§ 56.6.46 - D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158.
Regolamento recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani.


Settore:Normativa nazionale
Materia:56. Inquinamento e rifiuti
Capitolo:56.6 rifiuti
Data:27/04/1999
Numero:158


Sommario
Art. 1.  Metodo normalizzato.
Art. 2.  Tariffa di riferimento.
Art. 3.  Determinazione della tariffa.
Art. 4.  Articolazione della tariffa.
Art. 5.  Calcolo della tariffa per le utenze domestiche.
Art. 6.  Calcolo della tariffa per le utenze non domestiche.
Art. 7.  Agevolazioni e coefficienti di riduzione.
Art. 8.  Piano finanziario.
Art. 9.  Adempimenti dei comuni.
Art. 10.  Riscossione della tariffa.
Art. 11.  Disposizioni transitorie.
Art. 12.  Verifica sull'applicazione del metodo normalizzato.


§ 56.6.46 - D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158.

Regolamento recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani.

(G.U. 4 giugno 1999, n. 129 - S.O.).

 

Art. 1. Metodo normalizzato.

     1. E' approvato il metodo normalizzato per la definizione delle componenti di costo da coprirsi con le entrate tariffarie e per la determinazione della tariffa di riferimento relativa alla gestione dei rifiuti urbani, riportato nell'allegato 1 al presente decreto.

 

     Art. 2. Tariffa di riferimento.

     1. La tariffa di riferimento rappresenta l'insieme dei criteri e delle condizioni che devono essere rispettati per la determinazione della tariffa da parte degli enti locali.

     2. La tariffa di riferimento a regime deve coprire tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti urbani e deve rispettare la equivalenza di cui al punto 1 dell'allegato I.

 

     Art. 3. Determinazione della tariffa.

     1. Sulla base della tariffa di riferimento di cui all'articolo 2, gli enti locali individuano il costo complessivo del servizio e determinano la tariffa, anche in relazione al piano finanziario degli interventi relativi al servizio e tenuto conto degli obiettivi di miglioramento della produttività e della qualità del servizio fornito e del tasso di inflazione programmato.

     2. La tariffa è composta da una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti, e da una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione.

     3. Le voci di costo da coprire rispettivamente attraverso la parte fissa e la parte variabile della tariffa sono indicate al punto 3 dell'allegato 1.

 

     Art. 4. Articolazione della tariffa.

     1. La tariffa, determinata ai sensi dell'articolo 3, è articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica.

     2. L'ente locale ripartisce tra le categorie di utenza domestica e non domestica l'insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa secondo criteri razionali, assicurando l'agevolazione per l'utenza domestica di cui all'articolo 49, comma 10, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22,

     3. A livello territoriale la tariffa è articolata con riferimento alle caratteristiche delle diverse zone del territorio comunale, ed in particolare alla loro destinazione a livello dì pianificazione urbanistica e territoriale, alla densità abitativa, alla frequenza e qualità dei servizi da fornire, secondo modalità stabilite dal comune.

 

     Art. 5. Calcolo della tariffa per le utenze domestiche.

     1. Stabilito, ai sensi dell'articolo 4, comma, 2, l'importo complessivo dovuto a titolo dì parte fissa dalla categoria delle utenze domestiche, la quota fissa da attribuire alla singola utenza domestica viene determinata secondo quanto specificato nel punto 4.1 dell'allegato 1 al presente decreto, in modo da privilegiare i nuclei familiari più numerosi e le minori dimensioni dei locali.

     2. La parte variabile della tariffa è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati, specificata per kg, prodotta da ciascuna utenza. Gli enti locali che non abbiano validamente sperimentato tecniche di calibratura individuale degli apporti possono applicare un sistema presuntivo, prendendo a riferimento la produzione media comunale procapite, desumibile da tabelle che saranno predisposte annualmente sulla base dei dati elaborati dalla Sezione nazionale del Catasto dei rifiuti.

     3. [1].

     4. La quota variabile della tariffa relativa alla singola utenza viene determinata applicando un coefficiente di adattamento secondo la procedura indicata nel punto 4.2 dell'allegato 1 al presente decreto.

 

     Art. 6. Calcolo della tariffa per le utenze non domestiche.

     1. Per le comunità, per le attività commerciali, industriali, professionali e per le attività produttive in genere, la parte fissa della tariffa è attribuita alla singola utenza sulla base di un coefficiente relativo alla potenziale produzione di rifiuti connessa alla tipologia di attività per unità di superficie assoggettabile a tariffa e determinato dal comune nell'ambito degli intervalli indicati nel punto 4.3 dell'allegato 1 al presente decreto.

     2. Per l'attribuzione della parte variabile della tariffa gli enti locali organizzano e strutturano sistemi di misurazione delle quantità di rifiuti effettivamente conferiti dalle singole utenze. Gli enti locali non ancora organizzati applicano un sistema presuntivo, prendendo a riferimento per singola tipologia di attività la produzione annua per mq ritenuta congrua nell'ambito degli intervalli indicati nel punto 4.4 dell'allegato 1.

 

     Art. 7. Agevolazioni e coefficienti di riduzione.

     1. Gli enti locali assicurano le agevolazioni per la raccolta differenziata previste al comma 10 dell'articolo 49 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, attraverso l'abbattimento della parte variabile della tariffa per una quota, determinata dai medesimi enti, proporzionale ai risultati, singoli o collettivi, raggiunti dalle utenze in materia di conferimento a raccolta differenziata.

     2. Per le utenze non domestiche, sulla parte variabile della tariffa è applicato un coefficiente di riduzione, da determinarsi dall'ente locale, proporzionale alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato a recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l'attività di recupero dei rifiuti stessi.

     3. L'ente locale può elaborare coefficienti di riduzione che consentano di tenere conto delle diverse situazioni relative alle utenze domestiche e non domestiche non stabilmente attive sul proprio territorio.

 

     Art. 8. Piano finanziario.

     1. Ai fini della determinazione della tariffa ai sensi dell'art. 49, comma 8, del decreto legislativo n. 22 del 1997, il soggetto gestore del ciclo dei rifiuti urbani di cui all'art. 23 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni, ovvero i singoli comuni, approvano il piano finanziario degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani, tenuto conto della forma di gestione del servizio prescelta tra quelle previste dall'ordinamento.

     2. Il piano finanziario comprende:

     a) il programma degli interventi necessari;

     b) il piano finanziario degli investimenti;

     c) la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili, nonché il ricorso eventuale all'utilizzo di beni e strutture di terzi, o all'affidamento di servizi a terzi;

     d) le risorse finanziarie necessarie;

     e) relativamente alla fase transitoria, il grado attuale di copertura dei costi afferenti alla tariffa rispetto alla preesistente tassa sui rifiuti.

     3. Il piano finanziario deve essere corredato da una relazione nella quale sono indicati i seguenti elementi:

     a) il modello gestionale ed organizzativo;

     b) i livelli di qualità del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa;

     c) la ricognizione degli impianti esistenti;

     d) con riferimento al piano dell'anno precedente, l'indicazione degli scostamenti che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni.

     4. Sulla base del piano finanziario l'ente locale determina la tariffa, fissa la percentuale di crescita annua della tariffa ed i tempi di raggiungimento del pieno grado di copertura dei costi nell'arco della fase transitoria, nel rispetto dei criteri di cui all'articolo 12, determina l'articolazione tariffaria.

 

     Art. 9. Adempimenti dei comuni.

     1. Il soggetto gestore del cielo dei rifiuti urbani di cui all'art. 23 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni, ovvero i singoli comuni, provvedono annualmente, entro il mese di giugno, a trasmettere all'Osservatorio nazionale sui rifiuti copia del piano finanziario e della relazione di cui all'articolo 8, comma 3 [2].

     2. I dati relativi alle componenti di costo della tariffa di cui al punto 2 dell'allegato 1 del presente decreto sono comunicati annualmente ai sensi dell'articolo 11, comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, secondo le modalità previste dalla legge 25 gennaio 1994, n. 70.

     3. A decorrere dal 1° gennaio 2000 i comuni avviano, con forme adeguate, l'attivazione di servizi di raccolta differenziata dei rifiuti - isole ecologiche, raccolta porta a porta o similari, e di misure atte alla contestuale valutazione quantitativa ai fini del computo delle agevolazioni previsto dall'articolo 49, comma 10, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, da corrispondere secondo modalità che i comuni medesimi determineranno.

 

     Art. 10. Riscossione della tariffa.

     1. Il soggetto gestore provvede alla riscossione della tariffa, ai sensi dell'articolo 49, commi 13 e 15, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.

 

     Art. 11. Disposizioni transitorie.

     1. Gli enti locali sono tenuti a raggiungere la piena copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani attraverso la tariffa entro la fine della fase di transizione della durata massima così articolata:

     a) sette anni per i comuni che abbiano raggiunto nell'anno 1999 un grado di copertura dei costi superiori all'85% [3];

     b) sette anni per i comuni che abbiano raggiunto un grado di copertura dei costi tra il 55 e l'85% [4];

     c) otto anni per i comuni che abbiano raggiunto un grado di copertura dei costi inferiore al 55%,

     d) otto anni per i comuni che abbiano un numero di abitanti fino a 5000, qualunque sia il grado di copertura dei costi raggiunto nel 1999 [5].

     2. [6].

     3. [7].

     4. [8].

 

     Art. 12. Verifica sull'applicazione del metodo normalizzato.

     1. Durante i primi due anni di applicazione del presente decreto, l'Osservatorio nazionale sui rifiuti, con la collaborazione dell'A.N.P.A., delle regioni, dell'U.P.I., dell'A.N.C.I. e dell'U.N.C.E.M. effettua una verifica sull'applicazione del metodo normalizzato e della contabilità per centri di costo analitici su un campione di comuni eterogeneo su base regionale e statisticamente rappresentativo. Sulla base dei risultati ottenuti potranno essere apportate eventuali modifiche al metodo normalizzato.

 

 

ALLEGATO 1 [9]

(previsto dall'articolo 1, comma 1)

Tariffa per la gestione dei rifiuti urbani

 

Metodo normalizzato per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa di riferimento

 

     1. Tariffa di riferimento a regime.

     La tariffa di riferimento a regime deve coprire tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti urbani e deve rispettare la seguente equivalenza:

     (1) ΣTn = (CG + CC)n-1 (1 + IPn - Xn) + CKn

     ΣTn = totale delle entrate tariffarie di riferimento

     CGn-1 = costi di gestione del ciclo dei servizi attinenti i rifiuti solidi urbani dell'anno precedente

     CCn-1 = costi comuni imputabili alle attività relative ai rifiuti urbani dell'anno precedente

     IPn = inflazione programmata per l'anno di riferimento

     Xn = recupero di produttività per l'anno di riferimento

     CKn = costi d'uso del capitale relativi all'anno di riferimento

     2. Composizione della tariffa di riferimento.

     Le componenti di costo della tariffa di riferimento sono definite come segue:

     2.1 Costi operativi di gestione - CG.

     I costi operativi di gestione sono suddivisi come segue:

     a) CGIND = Costi di gestione del ciclo dei servizi sui RSU indifferenziati

     In tali costi sono compresi:

     Costi Spazzamento e Lavaggio strade e piazze pubbliche = CSL

     Costi di Raccolta e Trasporto RSU = CRT

     Costi di Trattamento e Smaltimento RSU = CTS

     Altri Costi = AC

     b) CGD = Costi di gestione del ciclo della raccolta differenziata

     In tali costi sono compresi:

     Costi di Raccolta Differenziata per materiale = CRD

     Costi di Trattamento e Riciclo = CTR (al netto dei proventi della vendita di materiale ed energia derivante da rifiuti)

     Nel computo dei costi CGD non sono inclusi:

     i costi relativi alla raccolta dei rifiuti di imballaggio coperti dal Conai;

     i costi relativi alla raccolta dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari, a carico dei produttori e utilizzatori;

     I costi operativi di gestione fanno riferimento alle voci di bilancio di cui alle prescrizioni del decreto legislativo 9 aprile 1991, n. 127, per le seguenti categorie:

     B6 - Costi per materie di consumo e merci (al netto di resi, abbuoni e sconti)

     B7 - Costi per servizi

     B8 - Costi per godimento di beni di terzi

     B9 - Costo del personale

     B11 - Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci

     B12 - Accantonamento per rischi, nella misura massima ammessa dalle leggi e prassi fiscali

     B13 - Altri accantonamenti

     B14 - Oneri diversi di gestione

     2.2 Costi Comuni - CC.

     In tali costi sono compresi:

     Costi Amministrativi dell'Accertamento, della Riscossione e del Contenzioso = CARC

     Costi Generali di Gestione = CGG. In tali costi vanno ricompresi quelli relativi al personale, di cui alla lettera B9 del precedente punto 2.1, in misura non inferiore al 50% del loro ammontare.

     Costi Comuni Diversi = CCD

     Il criterio di allocazione dei costi comuni raccomandato è fondato sulla ponderazione rispetto all'incidenza del costo degli addetti (70%) ed alla incidenza del costo operativo sul totale (30%).

     2.3 Costi d'Uso del Capitale - CK.

     I costi d'uso del capitale comprendono: Ammortamenti (Amm.), Accantonamenti (Acc.) e Remunerazione del capitale investito (R). I costi d'uso del capitale sono calcolati come segue:

     (2) CKn = Ammn + Accn + Rn

     La remunerazione del capitale è inizialmente calibrata dal prodotto tra tasso di remunerazione r indicizzato all'andamento medio annuo del tasso dei titoli di Stato aumentato di 2 punti percentuali e capitale netto investito aumentato dei nuovi investimenti. La remunerazione del capitale è sviluppata nel tempo sulla base di tre addendi:

     (3) Rn = rn (KNn-1 + In + Fn)

     dove:

     rn = Tasso di remunerazione del capitale impiegato

     KNn-1 = Capitale netto contabilizzato dell'esercizio precedente (immobilizzazioni nette)

     In = Investimenti programmati nell'esercizio di riferimento

     Fn = Fattore correttivo in aumento per gli investimenti programmati e in riduzione per l'eventuale scostamento negativo ex-post, cioé riferito all'anno precedente, tra investimenti realizzati e investimentri programmati.

     3. Suddivisione della tariffa in parte fissa e parte variabile.

     Secondo quanto disposto al comma 4 dell'articolo 49 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, la tariffa è composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito, e all'entità dei costi di gestione.

     La Tariffa si compone quindi di due parti:

     (4) ΣT = ΣTF + ΣTV

     La parte fissa ΣTF deve coprire i costi indicati nella seguente equivalenza:

     (5) ΣTF = CSL + CARC + CGG + CCD + AC + CK

     Gli enti locali che conferiscono a smaltimento i rifiuti indifferenziati presso impianti di terzi, richiedono che il soggetto gestore dell'impianto evidenzi, all'interno del prezzo richiesto, la quota relativa ai costi riconducibili all'impiego del capitale (CK), al fine di attribuirli nella parte fissa della tariffa.

     La parte variabile ΣTV, invece, dipende dai quantitativi di rifiuti prodotti dalla singola utenza. I rifiuti possono essere misurati puntualmente per singola utenza o per utenze aggregate, o, in via provvisoria, sino a che non siano messi a punto e resi operativi i sistemi di misurazione predetti, calcolati sulla base dei parametri di cui al successivo punto 4.

     La parte variabile ΣTV deve coprire i costi indicati nella seguente equivalenza:

     (6) ΣTV = CRT + CTS + CRD + CTR

     4. Articolazione della tariffa a regime.

     4.1. Calcolo della parte fissa della tariffa per le utenze domestiche.

     La quota fissa della tariffa per le utenze domestiche si ottiene come prodotto della quota unitaria (£/mq), per la superficie dell'utenza (mq) corretta per un coefficiente di adattamento (Ka) secondo la seguente espressione:

     (7) TFd(n, S) = Quf S Ka(n)

     dove:

     TFd(n, S) = Quota fissa della tariffa per un'utenza domestica con n componenti il nucleo familiare e una superficie pari a S.

     S = Superficie dell'abitazione (mq)

     Quf = Quota unitaria (£/mq), determinata dal rapporto tra i costi fissi attribuibili alle utenze domestiche e la superficie totale delle abitazioni occupate dalle utenze medesime, corretta per il coefficiente di adattamento (Ka).

     (8) Quf = Ctuf / Σa Stot(n) Ka(n)

     dove:

     Ctuf = Totale dei costi fissi attribuibili alle utenze domestiche.

     Stot(n) = Superficie totale delle utenze domestiche con n componenti del nucleo familiare

     Ka (n) = Coefficiente di adattamento che tiene conto della reale distribuzione delle superfici degli immobili in funzione del numero di componenti del nucleo familiare costituente la singola utenza. I valori di tali coefficienti sono riportati nelle tabelle 1a e 1b e sono stati elaborati per le tre aree geografiche e per comuni con popolazione superiore e inferiore ai 5000 abitanti rispettivamente, sulla base dei dati ISTAT.

 

     Tabella 1a - Coefficienti per l'attribuzione della parte fissa della tariffa alle utenze domestiche

 

Comuni con popolazione > 5.000 abitanti

Numero componenti del nucleo familiare

Ka Coefficiente di adattamento per superficie e numero di componenti del nucleo familiare

 

NORD

CENTRO

SUD

1

0,80

0,86

0,81

2

0,94

0,94

0,94

3

1,05

1,02

1,02

4

1,14

1,10

1,09

5

1,23

1,17

1,10

6 o più

1,30

1,23

1,06

 

     Tabella 1b - Coefficienti per l'attribuzione della parte fissa della tariffa alle utenze domestiche

 

Comuni con popolazione < 5.000 abitanti

Numero componenti del nucleo familiare

Ka Coefficiente di adattamento per superficie e numero di componenti del nucleo familiare

 

NORD

CENTRO

SUD

1

0,84

0,82

0,75

2

0,98

0,92

0,88

3

1,08

1,03

1,00

4

1,16

1,10

1,08

5

1,24

1,17

1,11

6 o più

1,30

1,21

1,10

 

     Definizione dell'Area Geografica in accordo con la suddivisione ISTAT

     Nord: Piemonte Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna;

     Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio;

     Sud: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

     4.2. Calcolo della parte variabile della tariffa per le utenze domestiche.

     La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche si ottiene come prodotto della quota unitaria per un coefficiente di adattamento (Kb) per il costo unitario (£/kg) secondo la seguente espressione:

     (9) TVd = Quv Kb(n) Cu

     dove:

     TVd = Quota variabile della tariffa per un'utenza domestica con n componenti il nucleo familiare.

     Quv = Quota unitaria, determinata dal rapporto tra la quantità totale di rifiuti prodotta dalle utenze domestiche e il numero totale delle utenze domestiche in funzione del numero di componenti del nucleo familiare delle utenze medesime, corrette per il coefficiente proporzionale di produttività (Kb).

     (10) Quv = Qtot / Σn N(n) Kb(n)

     dove:

     Qtot = Quantità totale di rifiuti

     N (n) = Numero totale delle utenze domestiche in funzione del numero di componenti del nucleo familiare

     Kb (n) = Coefficiente proporzionale di produttività per utenza domestica in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare costituente la singola utenza. I valori di tali coefficienti sono riportati nella tabella 2.

     Cu = Costo unitario (£/kg). Tale costo è determinato dal rapporto tra i costi variabili attribuibili alle utenze domestiche e la quantità totale di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche.

 

     Tabella 2 - Coefficienti per l'attribuzione della parte variabile della tariffa alle utenze domestiche

 

Comuni

Numero componenti del nucleo familiare

Ka Coefficiente proporzionale di produttività per numero di componenti del nucleo familiare

 

minimo

massimo

medio

1

0,6

1

0,8

2

1,4

1,8

1,6

3

1,8

2,3

2

4

2,2

3

2,6

5

2,9

3,6

3,2

6 o più

3,4

4,1

3,7

 

     4.3. Calcolo della parte fissa della tariffa per le utenze non domestiche.

     La quota fissa della tariffa per le utenze non domestiche si ottiene come prodotto della quota unitaria (£/mq) per la superficie dell'utenza (mq) per il coefficiente potenziale di produzione Kc secondo la seguente espressione:

     (11) TFnd(ap, Sap) = Qapf Sap(ap) Kc(ap)

     dove:

     TFnd(ap, Sap) = Quota fissa della tariffa per un'utenza non domestica di tipologia di attività produttiva ap e una superficie pari a Sap.

     Sap = Superficie dei locali dove si svolge l'attività produttiva.

     Qapf = Quota unitaria (£/mq), determinata dal rapporto tra i costi fissi attribuibili alle utenze non domestiche e la superficie totale dei locali occupati dalle utenze medesime, corretta per il coefficiente potenziale di produzione (Kc).

     (12) Qapf = Ctapf/ Σap Stot(ap) Kc(ap)

     dove:

     Ctapf = Totale dei costi fissi attribuibili alle utenze non domestiche.

     Stot(ap) = Superficie totale dei locali dove si svolge l'attività produttiva ap.

     Kc (ap) = Coefficiente potenziale di produzione che tiene conto della quantità potenziale di produzione di rifiuto connesso alla tipologia di attività. Gli intervalli dei valori attribuibili a tale coefficiente, che dovrà essere determinato dall'ente locale, sono riportati nelle tabelle 3a e 3b e sono stati elaborati per le tre aree geografiche e per comuni con popolazione superiore e inferiore ai 5000 abitanti rispettivamente.

 

     Tabella 3a - Coefficienti per l'attribuzione della parte fissa della tariffa alle utenze non domestiche

 

 

Attività per comuni > 5000 abitanti

Kc Coefficiente potenziale produzione

 

 

NORD

CENTRO

SUD

 

 

min

max

min

max

min

max

1

Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto

0,40

0,67

0,43

0,61

0,45

0,63

2

Cinematografi e teatri

0,30

0,43

0,39

0,46

0,33

0,47

3

Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta

0,51

0,60

0,43

0,52

0,36

0,44

4

Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi

0,76

0,88

0,74

0,81

0,63

0,74

5

Stabilimenti balneari

0,38

0,64

0,45

0,67

0,35

0,59

6

Esposizioni, autosaloni

0,34

0,51

0,33

0,56

0,34

0,57

7

Alberghi con ristorante

1,20

1,64

1,08

1,59

1,01

1,41

8

Alberghi senza ristorante

0,95

1,08

0,85

1,19

0,85

1,08

9

Case di cura e riposo

1,00

1,25

0,89

1,47

0,90

1,09

10

Ospedali

1,07

1,29

0,82

1,70

0,86

1,43

11

Uffici, agenzie

1,07

1,52

0,97

1,47

0,90

1,17

12

Banche, istituti di credito e studi professionali

0,55

0,61

0,51

0,86

0,48

0,79

13

Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli

0,99

1,41

0,92

1,22

0,85

1,13

14

Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze

1,11

1,80

0,96

1,44

1,01

1,50

15

Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato

0,60

0,83

0,72

0,86

0,56

0,91

16

Banchi di mercato beni durevoli

1,09

1,78

1,08

1,59

1,19

1,67

17

Attività artigianali tipo botteghe: parrucchiere, barbiere, estetista

1,09

1,48

0,98

1,12

1,19

1,50

18

Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, elesttricista

0,82

1,03

0,74

0,99

0,77

1,04

19

Carrozzeria, autofficina, elettrauto

1,09

1,41

0,87

1,26

0,91

1,38

20

Attività industriali con capannoni di produzione

0,38

0,92

0,32

0,89

0,33

0,94

21

Attività artigianali di produzione beni specifici

0,55

1,09

0,43

0,88

0,45

0,92

22

Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub

5,57

9,63

3,25

9,84

3,40

10,28

23

Mense, birrerie, amburgherie

4,85

7,63

2,67

4,33

2,55

6,33

24

Bar, caffè, pasticceria

3,96

6,29

2,45

7,04

2,56

7,36

25

Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari

2,02

2,76

1,49

2,34

1,56

2,44

26

Plurilicenze alimentari e/o miste

1,54

2,61

1,49

2,34

1,56

2,45

27

Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio

7,17

11,29

4,23

10,76

4,42

11,24

28

Ipermercati di generi misti

1,56

2,74

1,47

1,98

1,65

2,73

29

Banchi di mercato genere alimentari

3,50

6,92

3,48

6,58

3,35

8,24

30

Discoteche, night club

1,04

1,91

0,74

1,83

0,77

1,91

 

     I coefficienti potenziali di produzione si intendono come parametri di rapporto tra le varie categorie di utenza.

 

     Tabella 3b - Coefficienti per l'attribuzione della parte fissa della tariffa alle utenze non domestiche

 

 

Attività per comuni fino a 5000 abitanti

Kc Coefficiente potenziale produzione

 

 

NORD

CENTRO

SUD

 

 

min

max

min

max

min

max

1

Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto

0,32

0,51

0,34

0,66

0,29

0,52

2

Campeggi, distributori carburanti

0,67

0,80

0,70

0,85

0,44

0,74

3

Stabilimenti balneari

0,38

0,63

0,43

0,62

0,66

0,75

4

Esposizioni, autosaloni

0,30

0,43

0,23

0,49

0,34

0,52

5

Alberghi con ristorante

1,07

1,33

1,02

1,49

1,01

1,55

6

Alberghi senza ristorante

0,80

0,91

0,65

0,85

0,85

0,99

7

Case di cura e riposo

0,95

1,00

0,93

0,96

0,89

1,20

8

Uffici, agenzie

1,00

1,13

0,76

1,09

0,90

1,05

9

Banche, istituti di credito e studi professionali

0,55

0,58

0,48

0,53

0,44

0,63

10

Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli

0,87

1,11

0,86

1,10

0,94

1,16

11

Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze

1,07

1,52

0,86

1,20

1,02

1,52

12

Attività artigianali tipo botteghe (falegname, idraulico, fabbro, elettricista, parrucchiere)

0,72

1,04

0,68

1,00

0,78

1,06

13

Carrozzeria, autofficina, elettrauto

0,92

1,16

0,92

1,19

0,91

1,45

14

Attività industriali con capannoni di produzione

0,43

0,91

0,42

0,88

0,41

0,86

15

Attività artigianali di produzione beni specifici

0,55

1,09

0,53

1,00

0,67

0,95

16

Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie

4,84

7,42

5,01

9,29

5,54

8,18

17

Bar, caffè, pasticceria

3,64

6,28

3,83

7,33

4,38

6,32

18

Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari

1,76

2,38

1,91

2,66

0,57

2,80

19

Plurilicenze alimentari e/o miste

1,54

2,61

1,13

2,39

2,14

3,02

20

Ortofrutta, pescherie, fiori e piante

6,06

10,44

6,58

10,89

0,34

10,88

21

Discoteche, night club

1,04

1,64

1,00

1,58

1,02

1,75

 

     I coefficienti potenziali di produzione si intendono come parametri di rapporto tra le varie categorie di utenza.

     4.4 Calcolo della parte variabile della tariffa per le utenze non domestiche.

     La quota variabile della tariffa per le utenze non domestiche si ottiene come prodotto del costo unitario (£/kg) per la superficie dell'utenza per il coefficiente di produzione (Kd) secondo la seguente espressione:

     (13) TVnd(ap, Sap) = Cu Sap (ap) Kd(ap)

     dove:

     TVnd(ap, Sap) = Quota variabile della tariffa per un'utenza non domestica di tipologia di attività produttiva ap e una superficie pari a Sap.

     Cu = Costo unitario (£/kg). Tale costo è determinato dal rapporto tra i costi variabili attribuibili alle utenze non domestiche e la quantità totale di rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche.

     Sap = Superficie dei locali dove si svolge l'attività produttiva.

     Kd(ap) = Coefficiente potenziale di produzione in kg/mq anno che tiene conto della quantità di rifiuto minima e massima connessa alla tipologia di attività. Nelle tabelle 4a e 4b sono riportati, per le tre aree geografiche per comuni con popolazione superiore e inferiore ai 5000 abitanti rispettivamente, gli intervalli di variazione di tali coefficienti in proporzione alle tipologie di attività.

 

     Tabella 4a - Intervalli di produzione kg/mq per l'attribuzione della parte variabile della tariffa alle utenze non domestiche

 

Attività per comuni > 5000 abitanti

Kd Coefficiente di produzione

 

 

kg/mq anno

 

 

NORD

CENTRO

SUD

 

 

min

max

min

max

min

max

1

Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto

3,28

5,50

3,98

5,65

4,00

5,50

2

Cinematografi e teatri

2,50

3,50

3,60

4,25

2,90

4,12

3

Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta

4,20

4,90

4,00

4,80

3,20

3,90

4

Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi

6,25

7,21

6,78

7,45

5,53

6,55

5

Stabilimenti balneari

3,10

5,22

4,11

6,18

3,10

5,20

6

Esposizioni, autosaloni

2,82

4,22

3,02

5,12

3,03

5,04

7

Alberghi con ristorante

9,85

13,45

9,95

14,67

8,92

12,45

8

Alberghi senza ristorante

7,76

8,88

7,80

10,98

7,50

9,50

9

Case di cura e riposo

8,20

10,22

8,21

13,55

7,90

9,62

10

Ospedali

8,81

10,55

7,55

15,67

7,55

12,60

11

Uffici, agenzie

8,78

12,45

8,90

13,55

7,90

10,30

12

Banche, istituti di credito e studi professionali

4,50

5,03

4,68

7,89

4,20

6,93

13

Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta e altri beni durevoli

8,15

11,55

8,45

11,26

7,50

9,90

14

Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze

9,08

14,78

8,85

13,21

8,88

13,22

15

Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato

4,92

6,81

6,66

7,90

4,90

8,00

16

Banchi di mercato beni durevoli

8,90

14,58

9,90

14,63

10,45

14,69

17

Attività artigianali tipo botteghe: Parrucchiere, barbiere, estetista

8,95

12,12

9,00

10,32

10,45

13,21

18

Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, elettricista

6,76

8,48

6,80

9,10

6,80

9,11

19

Carrozzeria, autofficina, elettrauto

8,95

11,55

8,02

11,58

8,02

12,10

20

Attività industriali con capannoni di produzione

3,13

7,53

2,93

8,20

2,90

8,25

21

Attività artigianali di produzione beni specifici

4,50

8,91

4,00

8,10

4,00

8,11

22

Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub

45,67

78,97

29,93

90,55

29,93

90,50

23

Mense, birrerie, amburgherie

39,78

62,55

24,60

39,80

22,40

55,70

24

Bar, caffè, pasticceria

32,44

51,55

22,55

64,77

22,50

64,76

25

Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari

16,55

22,67

13,72

21,55

13,70

21,50

26

Plurilicenze alimentari e/o miste

12,60

21,40

13,70

21,50

13,77

21,55

27

Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio

58,76

92,56

38,90

98,96

38,93

98,90

28

Ipermercati di generi misti

12,82

22,45

13,51

18,20

14,53

23,98

29

Banchi di mercato generi alimentari

28,70

56,78

32,00

60,50

29,50

72,55

30

Discoteche, night club

8,56

15,68

6,80

16,83

6,80

16,80

 

     Tabella 4b - Intervalli di produzione kg/mq anno per l'attribuzione della parte variabile della tariffa alle utenze non domestiche

 

 

Attività per comuni fino a 5000 abitanti

Kd Coefficiente di produzione

 

 

kg/mq anno

 

 

NORD

CENTRO

SUD

 

 

min

max

min

max

min

max

1

Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto

2,60

4,20

2,93

5,62

2,54

4,55

2

Campeggi, distributori carburanti

5,51

6,55

5,95

7,20

3,83

6,50

3

Stabilimenti balneari

3,11

5,20

3,65

5,31

5,80

6,64

4

Esposizioni, autosaloni

2,50

3,55

1,95

4,16

2,97

4,55

5

Alberghi con ristorante

8,79

10,93

8,66

12,65

8,91

13,64

6

Alberghi senza ristorante

6,55

7,49

5,52

7,23

7,51

8,70

7

Case di cura e riposo

7,82

8,19

7,88

8,20

7,80

10,54

8

Uffici, agenzie

8,21

9,30

6,48

9,25

7,89

9,26

9

Banche, istituti di credito e studi professionali

4,50

4,78

4,10

4,52

3,90

5,51

10

Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli

7,11

9,12

7,28

9,38

8,24

10,21

11

Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze

8,80

12,45

7,31

10,19

8,98

13,34

12

Attività artigianali tipo botteghe (falegname, idraulico, fabbro, elettricista, parrucchiere)

5,90

8,50

5,75

8,54

6,85

9,34

13

Carrozzeria, autofficina, elettrauto

7,55

9,48

7,82

10,10

7,98

12,75

14

Attività industriali con capannoni di produzione

3,50

7,50

3,57

7,50

3,62

7,53

15

Attività artigianali di produzione beni specifici

4,50

8,92

4,47

8,52

5,91

8,34

16

Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie

39,67

60,88

42,56

78,93

48,74

71,99

17

Bar, caffè, pasticceria

29,82

51,47

32,52

62,31

38,50

55,61

18

Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari

14,43

19,55

16,20

22,57

5,00

24,68

19

Plurilicenze alimentari e/o miste

12,59

21,41

9,60

20,35

18,80

26,55

20

Ortofrutta, pescherie, fiori e piante

49,72

85,60

55,94

92,55

3,00

95,75

21

Discoteche, night club

8,56

13,45

8,51

13,42

8,95

15,43

 

 

     Allegato 2

     Tariffa per la gestione dei rifiuti urbani - Glossario:

     AC = Altri Costi

     Acc = Accantonamenti

     Accn = Accantonamenti relativi all'anno di riferimento

     Amm = Ammortamenti

     Ammn = Ammortamenti relativi all'anno di riferimento

     ap = Attività produttiva

     CARC = Costi Amministrativi dell'Accertamento, della Riscossione e del Contenzioso

     CC = Costi Comuni imputabili alle attività sui RSU

     CCn-1 = Costi comuni imputabili alle attività relative ai rifiuti urbani dell'anno precedente

     CCD = Costi Comuni Diversi

     CCON = Quota minima di incidenza del contributo Conai

     CG = Costi operativi di gestione

     CGn-1 = Costi di gestione del ciclo dei servizi attinenti i rifiuti solidi urbani dell'anno precedente

     CGD = Costi di gestione del ciclo della raccolta differenziata

     CGG = Costi Generali di Gestione

     CGIND = Costi di gestione del ciclo dei servizi sui RSU indifferenziati

     CRD = Costi di Raccolta Differenziata per materiale

     CRT = Costi di Raccolta e Trasporto RSU

     CSL = Costi Spazzamento e Lavaggio strade e piazze pubbliche

     Ctapf = Totale dei costi fissi attribuibili alle utenze non domestiche

     CTR = Costi di Trattamento e Riciclo (al netto dei proventi della vendita di materiale ed energia derivante da rifiuti)

     CTS = Costi di Trattamento e Smaltimento RSU

     Ctuf = Totale dei costi fissi attribuibili alle utenze domestiche

     Cu = costo unitario (£/kg)

     CK = Costi d'uso del capitale

     CKn = Costi d'uso del capitale relativi all'anno di riferimento

     Fn = Fattore correttivo in aumento per gli investimenti programmati e in riduzione per l'eventuale scostamento negativo ex-post, cioè riferito all'anno precedente, tra investimenti realizzati e investimenti programmati.

     In = Investimenti programmati nell'esercizio di riferimento

     IP = Inflazione programmata

     IPn = Inflazione programmata per l'anno di riferimento

     n = Numero di componenti del nucleo familiare

     N(n) = Numero totale delle utenze domestiche in funzione del numero di componenti del nucleo familiare

     Qapf = Quota unitaria parte variabile utenze non domestiche

     Qtot = Quantità totale dei rifiuti

     Quf = Quota unitaria parte fissa utenze domestiche

     Quv = Quota unitaria parte variabile utenze domestiche

     R = Remunerazione del capitale investito

     Rn = Remunerazione del capitale calibrata dal prodotto tra tasso di remunerazione r indicizzato all'andamento medio annuo del tasso dei titoli di Stato aumentato di 2 punti percentuali e capitale netto investito aumentato dei nuovi investimenti.

     rn = Tasso di remunerazione del capitale impiegato

     Sap = Superficie dei locali dove si svolge l'attività produttiva

     S = Superficie dell'abitazione (mq)

     Stot(ap) = Superficie totale dei locali dove si svolge l'attività produttiva ap

     Stot(n) = Superficie totale delle utenze domestiche con n componenti del nucleo familiare

     TFnd(ap, Sap) = Quota fissa della tariffa per un'utenza non domestica di tipologia di attività produttiva ap e con una superficie pari a Sap

     TFd(n,S) = Quota fissa della tariffa per un'utenza domestica con n componenti il nucleo familiare e una superficie pari a S

     Tvnd(ap, Sap) = Quota variabile della tariffa per un'utenza non domestica di tipologia di attività produttiva ap e con una superficie pari a Sap

     TVd = Quota variabile della tariffa per un'utenza domestica con n componenti il nucleo familiare

     X = Traslazione minima sull'utenza dei guadagni di produttività dell'impresa

     Xn = Recupero di produttività per l'anno di riferimento

     Y = Traslazione minima sull'utenza dei benefici derivanti dalla riduzione dei costi di gestione della raccolta e smaltimento in ragione degli effetti di abbattimento della produzione attesa di RSU nei prossimi anni, ivi compresi i benefici derivanti dall'imputazione a carico di produttori ed utilizzatori dei costi relativi ai rifiuti di imballaggio secondari e terziari e dall'evitato costo di smaltimento per effetto della raccolta differenziata.

     K = Coefficiente di incremento del totale delle entrate tariffarie determinato in maniera da garantire nell'arco della durata della fase di transizione la completa copertura dei costi del servizio attraverso una crescita graduale.

     Ka(n) = Coefficiente di adattamento che tiene conto della reale distribuzione delle superfici degli immobili in funzione del numero di componenti del nucleo familiare costituente la singola utenza

     Kb(n) = Coefficiente proporzionale di produttività per utenza domestica in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare costituente la singola utenza

     Kc(ap) = Coefficiente potenziale di produzione

     Kd(ap) = Coefficiente di produzione in kg/mq anno

     KNn-1 = Capitale netto contabilizzato dell'esercizio precedente (immobilizzazioni nette)

     ΣT = Tariffa

     ΣTo = TARSU iscritta a ruolo per il 1999 (depurata dalle addizionali)

     ΣT1 = entrate tariffarie del primo anno

     ΣTn = totale entrate tariffarie di riferimento

     ΣTF = Tariffa Fissa

     ΣTV = Tariffa Variabile

 

     Formule:

     Tariffa di riferimento: rappresenta l'insieme dei criteri e delle condizioni cui l'ente locale deve attenersi nel determinare la tariffa. La tariffa di riferimento deve coprire tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti urbani ed è così costituita:

     ΣTn = (CG + CC)n-1 (1 + IPn - Xn) + CKn (1)

     CK = Costi d'Uso del Capitale - comprendono tre sottocategorie: Ammortamenti (Amm.), Accantonamenti (Acc.) e Remunerazione del capitale investito (R).

     CKn = Ammn + Accn + Rn (2)

     Remunerazione del capitale:

     Rn = rn (KNn-1 + In + Fn) (3)

     Suddivisione della tariffa in parte fissa e parte variabile – La Tariffa si compone di due parti:

     ΣT=ΣTF + ΣTV (4)

     La parte fissa TF comprende:

     ΣTF = CSL + CARC + CGG + CCD + AC + CK (5)

     La parte variabile TV dipende dai quantitativi di rifiuti prodotti dalla singola utenza.

     ΣTV = CRT + CTS + CRD + CTR (6)

     La quota fissa della tariffa per le utenze domestiche si ottiene:

     TFd(n, S) = Quf S Ka(n) (7)

     Quf = Ctuf / Σn Stot(n) Ka(n) (8)

     La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche si ottiene:

     TVd = Quv Kb(n) Cu (9)

     Quv = Qtot / Σn N(n) Kb(n) (10)

     La quota fissa della tariffa per le utenze non domestiche si ottiene:

     TFnd(ap, Sap) = Qapf Sap (ap) Kc(ap) (11)

     Qapf = Ctapf/ Σap Stot(ap) Kc(ap) (12)

     La quota variabile della tariffa per le utenze non domestiche si ottiene:

     TVnd(ap, Sap) = Cu Sap (ap) Kd(ap) (13)

     La tariffa per il primo anno di applicazione e nell'eventuale fase transitoria è determinata come segue:

     ΣT1 = ΣTo (1 + IP - X - Y - CCON + K) (14)

 


[1] Comma abrogato dall'art. 33 della L. 23 dicembre 1999, n. 488.

[2] Comma così modificato dall'art. 33 della L. 23 dicembre 1999, n. 488.

[3] Lettera già modificata dall'art. 31 della L. 27 dicembre 2002, n. 289, dall'art. 4 della L. 24 dicembre 2003, n. 350, a decorrere dal 1 gennaio 2004, dall'art. 1 della L. 30 dicembre 2004, n. 311 e così ulteriormente modificata dall'art. 1, comma 134, della L. 23 dicembre 2005, n. 266.

[4] Lettera già modificata dall'art. 1 della L. 30 dicembre 2004, n. 311 e così ulteriormente modificata dall'art. 1, comma 134, della L. 23 dicembre 2005, n. 266.

[5] Lettera così modificata dall'art. 33 della L. 23 dicembre 1999, n. 488.

[6] Comma abrogato dall'art. 33 della L. 23 dicembre 1999, n. 488.

[7] Comma abrogato dall'art. 33 della L. 23 dicembre 1999, n. 488.

[8] Comma abrogato dall'art. 33 della L. 23 dicembre 1999, n. 488.

[9] Allegato già modificato dall'art. 33 della L. 23 dicembre 1999, n. 488 e così ulteriormente modificato dall'art. 58 quinquies del D.L. 26 ottobre 2019, n. 124, convertito dalla L. 19 dicembre 2019, n. 157.