§ 10.5.14 - D.P.R. 3 luglio 1957, n. 826.
Approvazione del regolamento per l'esecuzione della legge 21 agosto 1950, n. 698, recante norme per la protezione e l'assistenza dei sordomuti.


Settore:Normativa nazionale
Materia:10. Assistenza e servizi sociali
Capitolo:10.5 interventi specifici
Data:03/07/1957
Numero:826


Sommario
Art. 1.      L'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordomuti, con sede in Roma, istituto dalla legge 12 maggio 1942, n. 889, modificata dalla legge 21 agosto 1950, n. 698, è costituito dalla [...]
Art. 2.      L'Ente ha i seguenti compiti:
Art. 3.      Il Patrimonio dell'Ente è costituito:
Art. 4.      I mezzi di esercizio di cui l'Ente dispone per il proprio funzionamento sono:
Art. 5.      L'Ente comprende le seguenti categorie di soci:
Art. 6.      Le cariche elettive dell'Ente, fatta eccezione soltanto per i collegi centrale e provinciali dei revisori, sono riservate ai soci effettivi sordomuti che abbiano raggiunto la maggiore età.
Art. 7.      I soci effettivi ed aggregati godono dei benefici della organizzazione dell'Ente secondo il presente regolamento e quelli particolari di assistenza.
Art. 8.      Gli organi dell'Ente sono:
Art. 9.      L'assemblea generale dei soci è l'organo supremo dell'Ente ed è costituita dai rappresentanti delle sezioni provinciali, eletti dalle assemblee provinciali previste dall'art. 36, fra i soci [...]
Art. 10.      L'Assemblea generale dei soci è convocata dal presidente dell'Ente e si riunisce in via ordinaria ogni quattro anni
Art. 11.      Le sedute dell'assemblea generale dei soci sono presiedute da un Collegio di presidenza composto: da un presidente, due vice presidenti, tre scrutatori, scelti dall'assemblea fra i sordomuti [...]
Art. 12.      La sede e la data dell'assemblea generale dei soci, unitamente all'ordine del giorno, sono comunicate con lettera raccomandata, almeno tre mesi prima, a tutte le sezioni provinciali.
Art. 13.      La votazione è fatta per scrutinio palese, salvo che per le elezioni delle cariche sociali e per le questioni di indole personale.
Art. 14.      Le deliberazioni sono prese a maggioranza assoluta dei votanti.
Art. 15.      Le adunanze dell'assemblea generale dei soci sono valide, in prima convocazione, quando vi partecipano la metà più uno dei delegati complessivamente eletti; in seconda convocazione, con [...]
Art. 16.      L'assemblea generale dei soci:
Art. 17.      Il Consiglio di amministrazione è costituito da nove membri compreso il presidente dell'Ente.
Art. 18.      Il Consiglio di amministrazione si riunisce in via ordinaria ogni tre mesi; in via straordinaria ogni qualvolta il presidente dell'Ente lo ritenga necessario o ne sia stata fatta richiesta da [...]
Art. 19.      Gli avvisi di convocazione del Consiglio di amministrazione devono essere inviati con lettera raccomandata almeno cinque giorni prima della convocazione, unitamente all'ordine del giorno.
Art. 20.      Le sedute del Consiglio di amministrazione sono valide, in prima convocazione, con la presenza della metà più uno dei suoi componenti ed in seconda convocazione, il giorno seguente, qualunque [...]
Art. 21.      I verbali delle deliberazioni sono redatti sotto la personale responsabilità del direttore generale dell'Ente.
Art. 22.      Il Consiglio di amministrazione, compreso il presidente, resta in carica quattro anni ed i suoi membri possono essere rieletti.
Art. 23.      Il Consiglio di amministrazione:
Art. 24.      Il Comitato esecutivo si compone del presidente dell'Ente e di due membri scelti dal Consiglio di amministrazione fra i propri componenti.
Art. 25.      Il Comitato esecutivo viene convocato dal presidente o su richiesta dei due membri.
Art. 26.      Le deliberazioni del Comitato esecutivo debbono essere prese con l'intervento di almeno due dei suoi componenti.
Art. 27. 
Art. 28.      Il direttore generale ha le funzioni di segretario nella assemblea generale dei soci, nel Consiglio di amministrazione e nel Comitato esecutivo.
Art. 29.      Il presidente dell'Ente ha la legale rappresentanza dell'Ente stesso e presiede il Consiglio di amministrazione ed il Comitato esecutivo, vigila perché siano osservate le norme statutarie e [...]
Art. 30.      Per la istituzione di giudizi nell'interesse dell'Ente e per resistere nei giudizi intentati contro l'Ente stesso, il presidente deve essere preventivamente autorizzato dal Consiglio di [...]
Art. 31.      Il Collegio centrale dei revisori si compone di tre membri effettivi e tre supplenti, nominati rispettivamente: uno effettivo ed uno supplente dal Ministero dell'interno, uno effettivo ed uno [...]
Art. 32.      I revisori hanno il compito di verificare, anche individualmente, la gestione economica e finanziaria dell'Ente; a tal fine essi ispezionano i libri, i documenti contabili e lo stato di cassa, [...]
Art. 33.      L'esattore-tesoriere, scelto fra istituti di credito di notoria solvibilità, provvede alla riscossione ed ai pagamenti che il presidente dell'Ente dispone con mandato in unione col direttore [...]
Art. 34.      La sezione è costituita nelle Province ove risiedono almeno cento soci dell'Ente ed ha sede nel capoluogo.
Art. 35.      In tutte le sue attività la sezione provinciale si uniforma alle direttive del Consiglio di amministrazione.
Art. 36.      L'assemblea è costituita dai soci effettivi iscritti nella circoscrizione della sezione almeno due mesi prima della data di convocazione.
Art. 37. 
Art. 38.      L'assemblea è convocata dal presidente provinciale con avviso personale da inviare ai soci almeno dieci giorni prima della data di convocazione, contenente l'ordine del giorno dei lavori.
Art. 39.      I soci effettivi possono farsi rappresentare da un altro socio effettivo che non sia componente del Consiglio provinciale.
Art. 40.      L'assemblea è valida in prima convocazione, quando siano presenti o rappresentati la metà più uno dei soci effettivi; in seconda convocazione, qualunque sia il numero degli intervenuti. La [...]
Art. 41.      L'assemblea elegge il proprio presidente e tre scrutatori.
Art. 42.      Sono valide le deliberazioni che ottengono la maggioranza dei voti dei partecipanti alla votazione.
Art. 43.      Sono di competenza dell'assemblea:
Art. 44.      Il Consiglio provinciale dei soci è composto di cinque membri di cui quattro eletti dall'assemblea tra i soci effettivi ed uno udente nominato dal prefetto della Provincia.
Art. 45.      Il Consiglio elegge nel proprio seno il presidente scelto tra i soci effettivi. L'ufficio di presidenza che, in caso di urgenza, esercita tutti i poteri del Consiglio con riserva di ratifica da [...]
Art. 46.      Il Consiglio provinciale rimane in carica quattro anni. I componenti di esso che senza giustificato motivo non intervengano a tre riunioni consecutive, sono dichiarati decaduti dal Consiglio [...]
Art. 47.      Il Consiglio si riunisce ordinariamente ogni mese e straordinariamente ogni qualvolta il presidente lo ritenga opportuno, o ne sia stato richiesto dal Comitato esecutivo dell'Ente, o quando ne [...]
Art. 48.      Il Consiglio provinciale:
Art. 49.      Il Consiglio è tenuto ad inviare, per l'approvazione di esecutorietà, alla sede centrale, entro il mese di marzo di ciascun anno, il conto consuntivo dell'esercizio decorso, ed entro il mese di [...]
Art. 50.      Il Collegio dei revisori della sezione provinciale si compone di tre membri effettivi e di due supplenti, nominati dall'assemblea provinciale.
Art. 51. 
Art. 52.      Entro i mesi di maggio e novembre di ogni anno l'Ente è tenuto a trasmettere al Ministero dell'interno, per l'approvazione, rispettivamente il bilancio consuntivo dell'anno decorso ed il [...]
Art. 53.      Ai fini dell'esercizio della vigilanza previsto dall'articolo 3 della legge 21 agosto 1950, n. 698, l'Ente rimette in copia, per l'approvazione, al Ministero dell'interno, entro quindici giorni [...]
Art. 54.      Allo stesso fine di vigilanza, l'Ente invia al Ministero dell'interno un elenco sommario di tutte le altre deliberazioni non previste nel precedente articolo, eccettuate quelle che riguardano la [...]
Art. 55.      Il Ministero dell'interno, quando lo ritenga opportuno, ha facoltà di disporre ispezioni negli uffici dell'Ente.
Art. 56.      Per quanto non è disposto nella legge istitutiva e nel presente regolamento, valgono, in quanto applicabili, le norme in vigore per le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza.


§ 10.5.14 - D.P.R. 3 luglio 1957, n. 826.

Approvazione del regolamento per l'esecuzione della legge 21 agosto 1950, n. 698, recante norme per la protezione e l'assistenza dei sordomuti.

(G.U. 20 settembre 1957, n. 234).

 

Titolo I

DISPOSIZIONI GENERALI

 

Art. 1.

     L'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordomuti, con sede in Roma, istituto dalla legge 12 maggio 1942, n. 889, modificata dalla legge 21 agosto 1950, n. 698, è costituito dalla collettività dei sordomuti che ne sono soci.

 

     Art. 2.

     L'Ente ha i seguenti compiti:

     a) agevolare la prestazione dell'assistenza sanitaria per la cura e la prevenzione della sordità;

     b) provvedere perché l'educazione fisica dei sordomuti venga sviluppata quale necessario elemento integrativo degli esercizi diretti a conseguire una più vivace elasticità muscolare, specialmente in rapporto agli atti della respirazione e fonazione;

     c) agevolare l'istruzione post-scolastica dei sordomuti, al fine di elevarne il livello culturale, tecnico e professionale, istituendo scuole culturali, scuole-laboratorio professionali e corsi di riqualificazione per il più utile recupero dei minorati dell'udito e della favella ed il loro inserimento nella vita produttiva della Nazione;

     d) promuovere le norme assistenziali e previdenziali relative alla necessità dei privi dell'udito e della favella e favorire una adeguata assistenza sociale attraverso i propri uffici centrali e periferici;

     e) agevolare l'avviamento al lavoro individuale e collettivo per i sordomuti;

     f) agevolare le iniziative per la costruzione e l'acquisto di case di riposo e l'istituzione di patronati e circoli ricreativi per minorati dell'udito;

     g) agevolare una adeguata assistenza e l'eventuale ricovero dei minori sordomuti, in attesa di assolvere all'obbligo scolastico, presso gli appositi istituti di istruzione;

     h) rappresentare e tutelare gli interessi morali ed economici dei minorati dell'udito e della favella presso le pubbliche Amministrazioni e presso tutti gli enti ed istituti che hanno per scopo l'assistenza, l'educazione ed il lavoro dei sordomuti;

     i) designare i rappresentanti dei sordomuti nei casi previsti dall'art. 2, comma quarto, della legge 21 agosto 1950, n. 698;

     l) formulare ai competenti organi di vigilanza e di tutela proposte e pareri ai fini della difesa e tutela degli interessi morali ed economici dei minorati dell'udito e della favella, ferma restando la competenza degli organi di vigilanza e di tutela nei confronti delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza per sordomuti, di cui alla legge 17 luglio 1890, n. 6972 e leggi successive. Detta attività è esercitata dall'Ente anche nei riguardi di società, comitati ed altre istituzioni di cui all'art. 2 della legge 17 luglio 1890, n. 6972, integrata dal regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2841;

     m) collaborare per il coordinamento e lo sviluppo delle attività a favore dei sordomuti svolte, nel campo della qualificazione, riqualificazione professionale e della applicazione al lavoro, da enti pubblici e privati, promuovendo, a tal fine, intese fra le istituzioni suddette e compiendo presso di esse ogni altro intervento ritenuto idoneo.

 

Titolo II

PATRIMONIO E MEZZI DI ESERCIZIO

 

     Art. 3.

     Il Patrimonio dell'Ente è costituito:

     1) dal complesso dei beni mobili ed immobili già posseduti, come da allegato;

     2) dai lasciti e dalle donazioni disposte in suo favore;

     3) dai beni che potranno ad esso pervenire in conseguenza di eventuali riforme o soppressioni di istituti pubblici costituiti a favore dei sordomuti;

     4) da ogni altra entrata destinata ad incrementarlo.

     Il patrimonio è amministrato dal Consiglio di amministrazione.

 

     Art. 4.

     I mezzi di esercizio di cui l'Ente dispone per il proprio funzionamento sono:

     1) la rendita delle attività patrimoniali;

     2) le contribuzioni dei soci;

     3) i contributi dello Stato e di altri enti;

     4) il reddito delle scuole e dei laboratori professionali;

     5) ogni altra entrata non destinata ad incrementare il patrimonio.

     L'anno finanziario dell'Ente comincia il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno [1].

 

Titolo III

SOCI

 

     Art. 5.

     L'Ente comprende le seguenti categorie di soci:

     a) soci effettivi;

     b) soci aggregati;

     c) soci sostenuti;

     d) soci onorari.

     Per la iscrizione in qualità di socio nelle categorie a), b) e c), l'aspirante deve inoltrare domanda al Consiglio provinciale di cui all'art. 44, competente per territorio, il quale delibera in merito.

     Sulla iscrizione dei soci nella categoria d) delibera il Consiglio di amministrazione previsto dall'art. 17.

     Norme regolamentari interne, deliberate ai sensi dell'art. 23 del presente regolamento, determinano i requisiti necessari per l'ammissione e il mantenimento della qualità di socio, la documentazione da allegare alla domanda di iscrizione, la misura, le modalità e le scadenze di versamento dei contributi, la disciplina associativa e le relative sanzioni.

     L'Ente esonera dal pagamento della quota annuale i sordomuti d'ambo i sessi orfani di guerra e quelli iscritti nell'elenco comunale dei poveri.

     Perdono la qualità di socio i dimissionari dal giorno dell'accettazione delle dimissioni, coloro che, avendone l'obbligo non versano entro il prescritto termine il contributo e quelli che vengono radiati in base alle norme regolamentari di cui al quarto comma del presente articolo.

     Sono soci effettivi i sordomuti d'ambo i sessi che hanno superato il 18° anno di età e che versano all'Ente l'annuo contributo.

     Sono soci aggregati i sordomuti fino al 18° anno di età e che versano all'Ente l'annuo contributo.

     Sono soci sostenitori coloro che si impegnano a versare un contributo e si distinguono in temporanei e vitalizi a seconda che il pagamento avvenga annualmente o una volta tanto.

     Sono soci onorari coloro che hanno reso segnalati servizi all'Ente ed alla categoria dei sordomuti.

 

     Art. 6.

     Le cariche elettive dell'Ente, fatta eccezione soltanto per i collegi centrale e provinciali dei revisori, sono riservate ai soci effettivi sordomuti che abbiano raggiunto la maggiore età.

     Non è ammesso il cumulo delle cariche elettive in seno all'Ente.

     Non sono eleggibili i soci effettivi che abbiano un rapporto di impiego con l'Ente e che si trovino in una delle cause di incapacità di cui all'art. 8 del testo unico delle legge comunale e provinciale, approvato con regio decreto 3 marzo 1934, n. 383.

     I membri del Consiglio d'amministrazione e dei Consigli provinciali prestano la loro opera gratuitamente, salvo il rimborso delle spese effettivamente sostenute negli incarichi del loro ufficio.

 

     Art. 7.

     I soci effettivi ed aggregati godono dei benefici della organizzazione dell'Ente secondo il presente regolamento e quelli particolari di assistenza.

     A questi benefici possono essere ammessi dall'Ente i sordomuti non soci che si trovino in particolari necessità. In materia deliberano, caso per caso, i Consigli provinciali competenti per territorio.

 

Titolo IV

ORGANI DELL'ENTE

 

     Art. 8.

     Gli organi dell'Ente sono:

     Organi centrali:

     a) l'assemblea generale dei soci;

     b) il Consiglio di amministrazione;

     c) il Comitato esecutivo;

     d) il Collegio centrale dei revisori;

     Organi periferici:

     e) le assemblee provinciali;

     f) i Consigli provinciali:

     g) i Collegi provinciali dei revisori.

 

Titolo V

ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI

 

     Art. 9.

     L'assemblea generale dei soci è l'organo supremo dell'Ente ed è costituita dai rappresentanti delle sezioni provinciali, eletti dalle assemblee provinciali previste dall'art. 36, fra i soci effettivi, in ragione di un rappresentante ogni quattrocento soci o frazione superiore a duecento.

     Ogni sezione provinciale dovrà avere almeno un rappresentante, qualunque sia il numero dei soci.

     Ciascun delegato all'assemblea generale dei soci ha diritto ad un solo voto.

     I soci, a qualsiasi categoria appartengano possono assistere ai lavori dell'assemblea generale dei soci.

 

     Art. 10.

     L'Assemblea generale dei soci è convocata dal presidente dell'Ente e si riunisce in via ordinaria ogni quattro anni [2].

     La sede, la data e l'ordine del giorno dell'assemblea generale dei soci vengono stabiliti dal Consiglio d'amministrazione.

     Su richiesta di almeno due terzi delle sezioni provinciali saranno aggiunti all'ordine del giorno speciali argomenti, purché comunicati non meno di venti giorni prima che si riunisca l'assemblea generale dei soci.

 

     Art. 11.

     Le sedute dell'assemblea generale dei soci sono presiedute da un Collegio di presidenza composto: da un presidente, due vice presidenti, tre scrutatori, scelti dall'assemblea fra i sordomuti soci effettivi.

 

     Art. 12.

     La sede e la data dell'assemblea generale dei soci, unitamente all'ordine del giorno, sono comunicate con lettera raccomandata, almeno tre mesi prima, a tutte le sezioni provinciali.

 

     Art. 13.

     La votazione è fatta per scrutinio palese, salvo che per le elezioni delle cariche sociali e per le questioni di indole personale.

     A richiesta di almeno un terzo dei delegati presenti, la votazione può procedere per appello nominale.

 

     Art. 14.

     Le deliberazioni sono prese a maggioranza assoluta dei votanti.

 

     Art. 15.

     Le adunanze dell'assemblea generale dei soci sono valide, in prima convocazione, quando vi partecipano la metà più uno dei delegati complessivamente eletti; in seconda convocazione, con l'intervento di un numero di delegati non inferiore al doppio di quello dei componenti il Consiglio d'amministrazione.

 

     Art. 16.

     L'assemblea generale dei soci:

     a) determina l'indirizzo generale dell'Ente;

     b) approva la relazione morale e finanziaria del quadriennio [3];

     c) elegge ogni quattro anni il presidente dell'Ente e gli altri componenti il Consiglio d'amministrazione;

     d) nomina i revisori dei conti di propria competenza;

     e) approva le proposte di modifica al presente regolamento.

 

Titolo VI

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

 

     Art. 17.

     Il Consiglio di amministrazione è costituito da nove membri compreso il presidente dell'Ente.

     I componenti il Consiglio d'amministrazione partecipano all'assemblea generale dei soci con voto deliberativo, salvo che non si tratti di questioni ed argomenti inerenti alla loro gestione.

 

     Art. 18.

     Il Consiglio di amministrazione si riunisce in via ordinaria ogni tre mesi; in via straordinaria ogni qualvolta il presidente dell'Ente lo ritenga necessario o ne sia stata fatta richiesta da almeno due terzi dei suoi componenti.

 

     Art. 19.

     Gli avvisi di convocazione del Consiglio di amministrazione devono essere inviati con lettera raccomandata almeno cinque giorni prima della convocazione, unitamente all'ordine del giorno.

     Il Consiglio non può deliberare che sugli argomenti posti all'ordine del giorno e su quelli che saranno eventualmente presentati da un terzo degli intervenuti, almeno due giorni prima della convocazione.

 

     Art. 20.

     Le sedute del Consiglio di amministrazione sono valide, in prima convocazione, con la presenza della metà più uno dei suoi componenti ed in seconda convocazione, il giorno seguente, qualunque sia il numero dei presenti. Le votazioni sono sempre palesi, ad eccezione dei casi in cui si tratti di procedere alla nomina di cariche, alla attribuzione di incarichi, oppure di questioni personali.

     Per l'approvazione di qualsiasi proposta è necessario il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti.

 

     Art. 21.

     I verbali delle deliberazioni sono redatti sotto la personale responsabilità del direttore generale dell'Ente.

     Ogni membro del Consiglio di amministrazione ha diritto di prendere visione dei verbali e di averne copia conforme all'originale, ad eccezione delle deliberazioni aventi carattere personale.

 

     Art. 22.

     Il Consiglio di amministrazione, compreso il presidente, resta in carica quattro anni ed i suoi membri possono essere rieletti.

     E' pronunziata la decadenza dei componenti del Consiglio che non intervengano, senza giustificato motivo, a tre riunioni consecutive. La decadenza è pronunciata dal Consiglio stesso ed il Ministero dell'interno la può promuovere. Del provvedimento di decadenza è data comunicazione all'interessato.

 

     Art. 23.

     Il Consiglio di amministrazione:

     a) approva il bilancio preventivo ed il conto consuntivo e predispone ogni quattro anni la relazione morale e finanziaria da sottoporre all'Assemblea generale dei soci [4];

     b) cura l'applicazione dei deliberati dell'assemblea generale dei soci;

     c) formula voti per le modifiche che ritiene necessarie al presente regolamento;

     d) approva il regolamento generale interno e quello del personale:

     e) nomina il direttore generale, nonché il personale dell'Ente;

     f) delibera sulla nomina dei soci onorari;

     g) dirime le eventuali controversie tra i soci e le sezioni provinciali o tra le sezioni stesse;

     h) delibera annualmente la percentuale che le sezioni provinciali debbono versare alla Amministrazione centrale delle quote sociali e degli altri proventi;

     i) autorizza la costituzione dei comitati regionali, di nuove sezioni provinciali, di istituti professionali dell'ente e delle rappresentanze comunali [5];

     l) provvede alla sostituzione, fino alla convocazione della prima assemblea successiva, del presidente dell'Ente e dei componenti il Comitato esecutivo in caso di missione, di decesso o di sopravvenuta incapacità;

     m) delega in caso di necessità alcuno dei suoi membri ad eseguire ispezioni presso le sezioni provinciali e gli istituti dipendenti dall'Ente;

     n) nomina un tesoriere, che deve essere scelto tra istituti di credito di riconosciuta solidità;

     o) designa i rappresentanti dell'Ente nelle Commissioni ministeriali nelle quali sia prevista la partecipazione dell'Ente stesso, nonché in tutti gli altri casi previsti dall'art. 2, lettera i);

     p) ha la vigilanza ed il controllo sulle sezioni provinciali, che esplica nelle forme previste dal presente regolamento e da quelli interni e ne approva i bilanci;

     q) approva e modifica i provvedimenti più gravi contro i soci, adottati dalle sezioni provinciali, intervenendo direttamente in caso di inazione o di rifiuto da parte delle sezioni stesse.

 

Titolo VII

COMITATO ESECUTIVO

PRESIDENTE E DIRETTORE GENERALE

 

     Art. 24.

     Il Comitato esecutivo si compone del presidente dell'Ente e di due membri scelti dal Consiglio di amministrazione fra i propri componenti.

     Il Comitato esecutivo dura in carica quattro anni ed i suoi membri possono venire rieletti.

 

     Art. 25.

     Il Comitato esecutivo viene convocato dal presidente o su richiesta dei due membri.

     L'avviso di convocazione deve contenere l'ordine del giorno della riunione.

     I processi verbali delle deliberazioni sono stesi dal segretario e sono firmati da tutti coloro che vi sono intervenuti.

     Quando alcuno degli intervenuti si allontani o rifiuti di firmare o non possa firmare ne viene fatta menzione.

 

     Art. 26.

     Le deliberazioni del Comitato esecutivo debbono essere prese con l'intervento di almeno due dei suoi componenti.

     Le deliberazioni sono approvate a maggioranza assoluta degli intervenuti. Nel caso che intervengano alla adunanza solo due componenti, le deliberazioni sono approvate con il voto favorevole di entrambi.

     Le votazioni si fanno per appello nominale ed a voti segreti; hanno sempre luogo a voti segreti quando si tratti di questioni concernenti persone.

     I componenti del Comitato esecutivo che, senza giustificato motivo, non intervengono a tre sedute consecutive, decadono dalla carica. La decadenza è pronunciata dal Consiglio di amministrazione e del provvedimento viene data comunicazione scritta all'interessato.

     I componenti del Comitato esecutivo non possono intervenire a discussioni o deliberazioni, né prendere parte ad atti o provvedimenti concernenti interessi propri o dei parenti od affini, sino al quarto grado, nonché di enti dei quali abbiano l'amministrazione.

 

     Art. 27. [6]

     Il comitato esecutivo provvede all'ordinaria gestione dell'ente nei limiti del bilancio preventivo approvato dal consiglio di amministrazione, adottando, altresì tutti quei provvedimenti, attinenti all'ordinaria gestione, che non siano espressamente demandati all'assemblea generale dei soci ed al consiglio di amministrazione.

     Il comitato esecutivo adotta i provvedimenti di competenza del consiglio di amministrazione che gli vengano da questo delegati, curandone l'esecuzione entro i limiti della delega; adotta, altresì, i provvedimenti di urgenza, salvo l'obbligo di riferirne al consiglio stesso entro 15 giorni.

 

     Art. 28.

     Il direttore generale ha le funzioni di segretario nella assemblea generale dei soci, nel Consiglio di amministrazione e nel Comitato esecutivo.

     Egli ha voto consultivo nelle deliberazioni adottate dai predetti organi.

 

     Art. 29.

     Il presidente dell'Ente ha la legale rappresentanza dell'Ente stesso e presiede il Consiglio di amministrazione ed il Comitato esecutivo, vigila perché siano osservate le norme statutarie e regolamentari e provvede a dare esecuzione alle deliberazioni di detti consessi.

     Il presidente, in caso di assenza, o di impedimento, è sostituito dal consigliere più anziano di nomina ed in caso di parità di nomina dal più anziano di età.

 

     Art. 30.

     Per la istituzione di giudizi nell'interesse dell'Ente e per resistere nei giudizi intentati contro l'Ente stesso, il presidente deve essere preventivamente autorizzato dal Consiglio di amministrazione e, nei casi di urgenza, dal Comitato esecutivo, salvo ratifica da parte del Consiglio predetto alla sua prima riunione.

     Nei procedimenti conservativi, cautelari o possessori l'autorizzazione preventiva non è necessaria; tuttavia in questi casi e per giudizi intentati contro l'Ente, il presidente è tenuto ad informare alla prima riunione il Comitato esecutivo.

 

Titolo VIII

COLLEGIO CENTRALE DEI REVISORI

 

     Art. 31.

     Il Collegio centrale dei revisori si compone di tre membri effettivi e tre supplenti, nominati rispettivamente: uno effettivo ed uno supplente dal Ministero dell'interno, uno effettivo ed uno supplente dal Ministero del tesoro, uno effettivo ed uno supplente dalla assemblea generale dei soci ai sensi dell'art. 16.

     Il Collegio elegge il proprio presidente tra i membri effettivi di nomina ministeriale. I revisori durano in carica quattro anni e possono essere rieletti.

 

     Art. 32.

     I revisori hanno il compito di verificare, anche individualmente, la gestione economica e finanziaria dell'Ente; a tal fine essi ispezionano i libri, i documenti contabili e lo stato di cassa, redigendone verbale.

     Redigono la relazione sul conto consuntivo ed esprimono parere sul bilancio preventivo [7].

 

Titolo IX

SERVIZIO DI ESATTORIA E DI TESORERIA

 

     Art. 33.

     L'esattore-tesoriere, scelto fra istituti di credito di notoria solvibilità, provvede alla riscossione ed ai pagamenti che il presidente dell'Ente dispone con mandato in unione col direttore generale e con il ragioniere dell'Ente.

     Ogni mandato deve contenere l'indicazione del titolo dell'entrata o della spesa e portare allegati i corrispondenti documenti giustificativi.

     Il tesoriere ha inoltre in custodia il patrimonio liquido ed i valori dell'Ente.

     Il servizio di esattoria e di tesoreria è disciplinato da particolari norme di regolamento interno.

 

Titolo X

SEZIONI PROVINCIALI

 

     Art. 34.

     La sezione è costituita nelle Province ove risiedono almeno cento soci dell'Ente ed ha sede nel capoluogo.

     Gli organi della sezione sono: l'assemblea provinciale ed il Consiglio provinciale.

 

     Art. 35.

     In tutte le sue attività la sezione provinciale si uniforma alle direttive del Consiglio di amministrazione.

 

Titolo XI

ASSEMBLEA PROVINCIALE DEI SOCI

 

     Art. 36.

     L'assemblea è costituita dai soci effettivi iscritti nella circoscrizione della sezione almeno due mesi prima della data di convocazione.

     Il presidente ha facoltà di invitare all'assemblea anche altre categorie di soci.

 

     Art. 37. [8]

     L'Assemblea dei soci viene convocata: in via ordinaria una volta ogni quattro anni, in via straordinaria, in caso di dimissioni di oltre la metà dei componenti il Consiglio provinciale, quando ne sia stata fatta richiesta scritta da almeno un terzo dei soci effettivi e tutte le volte che il Consiglio provinciale lo ritenga necessario purché ne sia autorizzato dal Consiglio di amministrazione.

 

     Art. 38.

     L'assemblea è convocata dal presidente provinciale con avviso personale da inviare ai soci almeno dieci giorni prima della data di convocazione, contenente l'ordine del giorno dei lavori.

     Analoga comunicazione deve essere fatta, almeno trenta giorni prima di detta data, al Consiglio di amministrazione, il quale ha facoltà di fare iscrivere nell'ordine del giorno quegli argomenti di interesse generale che riterrà utile sottoporre al giudizio dei soci.

 

     Art. 39.

     I soci effettivi possono farsi rappresentare da un altro socio effettivo che non sia componente del Consiglio provinciale.

     Ogni socio non può avere più di una delega, che deve essere redatta sullo stesso avviso di convocazione e depositata presso la Presidenza dell'assemblea, prima dell'inizio dei lavori.

     Il presidente dell'Ente, i componenti il Consiglio di amministrazione e il direttore generale possono intervenire all'assemblea provinciale senza diritto al voto.

 

     Art. 40.

     L'assemblea è valida in prima convocazione, quando siano presenti o rappresentati la metà più uno dei soci effettivi; in seconda convocazione, qualunque sia il numero degli intervenuti. La seconda convocazione può aver luogo il giorno seguente purché ciò sia previsto nell'avviso di convocazione.

 

     Art. 41.

     L'assemblea elegge il proprio presidente e tre scrutatori.

     La votazione è fatta per scrutinio palese salvo che per le elezioni delle cariche e per le questioni di carattere personale.

     A richiesta di almeno un terzo dei presenti la votazione può procedere per appello nominale.

 

     Art. 42.

     Sono valide le deliberazioni che ottengono la maggioranza dei voti dei partecipanti alla votazione.

 

     Art. 43.

     Sono di competenza dell'assemblea:

     a) l'approvazione della relazione morale sull'attività del quadriennio decorso e la formulazione degli indirizzi generali dell'attività sezionale nel quadriennio successivo [9];

     b) la nomina dei componenti il Consiglio provinciale ed il Collegio provinciale dei revisori;

     c) la nomina dei delegati all'assemblea generale dei soci.

 

Titolo XII

CONSIGLIO PROVINCIALE DEI SOCI

 

     Art. 44.

     Il Consiglio provinciale dei soci è composto di cinque membri di cui quattro eletti dall'assemblea tra i soci effettivi ed uno udente nominato dal prefetto della Provincia.

     I componenti del Consiglio devono di norma risiedere nella città sede della sezione.

 

     Art. 45.

     Il Consiglio elegge nel proprio seno il presidente scelto tra i soci effettivi. L'ufficio di presidenza che, in caso di urgenza, esercita tutti i poteri del Consiglio con riserva di ratifica da parte di quest'ultimo da convocarsi entro breve tempo, è formato dal presidente, dal consigliere udente nominato dalla locale Prefettura e dal consigliere più anziano di nomina.

 

     Art. 46.

     Il Consiglio provinciale rimane in carica quattro anni. I componenti di esso che senza giustificato motivo non intervengano a tre riunioni consecutive, sono dichiarati decaduti dal Consiglio stesso.

 

     Art. 47.

     Il Consiglio si riunisce ordinariamente ogni mese e straordinariamente ogni qualvolta il presidente lo ritenga opportuno, o ne sia stato richiesto dal Comitato esecutivo dell'Ente, o quando ne venga fatta richiesta da almeno tre dei suoi componenti.

 

     Art. 48.

     Il Consiglio provinciale:

     a) cura il servizio associativo e delibera sulle domande di iscrizione dei nuovi soci e sulla variazione dei soci stessi;

     b) provvede ad una adeguata assistenza sociale;

     c) cura l'assistenza per il ricovero dei minori in attesa di assolvere l'obbligo scolastico;

     d) promuove la raccolta della beneficenza a favore dei sordomuti;

     e) propone al Consiglio di amministrazione l'istituzione di rappresentanze comunali;

     f) provvede allo sviluppo dell'educazione fisico-sportiva e dei circoli ricreativi dell'Ente;

     g) tutela in ogni campo gli interessi morali ed economici dei privi dell'udito e della favella;

     h) studia i problemi dei sordomuti della propria circoscrizione e vi adegua l'organizzazione;

     i) approva il bilancio preventivo ed il conto consuntivo e redige la relazione morale e finanziaria quadriennale da sottoporre all'Assemblea [10].

     l) nomina il cassiere che dovrà essere un istituto di credito al quale è affidata la custodia dei fondi e l'incarico dei pagamenti e delle riscossioni su mandati che devono portare la firma abbinata del presidente e del consigliere più anziano, o, in caso di assenza o impedimento di questo ultimo, del consigliere udente.

 

     Art. 49.

     Il Consiglio è tenuto ad inviare, per l'approvazione di esecutorietà, alla sede centrale, entro il mese di marzo di ciascun anno, il conto consuntivo dell'esercizio decorso, ed entro il mese di ottobre il bilancio preventivo dell'anno veniente [11].

     I due documenti devono essere accompagnati dal verbale di approvazione del Consiglio provinciale e dalla relazione [12].

     Ogni iniziativa di carattere economico, quando esorbiti dalla normale gestione del bilancio preventivo approvato dalla sede centrale, deve ottenere la preventiva approvazione del Consiglio di amministrazione dell'Ente.

 

Titolo XIII

COLLEGIO DEI REVISORI PROVINCIALI

 

     Art. 50.

     Il Collegio dei revisori della sezione provinciale si compone di tre membri effettivi e di due supplenti, nominati dall'assemblea provinciale.

     I revisori durano in carica quattro anni e sono rieleggibili.

     Essi hanno il compito di verificare la gestione economica e finanziaria della sezione; a tal fine essi ispezionano i libri, i documenti contabili e lo stato di cassa redigendone verbale.

     Esprimono parere sul bilancio preventivo e sul conto consuntivo al Consiglio provinciale ed al termine di ogni quadriennio presentano all'Assemblea provinciale la relazione sui conti consuntivi del quadriennio [13].

 

Titolo XIV

COMITATO REGIONALE

E RAPPRESENTANZA COMUNALE [14]

 

     Art. 51. [15]

     Il comitato regionale, istituito a norma dell'art. 23, lettera I), ha il compito di coordinare le attività dell'ente nell'ambito della circoscrizione determinata dal consiglio di amministrazione medesimo presso gli enti e gli istituti a carattere regionale.

     Esso è composto dai presidenti delle sezioni provinciali e dai direttori delle istituzioni dell'ente operanti in detta circoscrizione territoriale e si riunisce ordinariamente una volta all'anno entro il mese di settembre ed in via straordinaria quando ne sia stata fatta richiesta scritta da almeno un terzo dei componenti purché ne sia autorizzato dal comitato esecutivo.

     I comitati regionali hanno sede presso le sezioni provinciali dei capoluoghi regionali e la loro convocazione spetta al presidente della suddetta sezione con il rispetto delle modalità di cui all'art. 38 del presente regolamento.

     Il funzionario dell'E.N.S. incaricato della segreteria regionale ha le funzioni di segretario del comitato e partecipa alle riunioni con voto consultivo.

     Sono estese al comitato le disposizioni degli articoli 40, 41 e 48, lettera h) del presente regolamento.

     La rappresentanza comunale è costituita a norma dell'art. 48, lettera e).

     Essa è affidata ad un rappresentante che può anche non essere sordomuto, il quale ha facoltà di costituire un comitato di assistenza e di collaborazione con gli organi dell'ente.

 

Titolo XV

VIGILANZA

 

     Art. 52.

     Entro i mesi di maggio e novembre di ogni anno l'Ente è tenuto a trasmettere al Ministero dell'interno, per l'approvazione, rispettivamente il bilancio consuntivo dell'anno decorso ed il preventivo dell'anno successivo [16].

     I due bilanci devono essere accompagnati dalla relazione del Collegio centrale dei revisori.

 

     Art. 53.

     Ai fini dell'esercizio della vigilanza previsto dall'articolo 3 della legge 21 agosto 1950, n. 698, l'Ente rimette in copia, per l'approvazione, al Ministero dell'interno, entro quindici giorni dalla loro adozione, le deliberazioni concernenti le seguenti materie:

     a) contratti di acquisto o di alienazione di beni immobili ed accettazioni o rifiuti di lasciti e donazioni;

     b) locazioni e conduzioni per un periodo superiore ai nove anni;

     c) diminuzione e trasformazione di patrimonio per un valore superiore a lire 5.000.000;

     d) regolamento del personale di cui all'art. 23, lettera d);

     e) determinazioni relative all'attribuzione dei compensi ai revisori ed ai componenti, non funzionari dell'Ente, di commissioni o comitati speciali;

     f) determinazioni relative ai servizi di riscossione e di tesoreria e alle cauzioni degli incaricati di tali servizi;

     g) regolamento d'amministrazione e relative modifiche;

     h) determinazioni di stare in giudizio nelle liti che, in prima istanza, siano di competenza del tribunale, fatta eccezione, in caso d'urgenza, per i provvedimenti conservativi.

     Nel caso del mancato invio delle deliberazioni al Ministero dell'interno nel termine stabilito nel primo comma del presente articolo, esse si intendono decadute.

 

     Art. 54.

     Allo stesso fine di vigilanza, l'Ente invia al Ministero dell'interno un elenco sommario di tutte le altre deliberazioni non previste nel precedente articolo, eccettuate quelle che riguardano la mera esecuzione di provvedimenti precedenti.

     Il Ministero dell'interno, entro il termine di venti giorni dal ricevimento, può chiedere copia integrale delle singole deliberazioni. La richiesta del Ministero sospende l'esecutività di tali deliberazioni.

     Entro venti giorni da quello in cui ne abbia ricevuto copia, il Ministero dell'interno deve pronunziare l'annullamento delle deliberazioni ritenute illegittime.

 

     Art. 55.

     Il Ministero dell'interno, quando lo ritenga opportuno, ha facoltà di disporre ispezioni negli uffici dell'Ente.

     Salvo la facoltà del Ministero dell'interno di adottare i provvedimenti richiesti da urgente necessità, quando esistano ragioni di carattere amministrativo o di ordine pubblico, può essere sciolto il Consiglio di amministrazione dell'Ente con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro per l'interno ed affidata l'amministrazione ad un commissario straordinario.

     Il commissario è tenuto, entro sei mesi dalla sua nomina, a convocare l'assemblea generale dei soci per la elezione del nuovo Consiglio di amministrazione.

 

Titolo XVI

DISPOSIZIONI FINALI

 

     Art. 56.

     Per quanto non è disposto nella legge istitutiva e nel presente regolamento, valgono, in quanto applicabili, le norme in vigore per le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza.

     Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

 

 

Allegato - Patrimonio dell'Ente come risulta dall'inventario alla fine dell'esercizio 1955

 

I - Terreni e fabbricati.

Trieste: Terreno con fabbricato adibito a istituzione E.N.S., sito in via Conti n. 11. - Valore d'acquisto L. 18.240.000

Torino: Terreno donato dal Comune, sito in via Arnaldo da Brescia n. 53. - Valore di stima L. 4.420.000

Torino: Costruzione "Casa del Sordomuto" - Istituzione E.N.S., sita sul terreno donato, via Arnaldo da Brescia n. 53. - Valore ultimo stato avanzamento L. 30.948.155

Padova: Terreno donato dal Comune, sito in via Cardinale Callegari. - Valore di stima L. 3.000.000

L. 56.608.155

II - Scuole professionali.

Attrezzatura in macchine e arredi delle scuole e laboratori E.N.S. - Valore d'acquisto L. 151.383.544

III. - Oggetti d'arte. - Valore d'acquisto L. 305.000

IV. - Mobilio propriamente detto.

Arredi uffici centrali e periferici. - Valore d'acquisto L. 18.380.058

V. - Libri e biblioteche. - Valore d'acquisto L. 100.780


[1] Comma così sostituito dall’art. 1 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[2] Comma così sostituito dall’art. 2 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[3] Lettera così sostituita dall’art. 3 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[4] Lettera così sostituita dall’art. 4 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[5] Lettera così sostituita dall’art. 1 del D.M. 22 dicembre 1970, n. 1466.

[6] Articolo così sostituito dall’art. 2 del D.M. 22 dicembre 1970, n. 1466.

[7] Comma così sostituito dall’art. 5 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[8] Articolo così sostituito dall’art. 6 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[9] Lettera così sostituita dall’art. 7 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[10] Lettera così sostituita dall’art. 8 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[11] Comma così sostituito dall’art. 9 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[12] Comma così sostituito dall’art. 9 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[13] Comma sostituito dall’art. 10 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.

[14] Rubrica così sostituita dall’art. 3 del D.M. 22 dicembre 1970, n. 1466.

[15] Articolo così sostituito dall’art. 3 del D.M. 22 dicembre 1970, n. 1466.

[16] Comma sostituito dall’art. 11 del D.P.R. 14 luglio 1967, n. 978.