§ 57.4.88 – D.P.R. 24 aprile 1967, n. 418.
Orari, prove di esame e programmi d'insegnamento nelle scuole medie con lingua d'insegnamento slovena.


Settore:Normativa nazionale
Materia:57. Istruzione
Capitolo:57.4 istruzione media e secondaria superiore
Data:24/04/1967
Numero:418


Sommario
Art. 1.      Il primo capoverso del decreto del Presidente della Repubblica 26 maggio 1965, n. 1099, di cui alle premesse, è così modificato
Art. 2.      L'orario settimanale delle lezioni ed il programma di insegnamento dell'italiano nelle scuole medie di cui al precedente articolo, allegati al decreto del Presidente [...]


§ 57.4.88 – D.P.R. 24 aprile 1967, n. 418.

Orari, prove di esame e programmi d'insegnamento nelle scuole medie con lingua d'insegnamento slovena.

(G.U. 20 giugno 1967, n. 152).

 

     Art. 1.

     Il primo capoverso del decreto del Presidente della Repubblica 26 maggio 1965, n. 1099, di cui alle premesse, è così modificato:

     "Nella scuola media con lingua d'insegnamento slovena gli orari e le prove d'esame nonchè i programmi d'insegnamento dell'italiano ed elementari conoscenze di latino nella seconda classe, del latino nella terza classe e dello sloveno, della storia ed educazione civica e della geografia nella prima, seconda e terza classe sono stabiliti secondo il testo allegato al presente decreto".

 

          Art. 2.

     L'orario settimanale delle lezioni ed il programma di insegnamento dell'italiano nelle scuole medie di cui al precedente articolo, allegati al decreto del Presidente della Repubblica 26 maggio 1965, n. 1099, sono modificati secondo il testo allegato al presente decreto.

 

 

Orario settimanale delle lezioni

 

Materie d'insegnamento

Ore settimanali

Prove di esame

 

I classe

II classe

III classe

 

A) Insegnamenti obbligatori:

 

 

 

 

I. Religione [1]

1

1

1

-

II. Italiano

6

-

5

s. o.

Italiano ed elementari conoscenze di latino

-

7

-

s. o.

III. Sloveno

6

6

5

s. o.

Storia ed educazione civica, geografia

4

4

4

o.

IV. Lingua straniera

2

3

3

s. o.

V. Matematica

3

3

3

s. o.

Osservazioni ed elementi di scienze naturali

2

2

3

o. p.

VI. Educazione artistica

2

2

2

g. o p.

VII. Applicazioni tecniche

2

-

-

-

VIII. Educazione musicale

1

-

-

-

IX. Educazione fisica

2

2

2

p.

 

31

30

28

-

B) Insegnamenti facoltativi:

 

 

 

 

X. Latino

-

-

4

s. o. [2]

XI. Applicazioni tecniche

-

2

3

-

XII. Educazione musicale

-

1

1

-

Totale generale [3]

31

30-31

28-29

-

 

 

32-33

31-32

 

 

 

 

33-35

 

 

 

 

36

 

     [1] Con la particolare disciplina di cui alla L. 5 giugno 1930, n. 824.

     [2] La prova di esame obbligatoria solo per coloro che intendono iscriversi al liceo classico.

     [3] Il totale generale dell'orario settimanale delle lezioni sarà per l'alunno diverso a seconda che segua o non l'insegnamento di materie facoltative.

     Avvertenze: s. = scritto; o. = orale; p. = pratica; g. = grafica.

     Programmi di insegnamento

     Italiano.

     (Nella seconda classe l'insegnamento dell'italiano viene e "integrato con elementari conoscenze di latino, che consentano di dare all'alunno una prima idea delle affinità e delle differenze tra le due lingue").

     L'insegnamento dell'italiano tende a promuovere la maturazione della personalità dell'alunno mediante l'espressione linguistica, in cui conseguono chiarezza i contenuti culturali offerti dalle singole discipline.

     Ciò si ottiene con l'attenta osservazione della realtà, accompagnata da adeguate esercitazioni espressive orali e scritte; con la lettura quanto più ampia possibile, anche in connessione con le vive esperienze dell'alunno, diretta ad aprire più larghi orizzonti spirituali e culturali; con lo studio della grammatica intesa non come apprendimento di schemi, ma come consapevolezza dei fatti linguistici.

     Il programma vuole essere soltanto indicativo allo scopo di assicurare la più ampia libertà didattica all'insegnante.

     Per questo non si sono poste barriere cronologiche alle letture, in quanto la modernità non è sempre legata al dato cronologico; è lasciata all'insegnante eguale possibilità di scelta fra scrittori dell'antichità classica o stranieri - in buone traduzioni italiane - e scrittori italiani, in modo che la ricerca dei valori artistici, culturali ed educativi si estenda in una più ampia area umana.

     Per la medesima ragione, non sono stati nominati nel programma nemmeno quei poemi e quelle opere che pure tradizionalmente hanno sollecitato la fantasia e l'interesse degli allievi - come, ad esempio, i poemi omerici - o che potrebbero essere efficacemente presentati, anch'essi in forma episodica, alla scolaresca - come la Chanson de Roland, Cantar de mio Cid., Nibelungenlied, Orlando Furioso, Gerusalemme Liberata, ecc. - e la stessa Divina Commedia, che opportunamente spiegata, non offre - in molti episodi - difficoltà maggiori di quelle presentate dai poemi classici. Si è dovuto impedire che una semplice esemplificazione acquistasse carattere normativo.

     Di proposito non sono state graduate le letture classe per classe. Nel graduarle, toccherà all'insegnante il compito d'interpretare i vivi interessi degli alunni, saggiamente conciliandoli con le esigenze della cultura e di quella unità di insegnamento cui si ispira la nuova scuola.

     Solo si tenga presente che, oltre all'illustrazione linguistica (tenuta nei limiti necessari all'intelligenza del testo) ed artistica, gioverà, ogni volta che sia necessario, un minimo di ambientazione storica e che la lettura di opere ed episodi di opere non deve mirare all'apprendimento contenutistico delle loro trame, ma a saper leggere, a sviluppare cioè la capacità di penetrare nell'intimo significato di quel che si legge. L'apprendimento a memoria di poesie e di brani di prosa sarà il naturale coronamento della piena comprensione dei testi.

     La lettura antologica dovrà essere accompagnata, secondo le indicazioni dei programmi, da quella di un'opera narrativa moderna. Comunque è da tener presente che, a soddisfare il bisogno e talora l'ansia di leggere propria di questa età, non può bastare il libro "comune" di classe, ma dovrà ampiamente contribuire la lettura "individuale", da intendersi non come ameno e marginale diversivo, ma come bisogno che nasca dal vivo della scuola e ad essa si raccordi.

     Sulle letture domestiche individuali di libri della biblioteca di classe o di altri libri consigliati o liberamente scelti, l'insegnante disporrà periodicamente conversazioni in classe, mediante le quali ogni alunno si abituerà a dare ordine ai suoi pensieri e quindi a perfezionare le sue capacità espressive. Con l'aiuto di dischi, magnetofoni, ecc. sia molto curata anche la dizione, allo scopo di eliminare gli errori di pronuncia e le cadenze regionali tipiche.

     Cure non meno attente saranno dedicate agli esercizi di composizione. Questi, prima semplici e brevi, poi sempre più ampi e complessi, trarranno argomento dal mondo esterno sul quale si aprono gli occhi dell'alunno o dal suo mondo interiore, e assumeranno, di volta in volta, la forma di descrizione, relazione, cronaca, diario ecc. fino ad elevarsi lentamente al piano di veri e propri componimenti (quali, si intende, sono consentiti dall'età dell'alunno con l'espressione di pensieri e sentimenti personali. Non si esclude che la revisione degli esercizi di composizione avvenga anche con la collaborazione degli alunni i quali, lavorando a gruppi, potranno correggersi reciprocamente. L'insegnante dovrà avviare in classe discussioni e ricerche anche collettive d'ordine lessicale, in guisa da arricchire quanto più possibile il patrimonio linguistico degli alunni, sia dal punto di vista quantitativo, sia per quel che riguarda l'approfondimento dei significati e delle loro sfumature. La lingua non deve essere presentata come qualcosa di fatto una volta per sempre, ma come qualcosa che si è andata facendo via via nei secoli, e che ogni giorno si trasforma; cioè, anche lo studio linguistico deve concorrere alla formazione del senso storico.

     Lo studio della grammatica sarà contenuto nelle linee essenziali e condotto con metodo induttivo, partendo negli esercizi - per quanto è possibile - dal concreto dell'analisi di testi, sia sotto il profilo morfologico, sia sotto quello sintattico, in modo da promuovere negli alunni, gradualmente una sempre più salda consapevolezza dei mezzi espressivi e della terminologia grammaticale.

     Circa l'integrazione dell'insegnamento dell'italiano con le elementari conoscenze di latino previste dalla legge, si tenga presente che queste non dovranno costituire un punto di partenza ma di arrivo dell'opera dell'insegnante. In altri termini, non si dovrà, per esempio, insegnare prima la morfologia latina, per mostrare poi in che cosa essa sia affine all'italiano e in che diversa; ma (in analogia anche con il metodo induttivo dello studio dell'italiano) si dovrà condurre l'alunno ad una elementare conoscenza della struttura morfologica e del lessico attraverso l'esperienza immediata di testi latini facili e di per sè evidenti per affinità lessicale e sintattica con la nostra lingua. L'alunno imparerà così a distinguere le desinenze nominali e verbali e le più semplici norme di sintassi; noterà l'arricchimento dell'italiano rispetto al latino (per es. l'articolo) e lo spostamento dei segnali grammaticali (desinenze alla fine delle parole in luogo di preposizioni davanti ad esse); e via via salirà, se possibile, a più complesse diversità. Quanto alle affinità e diversità lessicali, esse fanno più che mai parte dello studio della lingua italiana e dimostreranno la connessione storica fra le due lingue. Ciò varrà, fra l'altro, a mostrare l'utilità del lessico latino come riserva per la terminologia tecnica moderna.

     Strumento di questa importantissima e nuova parte di lavoro (esclusa ogni grammatica teorica) sarà pertanto una piccola antologia che, partendo da frasi schematiche, salga via via a narrazioni di facilissima struttura, affiancate eventualmente da traduzioni italiane letterali, fino a stabilire - a conclusione dello studio di tali frasi e narrazioni - una elementare sistemazione grammaticale; questa avrà il duplice scopo di avviare l'alunno ad una iniziale conoscenza del latino secondo il dettato della legge e di individuare il suo eventuale orientamento al successivo studio di esso.

     E' in ogni caso da evitare la subordinazione dello studio della lingua italiana a quello della lingua latina.

     Classe I

     Lettura di prose e poesie (anche di scrittori stranieri in buone traduzioni italiane) e di episodi scelti di opere nel senso indicato dalle avvertenze.

     Lettura domestica di libri consigliati dall'insegnante o scelti dagli alunni.

     Esercizi di composizione (descrizioni, relazioni, composizione libera, ecc.).

     Studio della lingua nel suo lessico, nelle sue forme e nella sua struttura - Terminologia grammaticale.

     Esercizi di dizione.

     Classe II

     Letture scelte e lettura domestica come per la prima classe.

     Lettura di un'opera narrativa moderna italiana o straniera in buona traduzione italiana.

     Esercizi di composizione come per la prima classe.

     Studio della lingua come per la prima classe.

     Esercizi di dizione.

     Lettura di facili testi latini ed elementare sistemazione grammaticale.

     Affinità e differenze tra italiano e latino.

     Classe III

     Letture scelte e lettura domestica come per le classi precedenti.

     Lettura di un'opera narrativa moderna italiana o straniera in buona traduzione italiana.

     Esercizi di composizione come per le classi precedenti.

     Studio della lingua come per le classi precedenti.

     Esercizi di dizione.