§ 50.2.6 - R.D. 26 giugno 1924, n. 1054.
Approvazione del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato.


Settore:Normativa nazionale
Materia:50. Giurisdizione
Capitolo:50.2 giurisdizione amministrativa
Data:26/06/1924
Numero:1054


Sommario
Art. 1.  Articoli 1, 2 e 3 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 20 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3084; e tabella n. 41, allegato II, del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395
Art. 2.  Articoli 24 e 25 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840; art. 14, comma secondo, del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395
Art. 3.  Art. 3 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 4 e seguenti del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395; art. 1, comma terzo, del regio decreto-legge 3 giugno 1920, n. 768)
Art. 4.  Art. 23 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 5.  Art. 4 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 205 del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395
Art. 6.  Art. 2 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840; art. 1 del regio decreto-legge 9 maggio 1920, n. 762
Art. 7. 
Art. 8.  Art. 20 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3084
Art. 9.  Art. 5 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 1 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 10.  Art. 6 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 11.  Art. 7 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 12.  Art. 8 del testo unico 17 agosto 1907, n. 38; art. 3 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 13.  Art. 9 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 14.  Art. 10 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 15.  Art. 11 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 16.  Art. 12 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 4 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 17.  Art. 13 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 18.  Art. 14 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 19.  Art. 15 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 20.  Art. 16 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 21.  Art. 17 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 22.  Art. 18 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 23.  Art. 19 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 24.  Art. 20 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 25.  Art. 21 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 26.  Art. 22 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 5 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 27.  Art. 23 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; articoli 5 e 6 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840; art. 71 del regio decreto-legge 9 ottobre 1919, n. 2161
Art. 28.  Art. 7 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 29.  Art. 8 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 30.  Art. 9 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 31.  Penultimo comma degli articoli 22 e 23 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 32.  Art. 24 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 33.  Art. 25 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 34.  Art. 26 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 35.  Art. 27 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n 2840
Art. 36.  Art. 28 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 37.  Art. 29 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 38.  Art. 30 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 39.  Art. 31 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 40.  Art. 10 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 41.  Art. 33 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 8, penultimo comma, e art. 11 regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 42.  Art. 34 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 62 del regio decreto 26 ottobre 1923, n. 2275
Art. 43.  Art. 35 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 44.  Art. 36 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 45.  Art. 37 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 13 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 46.  Art. 38 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 47.  Art. 39 del testo unico 17 agosto 1907, n 638
Art. 48.  Art. 40 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 49.  Art. 26 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 50.  Comma secondo dell'art. 25 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 51.  Art. 206 del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395
Art. 52.  Art. 10 regio decreto 7 gennaio 1923, n. 165
Art. 53.  Art. 27 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 54.  Art. 28 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840
Art. 55.  Art. 49 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638
Art. 56.  Art. 30 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840


§ 50.2.6 - R.D. 26 giugno 1924, n. 1054.

Approvazione del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato.

(G.U. 7 luglio 1924, n. 158)

 

     E' approvato il testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato, annesso al presente decreto.

 

Titolo I

DELLA COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI STATO

 

     Art. 1. Articoli 1, 2 e 3 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 20 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3084; e tabella n. 41, allegato II, del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395 [1]

     Il consiglio di Stato si compone del presidente, di cinque presidenti di sezione, di cinquanta consiglieri, di un segretario generale, di due primi referendari, di tre referendari e di cinque segretari di sezione.

     Il presidente del consiglio di Stato, i presidenti di sezione ed i consiglieri sono nominati per decreto reale, proposto dal ministro per l'interno, dopo deliberazione del consiglio dei ministri.

     Le funzioni di segretario generale sono conferite, per incarico, con decreto del presidente del Consiglio di Stato, ad un referendario o ad un primo referendario [2] .

     Ove le esigenze del servizio lo richiedano, il presidente del Consiglio di Stato può conferire l'incarico ad un consigliere [3]

     Le promozioni al grado di primo referendario e le nomine a referendario hanno luogo in conformità dell'articolo seguente.

 

          Art. 2. Articoli 24 e 25 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840; art. 14, comma secondo, del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395 [4]

     Le promozioni al grado di primo referendario han luogo per decreto reale e sono conferite, per merito comparativo, previa designazione del consiglio di presidenza, ai referendari i quali abbiano almeno due anni di anzianità di grado.

     I posti di referendario al consiglio di Stato sono conferiti in base a concorso per titoli e per esame tra i funzionari appartenenti alla amministrazione dello Stato, compresi quelli dei due rami del parlamento, di grado non inferiore all'ottavo, appartenenti a carriere per l'ammissione alle quali sia richiesta la laurea in giurisprudenza [5] .

     Con decreto del ministro per l'interno sono stabilite le modalità del concorso.

 

          Art. 3. Art. 3 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 4 e seguenti del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395; art. 1, comma terzo, del regio decreto-legge 3 giugno 1920, n. 768) [6]

     Gli stipendi del personale indicato negli articoli precedenti sono determinati dalle tabelle annesse al regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395.

     Il funzionario chiamato a coprire il posto di segretario generale al consiglio di Stato, se è fornito di stipendio superiore, conserva la differenza di stipendio a titolo di assegno personale, valutabile agli effetti della pensione.

 

          Art. 4. Art. 23 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [7]

     La metà dei posti che si rendono vacanti nel ruolo dei consiglieri di Stato, deve essere conferita al personale della magistratura che abbia prestato non meno di quattro anni di effettivo servizio complessivamente nei gradi di referendario e di primo referendario.

 

          Art. 5. Art. 4 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 205 del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395

     I presidenti e i consiglieri di Stato non possono essere rimossi, né sospesi, né collocati a riposo d'ufficio, né allontanati in qualsivoglia altro modo, se non nei casi e con lo adempimento delle condizioni seguenti:

     1) Non possono essere destinati ad altro pubblico ufficio, se non con loro consenso.

     2) Non possono essere collocati a riposo di ufficio, se non quando, per infermità o per debolezza di mente, non siano più in grado di adempiere convenientemente ai doveri della carica.

     3) Non possono essere sospesi, se non per negligenza nell'adempimento dei loro doveri o per irregolare e censurabile condotta.

     4) Non possono essere rimossi dall'ufficio, se non quando abbiano ricusato di adempiere ad un dovere del proprio ufficio imposto dalle leggi o dai regolamenti; quando abbiano dato prova di abituale negligenza, ovvero, con fatti gravi, abbiano compromessa la loro riputazione personale o la dignità del collegi al quale appartengono.

     I provvedimenti preveduti nei §§ 2, 3 e 4 di questo articolo debbono essere emanati per decreto reale, sopra proposta motivata del ministro per l'interno, udito il parere del consiglio di Stato in adunanza generale e dopo deliberazione del consiglio dei ministri.

     Il limite di età per il collocamento a riposo del presidente, dei presidenti di sezione e dei consiglieri del consiglio di Stato è fissato al compimento degli anni settanta.

 

          Art. 6. Art. 2 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840; art. 1 del regio decreto-legge 9 maggio 1920, n. 762 [8]

 

          Art. 7. [9]

     E' addetto al consiglio di Stato un personale di segreteria e un personale subalterno nel numero, nei gradi, con le qualifiche e con gli stipendi, indicati nelle tabelle allegate al regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395.

 

          Art. 8. Art. 20 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3084 [10]

     I posti di segretario di sezione del consiglio di Stato sono conferiti, su conforme proposta del consiglio di presidenza, agli impiegati dei gradi nono e decimo del ruolo del personale di segreteria, che siano provvisti del titolo di studio prescritto per l'ammissione ai ruoli del gruppo B.

     Qualora manchino impiegati nel ruolo indicato, che si trovino nelle condizioni di cui al precedente comma, i detti posti di segretario di sezione sono conferiti per concorso fra impiegati di qualsiasi amministrazione appartenenti a ruoli del gruppo B, con le modalità che saranno stabilite mediante decreto del ministro per l'interno, di concerto con quello per le finanze.

 

          Art. 9. Art. 5 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 1 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [11]

     Il consiglio di Stato si divide in cinque sezioni. Le prime tre sono consultive e trattano gli affari relativi ai diversi ministeri, secondo il reparto che sarà fissato annualmente con decreto reale.

     Le altre due sezioni costituiscono il consiglio di Stato in sede giurisdizionale. Il riparto dei ricorsi fra esse è devoluto al presidente del consiglio di Stato con l'assistenza dei presidenti delle sezioni medesime.

     Ogni sezione è presieduta dal presidente proprio. Il presidente del consiglio di Stato presiede le adunanze generali, e le adunanze plenarie indicate nel secondo comma dell'art. 45, e può presiedere le sezioni consultive nelle quali reputi intervenire.

 

          Art. 10. Art. 6 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [12]

     Ciascuna sezione si compone di un presidente e di non meno di sette consiglieri. Assiste alle adunanze o alle udienze un segretario di sezione.

 

          Art. 11. Art. 7 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     I primi referendari, i referendari e i segretari sono assegnati a ciascuna sezione con ordinanza del presidente del consiglio di Stato.

     A ciascuna delle sezioni giurisdizionali potranno essere destinati, quando occorre, anche più di uno fra primi referendari e referendari.

     Tanto nelle sezioni consultive, quanto nelle giurisdizionali, i primi referendari e i referendari istruiscono gli affari che sono loro commessi, e ne riferiscono alla sezione, e, quando ne sia il caso, al consiglio in adunanza generale. Ed hanno voto deliberativo, se siano relatori o vengano chiamati a supplire consiglieri assenti o impediti.

 

          Art. 12. Art. 8 del testo unico 17 agosto 1907, n. 38; art. 3 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840

     Al principio di ogni anno sono designati, con decreto reale, il presidente ed i consiglieri di ogni sezione, in modo però che in ciascuna sezione giurisdizionale almeno due e non più di quattro consiglieri siano mutati dalla composizione dell'anno precedente [13] .

     Ove manchi in qualche sezione il numero dei consiglieri necessario per deliberare, il presidente del consiglio supplisce con consiglieri appartenenti ad altre sezioni.

 

          Art. 13. Art. 9 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     La direzione del personale e del servizio interno, nonché la corrispondenza col ministero, spettano al presidente.

 

Titolo II

 

Capo I

DELLE ATTRIBUZIONI CONSULTIVE DEL CONSIGLIO DI STATO

 

          Art. 14. Art. 10 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Il consiglio di Stato:

     1) Dà parere sopra le proposte di legge e sugli affari di ogni natura, pei quali sia interrogato dai ministri del Re.

     2) Formula quei progetti di legge ed i regolamenti che gli vengono commessi dal governo.

 

          Art. 15. Art. 11 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Quando il parere del consiglio di Stato è richiesto per legge il decreto reale o ministeriale che ne consegue deve avere la formula "udito il parere del consiglio di Stato".

 

          Art. 16. Art. 12 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 4 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840

     Il voto del consiglio di Stato è richiesto:

     1) Sopra tutte le proposte di regolamenti che per l'art. 1, n. 7, del regio decreto 14 novembre 1901, n. 466, sono soggetti all'approvazione del consiglio dei ministri.

     2) Sulla esecuzione delle provvisioni ecclesiastiche, per le quali occorre il decreto reale.

     3) Sopra tutti i coordinamenti in testi unici di leggi o di regolamenti, salvo che non sia diversamente stabilito per legge.

     4) Sui ricorsi fatti al Re contro la legittimità dei provvedimenti amministrativi, sui quali siano esaurite o non possano proporsi domande di riparazione in via gerarchica.

     5) Sulle convenzioni o sui contratti da approvarsi per legge, o che importino impegni finanziari che non trovano riscontro in impegni regolarmente assunti per legge.

     6) In tutti gli altri casi in cui sia richiesto per legge.

     Nei casi previsti al n. 4 di questo articolo, quando il provvedimento sia contrario al parere del consiglio di Stato, deve farsi constare dal decreto reale che è stato pure udito il consiglio dei ministri.

     I ricorsi indicati al n. 4 del comma primo, non sono più ammessi dopo centottanta giorni da quello in cui il ricorrente ebbe comunicazione del provvedimento: e devono essere notificati all'autorità che abbia emesso il provvedimento e a chi vi abbia interesse diretto nei modi stabiliti dal regolamento.

 

Capo II

DEL MODO DI PROCEDERE NELLA TRATTAZIONE DEGLI AFFARI CONSULTIVI

 

          Art. 17. Art. 13 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Il consiglio di Stato, per l'esame degli affari sui quali è richiesto il suo parere, delibera in adunanza generale di tutti i suoi componenti o diviso per sezioni.

 

          Art. 18. Art. 14 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Le adunanze generali sono convocate e presiedute dal presidente del consiglio e vi assiste il segretario generale.

 

          Art. 19. Art. 15 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     A render valide le deliberazioni, tanto nelle adunanze generali, quanto nelle adunanze di sezione, è necessaria la presenza almeno della metà del numero dei consiglieri che compongono il consiglio o la sezione.

 

          Art. 20. Art. 16 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Le deliberazioni si prendono a maggioranza assoluta di voti.

     In caso di parità, il voto del presidente ha la preponderanza.

 

          Art. 21. Art. 17 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     I ministri possono intervenire, per gli affari consultivi, alle adunanze generali del consiglio ed a quelle delle sezioni; o delegare commissari per dare speciali informazioni sugli affari da trattarsi, o per manifestare gli intendimenti del ministro sopra nuove leggi e regolamenti, dei quali sia commessa al consiglio la compilazione.

 

          Art. 22. Art. 18 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     E' in facoltà del presidente, quando il consiglio sia chiamato a dar parere sopra affari di natura mista o indeterminata, di formare commissioni speciali, scegliendone i consiglieri nelle sezioni.

     Potrà anche aggiungere alla sezione incaricata di esaminare determinati affari alcuni membri di altre sezioni, i quali, però, in questi casi, non hanno che voto consultivo.

     In caso di assenza o d'impedimento di membri di una sezione, il presidente può provvisoriamente destinare a supplirli quelli di un'altra sezione.

 

          Art. 23. Art. 19 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Dal regolamento del servizio interno sono determinati gli affari che debbono essere trattati dalle sezioni, cui spettano, e quelli in adunanza generale.

     E' sempre in facoltà del ministro di esigere che dati affari siano trattati in adunanza generale, salvo il disposto dell'art. 33.

 

          Art. 24. Art. 20 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Le proposte di leggi e di regolamenti, dopo essere state studiate e preparate nella sezione, alla quale per loro natura appartengono, e nelle commissioni speciali, sono esaminate e discusse in adunanza generale.

 

          Art. 25. Art. 21 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Avuto il parere di una sezione, il ministro può, salve le disposizioni dell'art. 33, richiedere al presidente che l'affare sia riproposto all'esame dell'intero consiglio e discusso in adunanza generale.

 

Capo I

DELLE ATTRIBUZIONI DEL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE

 

          Art. 26. Art. 22 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 5 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [14]

     Spetta al consiglio di Stato in sede giurisdizionale di decidere sui ricorsi per incompetenza, per eccesso di potere o per violazione di legge, contro atti e provvedimenti di un'autorità amministrativa o di un corpo amministrativo deliberante, che abbiano per oggetto un interesse d'individui o di enti morali giudici; quando i ricorsi medesimi non siano di competenza dell'autorità giudiziaria, né si tratti di materia spettante alla giurisdizione od alle attribuzioni contenziose di corpi o collegi speciali.

     Il ricorso, che non implichi incompetenza od eccesso di potere, non è ammesso contro le decisioni le quali concernano controversie doganali oppure questioni sulla leva militare [15] .

 

          Art. 27. Art. 23 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; articoli 5 e 6 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840; art. 71 del regio decreto-legge 9 ottobre 1919, n. 2161 [16]

     Il consiglio di Stato in sede giurisdizionale decide pronunciando anche in merito:

     1) Dei sequestri di temporalità, dei provvedimenti concernenti le attribuzioni rispettive delle podestà civili ed ecclesiastiche, e degli atti provvisionali di sicurezza generale relativi a questa materia.

     2) Dei ricorsi per contestazioni fra comuni di diverse province per l'applicazione della tassa istituita dalla legge 11 agosto 1870, n. 5784, allegato O.

     3) Dei ricorsi per contestazioni sui confini di comuni o di province.

     4) Dei ricorsi diretti ad ottenere l'adempimento dell'obbligo dell'autorità amministrativa di conformarsi, in quanto riguarda il caso deciso, al giudicato dei tribunali che abbia riconosciuto la lesione di un diritto civile o politico.

     5) Dei ricorsi in materia di consorzi per strade, le quali tocchino il territorio di più province.

     6) Dei ricorsi contro il diniego dell'autorizzazione a stare in giudizio ad enti morali giuridici, sottoposti alla tutela della pubblica amministrazione.

     7) Dei ricorsi sopra tutte le questioni che per leggi speciali non peranco abrogate nelle diverse province del regno siano state di competenza dei consigli e delle consulte di Stato.

     8) Dei ricorsi contro il decreto emanato dal prefetto per provvedere, ai termini del terzo capoverso dell'art. 132 della legge comunale e provinciale, testo unico 4 febbraio 1915, n. 148, all'amministrazione delle proprietà od attività patrimoniali delle frazioni o agli interessi dei parrocchiani, che fossero in opposizione con quelli del comune o di altre frazioni del medesimo.

     9) Dei ricorsi in materia di consorzi per opere idrauliche per le quali provvede lo Stato in concorso delle province e degli enti interessati, o alle quali concorre lo Stato nell'interesse generale.

     10) Dei ricorsi in materia di concorso di spesa per opere di bonifica di prima categoria costruite dallo Stato direttamente o per sua concessione da enti o privati, nonché in materia di consorzi per opere di bonifica della stessa categoria, ai termini dell'art. 56, comma primo e secondo del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3256.

     11) Dei ricorsi intorno alla classificazione delle strade provinciali e comunali.

     12) Dei ricorsi contro provvedimenti della pubblica amministrazione in merito ad opere di privato interesse, esistenti o che potessero occorrere, attorno alle strade nazionali, od alla costruzione o riparazione dei muri od altri sostegni attorno alle strade medesime.

     13) Dei ricorsi contro i provvedimenti del prefetto e contro le deliberazioni in materia di apertura, ricostruzione, o manutenzione delle strade comunali e provinciali.

     14) Dei ricorsi contro le deliberazioni in materia di pedaggi sui ponti e sulle strade provinciali e comunali.

     15) Dei ricorsi contro provvedimenti ordinati dal prefetto a norma di quanto è prescritto nell'art. 378 della legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato F, sui lavori pubblici, relativi ad opere pubbliche delle province e dello Stato, eccettuati quelli indicati nella seconda parte della lettera b) dell'art. 70 del regio decreto-legge 9 ottobre 1919, n. 2161.

     16) Dei ricorsi contro le decisioni pronunciate dalle giunte provinciali amministrative in sede giurisdizionale nei casi in cui le giunte stesse esercitano giurisdizione anche nel merito.

     17) Dei ricorsi relativi a tutte le controversie, che da qualsiasi legge generale o speciale siano deferite alla giurisdizione del consiglio di Stato anche per il merito.

     Nulla è innovato, anche per le materie prevedute in questo articolo, alle disposizioni delle leggi vigenti, per quanto riguarda la competenza giudiziaria.

 

          Art. 28. Art. 7 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [17]

     Nelle materie in cui il consiglio di Stato in sede giurisdizionale non ha competenza esclusiva ai sensi dell'articolo seguente, esso è autorizzato a decidere di tutte le questioni pregiudiziali od incidentali relative a diritti la cui risoluzione sia necessaria per pronunciare sulla questione principale di sua competenza.

     Su dette questioni pregiudiziali e incidentali, tuttavia, la efficacia della cosa giudicata rimane limitata alla questione principale decisa nel caso.

     Restano sempre in esclusiva competenza dell'autorità giudiziaria l'incidente di falso, e le questioni concernenti lo stato e la capacità di privati individui, salvo che si tratti della capacità a stare in giudizio.

 

          Art. 29. Art. 8 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [18]

     Sono attribuiti all'esclusiva giurisdizione del consiglio di Stato in sede giurisdizionale:

     1) I ricorsi relativi al rapporto d'impiego prodotti dagli impiegati dello Stato; degli enti od istituiti pubblici sottoposti a tutela od anche a sola vigilanza dell'amministrazione centrale dello Stato o da agenti di ferrovie e tramvie concesse all'industria privata ai sensi dell'art. 15 del regio decreto-legge 19 ottobre 1923, n. 2311, quando non si tratti di materia spettante alla giurisdizione della corte dei conti o a quella di altri corpi o collegi speciali.

     2) I ricorsi contro i provvedimenti che autorizzano o negano la fondazione di istituzioni pubbliche di beneficenza, o di istituzioni pubbliche di istruzione e di educazione, o che ne approvano o modificano gli statuti.

     3) I ricorsi relativi al concentramento, al raggruppamento, alla fusione, alla trasformazione, alla costituzione in consorzio o alla federazione delle istituzioni pubbliche indicate nel numero precedente o ad esse equiparate a norma dell'art. 91 della legge 17 luglio 1890, n. 6972.

     4) Le controversie tra lo Stato ed i suoi creditori riguardanti la interpretazione dei contratti di prestito pubblico, delle leggi relative a tali prestiti e delle altre sul debito pubblico: nonché le controversie indicate nell'art. 14 della legge 27 aprile 1885, n. 3048.

     5) I ricorsi circa la competenza passiva delle spese ritenute rispettivamente obbligatorie per lo Stato, per la provincia e per il comune, ai termini delle leggi vigenti in materia di sanità pubblica.

     6) I ricorsi in materia di spedalità e di ricovero degli inabili al lavoro.

     7) Le controversie relative alle spese per gli alienati previste dall'art. 7 (primo comma) della legge 14 febbraio 1904, n. 36.

     8) I ricorsi contro il decreto del prefetto che, in seguito al reclamo di parte o d'ufficio, abbia provveduto per regolare o vietare l'esercizio d'industrie insalubri o pericolose ai termini degli articoli 32, 33 e 34 della legge sulla pubblica sicurezza 30 giugno 1889, n. 6144, e dell'art. 68 della legge sanitaria, testo unico 1° agosto 1907, n. 636.

     9) I ricorsi contro le decisioni delle giunte provinciali amministrative emesse in materia di loro esclusiva giurisdizione.

     I ricorsi previsti nei numeri 1, 6 e 7 del presente articolo sono ammessi soltanto per incompetenza, per eccesso di potere o per violazione di legge.

     Su quelli previsti dai numeri 2, 3, 4, 5, 8 e 9, il consiglio di Stato pronuncia anche in merito, salvo pei ricorsi di cui al n. 9 quanto è disposto in contrario dal secondo comma dell'art. 22 del testo unico delle leggi sulla giunta provinciale amministrativa in sede giurisdizionale.

 

          Art. 30. Art. 9 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [19]

     Nelle materie deferite alla esclusiva giurisdizione del consiglio di Stato, questo conosce anche di tutte le questioni relative a diritti.

     Restano, tuttavia, sempre riservate all'autorità giudiziaria ordinaria le questioni attinenti a diritti patrimoniali consequenziali alla pronuncia di legittimità dell'atto o provvedimento contro cui si ricorre, nonché le questioni pregiudiziali concernenti lo stato e la capacità dei privati individui, salvo che si tratti della capacità di stare in giudizio e la risoluzione dello incidente di falso.

 

          Art. 31. Penultimo comma degli articoli 22 e 23 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [20]

     Il ricorso al consiglio di Stato in sede giurisdizionale non è ammesso se trattasi di atti o provvedimenti emanati dal governo nello esercizio del potere politico.

 

          Art. 32. Art. 24 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [21]

     Il consiglio di Stato in sede giurisdizionale pronuncia sui ricorsi attribuiti alla sua competenza, a norma dei precedenti articoli, con decisioni motivate, in conformità delle leggi che regolano la materia cui si riferisce l'oggetto del ricorso, in quanto non siano contrarie alle disposizioni della presente legge.

 

          Art. 33. Art. 25 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840

     Negli affari che a norma della presente legge, possono formare oggetto di ricorso al consiglio di Stato in sede giurisdizionale, il governo, avuto il parere della sezione competente, non può richiedere, in via amministrativa, l'esame del consiglio di Stato in adunanza generale.

     [Col preventivo assenso scritto di coloro ai quali il provvedimento direttamente si riferisce, può invece provocare la decisione del consiglio di Stato in sede giurisdizionale. Ma, se essi si rifiutino, si intenderà che vi abbiano rinunciato] [22].

 

          Art. 34. Art. 26 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [23]

     Quando la legge non prescrive altrimenti, il ricorso al consiglio di Stato in sede giurisdizionale non è ammesso se non contro il provvedimento definitivo, emanato in sede amministrativa, sul ricorso presentato in via gerarchica, salvo quanto sarà stabilito nel regolamento circa gli effetti dei ricorsi prodotti, per errore ritenuto scusabile, contro provvedimenti non definitivi [24] .

     Tale ricorso non è più ammesso quando, contro il provvedimento definitivo, siasi presentato ricorso al Re in sede amministrativa, secondo la legge vigente [25] .

     Tuttavia quando il provvedimento si riferisce direttamente ad altri interessati, il ricorso al Re non può essere proposto se non siano decorsi i termini per impugnare il provvedimento stesso in sede giurisdizionale: ovvero quando nessuno degli interessati abbia dichiarato, entro quindici giorni dalla ricevuta comunicazione del ricorso al Re, di fare opposizione. In caso contrario i giudizio avrà luogo in sede giurisdizionale [26] .

 

Capo II

DEL PROCEDIMENTO DINANZI AL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE

 

          Art. 35. Art. 27 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n 2840 [27]

     I ricorsi presentati al consiglio di Stato in sede giurisdizionale sono sottoscritti dalle parti ricorrenti o da una di esse e firmati da un avvocato ammesso al patrocinio in corte di cassazione. Se la parte non ha sottoscritto, l'avvocato che firma in suo nome deve essere munito di mandato speciale.

     Il ricorrente, che non abbia eletto, nel ricorso, domicilio in Roma, si intenderà averlo eletto, per gli atti e gli effetti del ricorso, presso la segreteria del consiglio di Stato.

 

          Art. 36. Art. 28 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [28]

     Fuori dei casi nei quali i termini siano fissati dalle leggi speciali relative alla materia del ricorso, il termine per ricorrere al consiglio di Stato in sede giurisdizionale è di giorni sessanta dalla data in cui la decisione amministrativa sia stata notificata nelle forme e nei modi stabiliti dal regolamento, il quale determinerà pure se e quali equipollenti della notificazione possano essere ammessi. Se il ricorrente ha dichiarato di accettare, a norma dell'art. 33, che l'affare sia proposto alla decisione del consiglio di Stato, il termine è di giorni trenta dalla data della dichiarazione [29] .

     Il ricorso è diretto al consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, e deve essere, nei termini suddetti, notificato tanto all'autorità dalla quale è emanato l'atto o il provvedimento impugnato, quanto alle persone alle quali l'atto o il provvedimento direttamente si riferisce, salvo la possibilità di rinnovare o integrare la notificazione, secondo le norme da stabilirsi col regolamento, nei casi di errore che dalla sezione sia ritenuto scusabile [30] .

     I termini per ricorrere e per controricorrere sono aumentati di trenta giorni, se le parti, o alcuna di esse, risiedono in altro Stato d'Europa, e di novanta, se risiedono fuori d'Europa.

     L'originale ricorso, con la prova delle eseguite notificazioni e coi documenti sui quali si fonda, deve essere dal ricorrente, entro trenta giorni successivi alle notificazioni medesime, depositato, insieme all'atto o provvedimento impugnato, nella segreteria del consiglio di Stato.

     I termini ed i modi prescritti in quest'articolo per la notificazione ed il deposito del ricorso debbono osservarsi a pena di decadenza.

 

          Art. 37. Art. 29 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [31]

     Nel termine di trenta giorni successivi a quello assegnato per il deposito del ricorso, l'autorità e le parti, alle quali il ricorso fosse stato notificato, possono presentare memorie, fare istanze, produrre documenti, e anche un ricorso incidentale, con le stesse forme prescritte per il ricorso.

     La notificazione del ricorso incidentale sarà fatta nei modi prescritti per il ricorso principale, presso il domicilio eletto, all'avvocato che ha firmato il ricorso stesso.

     L'originale del ricorso incidentale, con la prova delle eseguite notificazioni e coi documenti, deve essere depositato in segreteria nel termine di giorni dieci.

     Se colui che vuole produrre il ricorso incidentale risiede all'estero, il termine per la notificazione è aumentato nella misura indicata al capoverso secondo dell'art. 36.

     I termini e i modi prescritti nel presente articolo per la notificazione e il deposito del ricorso incidentale debbono osservarsi a pena di decadenza.

     Il ricorso incidentale non è efficace, se venga prodotto dopo che siasi rinunciato al ricorso principale, o se questo venga dichiarato inammissibile, per essere stato proposto fuori termine.

 

          Art. 38. Art. 30 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [32]

     Nei casi di urgenza, il presidente del consiglio di Stato, può abbreviare i termini prescritti per il deposito del ricorso stesso, per la presentazione e il deposito del ricorso incidentale.

     Per gravi motivi può anche prorogarli.

     Nell'uno e nell'altro caso, dovrà essere abbreviato o prorogato, in eguale misura, il termine per la presentazione delle memorie e la produzione dei documenti relativi al ricorso principale e a quello incidentale.

 

          Art. 39. Art. 31 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [33]

     I ricorsi in sede giurisdizionale non hanno effetto sospensivo. Tuttavia la esecuzione dell'atto o del provvedimento può essere sospesa per gravi ragioni, con decreto motivato, reso dalla sezione in camera di consiglio e senza discussione orale, sopra istanza del ricorrente.

     La reiezione della domanda di sospensione per motivi di rito o per altri di carattere pregiudiziale attinenti al ricorso non pregiudica la discussione e la decisione sulle questioni stesse in relazione al ricorso principale, da promuoversi secondo le norme che saranno stabilite nel regolamento.

 

          Art. 40. Art. 10 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [34]

     Le parti in causa o la pubblica amministrazione dovranno domandare, con separate istanze, ai presidenti delle sezioni contenziose, la fissazione dell'udienza per la discussione dei ricorsi. I ricorsi si avranno per abbandonati, se per il corso di due anni non sia fatto alcun atto di procedura.

 

          Art. 41. Art. 33 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 8, penultimo comma, e art. 11 regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [35]

     Nel giorno fissato per la discussione del ricorso, il consigliere incaricato fa, in udienza pubblica, la relazione dell'affare. Dopo la relazione, se le parti si facciano rappresentare da un avvocato, questo può essere ammesso a svolgere succintamente il proprio assunto.

     L'autorità che ha emanato il provvedimento impugnato, può farsi rappresentare dall'avvocatura erariale o da un commissario scelto fra i direttori od ispettori generali dei ministeri o tra i primi referendari o referendari del consiglio di Stato, che non siano addetti alla sezione.

     La polizia delle udienze, l'ordine della discussione e delle deliberazioni e la pronunciazione delle decisioni sono regolate dalle disposizioni del codice di procedura civile.

     Oltre i casi previsti in altre leggi, i ricorsi indicati al n. 6 dell'art. 27 e quelli indicati ai numeri 6 e 7 dell'art. 29 sono trattati e decisi in camera di consiglio, sulle memorie delle parti.

 

          Art. 42. Art. 34 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 62 del regio decreto 26 ottobre 1923, n. 2275 [36]

     I ricorsi principali e incidentali, le memorie, gli atti e i documenti che si producono in sede giurisdizionale, sono soggetti alle prescrizioni sancite nelle leggi sul bollo per gli affari da trattarsi in sede di giustizia amministrativa.

     Gli originali delle decisioni e dei provvedimenti giurisdizionali di qualsivoglia natura emessi dal consiglio di Stato sono esenti da bollo, ma le parti ricorrenti sono obbligate a pagare all'ufficio del registro, senza riguardo al numero dei fogli, una tassa di bollo di lire 40 per ciascun ricorso principale e di lire 18 per ciascuna domanda incidentale di sospensione, salvo rimborso a carico delle parti soccombenti che siano condannate alla rifusione delle spese. Le tasse suddette sono comprensive dell'addizionale.

     La presentazione dei ricorsi principali, compresi quelli per revocazione, e delle domande di sospensione si ha per non eseguita se non sia accompagnata dalla bolletta di ricevuta della tassa, indicata nel comma precedente. In caso di inadempimento a tale prescrizione la sezione, cui sono stati rimessi i ricorsi, ne dichiara in camera di consiglio la decadenza.

     La tassa è irripetibile anche in caso di rinuncia.

     Gli atti indicati nel presente articolo non sono soggetti a tassa di registro.

 

          Art. 43. Art. 35 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [37]

     Le decisioni in sede giurisdizionale, salvo il disposto dell'art. 45, sono prese con l'intervento di sette votanti a maggioranza assoluta di voti.

     Non possono prendere parte alle decisioni i consiglieri che avessero concorso a dar parere, nella sezione consultiva, sull'affare che forma oggetto di ricorso.

 

          Art. 44. Art. 36 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 12 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [38]

     Se la sezione, a cui è stato rimesso il ricorso, riconosce che l'istruzione dell'affare è incompleta, o che i fatti affermati nell'atto o provvedimento impugnato sono in contraddizione coi documenti, può richiedere all'amministrazione interessata nuovi schiarimenti o documenti: ovvero ordinare all'amministrazione medesima di fare nuove verificazioni, autorizzando le parti ad assistervi ed anche a produrre determinati documenti, ovvero disporre consulenza tecnica. [39]

     Nei giudizi di merito il consiglio di Stato può inoltre ordinare qualunque altro mezzo istruttorio, nei modi determinati dal regolamento di procedura.

     La decisione sui mezzi istruttori, compresa la consulenza tecnica, è adottata dal presidente della sezione o da un magistrato da lui delegato ovvero dal collegio mediante ordinanza con la quale è contestualmente fissata la data della successiva udienza di trattazione del ricorso. [40].

 

          Art. 45. Art. 37 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638; art. 13 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [41]

     Se il consiglio di Stato in sede giurisdizionale riconosce infondato il ricorso, lo rigetta. Se accoglie il ricorso per motivi di incompetenza, annulla l'atto e rimette l'affare all'autorità competente. Se accoglie il ricorso per altri motivi, nei casi previsti dall'art. 26 e dai numeri 1, 6 e 7 dell'art. 29, annulla l'atto o provvedimento, salvo gli ulteriori provvedimenti dell'autorità amministrativa; e negli altri casi, ove non dichiari inammissibile il ricorso, decide anche nel merito.

     La sezione, se rileva che il punto di diritto sottoposto al suo esame ha dato luogo o possa dar luogo a contrasti giurisprudenziali, con ordinanza emanata su richiesta delle parti o di ufficio, può rimettere il ricorso all'adunanza plenaria [42] .

     Prima della discussione il Presidente del Consiglio di Stato, su istanza delle parti o d'ufficio, può deferire all'adunanza plenaria qualunque ricorso che renda necessaria la risoluzione di questioni di massima di particolare importanza [43] .

     Le norme del procedimento sono determinate nel regolamento.

 

          Art. 46. Art. 38 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [44]

     Contro le decisioni delle sezioni è ammesso il ricorso di revocazione nei casi stabiliti dal codice di procedura civile.

 

          Art. 47. Art. 39 del testo unico 17 agosto 1907, n 638 [45]

     L'incompetenza per ragioni di materia può essere opposta e dichiarata in qualunque stato della causa. La sezione, avanti la quale pende il ricorso, può dichiararla anche di ufficio.

 

          Art. 48. Art. 40 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638

     Le decisioni pronunciate in sede giurisdizionale possono, agli effetti della legge 31 marzo 1877, n. 3761, essere impugnate con ricorso per cassazione. Tale ricorso tuttavia è proponibile soltanto per assoluto difetto di giurisdizione del consiglio di Stato.

 

          Art. 49. Art. 26 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [46]

     Dove le leggi speciali ammettono il ricorso alla IV sezione del consiglio di Stato, il giudizio del consiglio di Stato in sede giurisdizionale deve intendersi limitato alla sola legittimità, e dove ammettono il ricorso alla V sezione, deve intendersi che il giudizio predetto sia estensibile anche al merito.

 

Disposizioni transitorie e finali

 

          Art. 50. Comma secondo dell'art. 25 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [47]

     Nella prima attuazione dell'organico approvato con regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395, i posti di primo referendario al consiglio di Stato saranno conferiti a scelta del ministro dell'interno.

 

          Art. 51. Art. 206 del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395 [48]

     Agli attuali presidente e presidenti di sezione del consiglio di Stato sarà corrisposto, quando siano collocati a riposo e sino al compimento dei settantatré anni di età, un assegno personale pari alla differenza fra lo stipendio percepito prima dell'attuazione del regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395, aumentato dell'assegno temporaneo mensile di cui al regio decreto 12 novembre 1922, n. 1477, e dell'indennità di carica, e la pensione.

 

          Art. 52. Art. 10 regio decreto 7 gennaio 1923, n. 165 [49]

     Per il patrocinio dei ricorrenti presso il consiglio di Stato in sede giurisdizionale in quanto alle vertenze riguardanti gli affari delle nuove province, nulla è innovato a ciò che dispone l'art. 11 del regio decreto 22 luglio 1920, n. 1049.

     Resta però fermo quanto è prescritto dall'ultimo capoverso dell'art. 34 circa l'elezione del domicilio.

 

          Art. 53. Art. 27 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [50]

     Con regi decreti, a proposizione del ministro per l'interno, sentito il consiglio di Stato, saranno determinate le norme del procedimento da seguirsi avanti al consiglio di Stato e alla giunta provinciale amministrativa, in sede giurisdizionale, in quanto non siasi provveduto con la presente legge e sarà provveduto altresì a quanto altro possa occorrere per la esecuzione della legge medesima.

 

          Art. 54. Art. 28 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [51]

     Sono abrogate tutte le disposizioni contrarie alla presente legge.

 

          Art. 55. Art. 49 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638 [52]

     Un regolamento di servizio interno è approvato con decreto reale.

 

          Art. 56. Art. 30 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2840 [53]

     La presente legge andrà in vigore col 1° luglio 1924.


[1] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[2] Comma così sostituito dall'art. 4 della L. 24 marzo 1932, n. 270.

[3] Comma inserito dall'art. 4 della L. 24 marzo 1932, n. 270.

[4] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[5] Comma così sostituito dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672.

[6] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[7] Articolo sostituito dall'art. 4 del R.D.L. 6 febbraio 1939, n. 478 e abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[8] Articolo modificato dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672 e abrogato dall'art. 28 della L. 27 aprile 1982, n. 186.

[9] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[10] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[11] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[12] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[13] Comma così sostituito dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672.

[14] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[15] La Corte costituzionale, con sentenza 24 giugno 1958, n. 40, ha dichiarato l'illegittimità del presente comma.

[16] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[17] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[18] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[19] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[20] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[21] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[22] Comma abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[23] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[24] Comma così sostituito dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672.

[25] La Corte costituzionale, con sentenza 24 gennaio 1964, n. 1, ha dichiarato l'illegittimità del presente comma, in quanto il procedimento per la proposizione e la risoluzione del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica non assicura ai controinteressati la possibilità della tutela giurisdizionale.

[26] La Corte costituzionale, con sentenza 24 gennaio 1964, n. 1, ha dichiarato l'illegittimità del presente comma, in quanto il procedimento per la proposizione e la risoluzione del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica non assicura ai controinteressati la possibilità della tutela giurisdizionale.

[27] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[28] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[29] Comma così sostituito dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672.

[30] Comma così sostituito dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672.

[31] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[32] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[33] Articolo sostituito dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672 e abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[34] Articolo abrogato dall'art. II della L. 8 febbraio 1925, n. 88. L’art. II della L. 8 febbraio 1925, n.88 ha sostituito il presente articolo con l'art. 32 del testo unico 17 agosto 1907, n. 638.

[35] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[36] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[37] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[38] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[39] La Corte costituzionale, con sentenza 10 aprile 1987, n. 146, ha dichiarato l'illegittimità del presente comma, nella parte in cui, nelle controversie di impiego di dipendenti dello Stato e di enti, riservate alla giurisdizione esclusiva amministrativa, non consentono l'esperimento dei mezzi istruttori previsti negli articoli 421, comma 2 a 4. 422, 424 e 425, del c.p.c. novellati in virtù della legge 11 agosto 1973, n. 533. Comma così modificato dall'art. 16 della L. 21 luglio 2000, n. 205; la disposizione di modifica è stata abrogata dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[40] Comma aggiunto dall'art. 1 del R.D.L. 23 ottobre 1924, n. 1672 e così sostituito dall'art. 1 della L. 21 luglio 2000, n. 205.

[41] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[42] Comma così sostituito dall'art. 5 della L. 21 dicembre 1950, n. 1018.

[43] Comma così sostituito dall'art. 5 della L. 21 dicembre 1950, n. 1018.

[44] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[45] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[46] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[47] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[48] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[49] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[50] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[51] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[52] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.

[53] Articolo abrogato dall'art. 4 dell'Allegato 4 al D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104.