connesse o della lavorazione [22];

     i-terdecies.6) «impianto operativo»: impianto in cui ha luogo la produzione fisica dei biocarburanti [23].

     1-bis. Ai fini del metodo di calcolo e della comunicazione si applicano inoltre le seguenti definizioni:

     a) "emissioni a monte o di upstream": le emissioni di gas a effetto serra che si verificano prima che le materie prime entrino in una raffineria o in un impianto di trasformazione dove viene prodotto il combustibile di cui all'allegato V-bis.1;

     b) "bitumi naturali": materia prima da raffinare di qualsiasi origine che soddisfi tutti i seguenti requisiti:

     1) gravità API (American Petroleum Institute) di 10 gradi o inferiore quando situata in un giacimento presso il luogo di estrazione definita conformemente al metodo di prova dell'American Society for Testing and Materials (ASTM) D287;

     2) viscosità media annua alla temperatura del giacimento maggiore di quella calcolata dall'equazione: Viscosità (centipoise) = 518,98e - 0,038T, dove T è la temperatura in gradi Celsius;

     3) rientri nella definizione di sabbie bituminose con il codice della nomenclatura combinata (NC) 2714 come indicato nel regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio;

     4) la mobilizzazione della fonte di materia prima è realizzata mediante estrazione mineraria o drenaggio a gravità con potenziamento termico dove l'energia termica deriva principalmente da fonti diverse dalla fonte di materia prima stessa;

     c) "scisti bituminosi": qualsiasi fonte di materia prima per raffineria situata in una formazione rocciosa contenente kerogene solido e rientrante nella definizione di scisti bituminosi con il codice NC 2714 indicato nel regolamento (CEE) n. 2658/87. La mobilizzazione della fonte di materia prima è realizzata mediante estrazione mineraria o drenaggio a gravità con potenziamento termico;

     d) "valore di riferimento per i carburanti": un valore di riferimento per i carburanti basato sul ciclo di vita delle emissioni di gas a effetto serra per unità di energia dei combustibili nel 2010;

     e) "petrolio greggio convenzionale": qualsiasi fonte di materia prima per raffineria provvista di gravità API superiore a 10 gradi quando situata in una formazione reservoir presso il suo luogo di origine, misurata secondo il metodo di prova ASTM D287 e non rientrante nella definizione corrispondente al codice NC 2714 indicato nel regolamento (CEE) n. 2658/87;

     f) "micro, piccole e medie imprese (PMI)": quelle definite dall'allegato I del regolamento (UE) n. 651/2014 [24].

 

     Art. 3. Benzina [25]

     1. E' vietata la commercializzazione di benzina non conforme alle specifiche di cui all'Allegato I.

     2. Fino al 31 dicembre 2015, fatte salve proroghe stabilite con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico ed il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, le imprese di produzione o importazione di combustibili che, direttamente o indirettamente, riforniscono di combustibili gli impianti di distribuzione assicurano la commercializzazione di benzina con un tenore massimo di ossigeno del 2,7 per cento ed un tenore massimo di etanolo del 5 per cento e conforme alle altre specifiche di cui all'Allegato I, senza l'etichetta prevista dal comma 3, presso almeno il 30 per cento degli impianti di distribuzione di cui sono titolari e degli impianti di titolarità di terzi che espongono il proprio marchio e con i quali hanno un rapporto di fornitura in via esclusiva, presenti in ciascuna provincia. A fini di controllo, tali imprese forniscono agli organi di cui all'articolo 8, comma 5, entro cinque giorni dalla relativa richiesta, l'elenco degli indirizzi di tutti i predetti impianti di distribuzione, evidenziando quelli che commercializzano la benzina prevista dal presente comma, presenti nelle province a cui la richiesta si riferisce. Le eventuali proroghe previste dal presente articolo, da adottare almeno sei mesi prima del termine da prorogare, sono concesse sulla base di un'istruttoria che considera la compatibilità dei veicoli del parco circolante con la benzina di cui al comma 3 ed il processo di perseguimento degli obiettivi previsti dalla direttiva 2009/28/CE. Tale istruttoria è condotta dai Ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti sulla base delle stime sulla consistenza del parco circolante dei veicoli incompatibili con la benzina di cui al comma 3, risultanti dalle informazioni fornite dai costruttori ai sensi del comma 4 [26].

     3. Nei depositi commerciali e negli impianti di distribuzione, diversi da quelli previsti dal comma 2, in cui si commercializza benzina con un tenore di etanolo fino al 10 per cento e conforme alle specifiche di cui all'Allegato I, deve essere affissa, sulle pompe di distribuzione che la erogano e presso i punti che riportano le informazioni circa il tipo di combustibile commercializzato, un'etichetta avente dimensioni e caratteri chiaramente visibili e di facile lettura, contenente le parole: «E 10. Etanolo fino al 10 per cento. Solo per veicoli compatibili». La benzina che è consegnata presso un impianto di distribuzione sulla base di contratti o con l'accompagnamento di documenti da cui risulti un tenore massimo di etanolo del 5 per cento, non può essere commercializzata con l'etichetta prevista dal presente comma.

     4. Nei depositi commerciali e negli impianti di distribuzione in cui si commercializza la benzina prevista dal comma 3 deve essere accessibile agli utenti un elenco, avente dimensioni e caratteri chiaramente visibili e di facile lettura, in cui sono indicati i veicoli omologati prima del 1° gennaio 2011 compatibili con l'utilizzo di tale benzina ed i veicoli omologati dal 1° gennaio 2011 incompatibili con l'utilizzo di tale benzina. Tale elenco deve essere conforme all'elenco pubblicato sul sito internet del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e deve essere aggiornato entro trenta giorni da ciascun aggiornamento di quello ministeriale. Nel caso in cui sul sito del Ministero sia pubblicata l'indicazione che nessun veicolo ricade nell'elenco, tale indicazione deve essere accessibile agli utenti con dimensioni e caratteri chiaramente visibili e di facile lettura. Le società di produzione di veicoli stradali trasmettono al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in via informatica, la lista di tali veicoli che hanno messo in commercio o che intendono mettere in commercio sul territorio nazionale. Per i nuovi modelli la trasmissione deve avvenire prima dell'avvio della messa in commercio. Sul sito internet del Ministero sono indicati le modalità di invio in via informatica, nonchè gli specifici dati identificativi dei veicoli da trasmettere. Le società di produzione di veicoli stradali trasmettono altresì al Ministero le informazioni utili a stimare la consistenza del parco circolante nel 2014 dei veicoli incompatibili con la benzina di cui al comma 3. A tale fine trasmettono, entro il 31 marzo 2015, le informazioni individuate in un apposito decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da adottare di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e previa consultazione delle società stesse, nel quale si disciplinano anche il formato e le modalità di trasmissione. Se entro il 1° gennaio 2015, non si è provveduto alla adozione del predetto decreto, le società di produzione di veicoli stradali trasmettono, entro il 1° febbraio 2015, una stima di tale consistenza. La trasmissione dei dati previsti dal presente articolo, da parte delle società di produzione di veicoli stradali, è facoltativa in caso di veicoli che sono messi in commercio solo in altri Stati.

     5. Nei depositi commerciali e negli impianti di distribuzione in cui si commercializza benzina contenente additivi metallici, deve essere affissa, sulle pompe di distribuzione che la erogano e presso i punti che riportano le informazioni circa il tipo di combustibile commercializzato, un'etichetta avente dimensioni e caratteri chiaramente visibili e di facile lettura, con le parole «Contiene additivi metallici. Solo per i veicoli compatibili».

     6. Nei depositi commerciali e negli impianti di distribuzione in cui si commercializza la benzina prevista dal comma 5 deve essere accessibile agli utenti un elenco, avente dimensioni e caratteri chiaramente visibili e di facile lettura, in cui sono indicati i veicoli compatibili con l'utilizzo di tale benzina. Per la procedura di formazione e di aggiornamento dell'elenco si applicano le disposizioni previste dal comma 4.

     7. Sono tenuti agli obblighi di informazione agli utenti e di etichettatura previsti dal presente articolo i soggetti a cui compete, secondo il vigente ordinamento di settore, la scelta e la sistemazione di segnalazioni, etichette ed altri strumenti di informazione presso i depositi commerciali e gli impianti di distribuzione.

     8. E' consentita la commercializzazione di benzina con un contenuto di piombo non superiore a 0,15 g/l e conforme alle altre specifiche di cui all'Allegato I per un quantitativo massimo annuale pari allo 0,03 per cento delle vendite totali di benzina dell'anno precedente, destinato ad essere utilizzato dalle auto storiche e ad essere distribuito dalle associazioni riconosciute di possessori di auto storiche. I gestori dei depositi fiscali che producono o importano combustibili, i quali intendano commercializzare tale benzina, comunicano al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, entro il 31 marzo dell'anno in cui si effettua la commercializzazione, il quantitativo da produrre o da importare. In tale comunicazione i gestori dimostrano di osservare la prescritta quota percentuale, calcolata rispetto alla quantità dagli stessi commercializzata nell'anno precedente e rispetto alla quantità commercializzata nell'anno precedente da altri gestori che, con apposito atto da allegare, abbiano devoluto la quota percentuale loro spettante.

 

     Art. 4. Combustibile diesel [27]

     1. E' vietata la commercializzazione di combustibile diesel non conforme alle specifiche di cui all'Allegato II. E' fatto salvo quanto previsto dall'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 128.

     2. A seguito dell'adozione di una specifica norma tecnica del Comitato europeo di normazione (CEN) relativa al combustibile diesel avente un tenore massimo di estere metilico di acidi grassi (FAME) pari al 10 per cento, può essere prevista, alle condizioni stabilite con decreto adottato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la commercializzazione del combustibile diesel avente tale tenore massimo di FAME e conforme alle altre specifiche di cui all'Allegato II.

     3. Nel caso in cui, alla luce delle specifiche tecniche della norma CEN prevista dal comma 2 e della compatibilità dei veicoli del parco circolante, risulti necessario mantenere una adeguata e diffusa commercializzazione del combustibile diesel avente il tenore massimo di FAME indicato nell'Allegato II, il decreto ministeriale previsto dal comma 2 disciplina le modalità necessarie ad assicurare la continuità di tale commercializzazione, nonchè appositi obblighi di etichettatura e di informazione per il combustibile diesel avente un tenore massimo di FAME pari al 10 per cento, in analogia a quanto previsto dall'articolo 3, commi 3 e 4.

     4. Nei depositi commerciali e negli impianti di distribuzione in cui si commercializza combustibile diesel contenente additivi metallici si applica quanto previsto dall'articolo 3, commi 5, 6 e 7.

     5. E' vietato, sulle imbarcazioni da diporto e sulle altre navi della navigazione interna, l'utilizzo di combustibili liquidi diversi dal combustibile diesel, aventi un tenore di zolfo superiore a 1.000 mg/kg e, dal 1° gennaio 2011, superiore a 10 mg/kg.

 

     Art. 5. Previsione di specifiche più severe

     1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottare su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro della salute e con il Ministro delle attività produttive, e sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, la commercializzazione di combustibili destinati a tutte o ad alcune categorie di veicoli può essere sottoposta, presso alcune zone, a specifiche più severe di quelle previste dal presente decreto, al fine di tutelare la salute della popolazione presso determinati agglomerati urbani o l'ambiente presso determinate aree critiche sotto il profilo ecologico, nei casi in cui l'inquinamento atmosferico o delle acque freatiche costituisca o possa presumibilmente costituire un problema serio e ricorrente per la salute umana o per l'ambiente.

     2. Il decreto di cui al comma 1 è adottato previa autorizzazione della Commissione europea, alla quale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministero della salute, presenta preventivamente una apposita domanda, contenente la motivazione della deroga e la dimostrazione che la stessa rispetta il principio di proporzionalità e non ostacola la libera circolazione delle persone e delle merci. Tale domanda è accompagnata dai pertinenti dati ambientali relativi all'agglomerato o alla zona interessata, nonchè da una valutazione dei probabili effetti della deroga sull'ambiente.

     3. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, diconcerto con il Ministero della salute, provvede altresì a trasmettere alla Commissione europea le osservazioni relative alle richieste di deroga presentate da altri Stati.

 

     Art. 6. Cambiamenti nell'approvvigionamento di oli greggi o prodotti petroliferi

     1. Nel caso in cui il rispetto delle specifiche di cui agli articoli 3 e 4 sia reso difficoltoso, per le imprese di produzione, a causa di un cambiamento improvviso nell'approvvigionamento degli oli greggi o dei prodotti petroliferi, dovuto ad eventi eccezionali, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio può stabilire, con decreto adottato di concerto con il Ministro della salute e con il Ministro delle attività produttive, previa autorizzazione della Commissione europea, limiti più elevati di quelli previsti dal presente decreto in relazione ad uno o più componenti dei combustibili, da applicare per un periodo massimo di sei mesi.

 

     Art. 7. (Obblighi di comunicazione e di trasmissione di dati). [28]

     1. L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, di seguito denominato:«ISPRA», pubblica annualmente sul proprio sito internet i dati relativi alla qualità di benzina e combustibile diesel commercializzati nell'anno precedente, sulla base di quanto previsto dalle norme di cui all'articolo 10, comma 2.

     2. Entro il 31 agosto di ogni anno, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare trasmette alla Commissione europea, nel formato previsto dalle pertinenti norme tecniche europee, i dati relativi alla qualità ed alla quantità di benzina e di combustibile diesel in distribuzione nell'anno civile precedente, sulla base di una relazione elaborata dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (di seguito ISPRA). Tale relazione, da trasmettere al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare entro il 30 giugno di ogni anno, è elaborata sulla base dei seguenti dati:

     a) i dati relativi agli accertamenti svolti sulle caratteristiche della benzina e del combustibile diesel in distribuzione nell'anno precedente, comunicati dagli Uffici dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli ai sensi del decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 3 febbraio 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 23 marzo 2005;

     b) i dati relativi alle caratteristiche della benzina e del combustibile diesel in distribuzione nell'anno precedente comunicati entro il 30 maggio di ciascun anno, tramite le associazioni di categoria, dai gestori dei depositi fiscali che importano benzina e combustibile diesel da Paesi terzi o li ricevono da Paesi dell'Unione europea e dai gestori degli impianti di produzione di tali combustibili; i dati sono ottenuti, anche attraverso il supporto dell'ente di unificazione tecnica di settore, sulla base di un monitoraggio effettuato tenendo conto della normativa adottata dal Comitato europeo di normazione (di seguito CEN) e sono comunicati utilizzando i formati e le procedure indicati sul sito internet del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

     c) i dati sui volumi di benzina e di combustibile diesel in distribuzione nell'anno precedente, con le prescritte suddivisioni, comunicati dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi del decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 3 febbraio 2005; i dati sono contestualmente comunicati anche al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, utilizzando i formati e le procedure indicati sul sito internet di tale Ministero [29].

     2-bis. A partire dal 2018, entro il termine di presentazione dei dati di cui al comma 2, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare trasmette alla Commissione europea anche i dati di cui all'allegato V-bis.3 relativamente agli obblighi di riduzione delle emissioni di cui all'articolo 7-bis, sulla base di una relazione elaborata dal Gestore dei servizi energetici (di seguito GSE) e trasmessa entro il 30 maggio di ogni anno. I dati di tale relazione sono trasmessi utilizzando il modello dell'allegato IV della direttiva (UE) 2015/652, secondo lo standard elaborato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (di seguito AEA) mediante trasferimento dati elettronico al registro centralizzato dei dati (Central Data Repository) gestito dall'AEA, e utilizzando gli strumenti della rete ReportNet dell'Agenzia messi a disposizione ai sensi del regolamento (CE) n. 401/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio per la presentazione dei dati. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare notifica alla Commissione europea la data di trasmissione e il nome del personale coinvolto nelle attività di comunicazione [30].

     2-ter. Costituisce parte integrante della relazione di cui al comma 2-bis, una relazione sulle filiere di produzione di biocarburanti, sui volumi dei biocarburanti prodotti a partire dalle materie prime categorizzate nell'allegato V-bis, parte A e sulle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita per unità di energia, inclusi i valori medi provvisori delle emissioni stimate prodotte dai biocarburanti associate al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni di cui all'allegato V-bis, parte E-bis. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare trasmette tali dati alla Commissione europea [31].

 

     Art. 7 bis. (Obblighi di riduzione delle emissioni di gas serra). [32]

     1. I fornitori devono assicurare che le emissioni di gas ad effetto serra prodotte durante il ciclo di vita per unità di energia dei combustibili per i quali hanno assolto l'accisa nell'anno di riferimento e dell'elettricità fornita nell'anno di riferimento siano inferiori almeno del 6 per cento rispetto al valore di riferimento per i carburanti stabilito nell'allegato V-bis.2 [33].

     1-bis. Ai fini della quantificazione dell'intensità delle emissioni di gas ad effetto serra per unità di energia prodotte durante il ciclo di vita dovute ai carburanti e all'elettricità, i fornitori utilizzano il metodo di calcolo di cui all'allegato V-bis.1. I fornitori che sono PMI utilizzano il metodo di calcolo semplificato di cui all'allegato V-bis.1 [34].

     2. A decorrere dal 1° gennaio 2012, entro il 31 gennaio di ciascun anno, i fornitori trasmettono annualmente al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per il tramite del GSE, una relazione, con valore di autocertificazione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e successive modificazioni, sulle emissioni dei gas a effetto serra dei combustibili per i quali hanno assolto l'accisa e dell'elettricità fornita, in cui sono specificate almeno le seguenti informazioni: a) il quantitativo totale di ciascun tipo di combustibile o di elettricità forniti con l'indicazione , ove appropriato, del luogo di acquisto e dell'origine; b) le relative emissioni di gas ad effetto serra prodotte durante il ciclo di vita per unità di energia [35].

     3. La relazione di cui al comma 2 è redatta utilizzando le definizioni e il metodo di calcolo di cui all'allegato V-bis.1 [36].

     4. La relazione di cui al comma 2 è redatta utilizzando il formato di cui all'allegato IV della direttiva (UE) 2015/652 secondo lo standard elaborato dall'AEA. Il formato e le modalità di trasmissione della relazione sono pubblicate sul sito del GSE [37].

     5. Nel caso in cui i combustibili per i quali il fornitore ha assolto l'accisa contengano biocarburanti, le loro emissioni di gas serra prodotte durante il ciclo di vita per unità di energia possono essere conteggiate ai fini di cui ai commi 1 e 2, solo ove per gli stessi sia stato accertato, ai sensi dell'articolo 7-quater, il rispetto dei criteri di sostenibilità di cui all'articolo 7-ter, commi da 2 a 5, e degli obblighi di informazione di cui all'articolo 7-quater, comma 5. A tal fine gli operatori economici rilasciano al fornitore, al momento della cessione di ogni partita di biocarburante, copia di un certificato di sostenibilità rilasciato nell'ambito del Sistema nazionale di certificazione della sostenibilità dei biocarburanti di cui all'articolo 7-quater, comma 1, ovvero di un accordo o di un sistema oggetto di una decisione ai sensi dell'articolo 7-quater, paragrafo 4, della direttiva 98/70/CE, introdotto dall'articolo 1 della direttiva 2009/30/CE, nonchè una dichiarazione, con valore di autocertificazione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e successive modificazioni, relativa all'origine, al luogo di acquisto e alle emissioni di gas ad effetto serra prodotte durante il ciclo di vita, per unità di energia, della stessa partita.

     5-bis. A partire dal 1° gennaio 2018, il fornitore che immette al consumo biocarburanti anche in miscele utilizzati nel settore dell'aviazione può conteggiare i biocarburanti ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di riduzione di cui al comma 1, solo ove per gli stessi sia stato accertato, ai sensi dell'articolo 7-quater, il rispetto dei criteri di sostenibilità di cui all'articolo 7-ter, commi da 2 a 5, e degli obblighi di informazione di cui all'articolo 7-quater, comma 5. Con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, adottato di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, sono definite disposizioni per il conteggio di biocarburanti ad uso aviazione ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di riduzione di cui al comma 1 [38].

     6. Ai fini di cui al comma 2, lettera b), le emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti sono calcolate conformemente alla metodologia indicata all'articolo 7-quinquies. Le emissioni di gas ad effetto serra prodotte durante il ciclo vita degli altri tipi di combustibili e dell'elettricità sono calcolate conformemente alla metodologia stabilita nell'allegato V-bis.1. Con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, adottato di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, sono definite disposizioni ai fini del calcolo dell'elettricità fornita in termini quantitativi e dell'intensità delle emissioni di gas a effetto serra [39].

     7. Il fornitore mantiene a disposizione dell'autorità preposta agli accertamenti di cui all'articolo 8, comma 5-bis, per i cinque anni successivi al pagamento dell'accisa, la documentazione contenente i dati dai quali sono state ricavate le informazioni comunicate ai sensi del comma 2.

     8. L'operatore economico mantiene a disposizione dell'autorità preposta agli accertamenti di cui all'articolo 8, comma 5-bis , per i cinque anni successivi alla cessione al fornitore della partita di biocarburante, la documentazione contenente i dati sulla base dei quali ha prodotto l'autocertificazione di cui al comma 5.

     9. [Omissis] [40].

     10. Un gruppo di fornitori può scegliere di ottemperare congiuntamente agli obblighi di cui al comma 1. In tal caso il gruppo viene considerato un fornitore unico. Le modalità di applicazione delle disposizioni del presente comma sono stabilite ai sensi dell'articolo 7-bis, paragrafo 5, della direttiva 98/70/CE, introdotto dall'articolo 1 della direttiva 2009/30/CE [41].

     11. I fornitori trasmettono al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, entro il 1° gennaio 2013, una relazione che illustri la possibilità di raggiungere riduzioni aggiuntive rispetto a quelle indicate al comma 1 entro il 2020 attraverso uno dei seguenti metodi: a) la fornitura di energia elettrica per qualsiasi tipo di veicolo stradale, macchina mobile non stradale, comprese le navi adibite alla navigazione interna, trattore agricolo o forestale o imbarcazione da diporto; b) l'uso di qualsiasi tecnologia, compresi la cattura e lo stoccaggio del carbonio,secondo quanto stabilito nel decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216, e successive modificazioni; c) l'utilizzo dei crediti acquistati nel quadro del meccanismo di sviluppo pulito del protocollo di Kyoto, secondo quanto stabilito nel decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216, e successive modificazioni.

     12. Il GSE redige e trasmette annualmente, entro il trenta maggio, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e, per conoscenza, ad ISPRA, un rapporto sulla esattezza, sulla completezza e sulla conformità alle disposizioni di cui al comma 6 della relazione prevista al comma 2, nonchè sull'accertamento delle infrazioni agli obblighi previsti ai commi 7 e 8. Il GSE provvede ad assicurare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare l'accesso alle informazioni contenute nella banca dati relativa ai biocarburanti al fine di garantire ulteriori approfondimenti [42].

 

     Art. 7 ter. (Criteri di sostenibilità per i biocarburanti). [43]

     1. I criteri di sostenibilità che i biocarburanti devono rispettare al fine di cui all'articolo 7-bis, comma 5, sono indicati ai commi da 2 a 6. I criteri si applicano indipendentemente dal fatto che le materie prime siano state coltivate all'interno o all'esterno del territorio della Comunità. I biocarburanti prodotti a partire da rifiuti, sottoprodotti e residui diversi dai residui dell'agricoltura, dell'acquacoltura, della pesca e della silvicoltura devono soddisfare soltanto i criteri di sostenibilità definiti al comma 2.

     2. L'uso dei biocarburanti assicura un risparmio di emissioni di gas a effetto serra pari almeno al:

     a) 60% per i biocarburanti prodotti negli impianti operativi a partire dal 5 ottobre 2015;

     b) 35% fino al 31 dicembre 2017 e ad almeno il 50% a partire dal 1° gennaio 2018, per gli impianti operativi al 5 ottobre 2015 o in precedenza [44].

     2-bis. Il risparmio delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dall'uso di biocarburanti è calcolato in conformità all'articolo 7-quinquies [45].

     3. I biocarburanti non devono essere prodotti a partire da materie prime ottenute su terreni che presentano un elevato valore in termini di biodiversità, ossia terreni che nel gennaio 2008 o successivamente possedevano uno degli status seguenti, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno conservato detto status:

     a) foreste primarie e altri terreni boschivi, vale a dire foreste e altri terreni boschivi di specie native, ove non vi sia alcun segno chiaramente visibile di attività umana e i processi ecologici non siano perturbati in modo significativo;

     b) aree designate per scopi di protezione della natura a norma delle leggi o dall'autorità competente del paese in cui le materie prime sono coltivate a meno che non venga dimostrato che la produzione delle predette materie prime e le normali attività di gestione non hanno interferito con gli scopi di protezione della natura delle aree richiamate;

     c) nel caso di materie prime coltivate in Italia, le aree protette individuate ai sensi della legge del 6 dicembre 1991, n. 394, e successive modificazioni, le aree marine protette di cui alla legge del 31 dicembre 1982, n. 979, e successive modificazioni, e i siti della rete Natura 2000 di cui al decreto del Presidente della Repubblica dell'8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, a meno che non venga dimostrato che la produzione delle predette materie prime e le normali attività di gestione non hanno interferito con gli scopi di protezione della natura delle aree e dei siti richiamati;

     d) aree designate per la protezione di ecosistemi o specie rari, minacciati o in pericolo di estinzione, riconosciute da accordi internazionali ratificati dall'Italia o incluse in elenchi compilati da organizzazioni intergovernative o dall'Unione internazionale per la conservazione della natura, previo loro riconoscimento ai sensi dell'articolo 7-quater, paragrafo 4, secondo comma, della direttiva 98/70/CE, introdotto dall'articolo 1 della direttiva 2009/30/CE, a meno che non venga dimostrato che la produzione delle predette materie prime e le normali attività di gestione non hanno interferito con gli scopi di protezione della natura delle aree in questione;

     e) terreni erbosi ad elevata biodiversità, per i quali i criteri e i limiti geografici sono fissati ai sensi del regolamento (UE) n. 1307/2014, che siano [46]:

     1) terreni erbosi naturali, ossia terreni erbosi che rimarrebbero tali in assenza di interventi umani e che mantengono la composizione naturale delle specie nonchè le caratteristiche e i processi ecologici;

     2) terreni erbosi non naturali, ossia terreni erbosi che cesserebbero di essere tali in assenza di interventi umani e che sono ricchi di specie e non degradati, a meno che non venga dimostrato che il raccolto delle materie prime è necessario per preservarne lo status di terreno erboso.

     4. I biocarburanti non devono essere prodotti a partire da materie prime ottenute su terreni che presentano un elevato stock di carbonio, vale a dire terreni che nel gennaio 2008 possedevano uno degli status seguenti, che nel frattempo hanno perso:

     a) zone umide, (suoli con regime acquico) ossia terreni coperti o saturi di acqua in modo permanente o per una parte significativa dell'anno;

     b) zone boschive continue, ossia terreni aventi un'estensione superiore ad un ettaro caratterizzati dalla presenza di alberi di altezza superiore a cinque metri e da una copertura della volta superiore al 30 per cento o di alberi che possono raggiungere tali soglie in situ;

     c) terreni aventi un'estensione superiore ad un ettaro caratterizzati dalla presenza di alberi di altezza superiore a cinque metri e da una copertura della volta compresa tra il 10 per cento e il 30 per cento o di alberi che possono raggiungere tali soglie in situ, a meno che non vengano fornite prove del fatto che lo stock di carbonio della superficie in questione, prima e dopo la conversione, è tale che, quando viene applicata la metodologia di cui all'allegato V-bis, parte C, sono soddisfatte le condizioni di cui al comma 2. Le disposizioni del presente comma non si applicano se, al momento dell'ottenimento delle materie prime, i terreni avevano lo stesso status che nel gennaio 2008.

     5. I biocarburanti non devono essere prodotti a partire da materie prime ottenute su terreni che erano torbiere nel gennaio 2008, a meno che non vengano fornite prove del fatto che la coltivazione e la raccolta di tali materie prime non comportano drenaggio di terreno precedentemente non drenato.

     6. Nel caso i biocarburanti siano prodotti da materie prime agricole coltivate nella Comunità, queste ultime devono essere ottenute nel rispetto delle prescrizioni e delle norme previste dalle disposizioni menzionate nella parte A, rubrica 'Ambientè, e al punto 9 dell'allegato II del regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, e conformemente ai requisiti minimi per il mantenimento di buone condizioni agronomiche e ambientali definite ai sensi dell'articolo 6, comma 1, dello stesso regolamento.

     7. Non è consentito rifiutare per motivi di sostenibilità che un biocarburante venga considerato ai fini di cui all'articolo 7-bis, commi 1 e 2, ove lo stesso rispetti i criteri di sostenibilità di cui ai commi da 2 a 5.

 

     Art. 7 quater. (Verifica del rispetto dei criteri di sostenibilità per i biocarburanti). [47]

     1. Al fine della verifica del rispetto dei criteri di sostenibilità di cui all'articolo 7-ter, commi da 2 a 5, e degli obblighi di informazione di cui al comma 5, relativamente ad ogni partita di biocarburante ceduta al fornitore, tutti gli operatori economici appartenenti alla filiera di produzione della stessa devono aderire al Sistema Nazionale di certificazione della sostenibilità dei biocarburanti ovvero ad un accordo o ad un sistema oggetto di una decisione ai sensi dell'articolo 7-quater, paragrafo 4, della direttiva 98/70/CE, introdotto dall'articolo 1 della direttiva 2009/30/CE.

     2. Ai fini del riconoscimento delle maggiorazioni del contributo energetico dei biocarburanti previste nell'ambito dei regimi di sostegno per l'utilizzo delle fonti rinnovabili nei trasporti, gli operatori economici forniscono le informazioni che concorrono alla dimostrazione del rispetto dei criteri di sostenibilità e le informazioni di cui al comma 5, in conformità a quanto stabilito dal sistema nazionale di certificazione ai sensi dell'articolo 2, comma 6, lettera a), del decreto legislativo 31 marzo 2011, n. 55, di recepimento della direttiva 2009/30.

     3. Il Sistema nazionale di cui al comma 1 deve garantire che tutti gli operatori economici appartenenti alla filiera di produzione del biocarburante forniscano le informazioni che concorrono alla dimostrazione del rispetto dei criteri di sostenibilità e le informazioni di cui al comma 5, nonchè un livello adeguato di verifica indipendente delle informazioni presentate dagli operatori. Tale verifica deve accertare che i sistemi utilizzati dagli operatori economici siano precisi, affidabili e a prova di frode e valutare la frequenza e il metodo di campionamento usati nonchè la solidità dei dati.

     4. Al fine di dimostrare che i criteri di sostenibilità sono mantenuti lungo tutta la catena di consegna, dalla materia prima al biocarburante, gli operatori economici e i fornitori, per quanto attiene i rispettivi obblighi, devono utilizzare un sistema di equilibrio di massa che:

     a) consenta che partite di materie prime, di prodotti intermedi, di rifiuti o di biocarburanti con caratteristiche di sostenibilità diverse siano mescolate;

     b) imponga che le informazioni sulle caratteristiche di sostenibilità e sul volume delle partite di cui alla lettera a) restino associate alla miscela che può assumere qualsiasi forma in cui le partite siano normalmente a contatto. Il volume della miscela dovrà essere adeguato attraverso fattori di conversione opportuni quando sono interessate una fase della lavorazione o delle perdite [48];

     c) preveda che la somma di tutte le partite prelevate dalla miscela sia descritta come avente le stesse caratteristiche di sostenibilità, nelle stesse quantità, della somma di tutte le partite aggiunte alla miscela;

     c-bis) avvenga all'interno di un unico luogo geografico precisamente delimitato, come un serbatoio, un sito o un impianto logistico o di trattamento, la cui responsabilità o gestione sia riferibile ad un unico soggetto [49].

     4-bis. Il bilancio di massa di cui al comma 4, nel caso in cui non si verifichi la miscelazione fisica tra due o più partite, è ammissibile purchè le partite in questione siano miscelabili da un punto di vista chimico-fisico. Nel processo di produzione del biocarburante che matura il riconoscimento alla maggiorazione di cui al comma 2, le materie prime e il biocarburante al termine del processo produttivo devono essere effettivamente impiegati come carburanti. Non è ammessa la miscelazione tra materie prime finalizzate alla produzione di biocarburanti che possono beneficiare della maggiorazione di cui al comma 2 con materie prime finalizzate alla produzione di biocarburanti che non possono beneficiare di tale maggiorazione in tutte le fasi della filiera di produzione di biocarburanti precedenti al perimetro individuato dal processo di trasformazione finale di tali materie in biocarburanti [50].

     5. Conformemente a quanto stabilito ai sensi dell'articolo 7-quater, paragrafo 3, della direttiva 98/70/CE, introdotto dall'articolo 1 della direttiva 2009/30/CE, gli operatori economici devono fornire, le seguenti informazioni relative alla materia prima ceduta o messa a disposizione per la produzione di biocarburanti:

     a) misure adottate per la tutela del suolo, delle risorse idriche e dell'aria, per il ripristino dei terreni degradati e per evitare il consumo eccessivo di acqua in zone afflitte da carenza idrica;

     b) se il Paese terzo o lo Stato membro dell'Unione europea da cui proviene la materia prima ha ratificato e attuato le seguenti convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro:

     1) Convenzione concernente il lavoro forzato ed obbligatorio (n. 29);

     2) Convenzione concernente la libertà sindacale e la protezione del diritto sindacale (n. 87);

     3) Convenzione concernente l'applicazione dei principi del diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva (n. 98);

     4) Convenzione concernente l'uguaglianza di remunerazione tra la mano d'opera maschile e la mano d'opera femminile per un lavoro di valore uguale (n. 100);

     5) Convenzione concernente l'abolizione del lavoro forzato (n. 105);

     6) Convenzione concernente la discriminazione in materia di impiego e di professione (n. 111);

     7) Convenzione sull'età minima per l'assunzione all'impiego (n. 138);

     8) Convenzione sul divieto delle peggiori forme di lavoro minorile e le azioni immediate in vista della loro eliminazione (n. 182).

     5-bis. Ai fini di cui al comma 5 dell'art. 7-bis, tali informazioni devono accompagnare la partita lungo tutta la filiera di produzione del biocarburante secondo quanto stabilito dalle disposizioni adottate ai sensi dell'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 31 marzo 2011, n. 55 [51].

     6. Alle attività di controllo provvede il Comitato tecnico consultivo biocarburanti, ai sensi dell'articolo 33, comma 5-sexies, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 [52].

     6-bis. Il Comitato tecnico consultivo biocarburanti può avvalersi di ISPRA per la realizzazione di studi di settore. La eventuale collaborazione dell'ISPRA avviene con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente [53].

     6-ter. In caso di individuazione di frodi si applicano le misure adottate ai sensi dall'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 31 marzo 2011, n. 55 [54].

 

     Art. 7 quinquies. (Calcolo delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti). [55]

     1. Ai fini di quanto previsto all'articolo 7-bis, commi 1 e 2, le emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti sono così calcolate:

     a) se l'allegato V-bis, parte A o B, fissa un valore standard per il risparmio delle emissioni di gas a effetto serra associate alla filiera di produzione del biocarburante e se il valore el per questi biocarburanti, calcolato secondo l'allegato V-bis, parte C, punto 7, è uguale o inferiore a zero, utilizzando detto valore standard;

     b) utilizzando il valore reale calcolato secondo la metodologia definita all'allegato V-bis, parte C;

     c) utilizzando un valore risultante dalla somma dei fattori della formula di cui all'allegato V-bis, parte C, punto 1, ove i valori standard disaggregati, di cui all'allegato V-bis, parte D o E, possono essere utilizzati per alcuni fattori e i valori reali calcolati secondo la metodologia definita all'allegato V-bis, parte C, per tutti gli altri fattori;

     d) ai biocarburanti non individuati nell'allegato V-bis si applicano le disposizioni di cui alla lettera b).

     2. È possibile utilizzare i valori delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla coltivazione di materie prime agricole diversi da quelli standard che siano stati calcolati, per ciascuna area NUTS, e trasmessi alla Commissione europea che decide mediante atti di esecuzione ai sensi dell'articolo 19, paragrafo 4 della direttiva 2009/28/CE come modificato dalla direttiva 2015/1513/UE. Le relazioni redatte con riferimento alle aree NUTS ricadenti all'interno del territorio nazionale sono trasmesse alla Commissione europea a cura del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare [56].

     3. Nel caso di coltivazioni di materie prime agricole in territori esterni all'Unione europea è possibile utilizzare i valori delle emissioni di gas a effetto serra diversi da quelli standard che siano stati calcolati all'interno di relazioni equivalenti a quelle di cui al comma 2, elaborate dagli organi competenti e trasmesse alla Commissione europea che decide mediante atti di esecuzione ai sensi dell'articolo 19, paragrafo 4, della direttiva 2009/28/CE, come modificato dalla direttiva 2015/1513/UE [57].

 

     Art. 8. Accertamenti sulla conformità dei combustibili

     1. L'accertamento delle infrazioni di cui all'articolo 9, commi 1 e 2, è effettuato, ai sensi degli articoli 13 e seguenti della legge 24 novembre 1981, n. 689, anche avvalendosi dei poteri previsti dall'articolo 18 del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, dagli uffici dell'Agenzia delle dogane competenti per territorio e dal Corpo della guardia di finanza.

     2. Relativamente ai depositi fiscali, gli uffici dell'Agenzia delle dogane effettuano gli accertamenti di cui al comma 1 su un numero annuo complessivo di campioni stabilito ai sensi dell'Allegato IV.

     3. Ai fini degli accertamenti di cui al comma 1 il prelievo dei campioni di combustibili si effettua:

     a) per quanto concerne i depositi fiscali, sui combustibili immagazzinati nel serbatoio in cui gli stessi sono sottoposti ad accertamento volto a verificarne la quantità e le qualità, ai fini della classificazione fiscale;

     b) per quanto concerne i depositi commerciali, sui combustibili immagazzinati nel serbatoio del deposito;

     c) per quanto concerne gli impianti di distribuzione, sui combustibili erogati dalle pompe di distribuzione.

     4. Gli accertamenti di cui ai commi 1, 2 e 3 sono effettuati sulla base dei metodi di prova e nel rispetto delle modalità operative stabiliti dall'Allegato V [58].

     5. L'accertamento delle infrazioni di cui all'articolo 9, commi 3, 4, 5 e 6, è effettuato dagli uffici dell'Agenzia delle dogane competenti per territorio e dal Corpo della Guardia di finanza, utilizzando, in caso di analisi, i metodi di prova stabiliti dall'allegato V. L'accertamento delle infrazioni di cui all'articolo 9, comma 7, è effettuato da tali organi, dagli Ispettorati della navigazione interna e dai soggetti a tal fine individuati dalla normativa regionale; si applica quanto previsto dall'articolo 296, comma 10, del decreto legislativo n. 152 del 2006 [59].

     5-bis. L'accertamento delle infrazioni agli obblighi previsti ai commi 7 e 8 dell'articolo 7-bis, è effettuato dal GSE [60].

 

     Art. 9. (Sanzioni). [61]

     1. Salvo che il fatto costituisca reato, ai gestori dei depositi fiscali che commercializzano benzine o combustibili diesel in violazione dei divieti di cui all'articolo 3, comma 1, o di cui all'articolo 4, comma 1, si applica una sanzione amministrativa da 15.000 a 154.000 euro. Salvo che il fatto costituisca reato, la medesima sanzione amministrativa si applica ai gestori dei depositi fiscali che commercializzano benzine o combustibili diesel non conformi alle specifiche determinate ai sensi degli articoli 5 o 6. In caso di recidiva le sanzioni amministrative di cui al presente comma sono triplicate.

     2. Salvo che il fatto costituisca reato, ai gestori degli impianti di distribuzione e ai gestori di depositi commerciali che commercializzano benzine o combustibili diesel in violazione dei divieti di cui all'articolo 3, comma 1, o di cui all'articolo 4, comma 1, o non conformi alle specifiche determinate ai sensi degli articoli 5 o 6 si applicano le sanzioni previste dal comma 1, ridotte a un terzo nel caso dei depositi commerciali e ridotte a un quinto nel caso degli impianti di distribuzione.

     3. Salvo che il fatto costituisca reato, si applica una sanzione amministrativa da 10.000 a 30.000 euro ai soggetti tenuti ad assicurare le percentuali di distribuzione provinciale previste dall'articolo 3, comma 2, se le stesse non sono rispettate. Se gli elenchi previsti dall'articolo 3, comma 2, non sono trasmessi nei termini prescritti si applica l'articolo 650 del codice penale.

     4. Salvo che il fatto costituisca reato, le sanzioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche ai gestori dei depositi fiscali, dei depositi commerciali o degli impianti di distribuzione che, a seguito dell'adozione del decreto previsto dall'articolo 4, comma 2, commercializzano combustibile diesel avente un tenore massimo di FAME superiore a quello previsto da tale decreto.

     5. Salvo che il fatto costituisca reato, le sanzioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche ai gestori dei depositi fiscali, dei depositi commerciali o degli impianti di distribuzione che, a seguito dell'adozione del decreto previsto dall'articolo 4, comma 2, non rispettano le modalità introdotte da tale decreto per assicurare la commercializzazione del combustibile diesel avente il tenore massimo di FAME indicato nell'allegato II.

     6. Salvo che il fatto costituisca reato, si applica una sanzione amministrativa da 10.000 a 30.000 euro ai soggetti tenuti agli obblighi di informazione degli utenti o di etichettatura previsti dall'articolo 3, commi 3, 4, 5 o 6, e dall'articolo 4, comma 4, che violano tali obblighi. La stessa sanzione si applica ai soggetti tenuti agli obblighi di trasmissione previsti dall'articolo 3, commi 4 o 6, e dall'articolo 4, comma 4, che violano tali obblighi. A seguito dell'adozione del decreto previsto dall'articolo 4, comma 2, la stessa sanzione si applica anche in caso di violazione degli obblighi di trasmissione, informazione o di etichettatura introdotti da tale decreto.

     7. In caso di violazione del divieto previsto dall'articolo 4, comma 5, si applica la sanzione prevista dall'articolo 296, comma 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, alla cui irrogazione provvedono le regioni o la diversa autorità indicata dalla legge regionale ai sensi degli articoli 17 e seguenti della legge 24 novembre 1981, n. 689.

     8. Nel caso in cui i gestori dei depositi fiscali non trasmettano nei termini i dati da inviare ai sensi dell'articolo 10, comma 2, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche ai fini di quanto previsto dall'articolo 650 del codice penale, ordina al gestore di provvedere.

     9. Salvo che il fatto costituisca reato, al fornitore che non rispetta l'obiettivo di riduzione di cui all'articolo 7-bis, comma 1, si applicano le seguenti sanzioni amministrative:

     1) da 300.000 a 500.000 euro nel caso in cui le riduzioni percentuali di cui all'articolo 7-bis, comma 1, risultano inferiori all'obiettivo di riduzione e comunque risultano superiori al 4 per cento;

     2) da 500.001 a 800.000 euro nel caso in cui le riduzioni percentuali di cui all'articolo 7-bis, comma 1, risultano comprese tra il 2 e il 4 per cento;

     3) da 800.001 a 1.000.000 di euro nel caso in cui le riduzioni percentuali di cui all'articolo 7-bis, comma 1, risultano inferiori al 2 per cento [62].

     10. Salvo che il fatto costituisca reato quando il contenuto della relazione di cui all'articolo 7-bis, comma 2, risulta incompleto, inesatto o non conforme a quanto previsto dalle prescrizioni di cui al comma 5 del predetto articolo, al fornitore si applica la sanzione amministrativa da 15.000 a 150.000 euro [63].

     11. Al fornitore che, nell'anno di riferimento, omette di presentare o presenta tardivamente la relazione di cui all'articolo 7-bis, comma 2, si applica la sanzione amministrativa da 50.000 a 150.000 euro. Al fornitore che presenta la relazione tardivamente, purchè entro il 31 maggio dell'anno di riferimento, è applicata la sanzione amministrativa da 15.000 a 50.000 euro [64].

     12. Il fornitore che non mantiene a disposizione la documentazione di cui all'articolo 7 bis, comma 7, è punito con la sanzione amministrativa da 10.000 a 30.000 euro.

     13. Il fornitore che omette di presentare la relazione di cui all'articolo 7-bis, comma 11, è punito con la sanzione amministrativa da 50.000 a 100.000 euro.

     14. L'operatore economico che produce la autocertificazione, di cui all'articolo 7-bis, comma 5, in forma incompleta, inesatta o difforme dalla metodologia di cui all'articolo 7-quinquies è punito con la sanzione amministrativa da 50.000 a 100.000 euro.

     15. L'operatore economico che non mantiene a disposizione la documentazione di cui all'articolo 7-bis, comma 8, è punito con la sanzione amministrativa da 10.000 a 30.000 euro .

     16. L'operatore economico che non rispetta le disposizioni di cui all'articolo 7-quater è punito con la sanzione amministrativa da 50.000 a 100.000 euro.

     17. Fatto salvo quanto previsto al comma 7, ai fini dell'irrogazione delle sanzioni previste ai commi, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15 e 16 provvede il Prefetto ai sensi degli articoli 17 e seguenti della legge 24 novembre 1981, n. 689.

     18. Alle sanzioni amministrative di cui al presente articolo non si applica il pagamento in misura ridotta previsto dall'articolo 16 della legge n. 689 del 1981.

 

     Art. 10. Abrogazioni e disposizioni transitorie e finali

     1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogati il decreto legislativo 18 aprile 1994, n. 280, e l'articolo 1 della legge 4 novembre 1997, n. 413, e non trovano applicazione i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 novembre 2000, n. 434, 7 ottobre 1997, n. 397 e 30 gennaio 2002, n. 29, nonchè il decreto del Ministro dell'ambiente in data 10 febbraio 2000 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 47 del 2000, relativo alle metodiche per il controllo del tenore di benzene e di idrocarburi aromatici totali nelle benzine.

     2. Il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 3 febbraio 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 25 marzo 2005, continua ad applicarsi limitatamente alle disposizioni degli articoli 3 e 4 che disciplinano la trasmissione di dati e informazioni all'ISPRA, ed è abrogato per le restanti disposizioni [65].

     3. Con appositi regolamenti, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 17 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro delle attività produttive e con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, si provvede alla modifica degli Allegati III, IV e V, relativamente alle modalità esecutive delle procedure ivi disciplinate.

     4. Con appositi decreti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro delle attività produttive e con il Ministro dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 13 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, si provvede alla modifica degli Allegati del presente decreto, al fine di dare attuazione a successive norme comunitarie non autonomamente applicabili per le parti in cui le stesse modifichino modalità esecutive e caratteristiche di ordine tecnico contenute nelle direttive comunitarie recepite con il presente decreto [66].

     5. Dall'attuazione del presente decreto non devono scaturire nuovi o maggiori oneri, nè minori entrate per la finanza pubblica e, relativamente alle attività di cui agli articoli 7, 8, commi 1 e 5, e 10, comma 2, i soggetti ivi indicati provvedono con le risorse umane e strumentali disponibili a legislazione vigente.

     6. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

 

 

Allegato I [67]

 

Specifiche ecologiche della benzina commercializzata e destinata ai veicoli con motore ad accensione comandata

 

Caratteristica

Unità

Limiti [1]

 

 

 

Minimo

Massimo

Numero di ottano ricerca

 

95

-

Numero di ottano motore

 

85

-

Tensione di vapore, periodo estivo [2]

kPa

-

60,0

Distillazione:

 

 

 

- evaporato a 100 °C

% (v/v)

46,0

-

- evaporato a 150 °C

% (v/v)

75,0

-

Analisi degli idrocarburi:

 

 

 

- olefinici

% (v/v)

-

18,0

- aromatici

% (v/v)

-

35,0

- benzene

% (v/v)

-

1,0

Tenore di ossigeno

% (m/m)

-

3,7

Ossigenati:

 

 

 

- Alcole metilico

% (v/v)

-

3,0

- Alcole etilico, se necessario con aggiunta degli agenti stabilizzanti

% (v/v)

-

10,0

- Alcole isopropilico

% (v/v)

-

12,0

- Alcole butilico terziario

% (v/v)

-

15,0

- Alcole isobutilico

% (v/v)

-

15,0

- Eteri contenenti 5 o più atomi di carbonio per molecola

% (v/v)

-

22,0

- Altri ossigenati [3]

% (v/v)

-

15,0

Tenore di zolfo

mg/kg

-

10,0

Tenore di piombo

g/l

-

0,005

Tenore di metilciclopentadienil-tricarbonil-manganese (MMT), espresso come manganese

mg/l

 

6 [4]

 

 

 

2 [5]

 

[1] I valori indicati nelle specifiche sono «valori effettivi». Per la definizione dei loro valori limite, è stata applicata la norma ISO 4259:2006 «Prodotti petroliferi - Determinazione e applicazione di dati di precisione in relazione ai metodi di prova»; per fissare un valore minimo si è tenuto conto di una differenza minima di 2R sopra lo zero (R = riproducibilità). I risultati delle singole misurazioni vanno interpretati in base ai criteri previsti dalla norma ISO 4259:2006.

[2] Il periodo estivo inizia il 1° maggio e termina il 30 settembre.

[3] Altri monoalcoli ed eteri con punto di ebollizione finale non superiore a quello stabilito nella norma EN UNI EN 228:2013.

[4] A decorrere dal 1° gennaio 2011.

[5] A decorrere dal 1° gennaio 2014.

 

 

Allegato II [68]

 

Specifiche ecologiche del combustibile diesel commercializzato e destinato ai veicoli con motore ad accensione per compressione

 

Caratteristica

Unità

Limiti [1]

 

 

 

Minimo

Massimo

Numero di cetano

 

51,0

-

Densità a 15 °C

 

 

 

kg/m3

 

 

 

 

 

 

 

-

845,0

 

 

Distillazione:

 

 

 

- punto del 95% (v/v) recuperato a

°C

-

360,0

Idrocarburi aromatici policiclici

% (m/m)

-

8,0

Tenore di zolfo

mg/kg

-

10

Tenore di FAME - EN 14078 [2]

% (v/v)

-

7,0

Tenore di metilciclopentadienil-tricarbonil-manganese (MMT), espresso come manganese

mg/l

-

6 [3]

 

 

 

2 [4]

 

[1] I valori indicati nelle specifiche sono «valori effettivi». Per la definizione dei loro valori limite, è stata applicata la norma ISO 4259:2006 «Prodotti petroliferi - Determinazione e applicazione di dati di precisione in relazione ai metodi di prova»; per fissare un valore minimo si è tenuto conto di una differenza minima di 2R sopra lo zero (R = riproducibilità). I risultati delle singole misurazioni vanno interpretati in base ai criteri previsti dalla norma ISO 4259:2006.

[2] Il FAME è conforme alla norma EN 14214.

[3] A decorrere dal 1° gennaio 2011.

[4] A decorrere dal 1° gennaio 2014.

 

 

Allegato III

 

Piani per l'individuazione degli impianti di distribuzione (previsto dall'articolo 3, comma 2, dall'articolo 4, comma 2, dall'articolo 7, comma 5, dall'articolo 8, comma 5, dall'articolo 9, commi 3 e 4, dall'articolo 10, comma 3)

(Omissis) [69]

 

 

Allegato IV

 

Numero di campioni annuo su cui si effettuano gli accertamenti sulla conformità dei combustibili (previsto dall'articolo 8, comma 2, dall'articolo 10, comma 3)

 

1. Gli uffici dell'Agenzia delle dogane effettuano presso i depositi fiscali gli accertamenti di cui all'articolo 8, comma 1, su un numero annuo complessivo di campioni di benzina pari ad almeno 200 e di combustibile diesel pari ad almeno 200.

 

2. Per il primo anno di applicazione del presente decreto il numero di accertamenti da effettuare è pari a 16 volte il numero dei mesi interi intercorrenti tra la data di entrata in vigore del decreto e la fine dell'anno.

 

 

Allegato V [70]

 

Metodi di prova e modalità operative per l'accertamento sulla conformità dei combustibili

 

1. Campionamento

 

1.1. Prelievo

 

1.1.1. Depositi fiscali e depositi commerciali

 

I campioni di combustibile devono essere prelevati secondo quanto stabilito dalla norma ISO 3170 per il campionamento manuale da serbatoio e secondo quanto stabilito dalla norma ISO 3171 per il campionamento automatico in linea. Per il prelievo si utilizzano contenitori metallici.

 

1.1.2. Impianti di distribuzione

 

I campioni di combustibile devono essere prelevati secondo quanto stabilito dalla norma EN 14275 per il campionamento alla pompa presso gli impianti di distribuzione. Per il prelievo è sufficiente l’utilizzo di contenitori metallici anche privi delle caratteristiche di composizione previsti da tale norma EN.

 

1.1.3. Competenza

 

Il prelievo dei campioni è effettuato dall’autorità competente all’accertamento dell’infrazione.

 

1.2. Quantità

 

La quantità di benzina o combustibile diesel da campionare è pari a dieci litri da immettere in cinque contenitori da 2,5 litri, riempiti per circa l’80% della loro capienza.

 

I contenitori devono assicurare una tenuta perfetta, essere dotati di tappo con guarnizione e controtappo di plastica ed essere rigorosamente sigillati. Inoltre devono essere dotati di targhetta sulla quale sono riportati almeno i seguenti dati:

A) il luogo del prelievo;

B) il gestore dell’impianto presso cui è stato effettuato il prelievo del campione;

C) la data del prelievo;

D) la tipologia di prodotto;

E) il serbatoio dal quale è stato effettuato il prelievo, in caso di depositi fiscali e di depositi commerciali, e la pompa di distribuzione, in caso di impianti di distribuzione;

F) il soggetto che, eventualmente, rappresenti il gestore nel corso delle attività di prelievo;

G) il soggetto incaricato del prelievo.

 

I cinque contenitori devono essere destinati:

a) uno al gestore dell’impianto sottoposto ad accertamento o al soggetto di cui al paragrafo 1.2, lettera F), per finalità difensive;

b) uno al laboratorio che effettua le misure ai fini dell’accertamento dell’infrazione ai sensi dell’articolo 15, comma 1, della legge n. 689/1981, di seguito denominato laboratorio controllore, individuato ai sensi del paragrafo 1.7;

c) tre al soggetto che ha effettuato il prelievo, al fine di essere conservati per l’eventualità della revisione prevista dall’articolo 15, comma 2, della legge n. 689/1981 e per l’eventualità del contenzioso giudiziario previsto dall’articolo 23 di tale legge; su richiesta di tale soggetto, i contenitori possono essere conservati presso il laboratorio controllore, fermo restando quanto previsto dal paragrafo 1.5.

 

1.3. Verbale

 

All’atto del prelievo viene redatto, in tre originali, un verbale che deve riportare i dati necessari per l’identificazione univoca del campione. Un originale rimane all’autorità competente all’accertamento dell’infrazione. Un originale viene consegnato al gestore o al soggetto di cui al paragrafo 1.2, lettera F). L’altro originale viene allegato all’esemplare del campione da inviare al laboratorio controllore.

 

1.4. Movimentazione dei campioni

 

Durante il prelievo e la movimentazione dei campioni devono essere osservate misure atte a garantirne l’integrità e la sicurezza, con particolare riferimento alle misure concernenti il deposito e il trasporto dei liquidi infiammabili.

 

1.5. Distribuzione dei campioni

 

Ai fini della distribuzione dei campioni si applicano le seguenti disposizioni:

- il contenitore di cui al paragrafo 1.2, lettera b), è inviato al laboratorio controllore insieme al verbale di campionamento;

- nel caso in cui sia richiesta la revisione delle analisi ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della legge n. 689/1981 un contenitore di cui al paragrafo 1.2, lettera c), è inviato al laboratorio competente per tale revisione individuato ai sensi del paragrafo 1.7;

- in tutti i casi, i contenitori dei campioni di benzina prelevati durante il periodo estivo, qualora conservati in luogo idoneo diverso da un frigorifero antideflagrante a temperatura compresa tra 4 °C e 10 °C, sono inviati al laboratorio controllore entro cinque giorni dal prelievo.

 

1.6. Conservazione dei campioni

 

Tutti i contenitori di cui al paragrafo 1.2, lettere b) e c), devono essere conservati in un luogo idoneo, per un periodo non inferiore a novanta giorni e, comunque, fino alla conclusione delle attività di accertamento di cui al presente allegato e, per un contenitore di cui al paragrafo 1.2, lettera c), in caso di accertamento dell’infrazione, fino alla scadenza dei termini previsti per proporre opposizione all’eventuale ordinanza - ingiunzione dell’autorità competente all’irrogazione della sanzione e fino alla conclusione del contenzioso giudiziario seguente a tale opposizione. Per luogo idoneo si intende, in caso di benzina, un luogo almeno ventilato in cui i contenitori non sono esposti alla luce diretta del sole.

 

1.7. Identificazione dei laboratori

 

Il laboratorio controllore, su delega dell’autorità competente all’accertamento dell’infrazione, è un laboratorio chimico delle dogane o un Ufficio delle Dogane nel cui ambito operano i laboratori chimici delle dogane.

 

Il laboratorio che effettua la revisione delle analisi ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della legge n. 689/1981 é un laboratorio chimico delle dogane o un Ufficio delle Dogane nel cui ambito operano i laboratori chimici delle dogane, diverso da quello che ha effettuato le misure come laboratorio controllore.

 

Per l’effettuazione delle misure i laboratori chimici delle dogane o gli Uffici delle Dogane nel cui ambito operano i laboratori chimici delle dogane possono avvalersi della Stazione Sperimentale per i Combustibili.

 

2. Effettuazione della verifica di conformità

 

Il presente paragrafo stabilisce le procedure per l’effettuazione della verifica di conformità. Tale procedura si applica sia in sede di analisi ai sensi dell’articolo 15, comma 1, della legge n. 689/1981, sia in sede di revisione delle analisi ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della legge n. 689/1981.

 

La trattazione dei risultati dei metodi di prova elencati nel paragrafo 3 viene effettuata secondo la procedura, tratta dalla norma UNI EN ISO 4259.

 

2.1. Verifica di conformità

 

Il laboratorio controllore esegue le misure immediatamente dopo la ricezione dei contenitori del campione di cui al paragrafo 1.2, lettera b). Tale laboratorio esegue una sola misura per ciascuna caratteristica disciplinata dal presente decreto, utilizzando i metodi di prova di cui al paragrafo 3.

 

2.1.1. Caratteristiche per le quali è definito un limite massimo negli allegati I e II.

 

Se il risultato ottenuto «X» è tale che:

 

X > A1 + 0,59 • R

 

dove

A1 è il limite massimo, ed R è la riproducibilità del metodo di prova calcolata al livello A1, il cui valore è riportato nel paragrafo 3, il prodotto si considera non conforme. In caso contrario il prodotto è da considerare conforme.

 

2.1.2. Caratteristiche per le quali è definito un limite minimo negli allegati I e II.

 

Se il risultato ottenuto «X» è tale che:

 

X < A2 - 0,59 • R

 

dove A2 è il limite minimo, ed R è la riproducibilità del metodo di prova calcolata al livello A2, il cui valore è riportato nel paragrafo 3, il prodotto si considera non conforme. In caso contrario il prodotto è da considerare conforme.

 

3. Precisione dei metodi di prova

 

3.1 Metodi di prova, contenuti nella norma UNI EN 228: 2013, e dati di precisione per la determinazione delle caratteristiche della benzina conforme alle specifiche di cui all'allegato I o all'articolo 3, comma 2.

 

Caratteristica

Metodo di prova

Unità

A 2

A 1

R

Numero di ottano ricerca

EN ISO 5164

 

95,0

 

0,7

Numero di ottano motore

EN ISO 5163

 

85,0

 

0,9

Tensione di vapore, periodo estivo [1]

EN 13016-1

kPa

 

60,0

2,2

Distillazione, evaporato a 100 °C

EN ISO 3405

% (v/v)

46,0

 

2,2

Distillazione, evaporato a 150 °C

EN ISO 3405

% (v/v)

75,0

 

1,3

Olefine

EN ISO 22854

% (v/v)

 

18,0

2,6

Aromatici

EN ISO 22854

% (v/v)

 

35,0

1,7

Benzene

EN ISO 22854

% (v/v)

 

1,0

0,05

Tenore di ossigeno

EN 1601

% (m/m)

 

2,7 [2]

0,41

3,7

0,41

 

 

 

 

EN ISO 22854

% (m/m)

 

2,7

0,31

 

3,7

 

 

 

 

 

Alcole metilico [3]

EN 1601

% (v/v)

 

3,0

0,3

EN ISO 22854

 

0,43

 

 

 

Alcole etilico [4]

EN 1601

% (v/v)

 

5,0 (2)

0,4

10,0

0,8

 

 

 

 

EN ISO 22854

% (v/v)

 

5,0

0,48

 

10,0

0,60

 

 

 

 

Alcole isopropilico [4]

EN 1601

% (v/v)

 

12,0

0,9

EN ISO 22854

 

0,65

 

 

 

Alcole butilico terziario [4]

EN 1601

% (v/v)

 

15,0

1,0

EN ISO 22854

 

0,73

 

 

 

Alcole isobutilico [4]

EN 1601

% (v/v)

 

15,0

1,0

EN ISO 22854

 

0,73

 

 

 

Eteri con 5 o più atomi di carbonio [4]

EN 1601

% (v/v)

 

22,0

1,0

EN ISO 22854

 

0,90

 

 

 

Altri ossigenati [4]

EN 1601

% (v/v)

 

15,0

1,0

EN ISO 22854

 

0,73

 

 

 

Tenore di zolfo

EN ISO 20884

mg/kg

 

10,0

3,1

EN ISO 20846

2,7

 

 

 

 

Tenore di piombo

EN 237

mg/l

 

5

0,6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tenore di MMT, espresso come manganese

EN 16135

mg/l

 

2

1,0

EN 16136

0,50

 

 

 

 

 

[1] Espressa come DVPE (Tensione equivalente di vapore a secco).

[2] Nel caso della benzina di cui all'articolo 3, comma 2.

[3] In caso di analisi in sede di revisione e di contenzioso si applica la norma EN 1601.

[4] In caso di analisi in sede di revisione e di contenzioso si applica la norma EN ISO 22854.

 

3.2 Metodi di prova, contenuti nella norma EN 590: 2013, e dati di precisione per la determinazione delle caratteristiche del combustibile diesel conforme alle specifiche di cui all'allegato II.

 

Caratteristica

Metodo di prova

Unità

A 2

A 1

R

Numero di cetano [1]

EN ISO 5165

 

51,0

 

4,2

EN 15195

 

 

3,2

 

 

EN 16144

 

 

4,1

 

 

Densità a 15 °C [2]

EN ISO 3675

kg/m3

 

845,0

1,2

EN ISO 12185

kg/m3

 

0,5

 

 

Distillazione: 95 % recuperato [3]

EN ISO 3405

°C

 

360,0

9,3

Idrocarburi aromatici policiclici

EN 12916

% (m/m)

 

8,0

1,9

Tenore di zolfo

EN ISO 20884

mg/kg

 

10

3,1

EN ISO 20846

2,2

 

 

 

 

Tenore di FAME

EN 14078

% (V/V)

 

7,0

0,5

Tenore di MMT come manganese

EN 16576

mg/l

 

 

 

2

0,32

 

 

 

 

 

[1] In caso di analisi in sede di revisione e di contenzioso si applica la norma EN ISO 5165.

[2] In caso di analisi in sede di revisione e di contenzioso si applica la norma EN ISO 3675.

[3] Il valore di R per il 95% di recuperato è ricavato dall'equazione di precisione contenuta nella Tabella 9 della norma EN ISO 3405: 2011, da applicarsi nell'intervallo(260-340) C, estrapolando il risultato a 360 °C.

 

ALLEGATO V-bis [71]

 

Norme per il calcolo delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti

 

     A. Valori tipici e standard dei biocarburanti se prodotti senza emissioni nette di carbonio a seguito della modifica della destinazione dei terreni

 

Filiera di produzione del biocarburante

Risparmio tipico delle emissioni di gas a effetto serra

Risparmio standard delle emissioni di gas a effetto serra

etanolo da barbabietola da zucchero

61%

52%

etanolo da cereali (combustibile di processo non specificato)

32%

16%

etanolo da cereali (lignite come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

32%

16%

etanolo da cereali (metano come combustibile di processo in caldaie convenzionali)

45%

34%

etanolo da cereali (metano come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

53%

47%

etanolo da cereali (paglia come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

69%

69%

etanolo da granturco, prodotto nella Comunità (metano come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

56%

49%

etanolo da canna da zucchero

71%

71%

la frazione dell'etere etilterbutilico (ETBE) prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

la frazione dell'etere terziario-amil-etilico (TAEE) prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

biodiesel da semi di colza

45%

38%

biodiesel da semi di girasole

58%

51%

biodiesel da soia

40%

31%

biodiesel da olio di palma (processo non specificato)

36%

19%

biodiesel da olio di palma (processo con cattura di metano all'oleificio)

62%

56%

biodiesel da rifiuti vegetali (*) o animali

88%

83%

olio vegetale idrotrattato da semi di colza

51%

47%

olio vegetale idrotrattato da semi di girasole

65%

62%

olio vegetale idrotrattato da olio di palma (processo non specificato)

40%

26%

olio vegetale idrotrattato da olio di palma (processo con cattura di metano all'oleificio)

68%

65%

olio vegetale puro da semi di colza

58%

57%

biogas da rifiuti urbani organici come metano compresso

80%

73%

biogas da letame umido come metano compresso

84%

81%

biogas da letame asciutto come metano compresso

86%

82%

 

     (*) Escluso l'olio animale prodotto a partire da sottoprodotti di origine animale classificati come materiali di categoria 3 in conformità del regolamento (CE) n. 1774/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 ottobre 2002, recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano. Sono inclusi i residui ed i sottoprodotti

 

     B. Stima dei valori tipici e standard dei futuri biocarburanti non presenti sul mercato o presenti solo in quantità trascurabili al gennaio 2008, se prodotti senza emissioni nette di carbonio a seguito della modifica della destinazione dei terreni

 

Filiera di produzione del biocarburante

Risparmio tipico delle emissioni di gas a effetto serra

Risparmio standard delle emissioni di gas a effetto serra

etanolo da paglia di cereali

87%

85%

etanolo da residui legnosi

80%

74%

etanolo da legno coltivato

76%

70%

diesel Fischer-Tropsch da residui legnosi

95%

95%

diesel Fischer-Tropsch da legno coltivato

93%

93%

dimetiletere (DME) da residui legnosi

95%

95%

DME da legno coltivato

92%

92%

metanolo da residui legnosi

94%

94%

metanolo da legno coltivato

91%

91%

la frazione dell'etere metilterbutilico (MTBE) prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione del metanolo

 

 

     C. Metodologia

     1. Le emissioni di gas a effetto serra provenienti dalla produzione e dall'uso di biocarburanti vengono calcolate secondo la seguente formula:

     E = eec + el + ep + etd + eu - esca - eccs - eccr - eee

     dove

     E = il totale delle emissioni derivanti dall'uso del combustibile;

     eec = le emissioni derivanti dall'estrazione o dalla coltivazione delle materie prime;

     el = le emissioni annualizzate risultanti da modifiche degli stock di carbonio a seguito del cambiamento della destinazione dei terreni;

     ep = le emissioni derivanti dalla lavorazione;

     etd = le emissioni derivanti dal trasporto e dalla distribuzione;

     eu = le emissioni derivanti dal combustibile al momento dell'uso;

     esca = le riduzioni delle emissioni grazie all'accumulo di carbonio nel suolo mediante una migliore gestione agricola;

     eccs = le riduzioni delle emissioni grazie alla cattura e al sequestro del carbonio;

     eccr = le riduzioni delle emissioni grazie alla cattura e allo stoccaggio geologico del carbonio;

     eee = le riduzioni di emissioni grazie all'elettricità eccedentaria prodotta dalla cogenerazione.

     Non si tiene conto delle emissioni dovute alla produzione di macchinari e apparecchiature.

     2. Le emissioni di gas a effetto serra derivanti dall'uso dei carburanti, E, sono espresse in grammi equivalenti di CO2 per MJ di combustibile, gCO2eq /MJ.

     3. In deroga al punto 2, i valori espressi in gCO2eq /MJ possono essere aggiustati per tenere conto delle differenze tra i carburanti in termini di lavoro utile fornito, espresso in km/MJ. Tali aggiustamenti sono possibili soltanto quando è fornita la prova delle differenze in termini di lavoro utile fornito.

     4. Il risparmio di emissioni di gas ad effetto serra grazie all'uso di biocarburanti è calcolato secondo la seguente formula:

     RISPARMIO = (EF - EB )/EF RISPARMIO = (EF - EB )/E

     dove

     EB = totale delle emissioni derivanti dal biocarburante; e

     EF = totale delle emissioni derivanti dal combustibile fossile di riferimento.

     5. I gas a effetto serra presi in considerazione ai fini del punto 1 sono: CO2 , N2 O e CH4 . Ai fini del calcolo dell'equivalenza in CO2, ai predetti gas sono associati i seguenti valori:

     CO2 : 1

     N2 O: 296

     CH4 : 23

     6. Le emissioni derivanti dall'estrazione o dalla coltivazione delle materie prime, eec, comprendono le emissioni derivanti dal processo stesso di estrazione o di coltivazione, dalla raccolta delle materie prime, dai rifiuti e dalle perdite e dalla produzione di sostanze chimiche o di prodotti utilizzati per l'estrazione e la coltivazione. Non si tiene conto della cattura di CO2 nella coltivazione delle materie prime. Occorre sottrarre le riduzioni certificate delle emissioni di gas a effetto serra dalla combustione in torcia nei siti di produzione petrolifera dovunque nel mondo. Le stime delle emissioni derivanti dalla coltivazione possono essere derivate sulla base di medie calcolate per zone geografiche più ridotte di quelle utilizzate per il calcolo dei valori standard, in alternativa all'uso dei valori reali.

     7. Le emissioni annualizzate risultanti da modifiche degli stock di carbonio dovute al cambiamento della destinazione dei terreni, el , sono calcolate ripartendo uniformemente il totale delle emissioni su 20 anni. Per il calcolo di dette emissioni, si applica la seguente formula: e1 = (CSR - CSA ) × 3,664 × 1/20 × 1/P - eB , (*) dove:

     e1 = le emissioni annualizzate di gas a effetto serra risultanti da modifiche degli stock di carbonio dovute al cambiamento della destinazione del terreno (espresse in massa (grammi) equivalente di CO2 per unità di energia prodotta (megajoules) dal biocarburante). I "terreni coltivati" (**) e le "colture perenni" (***) sono considerati un solo tipo di destinazione del terreno;

     CSR = lo stock di carbonio per unità di superficie associato alla destinazione del terreno di riferimento (espresso in massa (tonnellate) di carbonio per unità di superficie, compresi suolo e vegetazione). La destinazione di riferimento del terreno è la destinazione del terreno nel gennaio 2008 o 20 anni prima dell'ottenimento delle materie prime, se quest'ultima data è posteriore;

     CSA = lo stock di carbonio per unità di superficie associato alla destinazione reale del terreno (espresso in massa (tonnellate) di carbonio per unità di superficie, compresi suolo e vegetazione). Nel caso in cui lo stock di carbonio si accumuli per oltre un anno, il valore attribuito al CSA è il valore stimato per unità di superficie dopo 20 anni o quando le colture giungono a maturazione, se quest'ultima data è anteriore;

     P = la produttività delle colture (misurata come energia da biocarburante prodotta per unità di superficie all'anno); e

     eB = premio di 29 gCO2 eq/MJ di biocarburante la cui biomassa è ottenuta a partire da terreni degradati ripristinati secondo le condizioni di cui al punto 8.

     (*) Il quoziente ottenuto dividendo il peso molecolare della CO2 (44,010 g/mol) per il peso molecolare del carbonio (12,011 g/mol) è uguale a 3,664.

     (**) Terreni coltivati quali definiti dal gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC).

     (***) Per colture perenni si intendono le colture pluriennali il cui peduncolo solitamente non viene raccolto annualmente, quali il bosco ceduo a rotazione rapida e la palma da olio.

     8. Il premio di 29 gCO2eq/MJ è attribuito in presenza di elementi che dimostrino che il terreno in questione:

     a) non era utilizzato per attività agricole o di altro tipo nel gennaio 2008; e

     b) rientra in una selle seguenti categorie:

     i) terreno pesantemente degradato, compresi i terreni precedentemente utilizzati per scopi agricoli;

     ii) terreno fortemente contaminato.

     Il premio di 29 gCO2eq/MJ si applica per un periodo massimo di dieci anni a decorrere dalla data di conversione del terreno ad uso agricolo purchè, per i terreni di cui al punto i), siano assicurate la crescita regolare dello stock di carbonio e la rilevante riduzione dell'erosione e, per i terreni di cui al punto ii), la contaminazione sia ridotta.

     9. Le categorie di cui al punto 8, lettera b), sono definite come segue:

     a) "terreni pesantemente degradati": terreni che sono da tempo fortemente salini o il cui tenore di materie organiche è particolarmente basso e la cui erosione è particolarmente forte;

     b) "terreni fortemente contaminati": terreni il cui livello di contaminazione è tale da renderli inadatti alla produzione di alimenti o mangimi.

     Sono inclusi i terreni oggetto di una decisione della Commissione a norma dell'articolo 7 quater, paragrafo 4, quarto comma, della direttiva 98/70/CE, come introdotto dall'articolo 1 della direttiva 2009/30/CE .

     10. La guida di cui alla decisione della Commissione del 10 giugno 2010 adottata a norma del punto 10, parte C, dell'allegato V della direttiva 2009/28/CE funge da base per il calcolo degli stock di carbonio nel suolo.

     11. Le emissioni derivanti dalla lavorazione, ep, includono le emissioni dalla lavorazione stessa, dai rifiuti e dalle perdite, nonchè dalla produzione di sostanze chimiche e prodotti utilizzati per la lavorazione.

     Nel calcolo del consumo di elettricità prodotta all'esterno dell'unità di produzione del combustibili, l'intensità delle emissioni di gas a effetto serra della produzione e della distribuzione dell'elettricità viene ipotizzata uguale all'intensità media delle emissioni dovute alla produzione e alla distribuzione di elettricità in una regione data. In deroga a questa regola, per l'elettricità prodotta in un dato impianto di produzione elettrica non collegato alla rete elettrica i produttori possono utilizzare un valore medio.

     12. Le emissioni derivanti dal trasporto e dalla distribuzione, etd , comprendono le emissioni generate dal trasporto e dallo stoccaggio delle materie prime e dei materiali semilavorati, e dallo stoccaggio e dalla distribuzione dei prodotti finiti. Le emissioni derivanti dal trasporto e dalla distribuzione considerate al punto 6 non sono disciplinate dal presente punto.

     13. Le emissioni derivanti dal combustibili al momento dell'uso, eu , sono considerate pari a zero per i biocarburanti.

     14. Le riduzioni di emissioni grazie alla cattura e allo stoccaggio geologico del carbonio, eccs , che non sono già state computate in ep sono limitate alle emissioni evitate grazie alla cattura e al sequestro di CO2 direttamente legati all'estrazione, al trasporto, alla lavorazione e alla distribuzione del combustibile.

     15. Le riduzioni di emissioni grazie alla cattura e alla sostituzione del carbonio, eccr , sono limitate alle emissioni evitate grazie alla cattura di CO2 il cui carbonio proviene dalla biomassa e che viene usata in sostituzione della CO2 derivata da carburanti fossili utilizzata in prodotti e servizi commerciali.

     16. Le riduzioni di emissioni grazie all'elettricità eccedentaria prodotta dalla cogenerazione, eee, sono prese in considerazione per la parte di elettricità eccedentaria generata da sistemi di produzione di combustibile che utilizzano la cogenerazione, eccetto nei casi in cui il combustibile utilizzato per la cogenerazione sia un prodotto secondario diverso dai residui di colture agricole. Per il computo di tale elettricità eccedentaria, si suppone che l'impianto di cogenerazione abbia le dimensioni minime per fornire il calore richiesto per la produzione del combustibile. Si suppone che le riduzioni di emissioni di gas a effetto serra associate a detta elettricità eccedentaria siano uguali al quantitativo di gas a effetto serra che verrebbe emesso se un quantitativo uguale di elettricità fosse prodotto in una centrale alimentata con lo stesso combustibile dell'impianto di cogenerazione.

     17. Quando nel processo di produzione di un combustibile vengono prodotti, in combinazione, il combustibile per il quale vengono calcolate le emissioni ed uno o più altri prodotti ("prodotti secondari"), le emissioni di gas a effetto serra sono divise tra il combustibile o il prodotto intermedio e i prodotti secondari proporzionalmente al loro contenuto energetico (determinato dal potere calorifico inferiore nel caso di prodotti secondari diversi dall'elettricità).

     18. Ai fini del calcolo di cui al punto 17, le emissioni da dividere sono: eec + el + le frazioni di ep , etd ed eee che intervengono fino alla fase, e nella fase stessa, del processo di produzione nella quale il prodotto secondario è fabbricato. Se sono state attribuite emissioni a prodotti secondari in precedenti fasi del processo nel ciclo di vita, in sostituzione del totale delle emissioni si utilizza solo la frazione delle emissioni attribuita nell'ultima fase del processo prima del prodotto combustibile intermedio.

     Ai fini del calcolo vengono presi in considerazione tutti i prodotti secondari, compresa l'elettricità non considerata ai fini del punto 16, ad eccezione dei residui delle colture agricole, quali paglia, bagassa, crusca, tutoli e gusci. I prodotti secondari il cui contenuto energetico è negativo sono considerati come se avessero un contenuto energetico pari a zero ai fini del calcolo.

     I rifiuti, i residui di colture agricole, quali paglia, bagassa, crusca, tutoli e gusci, e i residui della lavorazione, compresa la glicerina grezza (glicerina non raffinata), sono considerati come se avessero emissioni di gas a effetto serra pari a zero nel corso del ciclo di vita fino alla raccolta.

     Nel caso di combustibili prodotti in raffinerie, l'unità di analisi ai fini del calcolo di cui al punto 17 è la raffineria.

     19. Ai fini del calcolo di cui al punto 4, il valore del combustibili fossile di riferimento, EF, è pari all'ultimo valore disponibile per le emissioni medie reali della parte fossile della benzina e del gasolio consumati nella Comunità e indicate nella relazione pubblicata ai sensi della presente direttiva. Se tali dati non sono disponibili, il valore utilizzato è 83,8 gCO2eq /MJ.

 

     D. Valori standard disaggregati per i biocarburanti

     Valori standard disaggregati per la coltivazione: 'eec ' come definito nella parte C del presente allegato

 

Filiera di produzione del biocarburante

Risparmio tipico delle emissioni di gas a effetto serra

Risparmio standard delle emissioni di gas a effetto serra

etanolo da barbabietola da zucchero

12

12

etanolo da cereali

23

23

etanolo da granturco, prodotto nella Comunità

20

20

etanolo da canna da zucchero

14

14

la frazione dell'ETBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

la frazione del TAEE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

biodiesel da semi di colza

29

29

biodiesel da semi di girasole

18

18

biodiesel da soia

19

19

biodiesel da olio di palma

14

14

biodiesel da rifiuti vegetali o animali*

0

0

olio vegetale idrotrattato da semi di colza

30

30

olio vegetale idrotrattato da semi di girasole

18

18

olio vegetale idrotrattato da olio di palma

15

15

olio vegetale puro da semi di colza

30

30

biogas da rifiuti urbani organici come metano compresso

0

0

biogas da letame umido come metano compresso

0

0

biogas da letame asciutto come metano compresso

0

0

 

     * Escluso l'olio animale prodotto a partire da sottoprodotti di origine animale classificati come materiali di categoria 3 in conformità del regolamento (CE) n. 1774/2002. Escluso l'olio animale prodotto a partire da sottoprodotti di origine animale classificati come materiali di categoria 3 in conformità del regolamento (CE) n. 1774/2002. Sono inclusi i residui ed i sottoprodotti

     Valori standard disaggregati per la lavorazione (inclusa l'elettricità eccedentaria): 'ep - eee' come definito nella parte C del presente allegato

 

Filiera di produzione del biocarburante

Emissioni tipiche di gas serra (gC02eq/MJ)

Emissioni standard di gas serra (gC02eq/MJ)

etanolo da barbabietola da zucchero

19

26

etanolo da cereali (combustibile di processo non specificato)

32

45

etanolo da cereali (lignite come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

32

45

etanolo da cereali (metano come combustibile di processo in caldaie convenzionali)

21

30

etanolo da cereali (metano come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

14

19

etanolo da cereali (paglia come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

1

1

etanolo da granturco, prodotto nella Comunità (metano come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

15

21

etanolo da canna da zucchero

1

1

la frazione dell'ETBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

la frazione del TAEE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

biodiesel da semi di colza

16

22

biodiesel da semi di girasole

16

22

biodiesel da soia

18

26

biodiesel da olio di palma (processo non specificato)

35

49

biodiesel da olio di palma (processo con cattura di metano all'oleificio)

13

18

biodiesel da rifiuti vegetali o animali

9

13

olio vegetale idrotrattato da semi di colza

10

13

olio vegetale idrotrattato da semi di girasole

10

13

olio vegetale idrotrattato da olio di palma (processo non specificato)

30

42

olio vegetale idrotrattato da olio di palma (processo con cattura di metano all'oleificio)

7

9

olio vegetale puro da semi di colza

4

5

biogas da rifiuti urbani organici come metano compresso

14

20

biogas da letame umido come metano compresso

8

11

biogas da letame asciutto come metano compresso

8

11

 

     Valori standard disaggregati per il trasporto e la distribuzione: 'etd ' come definito nella parte C del presente allegato

 

Filiera di produzione del biocarburante

Emissioni tipiche di gas serra

(gC02eq/MJ)

Emissioni standard di gas serra

(gC02eq/MJ)

etanolo da barbabietola da zucchero

2

2

etanolo da cereali

2

2

etanolo da granturco, prodotto nella Comunità

2

2

etanolo da canna da zucchero

9

9

la frazione dell'ETBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

la frazione del TAEE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

biodiesel da semi di colza

1

1

biodiesel da semi di girasole

1

1

biodiesel da soia

13

13

biodiesel da olio di palma

5

5

biodiesel da rifiuti vegetali o animali

1

1

 

 

     Totale per coltivazione, lavorazione, trasporto e distribuzione

 

Filiera di produzione del biocarburante

Emissioni tipiche di gas serra

Emissioni standard di gas serra

 

(gC02eq/MJ)

(gC02eq/MJ)

etanolo da barbabietola da zucchero

33

40

etanolo da cereali (combustibile di processo non specificato)

57

70

etanolo da cereali (lignite come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

57

70

etanolo da cereali (metano come combustibile di processo in caldaie convenzionali)

46

55

etanolo da cereali (metano come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

39

44

etanolo da cereali (paglia come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

26

26

etanolo da granturco, prodotto nella Comunità (metano come combustibile di processo in impianti di cogenerazione)

37

43

etanolo da canna da zucchero

24

24

la frazione dell'ETBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

la frazione del TAEE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione dell'etanolo

biodiesel da semi di colza

46

52

biodiesel da semi di girasole

35

41

biodiesel da soia

50

58

biodiesel da olio di palma (processo non specificato)

54

68

biodiesel da olio di palma (processo con cattura di metano all'oleificio)

32

37

biodiesel da rifiuti vegetali o animali

10

14

olio vegetale idrotrattato da semi di colza

41

44

olio vegetale idrotrattato da semi di girasole

29

32

olio vegetale idrotrattato da olio di palma (processo non specificato)

50

62

olio vegetale idrotrattato da olio di palma (processo con cattura di metano all'oleificio)

27

29

olio vegetale puro da semi di colza

35

36

biogas da rifiuti urbani organici come metano compresso

17

23

biogas da letame umido come metano compresso

13

16

biogas da letame asciutto come metano compresso

12

15

 

 

     E. Stima dei valori standard disaggregati per i futuri biocarburanti non presenti sul mercato o presenti solo in quantità trascurabili al gennaio 2008

 

     Valori disaggregati per la coltivazione: 'eec ' come definito nella parte C del presente allegato

 

Filiera di produzione del biocarburante

Emissioni tipiche di gas serra (gC02eq/MJ)

Emissioni standard di gas serra (gC02eq/MJ)

etanolo da paglia di cereali

3

3

etanolo da residui legnosi

1

1

etanolo da legno coltivato

6

6

diesel Fischer-Tropsch da residui legnosi

1

1

diesel Fischer-Tropsch da legno coltivato

4

4

DME da residui legnosi

1

1

DME da legno coltivato

5

5

metanolo da residui legnosi

1

1

metanolo da legno coltivato

5

5

la frazione dell'MTBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione del metanolo

 

 

     Valori disaggregati per la lavorazione (inclusa l'elettricità eccedentaria): 'ep - eee ' come definito nella parte C del presente allegato

 

Filiera di produzione del biocarburante

Emissioni tipiche di gas serra

(gC02eq/MJ)

Emissioni standard di gas serra

(gC02eq/MJ)

etanolo da paglia di cereali

5

7

etanolo da legno

12

17

diesel Fischer-Tropsch da legno

0

0

DME da legno

0

0

metanolo da legno

0

0

la frazione dell'MTBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione del metanolo

 

     Valori disaggregati per il trasporto e la distribuzione: 'etd' come definito nella parte C del presente allegato

 

Filiera di produzione del biocarburante

Emissioni tipiche di gas serra (gC02eq/MJ)

Emissioni standard di gas serra (gC02eq/MJ)

etanolo da paglia di cereali

2

2

etanolo da residui legnosi

4

4

etanolo da legno coltivato

2

2

diesel Fischer-Tropsch da residui legnosi

3

3

diesel Fischer-Tropsch da legno coltivato

2

2

DME da residui legnosi

4

4

DME da legno coltivato

2

2

metanolo da residui legnosi

4

4

metanolo da legno coltivato

2

2

la frazione dell'MTBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione del metanolo

 

     Totale per coltivazione, lavorazione, trasporto e distribuzione

 

Filiera di produzione del biocarburante

Emissioni tipiche di gas serra

(gC02eq/MJ)

Emissioni standard di gas serra

(gC02eq/MJ)

etanolo da paglia di cereali

11

13

etanolo da residui legnosi

17

22

etanolo da legno coltivato

20

25

diesel Fischer-Tropsch da residui legnosi

4

4

diesel Fischer-Tropsch da legno coltivato

6

6

DME da residui legnosi

5

5

DME da legno coltivato

7

7

metanolo da residui legnosi

5

5

metanolo da legno coltivato

7

7

la frazione dell'MTBE prodotta da fonti rinnovabili

analoga a quella della filiera di produzione del metanolo

Olio vegetale idrotrattato da semi di colza

1

1

olio vegetale idrotrattato da semi di girasole

1

1

olio vegetale idrotrattato da olio di palma

5

5

olio vegetale puro da semi di colza

1

1

biogas da rifiuti urbani organici come metano compresso

3

3

biogas da letame umido come metano compresso

5

5

biogas da letame asciutto come metano compresso

4

4

 

 

     E-bis: Emissioni stimate associate al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni

     La seguente tabella riporta le emissioni stimate provvisorie prodotte dai biocarburanti associate al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (gCO2 eq/MJ)

 

 

     dove

     (*) I valori medi qui riportati rappresentano una media ponderata dei valori delle materie prime modellizzati singolarmente.

     (**) L'intervallo qui riportato riflette il 90% dei risultati utilizzando i valori del quinto e del novantacinquesimo percentile derivati dall'analisi. Il quinto percentile suggerisce un valore al di sotto del quale è risultato il 5% delle osservazioni (vale a dire, il 5% dei dati totali utilizzati ha mostrato risultati inferiori a 8, 4 e 33 gCO2 eq/MJ). Il novantacinquesimo percentile suggerisce un valore al di sotto del quale è risultato il 95% delle osservazioni (vale a dire, il 5% dei dati totali utilizzati ha mostrato risultati superiori a 16, 17 e 66 gCO2 eq/MJ).

     Le emissioni stimate associate al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni sono considerate pari a zero per i biocarburanti prodotti a partire dalle seguenti categorie di materie prime:

     1) materie prime non presenti nella tabella del presente allegato;

     2) materie prime la cui produzione ha portato al cambiamento diretto della destinazione dei terreni, ovvero al passaggio da una delle seguenti categorie IPCC per la copertura del suolo: terreni forestali, terreni erbosi, zone umide, insediamenti o altri tipi di terreno, a terreni coltivati o colture perenni, dove per colture perenni si intendono le colture pluriennali il cui peduncolo solitamente non viene raccolto annualmente, quali il bosco ceduo a rotazione rapida e la palma da olio. In tal caso occorre calcolare un valore di emissione associato al cambiamento diretto della destinazione dei terreni (el ) in conformità della parte C, paragrafo 7, dell'allegato V-bis.

 

 

Allegato V-bis.1. [72]

Metodo di calcolo e comunicazione, a uso dei fornitori, dell'intensità delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili e dell'elettricità.

 

     Parte I

 

     Elementi utili al calcolo dell'intensità delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili e dell'elettricità.

     L'intensità delle emissioni di gas a effetto serra per combustibili e elettricità è espressa in termini di grammi equivalenti di biossido di carbonio per megajoule di carburante (gCO2eq/MJ).  1. I gas a effetto serra considerati ai fini del calcolo dell'intensità delle emissioni di gas a effetto serra dei combustibili sono il biossido di carbonio (CO2), il protossido di azoto (N2O) e il metano (CH4). Ai fini del calcolo dell'equivalenza in CO2, le emissioni di tali gas sono valutate in termini di emissioni di CO2 equivalente come segue:  CO2: 1 CH4: 25 N2O: 298

     2. Le emissioni prodotte dalla fabbricazione di macchine e attrezzature utilizzate nell'estrazione, nella produzione, nella raffinazione e nel consumo di combustibili fossili non sono considerate ai fini del calcolo delle emissioni di gas a effetto serra.

     3. L'intensità delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita di tutti i combustibili e dell'elettricità forniti dal fornitore è calcolata secondo la formula seguente:

 

 

     dove s'intende con:

     a) «#», fornitore di cui all'art. 2, comma 1, lettera i-sexies;

     b) «x», l'elettricità e i combustibili rientranti nell'ambito di applicazione del presente decreto legislativo, individuati, questi ultimi, mediante il relativo codice di nomenclatura combinata indicato nei documenti previsti in materia di circolazione dei prodotti sottoposti al regime dell'accisa;

     c) «MJx», l'energia totale fornita e convertita a partire dai volumi comunicati di combustibile «x», espressa in megajoule. Il calcolo è effettuato come segue:

     1) Quantità immessa in consumo, ai sensi della disciplina vigente in materia di accisa, di ciascun combustibile di cui alla lettera b). Le quantità di carburanti e biocarburanti sono convertite nei rispettivi contenuti energetici in base alle densità energetiche di cui all'Allegato I del DM 10 ottobre 2014 e s.m.i.

     2) Trattamento simultaneo di combustibili fossili e biocarburanti. Il trattamento consiste in qualsiasi modifica che, nel corso del ciclo di vita del combustibile o dell'elettricità forniti, alteri la struttura molecolare del prodotto. Questo trattamento non prevede l'aggiunta di denaturante. Il quantitativo da considerare dei biocarburanti trattati insieme ai combustibili di origine non biologica è quello dei biocarburanti dopo il trattamento. La quantità di biocarburante trattato simultaneamente è determinata secondo il bilancio energetico e l'efficienza del processo di trattamento simultaneo di cui all'allegato V-bis (parte C, punto 17).

     Se vari biocarburanti sono miscelati con combustibili fossili, sono presi in considerazione ai fini del calcolo la quantità e il tipo di ogni biocarburante. Il quantitativo di biocarburante fornito che non risponde ai criteri di sostenibilità di cui all'articolo 7-ter, paragrafo 1, è computato come combustibile fossile.

     Le miscele di benzina-etanolo E85 sono calcolate come carburante a sè ai fini dell'articolo 6 del regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio.

     3) Quantità di elettricità consumata. Consiste nella quantità di elettricità consumata dai veicoli stradali o dai motocicli e comunicata dal fornitore al GSE. In alternativa alla sua misurazione diretta, la stessa può essere stimata:

     a) utilizzando la seguente formula:

     Elettricità consumata (MJ) = distanza percorsa (km) × efficienza del consumo di elettricità (MJ/km);

     b) attraverso le modalità definite con il decreto di cui all'articolo 7-bis, comma 6;

     d) «riduzione delle emissioni a monte o di upstream (UER)»: consiste nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a monte (Upstream Emission Reduction), espressa in gCO2 eq, dichiarata dal fornitore, facoltativamente, se quantificata e comunicata conformemente ai seguenti requisiti.

     1. Ammissibilità.

     Le UER ottenute in qualsiasi paese possono essere considerate per una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ascrivibile ai combustibili ricavati da qualsiasi fonte di materia prima e forniti da qualsiasi fornitore.

     L'uso delle UER per un dato carburante fossile da parte del fornitore è limitato alla parte dei valori medi standard riguardanti le emissioni a monte (upstream) per benzina, diesel, gas naturale compresso o liquefatto o GPL, individuati dalla normativa tecnica adottata a livello europeo.

     Le UER sono computate solo se associate ai progetti iniziati dopo il 1° gennaio 2011. Non è necessario dimostrare che le UER non avrebbero avuto luogo senza gli obblighi di comunicazione di cui all'articolo 7-bis.

     Può essere computata qualsiasi riduzione che avviene lungo la catena di produzione del carburante fossile anteriormente all'impianto presso il quale ha luogo la produzione del carburante finito.

     2. Calcolo.

     Le UER sono stimate e convalidate conformemente ai principi e alle norme individuati nelle norme internazionali, in particolare ISO 14064, ISO 14065 e ISO 14066. Il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle UER e delle emissioni di riferimento sono effettuati conformemente alla norma ISO 14064 e devono fornire risultati di affidabilità equivalente a quella richiesta dal regolamento (UE) n. 600/2012 della Commissione e dal regolamento (UE) n. 601/2012 della Commissione. I metodi di stima delle UER devono essere verificati conformemente alla norma ISO 14064-3 e l'organismo che esegue tale verifica deve essere accreditato conformemente alla norma ISO 14065.

     e) con «GHGix» s'intende l'intensità delle emissioni di gas a effetto serra del combustibile o dell'elettricità x espressa in gCO2 eq/MJ. I fornitori calcolano l'intensità delle emissioni di gas a effetto serra di ciascun combustibile o dell'elettricità come segue:

     1) Nel caso dei combustibili di origine non biologica è «l'intensità di gas a effetto serra ponderata durante il ciclo di vita» per tipo di combustibile riportata nell'ultima colonna della seguente tabella.

 

 

 

     2) Nel caso dell'elettricità i fornitori utilizzano la metodologia definita con decreto ai sensi dell'articolo 7-bis, comma 6.

     Nelle more della pubblicazione del decreto i fornitori possono:

     calcolare i valori standard medi nazionali del ciclo di vita conformemente alle norme internazionali applicabili.

     determinare l'intensità dei gas a effetto serra (gCO2 eq/MJ) per elettricità sulla base dei dati comunicati a norma dei seguenti atti:

     a) regolamento (CE) n. 1099/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio;

     b) regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio; oppure

     c) regolamento delegato (UE) n. 666/2014 della Commissione.

     3) Nel caso dei biocarburanti sostenibili, l'intensità dei gas a effetto è calcolata in base all'articolo 7-quinquies.

     Se i dati sulle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti sono stati ottenuti conformemente a un accordo o a un regime oggetto di una decisione adottata ai sensi dell'articolo 7-quater, paragrafo 4, della direttiva 98/70/CE relativamente alle disposizioni dell'articolo 7-ter, paragrafo 2, della medesima direttiva, tali dati devono essere utilizzati anche per determinare l'intensità dei gas a effetto serra dei biocarburanti ai sensi dell'articolo 7-ter, paragrafo 1.

     L'intensità dei gas a effetto serra per i biocarburanti che non soddisfano i criteri di sostenibilità di cui all'articolo 7-ter, paragrafo 1, è pari all'intensità dei gas a effetto serra dei corrispondenti combustibili fossili derivati da idrocarburi convenzionali.

     4. Nel caso di trattamento simultaneo di combustibili di origine non biologica e biocarburanti l'intensità dei gas a effetto serra dei biocarburanti trattati insieme ai combustibili fossili è quella del biocarburante dopo il trattamento;

     f) «AF» esprime i fattori di adeguamento per l'efficienza della trasmissione:

 

Tecnologia di conversione prevalente

Fattore di efficienza

Motore a combustione interna

1

Motopropulsore elettrico a batteria

0,4

Motopropulsore elettrico a celle a combustibile a idrogeno

0,4

 

     Parte II

 

     Comunicazione da parte dei fornitori per i carburanti diversi dai biocarburanti

 

     1. UER dei carburanti diversi dai biocarburanti

     Affinchè le UER possano essere calcolate utilizzando il metodo di calcolo e comunicazione, i fornitori comunicano al GSE le seguenti informazioni:

     a) la data d'inizio del progetto, che deve essere successiva al 1° gennaio 2011. Essa coincide con la data in cui si è verificato il primo risparmio di emissioni;

     b) le riduzioni delle emissioni annue in gCO2 eq;

     c) il periodo di tempo durante il quale hanno avuto luogo le riduzioni dichiarate;

     d) la sede del progetto più vicina alla fonte delle emissioni in gradi di latitudine e longitudine, fino al quarto decimale;

     e) le emissioni annue di riferimento prima dell'attuazione delle misure di riduzione ed emissioni annue dopo l'attuazione delle misure di riduzione in gCO2 eq/MJ di materia prima prodotta;

     f) il numero di certificato non riutilizzabile per l'identificazione esclusiva del sistema e delle riduzioni dichiarate di gas a effetto serra;

     g) il numero non riutilizzabile per l'identificazione esclusiva del metodo di calcolo e del relativo sistema;

     h) se il progetto riguarda l'estrazione di petrolio, il rapporto medio annuo gas-petrolio (GOR) in soluzione, storico e dell'anno a cui si riferisce la comunicazione, la pressione del giacimento, la profondità e la produzione di petrolio greggio del pozzo. Il valore medio storico si riferisce al valore medio registrato l'anno prima dell'inizio del progetto.

     2. Origine

     Ai soli fini del presente decreto legislativo, con «origine» s'intende la denominazione commerciale delle materie prime di cui alla parte 2, punto 7, allegato I della direttiva 2015/652/UE, ma solo se il fornitore detiene l'informazione richiesta perchè:

     a) è una persona o un'impresa che effettua un'importazione di petrolio greggio da Paesi terzi oppure che riceve una fornitura di petrolio greggio da un altro Stato membro a norma dell'articolo 1 del regolamento (CE) n. 2964/95 del Consiglio; oppure

     b) ha stipulato accordi per condividere le informazioni con altri fornitori.

     In tutti gli altri casi, l'«origine» deve far riferimento alla provenienza UE o non UE del combustibile.

     Per quanto riguarda i biocarburanti, con «origine» s'intende la filiera di produzione del biocarburante di cui all'allegato V-bis. Qualora siano utilizzate più materie prime, i fornitori presentano una relazione sulla quantità in tonnellate di prodotto finito di ciascuna materia prima prodotta nei rispettivi impianti di trattamento durante l'anno a cui si riferisce la comunicazione.

     3. Luogo di acquisto

     Con «luogo di acquisto» s'intende il Paese e il nome dell'impianto di trattamento in cui il combustibile o l'elettricità hanno subito l'ultima trasformazione sostanziale, utilizzati per assegnare l'origine del combustibile o dell'elettricità a norma del regolamento (CEE) n. 2454/93 della Commissione.

     4. PMI

     In deroga a quanto predetto, per i fornitori che sono PMI l'«origine» e il «luogo d'acquisto» si riferiscono alla provenienza UE o non UE, secondo il caso, a prescindere dal fatto che essi importino o forniscano oli greggi di petrolio o di minerali bituminosi.

     5. Per la denominazione commerciale delle materie prime si applica la tabella di cui all'allegato I, parte II, punto 7 della direttiva 2015/652/UE.

 

     Allegato V-bis.2 - Valore di riferimento per i carburanti [73]

     Ai fini dell'articolo 7-bis, comma 1, il valore di riferimento per i carburanti per il 2010, rispetto al quale confrontare le emissioni di gas serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili e dell'elettricità, al fine di valutare la riduzione di intensità dei gas ad effetto serra, è pari a 94,1 gCO2 eq/MJ;

 

     Allegato V-bis. 3 - Comunicazione alla Commissione [74]

     1. Ai fini di cui all'articolo 7, comma 2, ogni anno il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare comunica alla Commissione europea i dati aggregati per tutti i combustibili e per l'elettricità immessi sul mercato sul territorio nazionale:

     a) tipo di combustibile o elettricità;

     b) volume dei combustibili o quantità di elettricità;

     c) intensità delle emissioni di gas a effetto serra;

     d) UER;

     e) origine;

     f) luogo di acquisto

     come definiti nell'allegato V-bis.1

     Se vari biocarburanti sono miscelati con combustibili fossili occorre fornire i dati per ciascun biocarburante.

     2. I dati di cui al punto 1 devono essere comunicati separatamente per i combustibili o per l'elettricità immessi sul mercato dai fornitori, compresi i fornitori congiunti che operano in un solo Stato membro.


[1] Articolo sostituito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[2] Comma così modificato dall'art. 1 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[3] Comma inserito dall'art. 1 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[4] Lettera così sostituita dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[5] Lettera così modificata dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[6] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[7] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[8] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[9] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55 e così modificata dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[10] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55 e così sostituita dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[11] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[12] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[13] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[14] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[15] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[16] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[17] Lettera aggiunta dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[18] Lettera aggiunta dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[19] Lettera aggiunta dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[20] Lettera aggiunta dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[21] Lettera aggiunta dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[22] Lettera aggiunta dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[23] Lettera aggiunta dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[24] Comma aggiunto dall'art. 2 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[25] Articolo così sostituito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[26] Il termine del 31 dicembre 2015 di cui al presente comma è stato prorogato al 31 dicembre 2020 dall'art. 1 del D.M. 31 dicembre 2015.

[27] Articolo così sostituito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[28] Articolo sostituito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[29] Comma così sostituito dall'art. 3 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[30] Comma aggiunto dall'art. 3 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[31] Comma aggiunto dall'art. 3 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[32] Articolo inserito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[33] Comma già modificato dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51 e così ulteriormente modificato dall'art. 35 della L. 23 dicembre 2021, n. 238.

[34] Comma inserito dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[35] Comma così modificato dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[36] Comma così sostituito dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[37] Comma così sostituito dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[38] Comma inserito dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[39] Comma così modificato dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[40] Comma abrogato dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[41] Comma così modificato dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[42] Comma così modificato dall'art. 4 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[43] Articolo inserito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[44] L'originario comma 2 è stato così sostituito dagli attuali commi 2 e 2 bis per effetto dell'art. 5 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[45] L'originario comma 2 è stato così sostituito dagli attuali commi 2 e 2 bis per effetto dell'art. 5 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[46] Alinea così modificato dall'art. 5 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[47] Articolo inserito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[48] Lettera così modificata dall'art. 6 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[49] Lettera aggiunta dall'art. 6 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[50] Comma inserito dall'art. 6 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[51] Comma inserito dall'art. 6 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[52] Comma così sostituito dall'art. 6 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[53] Comma aggiunto dall'art. 6 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[54] Comma aggiunto dall'art. 6 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[55] Articolo inserito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[56] Comma così sostituito dall'art. 7 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[57] Comma così sostituito dall'art. 7 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[58] Comma così modificato dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[59] Comma così sostituito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[60] Comma aggiunto dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55 e così modificato dall'art. 8 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[61] Articolo sostituito dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[62] Comma così sostituito dall'art. 9 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[63] Comma così sostituito dall'art. 9 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[64] Comma così sostituito dall'art. 9 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[65] Comma modificato dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55 e così sostituito dall'art. 17 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[66] Comma così modificato dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[67] Allegato sostituito dall’art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55 e così modificato dall’art. 1 del D.M. 8 aprile 2016, n. 99.

[68] Allegato così sostituito dall’art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[69] Allegato abrogato dall’art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55.

[70] Allegato sostituito dall’art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55 e così modificato dall’art. 1 del D.M. 8 aprile 2016, n. 99.

[71] Allegato aggiunto dall'art. 1 del D.Lgs. 31 marzo 2011, n. 55 e così modificato dall'art. 10 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[72] Allegato aggiunto dall'art. 11 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[73] Allegato aggiunto dall'art. 11 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.

[74] Allegato aggiunto dall'art. 11 del D.Lgs. 21 marzo 2017, n. 51.