§ 95.26.21 - D.Lgs.C.P.S. 29 marzo 1947, n. 143 .
Istituzione di una imposta straordinaria progressiva sul patrimonio.


Settore:Normativa nazionale
Materia:95. Tributi
Capitolo:95.26 tributi diversi
Data:29/03/1947
Numero:143


Sommario
Art. 1.      E' istituita un'imposta straordinaria progressiva sul patrimonio complessivo posseduto da ciascun contribuente alla data del 28 marzo 1947
Art. 2.  [3]
Art. 3.  [4]
Art. 4.      I beni indivisi sono ripartiti, agli effetti dell'imposta straordinaria, nelle quote spettanti ai singoli aventi diritto, secondo il disposto dall'art. 1101 del codice [...]
Art. 5.  [5]
Art. 6.      Si considerano esistenti nello Stato
Art. 7.  [6]
Art. 8.  [7]
Art. 9.  [8]
Art. 10.  [9]
Art. 11.  [10]
Art. 12.  [11]
Art. 13.      Nel caso di terreni dati in affitto, l'accertamento, mediante l'applicazione al reddito agrario iscritto in catasto dei coefficienti previsti nel secondo comma dell'art. [...]
Art. 14.  [12]
Art. 15.  [13]
Art. 16.      I crediti si valutano al loro importo nominale
Art. 17.  [14]
Art. 18.  [15]
Art. 19.  [16]
Art. 20.  [17]
Art. 20 bis.  [18]
Art. 21.  [19]
Art. 22.  [20]
Art. 23.  [21]
Art. 24.  [22]
Art. 25.  [23]
Art. 26.  [24]
Art. 26 bis.  [25]
Art. 27.  [26]
Art. 28.  [27]
Art. 29.  [28]
Art. 30.  [29]
Art. 31.      Le società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice, a garanzia limitata, le società di fatto, le associazioni ed enti sono tenuti a dichiarare all'Ufficio [...]
Art. 32.      La dichiarazione deve indicare
Art. 33.  [30]
Art. 34.      Ai fini della liquidazione provvisoria, i cespiti assoggettati all'imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947 possono essere dichiarati per un valore non inferiore [...]
Art. 35.      La nuda proprietà ed i diritti di usufrutto, uso ed abitazione possono essere dichiarati per un valore non inferiore a quello risultante dalla ripartizione, operata in [...]
Art. 36.      Le azioni non quotate in borsa e le quote di partecipazione in società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice, a garanzia limitata, in società di fatto, [...]
Art. 37.      Tutti i cespiti non indicati negli articoli 34, 35 e 36 sono dichiarati per il valore da determinarsi in conformità alle disposizioni del capo IV del presente decreto
Art. 38.      Per quanto riguarda le passività, la dichiarazione deve indicare
Art. 39.      A richiesta dell'Ufficio distrettuale, il contribuente deve presentare le copie o gli estratti, in carta semplice, dei documenti indicati all'art. 38, lettere a) e b)
Art. 40.      Tutti coloro che, nel quinquennio anteriore all'anno di entrata in vigore del presente decreto, abbiano prestato la loro opera per l'acquisto di titoli ed altri beni [...]
Art. 41.      Per quanto non previsto nel presente decreto, si applicano, per la dichiarazione ai fini dell'imposta straordinaria, le disposizioni valevoli per la dichiarazione ai [...]
Art. 42.      Il contribuente che dichiari, ai fini dell'imposta straordinaria sul patrimonio, cespiti non dichiarati ai fini dell'imposta ordinaria sul patrimonio e delle imposte sui [...]
Art. 43.      L'Ufficio distrettuale delle imposte dirette, nella cui circoscrizione trovasi il Comune in cui il contribuente ha il suo domicilio fiscale, è competente per [...]
Art. 44.  [31]
Art. 45.  [32]
Art. 46.  [33]
Art. 47.      Per la riscossione dell'imposta straordinaria progressiva si applicano le disposizioni vigenti per la riscossione dell'imposta di ricchezza mobile
Art. 48.  [34]
Art. 49.  [35]
Art. 50.      E' ammesso il pagamento in buoni del tesoro ordinari, al valore nominale, con deduzione dello sconto al giorno del versamento
Art. 51.  [36]
Art. 52.      L'Amministrazione finanziaria può, in qualsiasi momento, disporre d'ufficio il riscatto della imposta straordinaria sul patrimonio, quando vi sia fondato motivo che [...]
Art. 53.  [37]
Art. 54.  [38]
Art. 55.      Colui che, pur avendo un patrimonio che non raggiunge il minimo imponibile, è tuttavia tenuto a presentare la dichiarazione ai sensi dell'art. 30, incorre, ove la [...]
Art. 56.  [39]
Art. 57.      I contribuenti che impediscono ai funzionari ed ai Collegi giudicanti l'esercizio delle facoltà indicate all'art. 44 sono soggetti alla pena pecuniaria da L. 2000 a L. [...]
Art. 58.      Il contribuente che non presenti l'inventario previsto nell'art. 33, lettera g), o lo presenti in modo incompleto od infedele incorre nell'ammenda da L. 15.000 a L. 5 [...]
Art. 59.      Le società, associazioni ed enti che non ottemperino agli obblighi fissati dal presente decreto sono soggette alle sanzioni non di carattere penale previste nei [...]
Art. 60.  [40]
Art. 61.      L'azione della Finanza, per la rettifica delle dichiarazioni presentate dai contribuenti per l'imposta straordinaria sul patrimonio, si prescrive entro il 31 dicembre [...]
Art. 62.      I funzionari dell'Amministrazione delle imposte, i componenti dei Collegi giudicanti e tutti coloro che, secondo le rispettive attribuzioni, intervengono [...]
Art. 63.  [41]
Art. 64.  [42]
Art. 65.  [43]
Art. 66.  [44]
Art. 67.  [45]
Art. 67 a)  [47]
Art. 67 b)  [48]
Art. 67 c).  [49]
Art. 67 d).  [50]
Art. 67 e).  [51]
Art. 67 f).  [52]
Art. 67 g).  [53]
Art. 67 h).  [54]
Art. 67 i).  [55]
Art. 67 l).  [56]
Art. 67 m).  [57]
Art. 67 n).  [58]
Art. 67 o).  [59]
Art. 68.  [61]
Art. 69.      Gli Uffici distrettuali delle imposte dirette procedono alla liquidazione dell'imposta dovuta ai sensi dell'articolo precedente senza notificazione ai contribuenti
Art. 70.      Qualora, alla data di entrata in vigore del presente decreto, non esista un valore definitivamente accertato per il 1947 ai fini dell'imposta ordinaria sul patrimonio, [...]
Art. 71.      Gli enti di qualsiasi specie e le società commerciali tenuti al pagamento dell'imposta prevista nell'art. 68 sulle obbligazioni e sugli altri titoli di credito da essi [...]
Art. 72.  [62]
Art. 73.      Per quanto non è previsto nel presente Titolo, si applicano le disposizioni del regio decreto-legge 12 ottobre 1939, n. 1529, convertito nella legge 8 febbraio 1940, n. [...]
Art. 73 bis.  [63]
Art. 74.      L'imposta ordinaria sul patrimonio, istituita con il regio decreto-legge 12 ottobre 1939, n. 1529, convertito nella legge 8 febbraio 940, n. 100, è soppressa con [...]
Art. 75.  [65]
Art. 76.      E' autorizzata l'iscrizione nello stato di previsione della spesa del Ministero delle finanze e tesoro delle somme occorrenti per le spese inerenti all'applicazione [...]
Art. 76 bis.  [66]
Art. 77.  [67]


§ 95.26.21 - D.Lgs.C.P.S. 29 marzo 1947, n. 143 [1] .

Istituzione di una imposta straordinaria progressiva sul patrimonio.

(G.U. 29 marzo 1947, n. 73, S.O.)

 

 

Titolo I

 

IMPOSTA STRAORDINARIA PROGRESSIVA SUL PATRIMONIO DELLE PERSONE FISICHE [2]

 

Capo I

 

SOGGETTI PASSIVI DELL'IMPOSTA

 

     Art. 1.

     E' istituita un'imposta straordinaria progressiva sul patrimonio complessivo posseduto da ciascun contribuente alla data del 28 marzo 1947.

 

          Art. 2. [3]

     Sono soggette all'imposta straordinaria progressiva le persone fisiche.

     Gli enti collettivi sono soggetti ad una imposta straordinaria proporzionale.

 

          Art. 3. [4]

     Ai fini dell'imposta straordinaria progressiva, si considerano nel patrimonio del marito i beni acquistati dalla moglie, a titolo oneroso, dopo il 28 marzo 1937.

     Agli stessi fini si considerano nel patrimonio del marito le azioni intestate al nome della moglie in occasione della nominatività obbligatoria dei titoli azionari, disposta dal regio decreto-legge 25 ottobre 1941, n. 1148, convertito nella legge 9 febbraio 1942, n. 96.

     E' fatta eccezione per i beni per i quali sia dimostrato che l'acquisto rappresenta trasformazione di beni posseduti dalla moglie anteriormente a detta data, o acquisiti successivamente a titolo gratuito, ovvero investimenti di redditi propri, conseguiti durante il matrimonio, o di capitali provenienti da accensione di debiti.

     Ai medesimi fini, si considerano nel patrimonio degli ascendenti i beni da essi ceduti ai discendenti dopo il 28 marzo 1937, quando la cessione dipenda:

     a) da trasferimenti a titolo gratuito, esclusi quelli effettuati per costituzione di dote o per costituzione di patrimonio ecclesiastico o per fare altra assegnazione ai discendenti per causa di seguito matrimonio;

     b) da trasferimenti a titolo oneroso, salvo non sia dimostrato che l'acquisto rappresenta trasformazione di beni posseduti dall'acquirente anteriormente alla data predetta o acquisiti successivamente a titolo gratuito, ovvero investimento di redditi propri o di capitali provenienti da accensioni di debiti.

     Ai medesimi fini si considerano nel patrimonio del padre le azioni intestate al nome dei figli in occasione della nominatività obbligatoria dei titoli azionari disposta dal regio decreto-legge 25 ottobre 1941, n. 1148, convertito nella legge 9 febbraio 1942, n. 96, salvo non sia dimostrato che le azioni erano state acquistate dal figlio - a titolo gratuito o a titolo oneroso - prima della conversione.

     Quando si fa luogo al cumulo previsto nel presente articolo, il contribuente ha il diritto di rivalersi, verso gli intestatari dei beni cumulati, della quota proporzionale d'imposta afferente i beni medesimi.

 

          Art. 4.

     I beni indivisi sono ripartiti, agli effetti dell'imposta straordinaria, nelle quote spettanti ai singoli aventi diritto, secondo il disposto dall'art. 1101 del codice civile.

     Il patrimonio costituito da beni dotali e considerato di spettanza della moglie.

 

Capo II

 

OGGETTO DELL'IMPOSTA

 

          Art. 5. [5]

     L'imposta straordinaria è dovuta, tanto dal cittadino quanto dallo straniero, sul patrimonio costituito da beni esistenti nello Stato.

     Il cittadino italiano residente in Italia deve l'imposta anche sul patrimonio costituito da beni esistenti fuori dello Stato e da titoli emessi all'estero, salva l'applicazione delle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni. In ogni caso i beni esistenti fuori dello Stato ed i titoli emessi all'estero si computano nel patrimonio del cittadino al fine della determinazione della aliquota.

 

          Art. 6.

     Si considerano esistenti nello Stato:

     1) i terreni ed i fabbricati situati nel territorio dello Stato ed i diritti reali sui medesimi;

     2) i beni facenti parte di aziende industriali commerciali ed agricole a carattere individuale, che siano situati nel territorio dello Stato;

     3) le quote e le azioni di società italiane, nonché le obbligazioni ed ogni altro titolo di credito emesso in Italia dalle società stesse, dallo Stato, dalle Amministrazioni dello Stato, dalle Province, dai Comuni od altri enti italiani, dovunque posseduti, dal cittadino o dallo straniero;

     4) le quote di comproprietà di navi italiane;

     5) i crediti che fanno carico a debitori domiciliati nello Stato;

     6) i capitali comunque investiti nello Stato, o inscritti negli uffici ipotecari dello Stato;

     7) i buoni postali fruttiferi, i depositi a risparmio ed i conti correnti presso aziende, casse di risparmio, postali ed ordinarie, e presso altri istituti di credito e banche, che siano stati raccolti nel territorio dello Stato;

     8) i biglietti dello Stato italiano, i biglietti a corso legale della Banca d'Italia e quelli emessi in lire dal Governo Militare Alleato, ovunque si trovano;

     9) i diritti di autore, nonché i brevetti, i modelli di utilità, i marchi di fabbrica e simili, iscritti nei pubblici registri dello Stato, limitatamente al valore corrispondente ai diritti di sfruttamento nello Stato;

     10) i gioielli appartenenti a cittadini italiani;

     11) i quadri, gli arazzi, le statue, i tappeti, le porcellane, le stampe, le medaglie e simili, posseduti nel territorio dello Stato;

     12) tutti gli altri beni situati nel territorio dello Stato ed i titoli che rappresentano beni reali situati nel territorio stesso.

 

Capo III

 

ESENZIONI

 

          Art. 7. [6]

     Sono esenti dall'imposta straordinaria gli agenti diplomatici di cittadinanza straniera, purché esista reciprocità di trattamento da parte dello Stato che rappresentano, ed i consoli ed agenti consolari di cittadinanza straniera, in quanto non esercitino una industria o un commercio in Italia e non siano amministratori di aziende commerciali, sempre che esista reciprocità di trattamento da parte dello Stato da cui dipendono e salvo le speciali convenzioni consolari.

 

          Art. 8. [7]

     Sono esenti dall'imposta straordinaria sul patrimonio i seguenti cespiti:

     1) i capitali corrispondenti a contributi che, per legge o per contratto, siano stati versati a Casse di previdenza, o di soccorso, istituite contro i rischi di malattia, infortuni, vecchiaia ed invalidità; a Casse di previdenza o Casse di pensioni per gli impiegati privati, od a Casse di pensione per vedove o orfani, contemplate alle lettere c) ed f) dell'art. 2 del regio decreto-legge 29 aprile 1923, n. 966:

     2) i capitali corrispondenti a rendite vitalizie o ad altre rendite di carattere temporaneo:

     3) il prezzo di riscatto delle somme assicurate sulla vita, fatta eccezione per i contratti di assicurazione a premio unico, stipulati dopo il 10 giugno 1940;

     4) le chiese ed ogni altro edificio destinato al culto, col mobilio, gli arredi sacri, i reliquari e qualunque altro oggetto servente al culto medesimo;

     5) i titoli del Prestito della Ricostruzione, autorizzato con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 28 ottobre 1946, n. 262, che non siano stati convertiti in titoli 5 per cento;

     6) le cose mobili, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnografico, quando facciano parte di collezioni o serie notificate ai sensi dell'art. 5 della legge 1° giugno 1939, n. 1089, oppure siano soggette a pubblico uso o godimento;

     7) le rendite dei benefici ecclesiastici maggiori e minori.

 

Capo IV

 

VALUTAZIONE

 

          Art. 9. [8]

     I terreni si valutano in base ai valori medi del periodo 15 luglio 1946-31 marzo 1947, mediante applicazione al reddito imponibile dominicale, risultante dalla revisione disposta con il regio decreto-legge 4 aprile 1939, n. 589, convertito nella legge 29 giugno 1939, n. 976, di coefficienti stabiliti dalla Commissione censuaria centrale.

     Le scorte dei terreni agrari, anche se dati in affitto, si valutano in base ai valori medi del periodo 1° luglio 1946-31 marzo 1947, mediante applicazione ai redditi imponibili agrari iscritti in catasto, depurati della parte corrispondente al lavoro direttivo, di coefficienti stabiliti dalla Commissione suddetta.

     Quando le scorte sono di spettanza del proprietario e del colono, la quota di reddito agrario da attribuirsi al colono è determinata dall'Ufficio distrettuale delle imposte, salvo ricorso alle Commissioni amministrative.

     I fabbricati si valutano in base ai valori medi del periodo 15 luglio 1946-31 marzo 1947, mediante applicazione alla loro consistenza di coefficienti determinati dalla Commissione censuaria centrale.

     Le aree fabbricabili si valutano in base ai valori medi del periodo 1° luglio 1946-31 marzo 1947, determinati caso per caso.

 

          Art. 10. [9]

     I coefficienti per la valutazione dei terreni e relative scorte sono stabiliti per zone economico-agrarie, con riguardo alla qualità di coltura ed alla classe di produttività.

     I coefficienti per la valutazione dei fabbricati sono stabiliti per ogni comune, con riguardo alle categorie ed alle classi istituite per la formazione del nuovo catasto edilizio urbano, ai sensi del regio decreto-legge 13 aprile 1939, n. 652, convertito nella legge 11 agosto 1939, n. 1249, discriminando i fabbricati secondo che siano o no soggetti a regime vincolistico.

 

          Art. 11. [10]

     I coefficienti previsti negli articoli precedenti sono predisposti dall'Amministrazione del catasto e dei servizi tecnici erariali, la quale li comunica, per tutti i comuni di ciascuna provincia, alle singole Commissioni censuarie comunali ed alla Commissione censuaria provinciale.

     Le Commissioni censuarie comunali hanno facoltà di presentare, entro trenta giorni dall'avvenuta comunicazione dei coefficienti, alla Commissione censuaria provinciale le proprie osservazioni sui coefficienti stessi.

     Entro novanta giorni dalla scadenza del termine sopra stabilito, la Commissione censuaria provinciale inoltra, con le proprie proposte, alla Commissione censuaria centrale, per il tramite dell'Ufficio tecnico erariale, contemporaneamente per tutte le zone economico-agrarie e per tutti i comuni della provincia, le osservazioni che siano state formulate dalle Commissioni censuarie comunali.

     La Commissione censuaria centrale, tenute presenti le proposte presentate in termini dalle Commissioni censuarie provinciali e sentita l'Amministrazione del catasto e dei servizi tecnici erariali, stabilisce in via definitiva i coefficienti per ciascuna zona economico-agraria e per ciascun comune.

 

          Art. 12. [11]

     Contro le valutazioni dei terreni, eseguite dagli Uffici distrettuali delle imposte dirette con i coefficienti indicati negli articoli precedenti, i contribuenti possono ricorrere alle Commissioni amministrative per questioni riflettenti la non corrispondenza dei fondi alla qualità di coltura risultante dal catasto. Gli Uffici distrettuali delle imposte possono, a loro volta, rettificare le risultanze catastali, quando esse non corrispondano alla qualità di coltura, salvo il diritto del contribuente di ricorrere, contro la rettifica, alle Commissioni suddette.

     Contro le valutazioni dei fabbricati eseguite dagli Uffici distrettuali delle imposte con i coefficienti indicati negli articoli precedenti, i contribuenti possono, al soli fini della imposta straordinaria sul patrimonio, ricorrere alle Commissioni amministrative per questioni riflettenti la natura, la consistenza o l'assegnazione del fabbricato alla categoria o alla classe, quando la destinazione o le caratteristiche di esso siano, in atto, notevolmente diverse da quelle dell'unità tipo, approvate dalla Commissione censuaria centrale come rappresentative della categoria o classe cui il fabbricato è stato assegnato.

 

          Art. 13.

     Nel caso di terreni dati in affitto, l'accertamento, mediante l'applicazione al reddito agrario iscritto in catasto dei coefficienti previsti nel secondo comma dell'art. 9, è eseguito previa detrazione della quota del reddito stesso, stabilita dall'Ufficio distrettuale delle imposte, da attribuire al proprietario, per la parte di scorte che sia, eventualmente, di spettanza del medesimo.

     La stessa norma si applica in caso di soccida o di contratti analoghi.

 

          Art. 14. [12]

     Il valore della nuda proprietà è determinato in base alla differenza tra il valore dell'intera proprietà - stabilito ai sensi degli articoli precedenti - e quello dell'usufrutto. Lo stesso criterio si applica per la valutazione della proprietà, quando questa è gravata da diritti di uso e di abitazione.

     Il valore da attribuire ai diritti di usufrutto, uso o abitazione, si calcola scontando alla data del 28 marzo 1947 il valore dell'annualità di reddito percepita, riferita al periodo 1° luglio 1946-31 marzo 1947:

     a) alla ragione del tasso contrattuale, o, in mancanza, alla ragione composta del 5 per cento, se trattasi di diritti la cui scadenza è esattamente conosciuta;

     b) alla ragione del tasso contrattuale, o, in mancanza, alla ragione composta del 5 per cento e con riguardo alle probabilità di vita corrispondenti alla classe di età del reddituario, se trattasi di diritti che cesseranno con la morte di lui, in conformità ad una tabella da approvarsi con decreto del Ministro per le finanze.

     Qualora l'annualità di reddito sia percepita in natura, il valore di essa è calcolato in base alla quantità dei prodotti nel triennio 1944-1946 ed ai prezzi correnti nel periodo 1° luglio 1946-31 marzo 1947.

     Nei casi di assicurazione sulla vita, previsti nel n. 3 dell'art. 8, il capitale corrispondente è valutato al prezzo di riscatto alla data del 28 marzo 1947.

 

          Art. 15. [13]

     I censi, canoni, livelli ed altre prestazioni di carattere perpetuo o enfiteutico compresi i canoni da colonia perpetua, si tengono in conto in ragione del 100 per 5 del rispettivo ammontare, a meno che, per convenzione o per legge, non debbasi applicare, per il riscatto, un saggio diverso.

     Nel caso in cui il canone sia stabilito in natura, il suo valore si determina in base alla media dei prezzi del periodo 1° luglio 1946-31 marzo 1947.

 

          Art. 16.

     I crediti si valutano al loro importo nominale.

     Quando concorrano circostanze di fatto che lascino fondatamente presumere la perdita totale o parziale del credito, il contribuente può chiedere che fra le attività patrimoniali non sia computato il credito stesso, oppure che sia accordata una riduzione del valore nominale di esso.

     Per i debiti non ancora scaduti ed improduttivi di interessi, la valutazione è fatta sulla base del valore alla data del 28 marzo 1947, scontando l'importo nominale all'interesse composto del 5% annuo, fino alla data di scadenza.

 

          Art. 17. [14]

     Le aziende industriali e commerciali, comprese in esse quelle esercenti industrie agrarie di qualsiasi genere, si valutano nel loro complesso, tenuto conto dei vari elementi che le compongono, sulla base dei valori medi del periodo 1° ottobre 1946-31 marzo 1947.

 

          Art. 18. [15]

     I buoni del tesoro ordinari si valutano per il loro importo nominale, con deduzione dello sconto dalla data del 28 marzo 1947 a quella della loro scadenza. Gli altri titolo emessi o garantiti dallo Stato si valutano in base alla quotazione media ufficiale del trimestre 15 gennaio 1947-31 marzo 1947.

     Le azioni, obbligazioni, cartelle di prestito ed ogni altro titolo di credito quotato in borsa sono valutati in base alla media dei prezzi di compenso del trimestre indicato nel comma precedente.

     I buoni postali fruttiferi sono valutati per l'importo nominale.

     I valori medi del titoli quotati in borsa saranno rilevati in apposita tabella da approvarsi con decreto del Ministro per le finanze.

 

          Art. 19. [16]

     Per i titoli azionari non quotati in borsa, nonché per le quote di partecipazione in società ed enti, si adottano i valori medi del trimestre 1° gennaio 1947-31 marzo 1947, tenendo conto dei criteri di valutazione valevoli per l'imposta di negoziazione, ed in ogni caso, per quanto riguarda le aziende industriali e commerciali, del valore dei vari elementi che ne compongono il patrimonio, ai sensi del precedente art. 17.

     Gli Uffici distrettuali delle imposte dirette, entro il termine stabilito nel secondo comma dell'art. 61 del presente decreto, notificano alle società od enti, aventi sede nella propria circoscrizione, l'accertamento del valore dei titoli e delle quote, relativamente al periodo di tempo indicato nel comma precedente. Contro tale accertamento la società od ente può, entro il termine perentorio di giorni trenta dalla notifica, presentare ricorso alla Commissione competente per territorio ad eseguire la valutazione dei titoli ai fini dell'imposta di negoziazione.

     Per la risoluzione delle vertenze si osservano le norme valevoli per l'accertamento dell'imposta di negoziazione; la rappresentanza della Amministrazione finanziaria è affidata, nel giudizio di primo grado, ad un funzionario dell'Amministrazione provinciale delle imposte dirette e, nel giudizio di secondo grado, all'Ispettore compartimentale per le imposte dirette competente per territorio.

     Il valore definitivamente accertato nei confronti della società od ente in conformità dei commi precedenti si assume come valore definitivo dei titoli e delle quote di partecipazione agli effetti dell'imposta straordinaria progressiva sul patrimonio dovuta dai singoli proprietari dei titoli e delle quote medesime.

     Per le obbligazioni, le cartelle di prestito ed ogni altro titolo di credito non quotato in borsa, si adotta la valutazione in base alla quale è stata liquidata l'imposta di negoziazione per l'anno 1947.

     Le disposizioni del presente articolo si applicano anche ai titoli azionari quotati in borsa quando nel trimestre 1° gennaio 1947-31 marzo 1947 non esistano almeno due prezzi di compenso nella borsa in cui furono quotati.

 

          Art. 20. [17]

     I titoli esteri sono valutati in base alla media delle quotazioni ufficiali nel luogo di emissione, o in mancanza di tale quotazione, in base ai valori correnti di mercato del luogo di emissione, nel periodo 1° ottobre 1946-31 marzo 1947, rapportando il valore così determinato a quello corrispondente al valore in lire italiane, sulla base del cambio corrente alla data del 28 marzo 1947, che sarà rilevato in una tabella da approvarsi con decreto del Ministro per le finanze.

 

          Art. 20 bis. [18]

     Per quanto riguarda le azioni o le quote di partecipazione in società costituite in Italia e aventi beni all'estero, si applicano le disposizioni del secondo comma dell'art 5.

 

          Art. 21. [19]

     Tutti i cespiti non specificati negli articoli precedenti, si valutano in base alla media dei valori del periodo 1° ottobre 1946-31 marzo 1947.

 

Capo V

 

DETRAZIONI E DETERMINAZIONE DEL PATRIMONIO NETTO

 

          Art. 22. [20]

     Dall'ammontare lordo del patrimonio complessivo sono ammessi in detrazione:

     a) tutti i debiti a carico del contribuente, di cui sia riconosciuta l'effettiva sussistenza alla data del 28 marzo 1947. Per i debiti contratti dopo il 10 giugno 1940 o che non abbiano data certa, la detrazione è subordinata alla dimostrazione del loro impiego.

     b) la somma corrispondente alla capitalizzazione, fatta a norma dell'art. 15, dei censi, canoni, livelli ed altre prestazioni previste nell'articolo stesso;

     c) le somme corrispondenti al valore degli usi civici e di ogni altro onere reale gravanti sui cespiti facenti parte del patrimonio del contribuente;

     d) tutte le imposte, tasse e contributi a favore dello Stato, province, comuni ed altri enti autorizzati per legge ad imporre tributi obbligatori riferentisi al periodo anteriore alla data del 28 marzo 1947 ed ancora dovuti a tale data.

 

          Art. 23. [21]

     Quando la esistenza di un debito di qualsiasi natura denunziato dal debitore agli effetti della detrazione dal proprio patrimonio, è negata dal creditore il rapporto giuridico è considerato inesistente, a tutti gli effetti, fra le parti.

     Per i crediti derivanti da rapporti con imprese commerciali e sempre che si tratti di atti inerenti all'esercizio dell'impresa, la esistenza del debito può venire provata in base alle scritture contabili dell'impresa creditrice regolarmente tenute.

     Quando si tratti di rapporti con aziende di credito indicate alle lettere a), b), c) e d) dell'art. 5 del regio decreto-legge 12 marzo 1936, n. 375, convertito nella legge 7 marzo 1938, n. 141, ed al regio decreto-legge 17 luglio 1937, n. 1400, convertito nella legge 7 aprile 1938, n. 636, la esistenza del debito può essere provata in base agli estratti dei saldi conti, attestati conformi alle scritturazioni da uno dei dirigenti dell'Istituto.

 

          Art. 24. [22]

     Chiunque abbia dato titolo di qualsiasi specie in anticipazione o a riporto bancario che abbia sostanziale carattere di anticipazione è soggetto all'imposta straordinaria per il valore dei titoli stessi, determinato a mente degli articoli 18 e 19 del presente decreto e ha diritto di ottenere in deduzione l'ammontare del debito verso l'istituto od il privato sovventore dell'anticipazione. Quando le operazioni di cui sopra abbiano avuto luogo il 1° gennaio 1946 la deduzione è subordinata alla dimostrazione dell'impiego dell'importo del debito.

     Chiunque abbia dato titoli di qualsiasi specie a riporto di borsa o di speculazione è soggetto all'imposta straordinaria per valore dei titoli stessi risultante dal prezzo di compenso del mese di marzo 1947 o determinato per lo stesso mese ai sensi dell'art. 19 e ha diritto di ottenere in deduzione l'ammontare del debito verso l'Istituto o verso il prenditore del titoli a riporto. Quando il riporto di borsa o di speculazione abbia avuto luogo dopo il 1° gennaio 1946 la deduzione è subordinata alla dimostrazione dell'impiego dell'importo del debito.

     Il prenditore dei titoli a riporto è soggetto all'imposta straordinaria per la somma che, alla data del 20 marzo 1947, aveva impiegata in operazioni di riporto.

 

          Art. 25. [23]

     Si presume che facciano parte del patrimonio del contribuente le seguenti quote percentuali in conto rispettivamente del valore del mobilio, dell'arredamento e dei gioielli, del danaro, dei depositi e dei titoli di credito al portatore:

 

 

Fino a 5 milioni

Fino a 10 milioni

Fino a 50 milioni

Oltre a 50 milioni

Mobilio arredamento e gioielli

3%

5%

7%

10%

Denaro, depositi e titoli di credito al portatore

2%

4%

6%

10%

 

     Dette quote si computano con riferimento al patrimonio netto, risultante dalla differenza tra il valore lordo delle attività, escluse quelle costituite dai cespiti sopra indicati e l'ammontare delle passività deducibili.

     I titoli nominativi dello Stato dichiarati dal contribuente, sono computati nella quota presuntiva fino alla concorrenza del 50 per cento della medesima.

     Le quote stabilite nel primo comma rappresentano l'ammontare minimo dei cespiti soggetti all'imposta, al quale si elevano i valori eventualmente dichiarati per una cifra inferiore, fermo l'obbligo, da parte del contribuente, di dichiarare il maggior valore di ognuno dei cespiti indicati effettivamente posseduto, e ferma la facoltà da parte della finanza, di procedere all'accertamento di maggiori valori in base a dati e circostanze di fatto.

     La quota presunta in conto mobilio, arredamento e gioielli è ridotta alla metà nei riguardi del cittadino e dello straniero residenti all'estero che, abbiano beni nello Stato. La quota non si aggiunge se non risulti che detti contribuenti possiedano del mobilio nello Stato.

 

          Art. 26. [24]

     Il denaro ed i titoli di credito al portatore entrati nel patrimonio del contribuente dopo il 1° gennaio 1944, in dipendenza di alienazione di beni di successione ereditaria e di donazione si presumono ancora posseduti alla data del 28 marzo 1947, salvo al contribuente di dimostrarne il consumo o l'impiego in cespiti dichiarati o comunque accertati ai fini della imposta straordinaria, o esenti dall'imposta stessa.

 

          Art. 26 bis. [25]

     Quando il tenore di vita del contribuente, posto in relazione con i suoi redditi conosciuti o altri elementi indiziari lascino fondatamente ritenere che il patrimonio accertato a suo carico in via analitica sia interiore a quello effettivamente posseduto, può procedersi ad accertamento presuntivo.

 

          Art. 27. [26]

     Il contribuente che dimostri di aver sottoscritto al Prestito della Ricostruzione 3,50 per cento e di essere ancora in possesso dei relativi titoli alla data del 28 marzo 1947, ha il diritto di ottenere che l'importo dei titoli stessi sia, al prezzo di emissione portato in detrazione dal danaro, depositi e titoli di credito al portatore accertati nel suo patrimonio a mente degli articoli 25 e 26, nei limiti della quota presuntiva.

     Se il prestito è stato sottoscritto contraendo un debito, questo non è ammesso in detrazione dal patrimonio lordo.

     Ai fini della disposizione contenuta nel primo comma il contribuente deve presentare l'elenco dei titoli, con l'indicazione del taglio e del numero.

     I titoli del Prestito della Ricostruzione sottoscritti dalla moglie o dai discendenti potranno essere computati a favore del marito o degli ascendenti nei casi di coacervo obbligatorio, di cui all'art. 3.

 

          Art. 28. [27]

     Sono soggetti all'imposta i contribuenti il cui patrimonio imponibile, al lordo della detrazione stabilita nel comma seguente raggiunga il valore di lire 3.000.000.

     Dal patrimonio imponibile si detrae la somma di lire 2.000.000.

     Dal cumulo dei patrimoni tassabili dei genitori, al netto ciascuno della detrazione fissa di 2.000.000 è ammessa un'ulteriore detrazione pari a un ventesimo con un massimo di lire 300.000 per ogni figlio. Questa detrazione si distribuisce proporzionalmente tra i due patrimoni. La detrazione stessa non si applica quando il cumulo, al netto di essa superi i 10.000.000 di lire.

     L'ammontare della detrazione è calcolata nel patrimonio di ciascun figlio ai fini dell'imposta straordinaria.

 

          Art. 29. [28]

     L'ammontare dell'imposta da corrispondersi è determinato in base alle seguenti aliquote, riferite al patrimonio al lordo delle detrazioni indicate nell'articolo precedente ed applicate sul patrimonio al netto delle detrazioni suddette:

 

per i patrimoni di

3.000.000

di lire

 

..................

6,00%

"

5.000.000

"

 

..................

7,23%

"

10.000.000

"

 

..................

8,53%

"

50.000.000

"

 

..................

13,57%

"

100.000.000

"

 

..................

17,50%

"

200.000.000

"

 

..................

23,29%

"

500.000.000

"

 

..................

35,46%

"

1.000.000.000

"

 

.................

50,00%

"

1.500.000.000

"

ed oltre

..................

61,61%

 

     Per i patrimoni intermedi la misura dell'aliquota è determinata in base alla formula seguente:

     y = 6 + 0,0002113 (x - 3.000.000) : 0,58

     nella quale x rappresenta la cifra del patrimonio imponibile e y l'aliquota.

     I patrimoni imponibili vengono arrotondati nel seguente modo:

 

tra

3.000.000

e

5.000.000

di lire

per unità di

50.000

lire

"

5.000.001

"

10.000.000

"

"

100.000

"

"

10.000.001

"

50.000.000

"

"

200.000

"

"

50.000.001

"

100.000.000

"

"

500.000

"

"

100.000.001

"

200.000.000

"

"

1.000.000

"

"

200.000.001

"

500.000.000

"

"

2.000.000

"

"

500.000.001

"

1.000.000.000

"

"

5.000.000

"

"

1.000.000.001

"

oltre

"

"

10.000.000

"

 

     Con decreto del Ministro per le finanze sarà pubblicata una tabella indicante le aliquote e la misura d'imposta corrispondente alle varie cifre di patrimoni imponibili.

 

Capo VI

 

DICHIARAZIONI

 

          Art. 30. [29]

     Tutti coloro che, a norma del presente decreto, sono tenuti al pagamento dell'imposta straordinaria progressiva sul patrimonio devono presentare, entro il 30 settembre 1947, la relativa dichiarazione all'Ufficio distrettuale delle imposte dirette, nella cui circoscrizione trovasi il comune nel quale il contribuente ha il suo domicilio fiscale. Sono anche tenuti a presentare la dichiarazione, entro il 31 dicembre 1947, coloro che, pur non essendo soggetti all'imposta straordinaria, abbiano un patrimonio che, al lordo delle passività, secondo la consistenza al 28 marzo 1947, raggiunga l'importo di lire 1.500.000.

     I termini suddetti sono prorogati di tre mesi per i contribuenti residenti fuori dello Stato, considerandosi valida la presentazione fatta presso gli uffici diplomatici e consolari all'estero.

     I prigionieri di guerra e gli internati civili e militari all'estero possono ottenere di essere riammessi in termine, quando dimostrino di non aver tempestivamente adempiuto all'obbligo della dichiarazione per effetto della prigionia o dell'internamento.

 

          Art. 31.

     Le società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice, a garanzia limitata, le società di fatto, le associazioni ed enti sono tenuti a dichiarare all'Ufficio distrettuale delle imposte dirette, nella cui circoscrizione hanno la loro sede, il cognome, nome, domicilio od indirizzo dei singoli soci ed i crediti di finanziamento spettanti ai medesimi. Dette società, in quanto non siano soggette alla imposta di negoziazione, devono, inoltre, dichiarare il loro patrimonio, con l'indicazione delle quote spettanti ai singoli soci, fermo restando l'obbligo dei soci stessi di comprendere le rispettive quote nella dichiarazione individuale del loro patrimonio.

     Le sanzioni non di carattere penale stabilite per omessa od infedele dichiarazione per i singoli contribuenti sono applicabili in confronto delle società anzidette.

 

          Art. 32.

     La dichiarazione deve indicare:

     1) il cognome, nome, paternità e domicilio fiscale del contribuente, o - se si tratta di enti collettivi - la denominazione e la sede;

     2) le attività e passività patrimoniali, singolarmente specificate, che concorrono a formare il patrimonio di ciascun obbligato alla dichiarazione ed il valore di ciascun cespite, determinato secondo le disposizioni contenute negli articoli da 34 a 37.

     Quando taluna delle attività intestate al contribuente sia di proprietà di terzi, il contribuente intestatario deve, nella propria dichiarazione, designare l'effettivo proprietario ed indicare la prova relativa.

 

          Art. 33. [30]

     Per quanto riguarda i cespiti, la dichiarazione deve indicare:

     a) per i terreni - compresi i fabbricati rurali - il comune e la località in cui sono situati, la intestazione della partita catastale, le colture, il reddito imponibile ai fini della imposta terreni e, se il terreno è dato in fitto, il canone e le generalità dell'affittuario;

     b) per i fabbricati, il comune in cui sono situati, la via ed il numero civico, la destinazione, il numero dei piani e dei vani, il reddito imponibile ai fini della imposta sui fabbricati.

     Per i terreni e fabbricati acquisiti dopo il 10 giugno 1940, deve indicarsi anche il titolo di acquisto;

     c) per i censi, canoni, livelli ed altre prestazioni di carattere perpetuo, il titolo costitutivo, le generalità del debitore e l'ammontare annuo:

     d) per le miniere, cave, torbiere, saline, tonnare, laghi e stagni da pesca, il comune e la località in cui sono situati, le attrezzature fisse e gli strumenti;

     e) per le opere in corso di costruzione, l'ubicazione, lo stato di avanzamento dei lavori alla data del 28 marzo 1947 e il capitale investito;

     f) per le aree fabbricabili, il comune in cui sono situate, il numero e l'intestazione della partita catastale, l'ubicazione, l'estensione e le condizione dell'area e le eventuali opere in essa eseguite;

     g) per le aziende industriali e commerciali, la elencazione dei diversi elementi, attivi e passivi, che le compongono, come il macchinario, le attrezzature, i mobili, gli arredamenti, i crediti, i brevetti ed altri titoli di privativa, i titoli che fanno parte dell'azienda, secondo le risultanze dell'inventario, aggiornato alla data del 29 marzo 1947 od, in mancanza, di un inventario da redigersi ai fini del presente decreto. Le esistenze di magazzino devono risultare da inventario separato ed analitico, con l'indicazione della qualità, quantità e prezzo unitario per ogni tipo di merce;

     h) per le quote di partecipazione in società, la denominazione e la sede della società;

     i) per i titoli pubblici e privati, la indicazione, per ogni tipo di titoli, dell'ente emittente, della qualità, della quantità e del taglio;

     l) per i depositi e conti presso istituti di credito e casse postali, l'ente depositario, gli estremi del deposito o conto ed il saldo alla data del 28 marzo 1947;

     m) per i crediti, il titolo costitutivo, l'ammontare, anche se scaduto, da esigere alla data del 28 marzo 1947, le generalità ed il domicilio del debitore, con la specificazione delle eventuali circostanze di fatto che ne lascino presumere la perdita totale o parziale;

     n) per ogni altro cespite non elencato nel presente articolo, la consistenza, le caratteristiche ed ogni altro elemento necessario od utile per la sua identificazione.

 

          Art. 34.

     Ai fini della liquidazione provvisoria, i cespiti assoggettati all'imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947 possono essere dichiarati per un valore non inferiore a quello scritto nei ruoli dell'imposta medesima, anche se l'iscrizione è stata operata al nome di altre persone in conformità a quanto disposto negli articoli 3, 4, 5 e 14 del regio decreto-legge 12 ottobre 1939, n. 1529, convertito nella legge 8 febbraio 1940, n. 100, e negli articoli 3 e 4 del presente decreto.

     I terreni non assoggettati ad imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947 possono essere dichiarati per un valore non inferiore a quello ottenuto dalla capitalizzazione al 100 per 5 del reddito risultante dalla revisione disposta con regio decreto-legge 4 aprile 1939, numero 589, convertito nella legge 29 giugno 1939, n. 976, moltiplicato per 10.

     I fabbricati non assoggettati ad imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947 possono essere dichiarati per un valore non inferiore a quello risultante dalla capitalizzazione al 100 per 5 del reddito catastale, moltiplicato per 5.

 

          Art. 35.

     La nuda proprietà ed i diritti di usufrutto, uso ed abitazione possono essere dichiarati per un valore non inferiore a quello risultante dalla ripartizione, operata in conformità a quanto disposto dall'art. 14, del valore della piena proprietà determinato a mente dell'articolo precedente.

 

          Art. 36.

     Le azioni non quotate in borsa e le quote di partecipazione in società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice, a garanzia limitata, in società di fatto, in associazioni ed enti sono dichiarate per il valore accertato ai fini dell'imposta di negoziazione per l'anno 1946 o, in mancanza di accertamento definitivo ai fini di detta imposta, in base al valore complessivo iscritto al nome della società, associazione od ente agli effetti dell'imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947.

     Le quote di partecipazione in navi italiane sono dichiarate in base al valore complessivo della nave, stabilito agli effetti dell'imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947.

 

          Art. 37.

     Tutti i cespiti non indicati negli articoli 34, 35 e 36 sono dichiarati per il valore da determinarsi in conformità alle disposizioni del capo IV del presente decreto.

 

          Art. 38.

     Per quanto riguarda le passività, la dichiarazione deve indicare:

     a) per i debiti, le generalità e la residenza del creditore, la data di stipulazione e di registrazione dell'atto costitutivo o gli altri elementi di prova della loro esistenza, il tasso di interesse, la scadenza, l'ammontare ancora dovuto alla data del 28 marzo 1947;

     b) per i censi, canoni e livelli ed altre prestazioni previste dall'art. 15, le generalità e la residenza del creditore, il titolo costitutivo, l'ammontare annuo ed il valore determinato a mente dall'articolo suddetto;

     c) per gli usi civici, la natura ed il valore dell'onere;

     d) per le imposte, tasse e gravami indicati nell'art. 22, lettera d), l'ammontare del debito e gli altri estremi che lo identificano.

 

          Art. 39.

     A richiesta dell'Ufficio distrettuale, il contribuente deve presentare le copie o gli estratti, in carta semplice, dei documenti indicati all'art. 38, lettere a) e b).

 

          Art. 40.

     Tutti coloro che, nel quinquennio anteriore all'anno di entrata in vigore del presente decreto, abbiano prestato la loro opera per l'acquisto di titoli ed altri beni all'estero, o per la sottoscrizione di titoli esteri nello Stato, o per l'apertura di crediti all'estero presso loro filiali od altri istituti, o che abbiano comunque cooperato per l'invio di beni di ogni specie all'estero, hanno l'obbligo di indicare, su richiesta della finanza, il cognome, il nome ed il domicilio del committente o creditore, la quantità e la qualità, il prezzo unitario e complessivo dei titoli, crediti ed altri beni, oggetto dell'acquisto, della trasmissione o dell'accreditamento all'estero.

 

          Art. 41.

     Per quanto non previsto nel presente decreto, si applicano, per la dichiarazione ai fini dell'imposta straordinaria, le disposizioni valevoli per la dichiarazione ai fini delle imposte dirette ordinarie.

 

          Art. 42.

     Il contribuente che dichiari, ai fini dell'imposta straordinaria sul patrimonio, cespiti non dichiarati ai fini dell'imposta ordinaria sul patrimonio e delle imposte sui redditi, va esente da qualsiasi sanzione per l'omessa dichiarazione.

 

Capo VII

 

ACCERTAMENTO

 

          Art. 43.

     L'Ufficio distrettuale delle imposte dirette, nella cui circoscrizione trovasi il Comune in cui il contribuente ha il suo domicilio fiscale, è competente per l'accertamento dell'imposta straordinaria sul patrimonio.

     Per l'accertamento stesso e per le risoluzioni delle vertenze relative, valgono le disposizione applicabili per l'imposta di ricchezza mobile, in quanto non siano in contrasto con le disposizioni del presente decreto.

     Il Ministro per le finanze e tesoro può, con proprio decreto, costituire presso le Commissioni distrettuali e provinciali, nonché presso la Commissione centrale, secondo le norme generali vigenti in materia, Sezioni speciali per la risoluzione delle vertenze in materie d'imposta straordinaria sul patrimonio.

 

          Art. 44. [31]

     I funzionari dell'Amministrazione delle imposte dirette oltre alle facoltà loro conferite dall'art. 37 del testo unico 24 agosto 1877 n. 4021, sull'imposta di ricchezza mobile possono, ai fini della applicazione del presente decreto, farsi presentare ed ispezionare tutti i registri anche ausiliari e comunque tenuti, atti e documenti degli enti pubblici e privati delle società, amministrazioni imprese, commissionari, agenti e mediatori di ogni genere, e farsi rilasciare copie ed estratti dei registri, atti e documenti, anche se riguardino interessi di persone fisiche od enti collettivi non tenuti al pagamento dell'imposta istituita col presente decreto.

     La presente disposizione non si applica in confronto delle banche e delle aziende di credito, nei confronti delle quali l'Amministrazione finanziaria ha però facoltà di accertare, valendosi degli organi preposti alla vigilanza sul credito la reale consistenza alla data del 28 marzo 1947, dei debiti denunziati dal contribuente.

 

          Art. 45. [32]

     I notai e tutti coloro che non esercitando l'industria del credito, abbiano, a qualunque titolo, valori in deposito, spettanti a soggetti indicati nell'art. 2, sono tenuti a denunziare all'Ufficio distrettuale delle imposte dirette nella cui circoscrizione risiedono il cognome, il nome, la paternità ed il domicilio del depositante, e, qualora ad essi sia noto, anche l'ammontare e la natura dei valori depositati.

     Su richiesta dell'Amministrazione finanziaria le società per azioni sono tenute a dichiarare i possessori dei loro titoli azionari, quali risultano dai libri dei soci.

 

          Art. 46. [33]

     Le Commissioni giudicanti hanno tutte le facoltà conferite dall'art. 44 ai funzionari delle imposte.

     Le Commissioni di prima istanza hanno, inoltre, la facoltà di eseguire d'ufficio accertamenti non proposti dagli Uffici distrettuali e di elevare le cifre di patrimonio fissate dagli Uffici, o concordate tra i contribuenti e l'Ufficio, anche se già inscritte a ruolo.

     Sono applicabili ai fini del presente decreto, le disposizioni contenute negli articoli 15 e 21 del regio decreto legislativo 27 maggio 1946, n. 436.

     La facoltà concessa dal comma precedente alle Commissioni cessa col 31 dicembre dell'anno successivo a quello in cui si verifica la prescrizione dell'azione della finanza, a norma dell'art. 61 del presente decreto.

 

Capo VIII

 

RISCOSSIONE

 

          Art. 47.

     Per la riscossione dell'imposta straordinaria progressiva si applicano le disposizioni vigenti per la riscossione dell'imposta di ricchezza mobile.

     I ruoli dell'imposta straordinaria non sono soggetti alla pubblicazione disposta dalla vigente legge di riscossione.

 

          Art. 48. [34]

     I contribuenti possono chiedere che il pagamento abbia luogo anziché in un anno, e rispettivamente due per i patrimoni costituiti per almeno due terzi da cespiti immobiliari, in quattro e sei anni di sei rate bimestrali ciascuno. In tal caso essi corrisponderanno all'Erario, a partire dal secondo e rispettivamente dal terzo anno, un interesse del 2 per cento all'anno da aggiungersi all'annualità d'imposta.

 

          Art. 49. [35]

     L'imposta straordinaria progressiva sui patrimoni il cui ammontare raggiunga il minimo imponibile viene iscritta a ruolo, in via provvisoria, salvo conguaglio, in base alla dichiarazione presentata dal contribuente, ed è messa in riscossione a partire dalla rata del febbraio 1948.

     L'imposta iscritta a titolo provvisorio o definitivo in ruoli, la cui riscossione si inizia dopo la rata del febbraio 1948, viene ripartita in quote uguali nelle rate residue.

     L'imposta iscritta in ruoli, la cui riscossione s'inizia dopo la scadenza dei due periodi fissati dall'art. 48, a seconda della composizione del patrimonio imponibile, è pagata in sei rate bimestrali con l'interesse corrispondente di cui all'art. 48.

     Per la riscossione dell'imposta progressiva compete all'esattore l'aggio contrattuale, esclusa l'addizionale prevista dagli articoli 5 e 8 del decreto legislativo Luogotenenziale 18 giugno 1945, n. 424.

 

          Art. 50.

     E' ammesso il pagamento in buoni del tesoro ordinari, al valore nominale, con deduzione dello sconto al giorno del versamento.

 

Capo IX

 

RISCATTO DELL'IMPOSTA

 

          Art. 51. [36]

     Il contribuente che, all'atto della dichiarazione di cui all'art 30 e in ogni caso non oltre il 31 dicembre, versi in Tesoreria, in unica soluzione, l'importo della imposta liquidatagli in via provvisoria sulla base della dichiarazione stessa, ha diritto ad un premio di riscatto dell'8 per cento.

     Tale premio di riscatto è aumentato al 12 per cento per i patrimoni costituiti, per almeno due terzi, da cespiti immobiliari.

     Per il riscatto dell'imposta dovuta per maggiori accertamenti in confronto della dichiarazione, saranno dettate norme con successivo provvedimento.

     In tutti i casi di versamento diretto in Tesoreria non compete alcun aggio all'esattore ed al ricevitore provinciale.

     Il contribuente, che dimostri di aver sottoscritto al Prestito della Ricostruzione 3,50 per cento, può versare, fino alla concorrenza del 20 per cento dell'ammontare del riscatto, titoli del prestito suddetto, da computarsi al prezzo di emissione.

 

          Art. 52.

     L'Amministrazione finanziaria può, in qualsiasi momento, disporre d'ufficio il riscatto della imposta straordinaria sul patrimonio, quando vi sia fondato motivo che possa venir meno la garanzia del credito erariale.

 

          Art. 53. [37]

     E' autorizzato il riscatto parziale per i singoli cespiti o per una trazione di essi, mediante il pagamento della corrispondente quota d'imposta, sempre quando l'Amministrazione finanziaria ritenga sufficientemente garantito dal restante patrimonio il residuo debito, ovvero quando venga offerta altra garanzia idonea.

     La somma da versare per il riscatto parziale si determina in base all'ammontare dell'imposta che si ottiene applicando al valore del cespite cui il riscatto si riferisce l'aliquota corrispondente al valore dell'intero patrimonio a norma dell'art. 29.

     Il valore dell'intero patrimonio e quello della porzione di esso per la quale si chiede il riscatto sono determinati di ufficio, ai soli fini del riscatto stesso, in via provvisoria e senza pregiudizio, nei confronti del contribuente, delle rettifiche in più o in meno da effettuarsi sulle risultanze dell'accertamento definitivo.

     Il riscatto parziale deve essere domandato al competente ufficio distrettuale delle imposte dirette entro il giorno 10 del mese precedente a quello della scadenza di ciascuna rata d'imposta e si riferisce a tutte le rate non ancora scadute. Il versamento in Tesoreria deve essere effettuato entro il mese di scadenza della rata stessa.

 

Capo X

 

SANZIONI

 

          Art. 54. [38]

     Il contribuente che ometta di presentare la dichiarazione nei termini stabiliti è soggetto al pagamento di una sopratassa pari all'ammontare dell'imposta definitivamente accertata, ed è punito con l'ammenda da una metà all'intera somma dell'imposta stessa.

     La sopratassa stabilita nel comma precedente è ridotta ad un terzo, nei casi in cui il contribuente presenti la dichiarazione entro 60 giorni dalla scadenza del termine, e l'ammenda non si applica.

     Ove il contribuente presenti la dichiarazione nei termini stabiliti dall'art. 30, omettendo l'indicazione di uno o più cespiti o dichiarando debiti che risultino fittizi, è soggetto ad una sopratassa pari alla quota proporzionale d'imposta definitivamente accertata sui cespiti omessi o che sarebbe stata sottratta, ed è punito con l'ammenda dalla metà all'ammontare della quota stessa.

     La sopratassa prevista nel comma precedente è ridotta ad un terzo, ove il contribuente dichiari i cespiti stessi entro 60 giorni dalla scadenza del termine, e l'ammenda non si applica.

     Ove il contribuente dichiari un valore imponibile inferiore a quello minimo determinato secondo le norme degli articoli da 34 a 37, è soggetto ad una pena pecuniaria pari alla differenza tra l'imposta liquidata sul valore determinato secondo le norme degli articoli sopra citati e quella liquidata sul valore dichiarato.

     La pena pecuniaria non si applica quando l'imposta di cui l'Erario sarebbe stato defraudato non supera il quinto dell'imposta dovuta.

 

          Art. 55.

     Colui che, pur avendo un patrimonio che non raggiunge il minimo imponibile, è tuttavia tenuto a presentare la dichiarazione ai sensi dell'art. 30, incorre, ove la ometta, nell'ammenda da L. 5000 a L. 30.000.

     Se presenta la dichiarazione con un ritardo non superiore a 60 giorni dalla scadenza del termine, l'ammenda e ridotta ad un terzo.

 

          Art. 56. [39]

     Chiunque, allo scopo di occultare o sottrarre all'imposta straordinaria progressiva attività patrimoniali, altera i registri contabili, o omette negli inventari la iscrizione di attività, o vi iscrive passività inesistenti, o forma scritture od altri documenti fittizi preordinati a nascondere in tutto o in parte la verità, ovvero commette altri fatti fraudolenti diretti allo stesso fine, è punito con la reclusione fino a sei mesi e con la multa da lire 50.000 a lire 5.000.000.

     Qualora gli atti di cui al precedente comma riguardino le società indicate nell'art. 31, sono soggetti alla multa anche i rappresentanti legali delle società stesse.

 

          Art. 57.

     I contribuenti che impediscono ai funzionari ed ai Collegi giudicanti l'esercizio delle facoltà indicate all'art. 44 sono soggetti alla pena pecuniaria da L. 2000 a L. 250.000.

     Coloro che, richiesti di presentare atti o fornire notizie a termine dell'art. 44, vi si rifiutino o non vi ottemperino entro il termine fissato, che non può mai essere inferiore a 30 giorni dalla data di notifica della richiesta, incorrono nella pena pecuniaria prevista nel comma precedente.

 

          Art. 58.

     Il contribuente che non presenti l'inventario previsto nell'art. 33, lettera g), o lo presenti in modo incompleto od infedele incorre nell'ammenda da L. 15.000 a L. 5 milioni.

 

          Art. 59.

     Le società, associazioni ed enti che non ottemperino agli obblighi fissati dal presente decreto sono soggette alle sanzioni non di carattere penale previste nei precedenti articoli ed i loro legali rappresentanti alle sanzioni di carattere penale.

     La società è solidalmente responsabile coi propri rappresentanti, dirigenti o funzionari del pagamento delle penalità.

 

Capo XI

 

PRIVILEGI E PRESCRIZIONI

 

          Art. 60. [40]

     Il credito dello Stato per l'intero ammontare del tributo ha privilegio speciale su tutti gli immobili facenti parte del patrimonio del contribuente alla data di pubblicazione del presente decreto, salvo i diritti del terzi costituiti anteriormente alla data stessa.

     E' in facoltà dell'Intendenza di finanza di rinunziare, in tutto o in parte, a tale privilegio speciale per tutti gli immobili o per alcuni o parte di essi, contro prestazione, ove il resto del patrimonio non costituisca sufficiente garanzia per la riscossione del credito erariale, di garanzia riconosciuta idonea dall'Amministrazione.

     La Finanza ha, inoltre, privilegio sulla generalità dei mobili che appartengono al debitore dell'imposta al momento della riscossione. Questo privilegio è posposto a tutti i privilegi generali e speciali, di cui agli articoli 2751 e 2752 del codice civile.

     Nei casi di esecuzione forzosa e di fallimento, la Finanza ha il diritto di esser collocata per la totalità della imposta, il cui ammontare sarà determinato con le norme dell'art. 52.

 

          Art. 61.

     L'azione della Finanza, per la rettifica delle dichiarazioni presentate dai contribuenti per l'imposta straordinaria sul patrimonio, si prescrive entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in cui scade il termine utile per la presentazione delle dichiarazioni, a norma delle disposizioni contenute nel presente decreto.

     Entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui scade il termine predetto, si prescrive l'azione per l'accertamento in confronto di quei contribuenti che non provvidero alla presentazione della dichiarazione.

 

          Art. 62.

     I funzionari dell'Amministrazione delle imposte, i componenti dei Collegi giudicanti e tutti coloro che, secondo le rispettive attribuzioni, intervengono nell'accertamento, nella applicazione e nella riscossione dell'imposta, sono tenuti al segreto d'ufficio e sono passibili delle pene comminate dal Codice penale per la violazione del segreto stesso.

     Per quanto non e previsto nel presente capo si applicano le disposizioni di cui al regio decreto 17 settembre 1931, n. 1608.

 

Capo XII

 

CESPITI DANNEGGIATI DALLA GUERRA

 

          Art. 63. [41]

     I cespiti che hanno subìto danni in dipendenza di eventi bellici, ove della diminuita consistenza non si sia tenuto conto nella determinazione dell'imponibile iscritto a ruolo ai fini dell'imposta ordinaria sul patrimonio per il 1947, possono essere dichiarati per un valore minimo pari all'imponibile portando in detrazione la percentuale dell'imponibile corrispondente al danno.

     Nella determinazione del valore definitivo dei cespiti indicati nel comma precedente si ha riguardo alle condizioni dei cespiti stessi alla data del 28 marzo 1947.

 

          Art. 64. [42]

     La quota in conto mobilio, arredamento e gioielli prevista nell'art. 25, sarà congruamente diminuita quando risulti che tali cespiti sono ridotti a un valore inferiore in seguito a danni dipendenti da eventi bellici, regolarmente denunciati ai sensi della legge 28 ottobre 1940, n. 1543.

 

          Art. 65. [43]

     Nel caso in cui il cespite danneggiato in dipendenza di eventi bellici sia stato, alla data del 28 marzo 1947, in tutto o in parte ripristinato dal contribuente con mezzi propri, dal valore definitivo, accertato a norma dell'art. 63, è portata in detrazione una somma pari al valore del ripristino.

     Quando il ripristino sia stato effettuato con il contributo statale, dal valore del cespite è portata in detrazione una quota proporzionale all'ammontare dei mezzi propri investiti dal contribuente.

 

          Art. 66. [44]

     Il contribuente che, alla data del 28 marzo 1947, non abbia ripristinato i cespiti danneggiati per eventi bellici e abbia dichiarato un importo di denaro, depositi e titoli al portatore per un valore superiore a quello risultante dalle quote previste all'articolo 25, ove provveda al ripristino nel termine di 18 mesi dal 28 marzo 1947, potrà ottenere che dall'imponibile sia detratta la spesa occorsa per il ripristino stesso, nel limite dell'eccedenza del valore dichiarato per denaro, depositi e titoli al portatore rispetto a quello risultante dalle quote sopra richiamate.

     La disposizione del comma precedente non si applica al contribuente il cui patrimonio imponibile superi i 50 milioni di lire.

 

          Art. 67. [45]

     Il contribuente che abbia subìto danni per eventi bellici in misura tale da far ritenere eccessivamente gravoso il pagamento dell'imposta straordinaria accertata a suo carico, può chiedere che il pagamento stesso sia effettuato in periodi più lunghi di quelli stabiliti al capo VIII del presente decreto, salva la corresponsione di un interesse del 2 per cento che si aggiungerà all'annualità d'imposta per il periodo successivo alla scadenza dei periodi stessi.

     La domanda è presentata all'Intendente di finanza della provincia nella cui circoscrizione trovasi il comune nel quale il pagamento deve essere effettuato, e contro la determinazione negativa dell'Intendente è ammesso ricorso al Ministero delle finanze, che decide in via definitiva.

 

Titolo II

 

IMPOSTA STRAORDINARIA PROPORZIONALE SUL PATRIMONIO DEGLI ENTI COLLETTIVI [46]

 

          Art. 67 a) [47]

     E' istituita, ai sensi dell'art. 2, una imposta straordinaria sul patrimonio, al 28 marzo 1947, dei seguenti soggetti:

     a) società per azioni ed in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata;

     b) società in accomandita semplice, società in nome collettivo;

     c) istituzioni, fondazioni ed enti morali in genere, che esplicano un'attività produttiva di reddito tassabile ai fini dell'imposta di ricchezza mobile, in categoria B, per la parte di patrimonio destinata all'esercizio di tale attività.

     L'imposta straordinaria si applica anche alle società ed enti costituiti all'estero, limitatamente al capitale comunque investito od esistente nello Stato.

 

          Art. 67 b) [48]

     Sono esenti dall'imposta straordinaria di cui all'articolo precedente:

     a) le società che, negli ultimi cinque anni, abbiano esercitato una attività limitata esclusivamente alla proprietà ed alla gestione di beni immobili urbani, anche se nell'atto costitutivo siano state previste operazioni di commercio.

     b) le società cooperative di consumo, produzione e lavoro, comprese le agricole, quelle edificatrici di case economiche e quelle di pesca, e i loro consorzi, nonché le casse rurali e artigiane, che siano rette con i principi e con la disciplina della mutualità e che operino effettivamente secondo questi principi.

     L'accertamento della sussistenza di tali requisiti, in caso di contestazione, spetta all'Amministrazione finanziaria, sentito il Ministero del lavoro. Essi, nella determinazione dei requisiti, avranno anche riguardo alla entità patrimoniale in confronto del numero dei soci;

     c) le aziende dello Stato, delle Province e dei Comuni, gli enti autonomi esercenti un pubblico servizio; le partecipanze ed università agrarie; i consorzi di bonifica, miglioramento e irrigazione; le opere pie, gli istituti ed enti di beneficenza ed assistenza legalmente costituiti e riconosciuti; le società di mutuo soccorso; le fondazioni od istituti di diritto o di fatto che, pur senza rientrare nel novero delle istituzioni pubbliche di beneficenza, attendono, senza fine di lucro, ad opere filantropiche di assistenza ed educazione degli indigenti, infermi, orfani o fanciulli bisognosi, combattenti, reduci e partigiani e loro figli; gli enti il cui fine e equiparato, a norma dell'art. 29, lettera h) del Concordato, ai fini di beneficenza o di istruzione e gli assimilabili di altri culti; gli istituti pubblici di istruzione; i Corpi scientifici, le Accademie e Società storiche, letterarie, scientifiche, aventi scopi esclusivamente culturali; i benefici ecclesiastici maggiori o minori.

 

          Art. 67 c). [49]

     Per le cooperative la condizione relativa ai principi ed alla disciplina della mutualità, di cui all'articolo precedente, è, in ogni caso, subordinata alla esistenza, nello statuto, delle seguenti clausole:

     1) divieto, in caso di distribuzione di dividendi, di superare la ragione dell'interesse legale, ragguagliato al capitale effettivamente, versato:

     2) divieto di ogni riparto delle riserve tra i soci, durante l'esistenza della società;

     3) devoluzione, in caso di cessazione della società, dell'intero patrimonio sociale, previo rimborso del solo capitale effettivamente versato dai soci, a fini di pubblica utilità, riconosciuti tali dall'Amministrazione finanziaria.

     L'esenzione non si applica quando l'Amministrazione finanziaria constati che le clausole indicate ai numeri 1) e 2) non sono state, in fatto, osservate negli ultimi cinque anni.

 

          Art. 67 d). [50]

     Le esenzioni stabilite dai numeri 4, 5 e 6 dell'art. 8 si applicano al patrimonio dei soggetti indicati nell'art. 67-a).

 

          Art. 67 e). [51]

     Il patrimonio imponibile delle società, le cui azioni sono quotate in borsa, è quello risultante dalla valutazione effettuata a norma dell'art. 18.

     Il patrimonio imponibile delle società, le cui azioni non sono quotate in borsa, e delle società non per azioni, è quello risultante dalla valutazione effettuata a norma dell'art. 19.

     Per tutti gli altri soggetti il patrimonio è valutato in base alle disposizioni degli articoli 9 e seguenti del presente decreto.

     Dall'imponibile valutato come sopra, è detratto l'ammontare dei titoli di Stato e degli altri titoli dichiarati esenti da imposta all'atto dell'emissione. Inoltre è detratta una percentuale del valore delle azioni, delle quote di partecipazione e degli altri titoli, che già non siano detratti per intero, posseduti dal soggetto, corrispondente al rapporto in cui il capitale e le riserve si trovano rispetto al loro ammontare aumentato delle passività, secondo le risultanze dell'ultimo bilancio approvato.

 

          Art. 67 f). [52]

     L'imposta straordinaria è applicata con le seguenti aliquote:

     a) 4 per cento per i soggetti indicati nella lettera dell'art. 67-a);

     b) 2 per cento per i soggetti indicati nella lettera dell'articolo suddetto;

     c) 3 per cento per i soggetti indicati nella lettera dell'articolo stesso.

 

          Art. 67 g). [53]

     Entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge di convalida del presente decreto, i soggetti tenuti a corrispondere l'imposta straordinaria prevista nell'art. 67-a) devono presentare all'Ufficio distrettuale delle imposte dirette, nella cui circoscrizione essi hanno la loro sede, la dichiarazione del loro patrimonio imponibile, in tutti i casi in cui detto patrimonio non debba essere accertato ai fini della imposta straordinaria progressiva.

     Quando si tratta di soggetti il cui patrimonio non cade sotto l'applicazione dell'imposta straordinaria progressiva, la dichiarazione deve essere fatta per un valore non inferiore a quello su cui è stata liquidata l'imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947.

     Per l'omessa od infedele dichiarazione, si applicano le sanzioni previste negli articoli 54, 56, 57 e 59.

 

          Art. 67 h). [54]

     L'imposta straordinaria, prevista nell'art. 67-a), è riscossa in 24 rate bimestrali uguali a partire dall'agosto 1948.

 

          Art. 67 i). [55]

     L'Amministrazione finanziaria ha la facoltà di iscrivere a ruolo l'imposta straordinaria liquidata sull'imponibile dichiarato dal contribuente, o - quando la dichiarazione non è richiesta - sull'imponibile in base al quale è liquidata, a titolo provvisorio, l'imposta straordinaria progressiva sul patrimonio, salvo conguaglio, in entrambi i casi, sulle risultanze dell'accertamento definitivo.

     L'imposta iscritta, a titolo provvisorio o definitivo, in ruoli, la cui riscossione si inizia dopo la rata dell'agosto 1948, è ripartita in quote uguali nelle rate residue a termini del precedente articolo.

     L'imposta iscritta in ruoli, la cui riscossione si inizia dopo la scadenza del termine fissato nell'articolo precedente, è riscossa in sei rate bimestrali uguali, con l'interesse del 2 per cento a favore dello Stato, a decorrere dal 1° luglio 1952.

 

          Art. 67 l). [56]

     Per la riscossione compete all'esattore l'aggio contrattuale, esclusa l'addizionale prevista negli articoli 5 e 8 del decreto legislativo Luogotenenziale 18 giugno 1945, n. 424.

 

          Art. 67 m). [57]

     Il credito dello Stato per l'intero ammontare del tributo ha privilegio speciale su tutti gli immobili facenti parte del patrimonio del contribuente alla data di pubblicazione della legge di convalida del presente decreto, salvi i diritti dei terzi, costituiti, anteriormente alla data stessa.

     Si applicano per l'imposta straordinaria prevista nel presente titolo le disposizioni contenute nel secondo, terzo e quarto comma dell'articolo 60.

 

          Art. 67 n). [58]

     Per la prescrizione dell'azione della finanza valgono le norme dell'art. 61.

 

          Art. 67 o). [59]

     I contribuenti possono versare in Tesoreria, in unica soluzione, con l'abbuono dell'interesse composto dell'8 per cento, in ragione d'anno, l'importo complessivo di tutte le rate d'imposta straordinaria ancora da scadere.

     Il riscatto può essere chiesto tanto per l'importo accertato in via provvisoria, quanto per quello accertato in via definitiva.

     Il riscatto dell'intero ammontare dell'imposta deve essere domandato al competente Ufficio distrettuale delle imposte dirette entro il giorno 10 del mese precedente a quello della scadenza della prima rata d'imposta ed il versamento in Tesoreria deve essere effettuato entro il mese di scadenza della rata stessa.

     I riscatti successivi devono essere domandati entro il 30 novembre di ciascun anno con effetto dalle rate a scadere dalla prima dell'anno successivo, ed il versamento in Tesoreria deve essere effettuato entro il 31 gennaio dell'anno successivo a quello in cui la domanda è presentata.

     Non è ammesso il riscatto delle sole ultime sei rate bimestrali.

     In tutti i casi di versamento diretto in Tesoreria non compete alcun aggio all'esattore ed al ricevitore provinciale.

     Sono altresì applicabili le norme degli articoli 52 e 53.

 

Titolo III

 

IMPOSTA STRAORDINARIA PROPORZIONALE SUL PATRIMONIO [60]

 

          Art. 68. [61]

     I contribuenti tenuti per l'anno 1947 al pagamento dell'imposta ordinaria sul patrimonio, sono assoggettati, per l'anno stesso, ad un'imposta straordinaria proporzionale in misura del 4 per cento.

     L'imposta è dovuta sui valori definitivamente accertati ai fini dell'imposta ordinaria sul patrimonio per l'anno 1947. Per le Società per azioni e in accomandita per azioni l'imposta è dovuta in base ai valori che saranno definitivamente accertati ai fini dell'imposta di negoziazione per l'anno 1947.

     I contribuenti che, prima dell'entrata in vigore del presente decreto, abbiano alienato uno o più dei cespiti sui quali è stata applicata l'imposta del 4 per cento, hanno il diritto di rivalersi verso l'avente causa dell'imposta stessa afferente i cespiti alienati.

     L'usufruttuario può rivalersi verso il proprietario della quota di imposta afferente al valore della nuda proprietà, fatte le valutazioni ai sensi dell'art. 14.

 

          Art. 69.

     Gli Uffici distrettuali delle imposte dirette procedono alla liquidazione dell'imposta dovuta ai sensi dell'articolo precedente senza notificazione ai contribuenti.

 

          Art. 70.

     Qualora, alla data di entrata in vigore del presente decreto, non esista un valore definitivamente accertato per il 1947 ai fini dell'imposta ordinaria sul patrimonio, l'imposta è provvisoriamente liquidata sul valore iscritto a ruolo per l'anno 1947, salvo conguaglio.

     Nei riguardi delle società ed enti assoggettabili alla imposta ordinaria sul patrimonio con le norme di cui all'art. 21 e seguenti del regio decreto-legge 12 ottobre 1939, n. 1529, convertito nella legge 8 febbraio 1940, n. 100, l'imposta è liquidata sul valore provvisoriamente iscritto a ruolo per l'anno 1947, salvo conguaglio.

 

          Art. 71.

     Gli enti di qualsiasi specie e le società commerciali tenuti al pagamento dell'imposta prevista nell'art. 68 sulle obbligazioni e sugli altri titoli di credito da essi emessi eseguono la ritenuta di detta imposta al momento della scadenza di ciascuna rata di interesse nel periodo dal 1° luglio 1947 al 31 dicembre 1948 e la versano in Tesoreria con le modalità previste nell'art. 30 del regio decreto-legge 12 ottobre 1939, n. 1529, convertito nella legge 8 febbraio 1940, n. 100.

 

          Art. 72. [62]

     L'imposta straordinaria proporzionale iscritta a ruolo è riscossa, non oltre il 31 dicembre 1948, in rate uguali coincidenti con quelle normali per le imposte dirette.

     Per tutte le partite il cui imponibile sia inferiore a lire 750.000, fermo restando il pagamento delle rate di giugno ed agosto 1947, il pagamento del residuo debito d'imposta è, riscosso in ventidue rate bimestrali uguali fino all'aprile 1951.

     Per le opere pie, gli istituti ed enti di beneficenza ed assistenza legalmente costituiti e riconosciuti, gli istituti d'istruzione, i corpi scientifici, le accademie e società storiche, letterarie e scientifiche, aventi scopi esclusivamente culturali, gli enti il cui fine è equiparato, a norma dell'art. 29, lettera h), del Concordato, ai fini di beneficenza o di istruzione e gli assimilabili altri culti, le partecipanze ed università agrarie il pagamento della imposta è rateato in anni dieci.

     I relativi ruoli di riscossione non sono soggetti a pubblicazione.

     Per la riscossione compete all'esattore l'aggio contrattuale, esclusa l'addizionale prevista dagli articoli 5 e 8 del decreto legislativo Luogotenenziale 18 giugno 1945, n. 424.

     Il contribuente ha facoltà di chiedere, entro il 15 settembre 1947, il riscatto, con l'abbuono del dieci per cento dell'imposta dovuta ai sensi dell'art. 68. Per tutte le partite, il cui imponibile sia inferiore a lire 750.000, l'abbuono, in caso di riscatto, è del venti per cento.

     Il versamento del prezzo del riscatto deve effettuarsi in Tesoreria entro il 30 settembre 1947.

     In tutti i casi di versamento diretto in Tesoreria non compete alcun aggio all'esattore e al ricevitore provinciale.

 

          Art. 73.

     Per quanto non è previsto nel presente Titolo, si applicano le disposizioni del regio decreto-legge 12 ottobre 1939, n. 1529, convertito nella legge 8 febbraio 1940, n. 100, e successive modificazioni.

     Per il riscatto si applicano le disposizioni dell'ultimo comma dell'art. 51.

 

          Art. 73 bis. [63]

     Le cartelle fondiarie e le obbligazioni emesse dopo il 13 aprile 1947 ed in genere tutti i cespiti patrimoniali formatisi dopo tale data, sono esenti dall'imposta del 4 per cento.

 

          Art. 74.

     L'imposta ordinaria sul patrimonio, istituita con il regio decreto-legge 12 ottobre 1939, n. 1529, convertito nella legge 8 febbraio 940, n. 100, è soppressa con decorrenza dal 1° gennaio 1948.

 

Titolo IV

 

DISPOSIZIONI FINALI [64]

 

          Art. 75. [65]

     Il Ministro delle finanze è autorizzato a presentare un provvedimento per la riorganizzazione dei ruoli del personale dell'Amministrazione finanziaria in relazione alle esigenze di servizio conseguenti all'applicazione del presente decreto.

 

          Art. 76.

     E' autorizzata l'iscrizione nello stato di previsione della spesa del Ministero delle finanze e tesoro delle somme occorrenti per le spese inerenti all'applicazione della imposta patrimoniale istituita col presente decreto.

     Con decreti del Ministro per le finanze e tesoro saranno introdotte in bilancio le variazioni occorrenti in dipendenza dell'attuazione del presente decreto.

 

          Art. 76 bis. [66]

     Il Ministro delle finanze è autorizzato a dettare norme per accertare che i contribuenti, di cui alla presente legge, abbiano versato le quote dovute al fondo di solidarietà nazionale in base al decreto legislativo Luogotenenziale 8 marzo 1945, n. 72.

     A tal fine si intendono riaperti i termini ed il pagamento sarà esente da sopratassa e da multa.

 

          Art. 77. [67]

     Il Governo provvederà a compilare un testo unico delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 29 marzo 1947, n. 143, e delle modificazioni ad esso apportate, curandone il coordinamento.


[1]  Convalidato, con modificazioni, dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828, sostituito dal D.Lgs.C.P.S. 11 ottobre 1947, n. 1131, e ratificato dall'art. unico della L. 28 dicembre 1952, n. 4417. Abrogato dall'art. 2 del D.L. 22 dicembre 2008, n. 200, convertito dalla L. 18 febbraio 2009, n. 9, con la decorrenza ivi indicata.

[2]  Rubrica così sostituita dall'art. unico, L. 1° settembre 1947, n. 828.

[3]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[4]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[5]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[6]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[7]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[8]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[9]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[10]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[11]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[12]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[13]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[14]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[15]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[16]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[17]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[18]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[19]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[20]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[21]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[22]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[23]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[24]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[25]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[26]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[27]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[28]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[29]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[30]  Articolo sostituito dall'art. unico, L. 1° settembre 1947, n. 828.

[31]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[32]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[33]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[34]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[35]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[36]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[37]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[38]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[39]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[40]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[41]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[42]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[43]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[44]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[45]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[46]  Rubrica aggiunta dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[47]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[48]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[49]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[50]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[51]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[52]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[53]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[54]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[55]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[56]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[57]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[58]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[59]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[60]  L’attuale Titolo III ha così sostituito il precedente Capo XIII per effetto dell'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[61]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[62]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[63]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[64]  L’attuale Titolo IV ha così sostituito il precedente Capo XIV per effetto dell'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[65]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[66]  Articolo inserito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.

[67]  Articolo così sostituito dall'art. unico della L. 1° settembre 1947, n. 828.