§ 4.7.20 - L.R. 16 settembre 1983, n. 81.
Istituzione del parco naturale dell'Adda Sud.


Settore:Codici regionali
Regione:Lombardia
Materia:4. assetto del territorio
Capitolo:4.7 parchi e riserve
Data:16/09/1983
Numero:81


Sommario
Art. 1.  Istituzione del parco.
Art. 2.  Confini.
Art. 3.  Ente di gestione.
Art. 4.  Statuto del consorzio.
Art. 5.  Direttore.
Art. 6.  Formazione del piano territoriale.
Art. 7.  Riserva naturale «Adda Morta».
Art. 8.  Comitato di coordinamento.
Art. 9.  Norme di salvaguardia.
Art. 10.  Norma transitoria.


§ 4.7.20 - L.R. 16 settembre 1983, n. 81. [1]

Istituzione del parco naturale dell'Adda Sud.

(B.U. 19 settembre 1983, n. 37, 2° suppl. ord.).

 

     Art. 1. Istituzione del parco.

     1. E' istituito il «Parco naturale dell'Adda Sud», ai sensi del titolo II, capo II, della legge regionale «Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l'istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale».

 

     Art. 2. Confini.

     1. Il parco comprende le aree delimitate nella planimetria in scala 1:25.000 (allegato A), così come descritte nell'allegato B, che formano parte integrante della presente legge.

     2. I confini del parco sono delimitati, a cura del consorzio di cui al successivo art. 3, da tabelle con la scritta «Parco Adda Sud», aventi le caratteristiche di cui all'art. 32 della predetta legge regionale.

 

     Art. 3. Ente di gestione.

     1. La gestione del parco è affidata ad un consorzio fra i comuni di: Abbadia Cerreto, Bertonico, Boffalora d'Adda, Camairago, Casaletto Ceredano, Castelnuovo Bocca d'Adda, Castiglione d'Adda, Cavacurta, Cavenago d'Adda, Cervignano d'Adda, Comazzo, Como Vecchio, Corte Palasio, Credera Rubiano, Crotta d'Adda, Formigara, Galgagnano, Gombito, Lodi, Mairago, Maccastorna, Maleo, Meleti, Merlino, Montanaso Lombardo, Montodine, Moscazzano, Pizzighettone, Ripalta Arpina, Rivolta d'Adda, S. Martino in Strada, Spino d'Adda, Turano Lodigiano, Zelo Buon Persico e la provincia di Cremona ed la provincia di Lodi [2].

     2. I comuni interessati funzionalmente all'attività del consorzio possono fare domanda di adesione allo stesso; su tale domanda si esprime l'assemblea consortile, a maggioranza assoluta dei suoi componenti.

 

     Art. 4. Statuto del consorzio.

     1. Lo statuto del consorzio deve prevedere:

     a) l'affidamento della direzione tecnica del parco ad un direttore;

     b) l'istituzione di un comitato scientifico;

     c) forme e modalità di periodica consultazione - anche attraverso la partecipazione, su invito del presidente del consorzio, senza voto deliberativo, alle riunioni dell'assemblea - delle associazioni culturali, naturalistiche, ricreative, venatorie e piscatorie operanti nella zona, nonché dei rappresentanti delle categorie economiche maggiormente interessate, ed in particolare di quelle agricole.

 

     Art. 5. Direttore.

     1. Il direttore del parco è nominato, per la durata di cinque anni, tra esperti provvisti dei necessari requisiti di professionalità e può essere confermato.

     2. La nomina è disposta dall'assemblea del consorzio, previo avviso pubblico e valutazione comparativa tra i candidati.

     3. Il direttore può essere altresì scelto per chiamata tra coloro che rivestono la carica di direttore di altro parco nazionale o regionale.

     4. Il direttore è membro di diritto del comitato scientifico e partecipa con voto consultivo alle riunioni del consiglio direttivo del consorzio.

 

     Art. 6. Formazione del piano territoriale.

     1. Il piano territoriale di coordinamento del parco è adottato dal consorzio entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge ed è approvato secondo le modalità previste dall'art. 19 della legge regionale di cui al precedente art. 1.

 

     Art. 7. Riserva naturale «Adda Morta».

     1. Il consorzio gestisce anche la riserva naturale «Adda Morta», istituita ai sensi dell'art. 37 della legge regionale di cui al precedente art. 1.

 

     Art. 8. Comitato di coordinamento.

     1. Al fine di realizzare un'unitarietà di pianificazione e di gestione con il territorio del parco dell'Adda Nord, è costituito, entro 30 giorni dalla data di costituzione dei relativi consorzi, un comitato di coordinamento composto da:

     - l'assessore regionale competente, o suo delegato, che svolge le funzioni di presidente;

     - i presidenti dei consorzi dei parchi dell'Adda Nord e Adda Sud.

     2. Le funzioni di segreteria sono svolte da un funzionario del «Servizio tutela ambiente naturale e parchi» della giunta regionale.

     3. Compete al comitato:

     - assicurare la coerenza e la compatibilità tra le previsioni dei relativi piani territoriali di coordinamento, nonché dei piani di gestione e dei regolamenti d'uso;

     - coordinare l'attività dei consorzi;

     - esprimere parere alla giunta regionale, quando richiesto, sugli atti che interessino il territorio dei due parchi.

 

     Art. 9. Norme di salvaguardia.

     1. Fatte salve le disposizioni più restrittive previste dagli strumenti urbanistici vigenti o da altre leggi regionali, all'interno del perimetro del parco, fino alla data di pubblicazione della proposta del piano territoriale e comunque per non oltre tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, si applicano le norme di salvaguardia di cui ai successivi commi [3].

     2. Nelle zone agricole è consentita la costruzione delle sole strutture edilizie strettamente pertinenti la conduzione di fondi agricoli, nel rispetto delle disposizioni di cui alla L.R. 7 giugno 1980, n. 93, limitatamente ad imprese agricole che abbiano le seguenti caratteristiche:

     - imprese con attività diretta esclusivamente alla coltivazione del fondo e/o alla silvicoltura;

     - imprese dedite ad allevamento di bovini, equini, ovini, ovvero ad allevamenti avicoli o cunicoli, che dispongano per l'attività di allevamento di almeno un ettaro di terreno agricolo per ogni 40 quintali di peso vivo di bestiame;

     - imprese debite all'allevamento di suini, che dispongano per l'attività di allevamento di almeno un ettaro di terreno agricolo per ogni 20 quintali di peso vivo di bestiame.

     3. Le imprese di cui al comma precedente possono altresì esercitare attività di trasformazione dei prodotti, purché le materie prime trasformate provengano per almeno 2/3 dall'attività di coltivazione del fondo o di allevamento.

     4. All'esterno del perimetro dei centri edificati di cui alla legge 22 ottobre 1971, n. 865, non sono consentiti:

     a) la costruzione di recinzioni delle proprietà se non con siepi, salve le recinzioni temporanee a protezione delle aree di nuova piantagione e quelle strettamente pertinenti ad insediamenti edilizi, urbani ed agricoli, per le quali è comunque richiesta la concessione edilizia;

     b) la chiusura dei sentieri pubblici o di uso pubblico;

     c) la chiusura degli accessi ai corpi d'acqua;

     d) l'ammasso anche temporaneo di materiali di qualsiasi natura all'esterno delle aree di pertinenza degli insediamenti produttivi o dei cantieri nei quali tali materiali vengono utilizzati, fatta eccezione per l'ammasso di stallatico in attesa di interramento per la normale pratica agronomica;

     e) l'apposizione di cartelli e manufatti pubblicitari di qualunque natura e scopo, esclusa la segnaletica per il servizio del parco e quella viaria e turistica.

     5. Su tutto il territorio del parco è comunque vietato:

     a) il livellamento dei terrazzamenti e dei declivi;

     b) il transito con mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali e comunali e dalle strade vicinali gravate da servitù di pubblico passaggio, fatta eccezione per i mezzi di servizio e per quelli occorrenti all'attività agricola e forestale;

     c) l'allestimento e l'esercizio di impianti fissi e di percorsi e tracciati per attività sportive da esercitarsi con mezzi motorizzati;

     d) la distruzione o l'alterazione di zone umide, quali paludi, torbiere, stagni, lanche, fontanili, fasce marginali dei fiumi e dei laghi, ivi comprese le praterie ed i boschi inondati lungo le rive;

     e) per i natanti da diporto aventi propulsione a motore, superare la velocità di 10 km/h;

     f) nelle lanche e nelle mortizze, la navigazione a motore.

     6. Gli interventi anche di carattere colturale che comportino alterazioni alla morfologia del terreno, ovvero trasformazioni dell'uso dei suoli anche non boscati, fatte salve le normali rotazioni agricole - ivi compresa la coltura del pioppo - sono soggetti alla disciplina prevista dall'art. 6 della L.R. 27 gennaio 1977, n. 9.

     7. E' vietata l'apertura di nuove cave.

     8. E' vietata l'attivazione di nuove discariche di qualsiasi tipo, salvo quelle a scopo di bonifica o di ripristino ambientale; che possono essere autorizzate, sentito il consorzio del parco, dalla data della formazione dei suoi organi.

     9. L'allestimento dei campeggi stabili è disciplinato dalla L.R. 10 dicembre 1981, n. 71.

     10. E' vietato l'allestimento e l'ampliamento dei villaggi turistici, di cui alla L.R. 10 dicembre 1981, n. 71.

 

     Art. 10. Norma transitoria.

     1. Fino alla data di elezione del presidente del consorzio, le competenze allo stesso attribuite dalla L.R. 27 gennaio 1977, n. 9, come integrate dal sesto comma del precedente art. 9, spettano al presidente della giunta regionale.

 

 

Allegato A

 

Planimetria in scala 1:25.000

 

     (Omissis).

 

 

Allegato B

 

Istituzione del parco naturale Adda Sud

 

Relazione descrittiva dei confini

 

     Il parco dell'Adda Sud è compreso tra i confini amministrativi settentrionali dei comuni di Comazzo (MI) e Rivolta d'Adda (CR) e il fiume Po.

     La descrizione dei confini procede lungo la sponda destra (occidentale) da nord a sud, lungo la sponda sinistra (orientale) da sud a nord.

 

A) Sponda destra (descrizione nord-sud)

     Comazzo - Si segue la sponda sinistra del canale Muzza fino alla S.P. 181 e si procede sulla strada stessa fino al confine amministrativo con Merlino, che si segue fino al canale in direzione est-ovest verso Merlino.

     Merlino - Proseguendo in direzione est-ovest, si piega poi verso sud attraverso segmenti irregolari e si raggiunge il confine comunale con Zelo Buon Persico.

     Zelo Buon Persico - Si raggiunge la strada statale Paullese - seguendo la strada vicinale proveniente da Merlino - e si prosegue lungo la stessa fino alla congiunzione con la vecchia paullese (ora strada urbana), prendendo poi verso sud la strada comunale per Casorate, si esclude Casorate e si raggiunge l'orlo del terrazzo fluviale lasciando all'esterno Mignete; si include Villa Pompeiana, attraverso confini di mappali in direzione nord-sud, fino alla S.P. 138 che si segue in direzione est fino alla S.P. 16, che si segue fino al confine comunale.

     Cervignano d'Adda - Si segue la S.P. 16 fino al confine comunale.

     Galgagnano - Si segue la S.P. 16, si esclude il nucleo edificato e si riprende la strada provinciale fino al confine amministrativo.

     Montanaso Lombardo - Dalla strada provinciale si prosegue sull'orlo del terrazzo fluviale, escludendo la frazione di Arcagna e il centro edificato di Montanaso, ritornando sulla S.P. 16 in direzione ovest; si riprende poi la provinciale fino alla frazione S. Grato di Lodi.

     Lodi - Da S. Grato si prosegue in direzione sud-est, attraverso confini di mappali, parallelamente alla vecchia via Emilia, fino ad includere il Convento del Carmelo; si piega a nord lungo la strada comunale fino alla S.P. 202; si devia ad est-sud est, attraverso linee di mappali e lungo strade di nuova urbanizzazione; attraverso segmenti irregolari, si piega a sud fino alla vecchia via Emilia.

     Si prosegue per via Defendente ed il suo prolungamento, fino a raggiungere la nuova tangenziale interna in progetto, con direzione sud- ovest fino alla strada «Vecchia Cremonese», che segue l'orlo del terrazzo fluviale; la delimitazione comprende la zona vecchia e bassa di Lodi; si prosegue sulla vecchia cremonese fino al deposito dell'Astem (Azienda Municipalizzata Servizi) che viene escluso; si raggiunge poi la roggia «Molina», si esclude la frazione Olmo e, attraverso confini di mappale, si raggiunge di nuovo la sede della vecchia strada cremonese fino al confine comunale.

     S. Martino in Strada - Lungo una strada campereccia, si raggiunge il meandro dell'Adda Morta e il confine comunale.

     Corte Palasio - Si prosegue sull'orlo del terrazzo fluviale, che coincide con il confine del comune di S. Martino in Strada.

     Cavenago d'Adda - Dall'orlo del terrazzo fluviale, lungo confini di mappali, si raggiunge la S.P. 26 e si procede lungo la S.P. 169 per Cavenago; alle prime edificazioni (capannone), si esclude il nuovo nucleo edificato fino alla strada per il cimitero e successivamente il nucleo edificato lungo limiti di mappali fino ad incrociare la S.P. 237 per Turano; attraverso strade campestri si raggiunge il confine comunale con Mairago.

     Mairago - Attraverso strade di campagna in direzione sud-sud-est, si raggiunge il confine con Turano Lodigiano, che si segue per un tratto.

     Turano Lodigiano - Si prosegue lungo una strada campestre in direzione sud-est fino alla S.P. 237; si esclude l'abitato e, attraverso linee di mappali, si raggiunge un canale di irrigazione in direzione est-sud-est fino al confine amministrativo.

     Bertonico - Si prosegue sulla strada per un'azienda agricola in direzione nord-est, escludendo l'azienda stessa e, attraverso strade campestri e limiti di mappali, si prende la direzione sud; si esclude l'abitato di Bertonico fino alla S.P. 192, si supera il canale Muzza e si segue il confine amministrativo.

     Castiglione d'Adda - Si segue la vecchia sede stradale Turano- Castiglione, costeggiando il cimitero (incluso); si esclude il nucleo edificato fino a raggiungere la S.S. 591 (Cremasca), si procede in direzione sud lungo la nuova circonvallazione fino a raggiungere la vecchia strada per Camairago; deviando verso est ed escludendo i nuovi insediamenti produttivi, si ritorna sulla S.P. 26 e la si segue fino al confine comunale.

     Camairago - Si procede sulla S.P. 26 fino al bivio con la vecchia sede della S.P. 26, che si segue fino al confine comunale con Cavacurta.

     Cavacurta - Sempre lungo il vecchio tracciato della S.P. 26, si esclude lungo limiti di mappali il centro edificato e, mediante una spezzata, si include il vecchio monastero e la chiesa; si prosegue lungo l'orlo del terrazzo fluviale in direzione sud fino al confine comunale, congiungendosi con la vecchia sede della strada per Maleo.

     Maleo - Attraverso limiti di mappali si esclude la discarica comunale e, in direzione sud, si raggiunge la ferrovia Pavia-Cremona, seguendola in direzione nord-est; attraverso linee di mappali in direzione sud-est, si incrocia la S.S. 234 (Codognese) e si esclude l'abitato fino a raggiungere la vecchia sede della strada Maleo-Castelnuovo; si prosegue fino ad incrociare la S.P. 27 e poi fino al confine comunale.

     Cornovecchio - Il confine del parco coincide con la S.P. 27.

     Meleti - Si prosegue lungo la S.P. 27 fino al terrazzo fluviale, si devia lungo la strada agricola in direzione nord-est, escludendo un'azienda agricola, si costeggia il terrazzo fluviale e, attraverso limiti di mappali in direzione est, si raggiunge il confine comunale.

     Maccastorna - E' interamente compreso nel parco.

     Castelnuovo Bocca d'Adda - Attraverso linee di mappali in direzione est, si raggiunge la S.P. 243 e la si segue fino ad incrociare il canale Tosi; lungo il canale (incluso), si raggiunge l'argine maestro del fiume Po; lungo l'argine stesso in direzione nord-est, si arriva al confine con la provincia di Cremona.

 

B) Sponda sinistra (descrizione sud-nord)

     Crotta d'Adda - Dal confine provinciale, proseguendo lungo l'argine del Po, si raggiunge il confine comunale ad est, rappresentato dalla roggia «Riglio», fino ad incontrare in direzione nord il canale navigabile, che si costeggia lungo la sponda sud fino al confine comunale.

     Pizzighettone - Sempre lungo il canale navigabile, si incrocia il canale «Roggione», che si segue in direzione nord-ovest; attraverso linee di mappali in direzione nord, si incrocia il cavo Grossi, lo si costeggia in direzione nord-nord-ovest fino ad incrociare la nuova S.P. 234; si segue quest'ultima in direzione ovest, quindi si devia in direzione nord escludendo lo stabilimento Pirelli e, attraversando la ferrovia, si raggiunge la vecchia sede della strada statale; si prosegue sulla strada statale in direzione ovest, si entra nell'abitato fino a raggiungere le vecchie mura, che si costeggiano in direzione nord, fino al «Serio morto» che si segue fino alla strada per Ferie; si prosegue in direzione nord lungo la strada stessa escludendo le cascine Crocetta e Toirazza; si ritorna poi sulla sede stradale fino al confine comunale, includendo la frazione di Ferie.

     Formigara - In direzione nord si segue il confine comunale con S. Bassano fino ad incrociare la strada per S. Bassano, che si segue in direzione ovest fino al limite del centro edificato; si piega poi a nord secondo limiti di mappali, fino a raggiungere la roggia Archetta; si segue la roggia stessa in direzione ovest fino ad incrociare l'orlo del terrazzo fluviale che si segue verso nord, abbandonandolo poi attraverso linee di mappali, per raggiungere la roggia Pallavicina in direzione di Cornaleto; il confine del parco piega a nord sulla strada per Trecca fino al confine comunale.

     Gombito - Si prosegue sulla strada per Trecca, si esclude tale frazione e si raggiunge l'orlo del terrazzo fluviale verso ovest; si segue l'orlo stesso per circa 1 km e si prosegue a nord, lungo limiti di mappali, fino a raggiungere la roggia Bocchello, coincidente con il confine comunale con Castelleone.

     Ripalta Arpina - Si costeggia il confine comunale in direzione nord attraversando lo stretto corridoio di circa 350 m che si protende verso l'Adda; il confine del parco prosegue a ovest lungo una strada campereccia fino alla cascina Saragozza, che coincide con il confine comunale di Montodine.

     Montodine - Si prosegue per la strada che collega la cascina Saragozza con Montodine e, attraverso limiti di mappali, si esclude il centro edificato, incrociando la strada per Gombito e la statale per Castiglione d'Adda; si piega poi a nord fino a raggiungere il fiume Serio, che si segue fino ad incrociare la vecchia strada per Moscazzano, fino al confine comunale.

     Moscazzano - Si segue la vecchia strada Montodine-Moscazzano fino ad incrociare la nuova strada provinciale per Credera, si include la villa con parco posto ai confini dell'abitato oltre la strada provinciale, che poi si segue fino al confine comunale.

     Credera Rubbiano - Si segue la strada per Credera fino ad incrociare la vecchia sede, si devia quindi verso ovest attraverso limiti di mappali, si esclude la frazione Rovereto e in direzione nord si raggiunge l'abitato di Credera; si piega poi ad ovest per 150 m e si ritorna a sud fino alla strada campereccia in direzione ovest; si prosegue ancora ad ovest, si piega poi a nord lungo il canale irriguo fino alla strada Robbiano-Ca' de' Vaghi; si segue infine l'orlo del terrazzo fluviale fino alla strada per Casaletto Ceredano, arrivando al confine comunale.

     Casaletto Ceredano - Si prosegue lungo la strada Credera-Casaletto, deviando ad ovest per escludere l'abitato, fino alla strada per Abbadia Cerreto e al confine comunale e provinciale.

     Abbadia Cerreto - Si segue il percorso della S.P. 124 fino al confine comunale.

     Corte Palasio - Si segue la S.P. 124, includendo completamente il centro edificato di Corte Palasio; si prosegue lungo la strada provinciale fino alla frazione Cadilana, escludendola, e si arriva al confine comunale.

     Lodi - Il confine del parco coincide con la strada comunale per Fontana, escludendo i depositi dell'azienda pubblica autostrasporti; si segue poi una linea spezzata lungo limiti di mappali, fino alla strada comunale in direzione sud-ovest; si esclude la parte di vecchia edificazione e, deviando verso ovest, si segue la via comunale parallela all'Adda, fino al bivio per Boffalora d'Adda, si costeggia la strada per Boffalora e si prende poi la strada interaziendale in direzione nord e quindi nord-ovest fino ad incrociare la strada per Boffalora (S.P. 25) che si segue fino al confine comunale.

     Boffalora d'Adda - Abbandonando la S.P. 25 per escludere l'abitato, si raggiunge il confine con la provincia di Cremona riprendendo nuovamente la S.P. 25.

     Spino d'Adda - Si segue la S.P. 25 per Spino d'Adda, abbandonandola per escludere l'adiacente azienda agricola e riprendendola poi fino all'edificazione di Spino, che si esclude attraverso limiti di mappali in direzione prima ovest e poi nord, fino a raggiungere la SS. 415; si devia verso nord attraverso strade comunali ed interaziendali, si costeggia l'orlo del terrazzo fluviale fino a raggiungere il confine con la provincia di Milano, che si segue fino a raggiungere il confine comunale con Rivolta d'Adda.

     Rivolta d'Adda - Si segue il confine provinciale fino all'altezza della strada campereccia per la cascina Capannone e si devia verso est fino alla strada per Rivolta d'Adda, che si segue fino all'abitato; si piega ad ovest in direzione della cascina Dosso, intersecando la roggia Legazzo; si prosegue a nord per strade camperecce fino a raggiungere la strada per Trucazzano all'altezza di Villa del Sole; lungo la stessa strada, si piega ad est per circa 600 m, si riprende a nord una strada campereccia in direzione della cascina Rampino; lungo strade camperecce verso nord-est si raggiunge la cascina Pescia quindi si prosegue a nord per 500 m e in seguito ad est e si attraversa la strada per Cassano all'altezza della cascina Rancata; si prosegue ad est lungo la strada di Pandina, che indica il confine con la provincia di Bergamo; si segue tale confine fino al punto di intersezione fra le province di Bergamo, Cremona e Milano.

 

 


[1] Abrogata dall'art. 205 della L.R. 16 luglio 2007, n. 16.

[2] Così modificato dall'art. 2, 2° comma, della L.R. 19 gennaio 1996, n. 1.

[3] Termine modificato dalla L.R. 22 aprile 1988, n. 19.