§ V.5.83 – L.R. 15 marzo 2006, n. 5.
Istituzione della riserva naturale orientata regionale "Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo"


Settore:Codici regionali
Regione:Puglia
Materia:5. assetto e utilizzazione del territorio
Capitolo:5.5 tutela dell'ambiente - caccia e pesca
Data:15/03/2006
Numero:5


Sommario
Art. 1.  (Istituzione dell’area naturale protetta)
Art. 2.  (Finalità)
Art. 3.  (Gestione)
Art. 4.  (Zonizzazione provvisoria)
Art. 5.  (Norme generali di tutela del territorio e dell’ambiente naturale)
Art. 6.  (Strumenti di attuazione)
Art. 7.  (Piano territoriale dell’area naturale protetta)
Art. 8.  (Piano pluriennale economico sociale)
Art. 9.  (Regolamento)
Art. 10.  (Nulla osta e pareri)
Art. 11.  (Sanzioni)
Art. 12.  (Indennizzi)
Art. 13.  (Sorveglianza del territorio)
Art. 14.  (Controllo)
Art. 15.  (Norme finanziarie)


§ V.5.83 – L.R. 15 marzo 2006, n. 5.

Istituzione della riserva naturale orientata regionale "Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo"

(B.U. 17 marzo 2006, n. 35).

 

Art. 1. (Istituzione dell’area naturale protetta)

     1. Ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 24 luglio 1997, n. 19 (Norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione Puglia), è istituita la Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo”.

     2. I confini della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo” ricadente sul territorio del comune di Porto Cesareo sono riportati nella cartografia in scala 1:25.000, allegata alla presente legge (Allegato A), della quale costituisce parte integrante e depositata in originale presso l’Assessorato all’ambiente della Regione Puglia e, in copia conforme, presso l’Amministrazione provinciale di Lecce, presso la sede dell’Ente di gestione e presso il Comune di Porto Cesareo.

     3. I confini saranno resi visibili mediante apposita tabellazione da eseguirsi a cura dell’Ente di gestione con apposito finanziamento regionale.

 

     Art. 2. (Finalità)

     1. Le finalità istitutive della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo” sono le seguenti:

     a) conservare e recuperare le biocenosi, con particolare riferimento alle specie animali e vegetali e agli habitat contenuti nelle direttive comunitarie 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici e 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nonché i valori paesaggistici, gli equilibri ecologici, gli equilibri idraulici e idrogeologici superficiali e sotterranei;

     b) salvaguardare i valori ed i beni storicoarchitettonici;

     c) incrementare la superficie e migliorare la funzionalità ecologica degli ambienti umidi;

     d) recuperare e salvaguardare la funzionalità del sistema dunale;

     e) monitorare l’inquinamento e lo stato degli indicatori biologici;

     f) allestire infrastrutture per la mobilità lenta;

     g) promuovere attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, nonché attività ricreative sostenibili;

     h) promuovere e riqualificare le attività economiche compatibili con le finalità del presente articolo, al fine di migliorare la qualità della vita delle popolazioni residenti.

 

     Art. 3. (Gestione)

     1. La gestione della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo” è affidata a un Ente di gestione, individuato nel comune di Porto Cesareo, che vi provvede coordinando strettamente i propri interventi con gli obiettivi di programmazione regionale in materia di conservazione della natura e aree naturali protette.

     2. Il comune di Porto Cesareo, per la gestione dell’area protetta, organizza una struttura autonoma nell’ambito dell’Amministrazione comunale. Il Sindaco può nominare un Direttore della Riserva; in ogni caso, la struttura amministrativa di riferimento deve essere impiegata esclusivamente nei compiti di gestione dell’area protetta.

     3. In caso di gravi inadempienze gestionali o fatti gravi contrari alle normative vigenti o per persistente inattività, il Presidente della Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale all’ambiente e previa deliberazione della Giunta stessa, provvede, con proprio decreto, alla nomina di un commissario con pieni poteri sulla gestione dell’area protetta.

 

     Art. 4. (Zonizzazione provvisoria)

     1. Fino all’approvazione del Piano territoriale di cui all’articolo 7, la Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” è suddivisa nelle seguenti zone:

     a) zona 1, di rilevante valore naturalistico, paesaggistico e storico-culturale;

     b) zona 2, di valore naturalistico, paesaggistico e/o storico-culturale, connotata fortemente dalla presenza di attività antropiche.

     2. Il Piano di cui all’articolo 7 può apportare modifiche al confine delle zone e dettagliarle ulteriormente, come indicato all’articolo 12 della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette), al fine di una migliore organizzazione degli ambiti di tutela.

 

     Art. 5. (Norme generali di tutela del territorio e dell’ambiente naturale)

     1. Sull’intero territorio della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat. In particolare, vige il divieto di:

     a) aprire nuove cave, miniere e discariche;

     b) esercitare l’attività venatoria: sono consentiti, su autorizzazione dell’Ente di gestione, gli interventi di controllo delle specie previsti dall’articolo 11, comma 4, della l. 394/1991, ed eventuali prelievi effettuati a scopo di ricerca e di studio;

     c) alterare e modificare le condizioni di vita degli animali;

     d) raccogliere o danneggiare le specie vegetali spontanee, ad eccezione degli interventi a fini scientifici e di studio preventivamente autorizzati dall’Ente di gestione: sono comunque consentite le operazioni connesse alle attività agro-silvo-pastorali;

     e) asportare minerali e materiale d’interesse geologico, fatti salvi prelievi a scopi scientifici preventivamente autorizzati dall’Ente di gestione;

     f) introdurre nell’ambiente naturale specie faunistiche e floristiche non autoctone;

     g) effettuare opere di movimento terra tali da modificare consistentemente la morfologia del terreno;

     h) apportare modificazioni agli equilibri ecologici, idraulici e idrogeotermici ovvero tali da incidere sulle finalità di cui all’ articolo 2;

     i) transitare con mezzi motorizzati fuori dalle strade statali, provinciali, comunali, private e vicinali gravate dai servizi di pubblico passaggio, fatta eccezione per i mezzi di servizio e per le attività agrosilvo- pastorali;

     j) costruire nuove strade e ampliare le esistenti se non in funzione delle attività agro-silvo-pastorali e delle attività di fruizione naturalistica.

     2. Fino all’approvazione del Piano di cui all’articolo 7 è fatto divieto di:

     a) costruire nuovi edifici od opere all’esterno dei centri edificati così come delimitati ai sensi della legge 22 ottobre 1971, n. 865 (Programmi e coordinamento per l’edilizia residenziale pubblica). Per gravi motivi di salvaguardia ambientale il divieto è esteso anche all’area edificata compresa nel perimetro indicato;

     b) mutare la destinazione dei terreni, fatte salve le normali operazioni connesse allo svolgimento, nei terreni in coltivazione, delle attività agricole, forestali e pastorali;

     c) effettuare interventi sulle aree boscate e tagli boschivi senza l’autorizzazione dei competenti uffici dell’Assessorato regionale all’agricoltura e foreste.

     3. Fino all’approvazione del Piano territoriale di cui all’articolo 7, la competente struttura regionale di cui all’articolo 23 della l.r. 19/1997, d’intesa con l’Ente di gestione, può concedere deroghe ai divieti di cui al comma 2, lettere a) e b), limitatamente alla zona 2 di cui alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 4. Nella zona di cui alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 4 dette deroghe possono essere concesse solo se necessarie per effettuare adeguamenti di tipo tecnologico e/o igienico-sanitario connessi all’applicazione della normativa vigente. Possono inoltre essere realizzati interventi di trasformazione e/o ampliamento degli edifici rurali esistenti nella misura massima del 15 per cento della loro superficie utile, previa valutazione e approvazione di apposito piano di miglioramento aziendale redatto a norma del regolamento CE 1257/1999 del Consiglio, del 17 maggio 1999, relativo al sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) e successive modificazioni e integrazioni.

     4. Sono consentiti, previa valutazione da parte dell’Ufficio parchi e riserve naturali della Regione, interventi pubblici o privati, realizzati nel rispetto della normativa vigente, destinati a migliorare la fruizione della zona costiera, mediante l’utilizzazione di manufatti di tipo precario, amovibili, in legno o altro materiale naturale, tali da rispettare le esigenze di compatibilità ambientale dell’area. Sono comunque fatte salve le prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti ove più restrittive. In tutti i casi, devono comunque essere utilizzate e/o rispettate le tipologie edilizie e le tecnologie costruttive della tradizione storica locale e non devono verificarsi interferenze con alcuno dei valori naturalistici e ambientali presenti nell’area.

     5. È consentita la realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei manufatti edilizi esistenti ai sensi dei commi a) e b) dell’articolo 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457 (Norme per l’edilizia residenziale) e successive modificazioni e integrazioni.

     6. Sono fatti salvi i diritti reali e gli usi civici delle collettività locali a eccezione dei diritti esclusivi di caccia o di altri usi civici di prelievo faunistico, che sono liquidati dal competente commissario per gli usi civici su istanza dell’Ente di gestione.

     7. Le norme di salvaguardia di cui al presente articolo non si applicano alle varianti e/o deroghe urbanistiche per attività turistico-ricettive le cui istanze in variante al Piano regolatore generale (PRG) siano state presentate in data anteriore al 18 ottobre 2005. E’ fatto salvo il rilascio dei pareri ambientali, laddove richiesti.

 

     Art. 6. (Strumenti di attuazione)

     1. Per l’attuazione delle finalità della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo”, l’Ente di gestione si dota dei seguenti strumenti di attuazione, tutti sottoposti all’approvazione finale del Consiglio regionale secondo le modalità definite dalla l.r. 19/1997, previa loro valutazione da parte dell’Ufficio parchi e riserve naturali della Regione:

     a) Piano territoriale dell’area naturale protetta, di cui all’articolo 20 della l.r. 19/1997;

     b) Piano pluriennale economico sociale dell’area naturale protetta, di cui all’articolo 21 della l.r. 19/1997;

     c) Regolamento dell’area naturale protetta, di cui all’articolo 22 della l.r. 19/1997.

 

     Art. 7. (Piano territoriale dell’area naturale protetta)

     1. Il Piano territoriale della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” è predisposto dall’Ente di gestione ed è adottato dal Consiglio comunale di Porto Cesareo con i tempi e le modalità previste dall’articolo 20 della l.r. 19/1997. Esso deve:

     a) precisare, mediante zonizzazione secondo quanto previsto dall’articolo 12 della l. 394/1991 le destinazioni delle diverse parti dell’area naturale protetta;

     b) individuare le opere necessarie alla conservazione e all’eventuale ripristino ambientale;

     c) dettare disposizioni intese alla salvaguardia dei valori storici e ambientali delle aree edificate e del patrimonio architettonico rurale;

     d) individuare le eventuali attività esistenti incompatibili con le finalità istitutive dell’area naturale protetta e stabilirne i tempi di cessazione e le modalità di recupero;

     e) individuare e regolamentare le attività antropiche esistenti;

     f) individuare le eventuali aree e beni da acquisire in proprietà pubblica, anche mediante espropriazione, per gli usi necessari al conseguimento delle finalità istitutive;

     g) indicare la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti;

     h) indicare la tipologia e le modalità di realizzazione di ampliamenti, trasformazioni, variazioni di destinazione d’uso per edifici e manufatti esistenti;

     i) definire il sistema della mobilità interna all’area naturale protetta;

     j) individuare e definire il sistema di monitoraggio;

     k) definire le misure per la riduzione degli impatti ambientali sul sistema dunale;

     l) definire le metodologie per la valutazione ex ante degli interventi di trasformazione.

 

     Art. 8. (Piano pluriennale economico sociale)

     1. Il Piano pluriennale economico sociale della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera - Porto Cesareo” è adottato, contestualmente all’adozione del Piano territoriale dell’area, dall’Ente di gestione con il fine di individuare indirizzi e obiettivi di tutela dell’ambiente naturale e le relative forme di sviluppo economico compatibile.

     2. Il Piano pluriennale economico sociale dell’area protetta valorizza altresì gli usi, i costumi, le consuetudini e le attività tradizionali delle popolazioni residenti sul territorio, nonché le espressioni culturali proprie e caratteristiche delle identità delle comunità locali e ne prevede la tutela anche mediante indirizzi che autorizzino l’esercizio di attività particolari collegate agli usi, ai costumi ed alle consuetudini locali, fatte salve le norme in materia di attività venatoria.

 

     Art. 9. (Regolamento)

     1. Il Regolamento ha la funzione di disciplinare, anche in deroga ai divieti di cui all’articolo 5, l’esercizio delle attività consentite all’interno della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” ed è adottato dall’Ente di gestione contestualmente all’adozione del Piano territoriale dell’area naturale protetta.

 

     Art. 10. (Nulla osta e pareri)

     1. Il rilascio di concessioni e autorizzazioni relative a interventi, impianti e opere ricadenti all’interno della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” è subordinato al preventivo nulla osta dell’Ente di gestione.

     2. La documentazione relativa alla richiesta di concessione e/o autorizzazione, entro dieci giorni dalla sua presentazione all’Ente di gestione, è inviata da quest’ultimo all’Ufficio parchi e riserve naturali della Regione Puglia, che, nei venti giorni successivi, può chiedere integrazioni o chiarimenti. Qualora le integrazioni o i chiarimenti non siano ritenuti sufficienti, l’Ufficio parchi e riserve naturali della Regione Puglia, con provvedimento motivato, comunica la non conformità dell’istanza alle prescrizioni e alle finalità della presente legge.

     3. Decorsi sessanta giorni dalla presentazione dell’istanza senza che sia intervenuta alcuna osservazione o prescrizione, il nulla osta s’intende rilasciato con esito favorevole.

     4. Il rilascio del nulla osta è subordinato alla conformità delle opere da realizzare con il Piano territoriale e con il Regolamento ovvero, in assenza di questi, alla compatibilità con le finalità di cui all’articolo 2.

     5. Fino all’entrata in vigore del Piano territoriale e del Regolamento, il nulla osta preventivo è rilasciato dall’Ufficio parchi e riserve naturali della Regione Puglia.

     6. L’Ente di gestione della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” è delegato, quale autorità competente ai sensi della legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale), al rilascio dei pareri relativi alla procedura di valutazione di incidenza di cui all’articolo 6, paragrafi 3 e 4, della direttiva n. 92/43/CEE e all’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE), così come modificato dall’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n. 120, per piani e interventi ricadenti in tutto o in parte nel proposto Sito di importanza comunitaria (pSIC) IT9150028 “Porto Cesareo”.

     7. L’Ufficio comunale competente è tenuto a predisporre un elenco mensile contenente gli estremi degli interventi di cui al comma 6 e dei relativi esiti, da inviare all’Ufficio parchi e riserve naturali della Regione Puglia, al fine di consentire la verifica della corretta applicazione della procedura di valutazione di incidenza e l’eventuale formulazione, da parte dello stesso Ufficio parchi e riserve naturali, di osservazioni e richiami vincolanti volti a garantire la coerenza degli interventi con lo stato di conservazione complessivo del pSIC.

 

     Art. 11. (Sanzioni)

     1. Per le violazioni delle disposizioni della presente legge, si applicano, in quanto compatibili, le norme di cui all’articolo 30 della l. 394/1991.

     2. Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 5 comportano la sanzione amministrativa di euro 1032,91 per ogni metro cubo di materiale rimosso.

     3. Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 5 si applicano le sanzioni previste dalle leggi in materia di caccia.

     4. Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e) e i) del comma 1 dell’articolo 5 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di euro 25,82 a un massimo di euro 258,22.

     5. Le violazioni ai divieti di cui alla lettera f) del comma 1 dell’articolo 5 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di euro 103,29 a un massimo di euro 1032,91.

     6. Le violazioni al divieto di cui alla lettera g) del comma 1 dell’articolo 5 comportano la sanzione amministrativa di euro 1.032,91 per ogni 10 metri cubi di materiale movimentato.

     7. Le violazioni al divieto di cui alla lettera h) del comma 1 dell’articolo 5 comportano la sanzione amministrativa da un minimo di euro 1.032,91 a un massimo di euro 10.329,13.

     8. Le violazioni al divieto di cui alla lettera j) del comma 1 dell’articolo 5 e alle limitazioni di cui alle lettere a) e b) del comma 2 dell’articolo 5 comportano le sanzioni amministrative previste dalle vigenti leggi in materia urbanistica.

     9. Gli interventi sulle aree boscate effettuati in difformità da quanto previsto dall’articolo 5, comma 2, lettera c), comportano la sanzione amministrativa da un minimo di euro 566,00 a un massimo di euro 2.582,28 per ettaro o frazione di ettaro su cui è stato effettuato l’intervento.

     10. Le violazioni ai divieti richiamati ai commi 1, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste, l’obbligo del ripristino, che deve essere realizzato in conformità delle disposizioni formulate dall’Ente di gestione.

     11. E’ comunque fatta salva l’applicazione delle sanzioni penali previste al comma 1 dell’articolo 30 della l. 394/1991.

     12. Per l’accertamento delle violazioni e l’applicazione delle sanzioni amministrative previste, si applicano le norme e i principi di cui al Capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale).

     13. Le somme riscosse ai sensi del presente articolo e quelle riscosse in applicazione delle norme contenute nel regolamento di cui all’articolo 9 sono introitate nel bilancio dell’Ente di gestione con l’obbligo di destinazione alla gestione della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo”.

 

     Art. 12. (Indennizzi)

     1. Gli indennizzi per gli effettivi danni economici ai proprietari di immobili situati nella Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” sono erogati direttamente dall’Ente di gestione, facendovi fronte con il proprio bilancio.

     2. La liquidazione dei danni provocati alle colture, anche pluriennali, e alle attività produttive di tipo artigianale o industriale avviene dopo aver accertato che i danni stessi derivino da un vincolo effettivo posto con la presente legge o con il Piano di cui all’articolo 7 e che lo stesso vincolo abbia impedito, in tutto o in parte, l’esecuzione di attività economiche in atto connesse alle attività agro-silvopastorali riducendone in modo continuativo il reddito. Danno comunque diritto all’indennizzo:

     a) la riduzione del carico di bestiame al di sotto dei limiti di carico ottimale e la riduzione del normale periodo di pascolamento;

     b) le riduzioni di reddito derivanti da limitazioni colturali o da modificazioni delle tecniche di coltivazione.

     3. L’Ente di gestione deve procedere alla liquidazione del danno entro centoventi giorni dalla data della denuncia.

     4. Non sono liquidabili i danni teorici derivanti da previsioni e norme di tipo urbanistico e territoriale, fatta salva la possibilità da parte della Regione ovvero dell’Ente di gestione di provvedere, per particolari motivi di tutela ambientale, all’espropriazione delle aree.

 

     Art. 13. (Sorveglianza del territorio)

     1. La sorveglianza sull’osservanza degli obblighi e dei divieti previsti dalla presente legge è affidata all’Ente di gestione, che l’esercita attraverso l’utilizzo del proprio personale di sorveglianza ovvero, sulla base di specifiche convenzioni, tramite personale di altri enti. La sorveglianza è altresì affidata agli agenti di polizia locale, urbana e rurale, nonché ai nuclei di vigilanza territoriale della provincia di Lecce.

     2. Ai fini della sorveglianza, l’Ente di gestione può stipulare convenzioni con il Corpo forestale dello Stato, ai sensi dell’articolo 27, comma 2, della l. 394/1991.

     3. L’utilizzazione delle guardie venatorie volontarie di cui all’articolo 44, comma 1, lett. b), della legge regionale 13 agosto 1998, n. 27 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma, per la tutela e la programmazione delle risorse faunistico-ambientali e per la regolamentazione dell’attività venatoria), è subordinata alla stipulazione di apposite convenzioni con l’Ente di gestione.

 

     Art. 14. (Controllo)

     1. Le funzioni di controllo amministrativo e finanziario sulla gestione della Riserva naturale orientata regionale “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo” sono affidate all’Ufficio parchi e riserve naturali della Regione Puglia.

     2. Le modalità dell’attività di controllo possono essere precisate da apposite direttive, da emanarsi con deliberazione di Giunta regionale, che possono prevedere anche l’obbligo dell’adozione di determinati sistemi di contabilità, nonché l’adozione di specifiche procedure di controllo della gestione.

     3. In ogni caso, l’Ente di gestione adotta, annualmente, un documento preventivo decisionale coerente con le linee generali di intervento definite dall’Assessorato regionale all’ecologia. Tale documento deve essere approvato dall’Ufficio parchi e riserve naturali e, successivamente, pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia.

     4. L’Ente di gestione provvede ad inviare all’Ufficio parchi e riserve naturali, con cadenza semestrale, un rendiconto delle somme impegnate e pagate, che deve essere pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia.

 

     Art. 15. (Norme finanziarie)

     1. Gli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge sono a carico dell’Ente di gestione.

     2. Annualmente, in relazione agli obiettivi gestionali raggiunti e alla programmazione regionale, la Regione Puglia trasferisce fondi idonei a integrare gli stanziamenti comunali nei limiti degli stanziamenti all’uopo previsti nei bilanci regionali.

     3. In sede di prima applicazione della presente legge, sono stanziati euro 50 mila a carico del capitolo 0581011 “Spese per la costituzione delle aree naturali protette nella Regione Puglia” del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2006.

 

 

ALLEGATO [1]

 

     (Omissis)


[1] Allegato rettificato con avviso pubblicato nel B.U. 23 marzo 2006, n. 38.