§ 51.3.13 - L. 7 ottobre 1969, n. 742.
Sospensione dei termini processuali nel periodo feriale.


Settore:Normativa nazionale
Materia:51. Giustizia
Capitolo:51.3 giustizia ordinaria civile
Data:07/10/1969
Numero:742


Sommario
Art. 1. 
Art. 2.      In materia penale la sospensione dei termini procedurali, compresi quelli stabiliti per la fase delle indagini preliminari, non opera nei procedimenti relativi ad imputati in stato di custodia [...]
Art. 2 bis.      1. Nei procedimenti per l'applicazione di una misura di prevenzione, le disposizioni dell'articolo 1 non si applicano quando sia stata provvisoriamente disposta una misura personale o [...]
Art. 3.      In materia civile, l'articolo 1 non si applica alle cause ed ai procedimenti indicati nell'articolo 92 dell'ordinamento giudiziario 30 gennaio 1941, n. 12, nonché alle controversie previste [...]
Art. 4.      Le norme degli articoli 2 e 3 si applicano alle cause prevedute dagli articoli 91 e 92 dell'ordinamento giudiziario di competenza del pretore e, per quelle indicate dall'articolo 92, anche a [...]
Art. 5.      In materia amministrativa, l'articolo 1 non si applica nel procedimento per la sospensione della esecuzione del provvedimento impugnato
Art. 6.      La presente legge entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale


§ 51.3.13 - L. 7 ottobre 1969, n. 742.

Sospensione dei termini processuali nel periodo feriale.

(G.U. 6 novembre 1969, n. 281).

 

Art. 1. [1]

     Il decorso dei termini processuali relativi alle giurisdizioni ordinarie ed a quelle amministrative è sospeso di diritto dal 1° al 31 agosto di ciascun anno, e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di sospensione, l'inizio stesso è differito alla fine di detto periodo [2].

     La stessa disposizione si applica per il termine stabilito dall'articolo 201 del codice di procedura penale.

 

     Art. 2.

     In materia penale la sospensione dei termini procedurali, compresi quelli stabiliti per la fase delle indagini preliminari, non opera nei procedimenti relativi ad imputati in stato di custodia cautelare, qualora essi o i loro difensori rinunzino alla sospensione dei termini.

     La sospensione dei termini delle indagini preliminari di cui al primo comma non opera nei procedimenti per reati di criminalità organizzata [3].

     Nei procedimenti per reati la cui prescrizione maturi durante la sospensione o nei successivi quarantacinque giorni, ovvero nelle ipotesi in cui durante il medesimo periodo scadano o siano prossimi a scadere i termini della custodia cautelare, il giudice che procede pronuncia, anche di ufficio, ordinanza non impugnabile con la quale è specificamente motivata e dichiarata l'urgenza del processo. In tal caso i termini processuali decorrono, anche nel periodo feriale, dalla data di notificazione dell'ordinanza. Nel corso delle indagini preliminari l'urgenza è dichiarata nella stessa forma dal giudice su richiesta del pubblico ministero.

     Nel corso delle indagini preliminari, quando occorre procedere con la massima urgenza nel periodo feriale al compimento di atti rispetto ai quali opera la sospensione dei termini stabilita dall'articolo 1, il giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero o della persona sottoposta alle indagini o del suo difensore, pronuncia ordinanza nella quale sono specificamente enunciate le ragioni dell'urgenza e la natura degli atti da compiere. Allo stesso modo il pubblico ministero provvede con decreto motivato quando deve procedere al compimento degli atti previsti dall'articolo 360 del codice di procedura penale.

     Gli avvisi sono notificati alle parti o ai difensori. Essi devono far menzione dell'ordinanza o del decreto e i termini decorrono dalla data di notificazione.

     La sospensione dei termini non opera nelle ipotesi previste dall'articolo 467 del codice di procedura penale.

     Quando nel corso del dibattimento si presenta la necessità di assumere prove nel periodo feriale, si procede a norma dell'articolo 467 del codice di procedura penale. Se le prove non sono state già ammesse, il giudice, nella prima udienza successiva, provvede a norma dell'articolo 495 dello stesso codice; le prove dichiarate inammissibili non possono essere utilizzate [4].

 

 

     Art. 2 bis.

     1. Nei procedimenti per l'applicazione di una misura di prevenzione, le disposizioni dell'articolo 1 non si applicano quando sia stata provvisoriamente disposta una misura personale o interdittiva o sia stato disposto il sequestro dei beni, qualora gli interessati o i loro difensori espressamente rinunzino alla sospensione dei termini, ovvero il giudice, a richiesta del pubblico ministero, dichiari, con ordinanza motivata non impugnabile, l'urgenza del procedimento [5].

 

     Art. 3.

     In materia civile, l'articolo 1 non si applica alle cause ed ai procedimenti indicati nell'articolo 92 dell'ordinamento giudiziario 30 gennaio 1941, n. 12, nonché alle controversie previste dagli articoli 429 e 459 del codice di procedura civile.

 

     Art. 4.

     Le norme degli articoli 2 e 3 si applicano alle cause prevedute dagli articoli 91 e 92 dell'ordinamento giudiziario di competenza del pretore e, per quelle indicate dall'articolo 92, anche a quelle di competenza del conciliatore.

 

     Art. 5.

     In materia amministrativa, l'articolo 1 non si applica nel procedimento per la sospensione della esecuzione del provvedimento impugnato.

 

     Art. 6.

     La presente legge entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.


[1] La Corte costituzionale, con sentenza 7 febbraio 1985, n. 40, ha dichiarato l'illegittimità del presente articolo, nella parte in cui non dispone che la sospensione ivi prevista si applica anche al termine di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 5 della legge 25 giugno 1865, n. 2359. La stessa Corte, con sentenza 22 maggio 1987, n. 255, ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 1 della L. 7 ottobre 1969, n. 742, nella parte in cui non dispone che la sospensione ivi prevista si applichi anche al termine di cui al primo comma dell’art. 19 della L. 22 ottobre 1971, n. 865 nel testo sostituito dall'art. 14 della L. 28 gennaio 1977, n. 10. Con altra sentenza 22 maggio 1987, n. 278, la medesima Corte ha inoltre dichiarato l'illegittimità costituzionale, in riferimento al primo comma dell’art. 3 Cost., dell'art. 1 della L. 7 ottobre 1969, n. 742, nella parte in cui non prevede la sospensione dei termini processuali, nel periodo feriale, relativamente ai processi militari in tempo di pace. Con altra sentenza ancora 31 gennaio-2 febbraio 1990, n. 49, la stessa Corte ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 1 nella parte in cui non dispone che la sospensione ivi prevista si applichi al termine di trenta giorni, di cui all'art. 1137 cod. civ., per l'impugnazione delle delibere dell'assemblea di condominio. La Corte, con sentenza 21-29 luglio 1992, n. 380, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, nella parte in cui non dispone che l'istituto della sospensione dei termini si applichi anche a quello stabilito per ricorrere, avverso le deliberazioni dei Consigli provinciali, al Consiglio nazionale degli architetti.

[2] Comma così modificato dall'art. 16 del D.L. 12 settembre 2014, n. 132, convertito dalla L. 10 novembre 2014, n. 162, con la decorrenza ivi prevista. Il testo previgente reca: "Il decorso dei termini processuali relativi alle giurisdizioni ordinarie ed a quelle amministrative è sospeso di diritto dal 1° agosto al 15 settembre di ciascun anno, e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. Ove il decorso abbia inizio durante il periodo di sospensione, l'inizio stesso è differito alla fine di detto periodo."

[3] Comma inserito dall'art. 21 bis del D.L. 8 giugno 1992.

[4] Articolo così sostituito dall'art. 240 bis del D.Lgs. 28 luglio 1989, n. 271, come introdotto dall'art. 1 del D.Lgs. 20 luglio 1990, n. 193, ed entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

[5] Articolo aggiunto dall'art. 33 della L. 19 marzo 1990, n. 55.