§ 3.3.813 – Regolamento 13 ottobre 2003, n. 2003.
Regolamento (CE) n. 2003/2003 del Parlamento europeo relativo ai concimi. (Testo rilevante ai fini del SEE).


Settore:Normativa europea
Materia:3. politica industriale e mercato interno
Capitolo:3.3 ravvicinamento delle legislazioni
Data:13/10/2003
Numero:2003


Sommario
Art. 1.  Ambito di applicazione.
Art. 2.  Definizioni.
Art. 3.  Concimi CE.
Art. 4.  Sede nella Comunità.
Art. 5.  Libera circolazione.
Art. 6.  Indicazioni obbligatorie.
Art. 7.  Identificazione.
Art. 8.  Tracciabilità.
Art. 9.  Indicazioni.
Art. 10.  Etichettatura.
Art. 11.  Lingue.
Art. 12.  Imballaggio.
Art. 13.  Limiti di tolleranza.
Art. 14.  Requisiti dei concimi.
Art. 15.  Clausola di salvaguardia.
Art. 16.  Ambito di applicazione.
Art. 17.  Titolo di elementi nutritivi secondari dichiarato nei concimi con elementi nutritivi principali.
Art. 18.  Calcio, magnesio, sodio e zolfo.
Art. 19.  Identificazione.
Art. 20.  Ambito di applicazione.
Art. 21.  Identificazione.
Art. 22.  Ambito di applicazione.
Art. 23.  Identificazione.
Art. 24.  Imballaggio.
Art. 25.  Ambito di applicazione.
Art. 26.  Misure e controlli di sicurezza.
Art. 27.  Prova di detonabilità.
Art. 28.  Imballaggio.
Art. 29.  Misure di controllo.
Art. 30.  Laboratori.
Art. 31.  Nuovi concimi CE.
Art. 32.  Procedura del comitato.
Art. 33.  Laboratori competenti.
Art. 34.  Imballaggi ed etichettatura.
Art. 35.  Direttive abrogate.
Art. 36.  Sanzioni.
Art. 37.  Disposizioni nazionali.
Art. 38.  Entrata in vigore.


§ 3.3.813 – Regolamento 13 ottobre 2003, n. 2003.

Regolamento (CE) n. 2003/2003 del Parlamento europeo relativo ai concimi. (Testo rilevante ai fini del SEE).

(G.U.U.E. 21 novembre 2003, n. L 304).

 

     visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 95,

     vista la proposta della Commissione,

     visto il parere del Comitato economico e sociale,

     deliberando secondo la procedura di cui all'articolo 251 del trattato,

     considerando quanto segue:

     (1) La direttiva 76/116/CEE del Consiglio, del 18 dicembre 1975, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai concimi, la direttiva 80/876/CEE del Consiglio, del 15 luglio 1980, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai concimi semplici a base di nitrato d'ammonio ad elevato titolo d'azoto, la direttiva 87/94/CEE della Commissione, dell'8 dicembre 1986, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle procedure di controllo delle caratteristiche, dei limiti e della detonabilità di concimi semplici a base di nitrato d'ammonio ad elevato titolo d'azoto, e la direttiva 77/535/CEE della Commissione, del 22 giugno 1977, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai metodi di campionatura e di analisi dei concimi, hanno subito diverse e sostanziali modificazioni. Nell'interesse della chiarezza è quindi opportuno abrogare queste direttive e sostituirle con un unico strumento giuridico, come auspicato nella comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Semplificare la legislazione per il mercato interno" (SLIM) e nel piano d'azione per il mercato unico.

     (2) La normativa comunitaria sui concimi ha un contenuto estremamente tecnico. Un regolamento costituisce quindi lo strumento giuridico più appropriato, in quanto stabilisce direttamente prescrizioni precise per i fabbricanti da applicare contemporaneamente ed uniformemente nell'intera Comunità.

     (3) In ogni Stato membro i concimi devono presentare determinate caratteristiche tecniche stabilite da disposizioni tassative. Dette disposizioni, che riguardano più in particolare la composizione e la definizione dei tipi di concimi, la denominazione di tali tipi, la loro identificazione ed il loro imballaggio, differiscono da uno Stato membro all'altro. Tale loro disparità ostacola gli scambi all'interno della Comunità ed è quindi opportuno armonizzarle.

     (4) Dato che l'obiettivo dell'azione proposta, vale a dire tutelare il mercato interno dei concimi, non può essere sufficientemente realizzato dagli Stati membri in assenza di criteri tecnici comuni e può dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione stessa, essere realizzato meglio a livello comunitario, la Comunità può adottare i provvedimenti del caso, in applicazione del principio di sussidiarietà quale definito dall'articolo 5 del trattato. In ossequio al principio di proporzionalità di cui allo stesso articolo, il presente regolamento non va al di là di quanto necessario per il raggiungimento di tale obiettivo.

     (5) È necessario determinare a livello comunitario la denominazione, la definizione e la composizione di determinati concimi (concimi CE).

     (6) Occorrerebbe altresì fissare norme comunitarie in tema d'identificazione, di tracciabilità e di etichettatura dei concimi CE, come pure di chiusura dei relativi imballaggi.

     (7) È opportuno definire a livello comunitario una procedura da seguire nei casi in cui uno Stato membro ritenga necessario limitare l'immissione sul mercato di concimi CE.

     (8) La produzione di concimi è soggetta a fluttuazioni diverse, dovute alle tecniche di produzione od alle materie prime. Campionamento ed analisi possono parimenti presentare variazioni. Occorre dunque autorizzare tolleranze per il titolo dichiarato di elementi nutritivi. Nell'interesse degli utilizzatori agricoli è consigliabile mantenere dette tolleranze entro limiti ristretti.

     (9) Laboratori approvati dagli Stati membri e notificati alla Commissione dovrebbero procedere a controlli ufficiali della rispondenza dei concimi CE alle prescrizioni del presente regolamento in tema di qualità e composizione.

     (10) Il nitrato ammonico costituisce l'ingrediente fondamentale di diversi prodotti, alcuni dei quali sono destinati all'impiego come concimi ed altri come esplosivi. In considerazione della particolare natura dei concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto e delle esigenze che essa comporta sotto il profilo della sicurezza e della sanità pubbliche nonché della protezione dei lavoratori, occorre stabilire norme comunitarie addizionali per i concimi CE di questo tipo.

     (11) Alcuni dei suddetti prodotti possono risultare pericolosi e venire in determinate circostanze utilizzati per impieghi diversi da quelli per cui erano destinati. Ciò potrebbe senz'altro mettere a repentaglio la sicurezza di persone e cose. È pertanto opportuno obbligare i fabbricanti a adottare i provvedimenti del caso per evitare tale eventualità e, in particolare, per garantire la tracciabilità di tali concimi.

     (12) Nell'interesse della sicurezza pubblica è di particolare importanza determinare a livello comunitario le caratteristiche e le proprietà che distinguono i concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto dalle varietà di nitrato ammonico utilizzate nella fabbricazione di prodotti impiegati come esplosivi.

     (13) I concimi CE a base di nitrato ammonico ad elevato titolo di azoto dovrebbero possedere alcune caratteristiche che ne garantiscano l'innocuità. I fabbricanti dovrebbero garantire che tutti i concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo di azoto abbiano superato una prova di detonabilità prima della loro immissione sul mercato.

     (14) È necessario definire norme relative ai metodi dei cicli termici chiusi, anche se non necessariamente tali metodi possono simulare tutte le condizioni che si verificano nel corso del trasporto e dell'immagazzinamento.

     (15) I concimi possono essere contaminati da sostanze potenzialmente idonee a comportare un rischio per la salute delle persone e degli animali e per l'ambiente. A seguito del parere del Comitato scientifico della tossicità, dell'ecotossicità e dell'ambiente (CSTEE), la Commissione intende studiare il problema della presenza non intenzionale di cadmio nei concimi minerali e, se del caso, redigerà una proposta di regolamento da presentare al Parlamento europeo e al Consiglio. Se necessario, si procederà ad uno studio analogo per altri contaminanti.

     (16) È opportuno definire una procedura che qualsiasi fabbricante o suo rappresentante, il quale voglia inserire un nuovo tipo di concime nell'allegato I, dovrà rispettare per poter apporre l'indicazione "concime CE".

     (17) Le misure necessarie per l'attuazione del presente regolamento sono adottate secondo la decisione 1999/468/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, recante modalità per l'esercizio delle competenze d'esecuzione conferite alla Commissione.

     (18) È opportuno che gli Stati membri prevedano sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni del presente regolamento. Essi possono prevedere che il fabbricante che violi l'articolo 27 sia multato per un importo pari a dieci volte il valore di mercato della partita non conforme.

     (19) Le direttive 76/116/CEE, 77/535/CEE, 80/876/CEE e 87/94/CEE dovrebbero essere abrogate,

     HANNO ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:

 

TITOLO I

DISPOSIZIONI GENERALI

 

CAPO I

Ambito di applicazione e definizioni

 

     Art. 1. Ambito di applicazione.

     Il presente regolamento si applica a prodotti immessi sul mercato come concimi che rechino l'indicazione "concime CE".

 

          Art. 2. Definizioni.

     Ai fini del presente regolamento si intende per:

     a) "concime": sostanza la cui funzione principale è fornire elementi nutritivi alle piante;

     b) "elementi nutritivi principali": esclusivamente gli elementi azoto, fosforo e potassio;

     c) "elementi nutritivi secondari": gli elementi calcio, magnesio, sodio e zolfo;

     d) "microelementi": gli elementi boro, cobalto, rame, ferro, manganese, molibdeno e zinco, essenziali per la crescita delle piante in quantità esigue in confronto a quelle degli elementi nutritivi principali e secondari;

     e) "concime minerale": un concime nel quale gli elementi nutritivi dichiarati sono presenti sotto forma di composti minerali ottenuti mediante estrazione o processi fisici e/o chimici industriali. Per convenzione possono essere classificati come concimi minerali la calciocianamide e l'urea e i suoi prodotti di condensazione e associazione, nonché i concimi contenenti microelementi chelati o complessati;

     f) "microelemento chelato": un microelemento legato ad una delle molecole organiche elencate nella sezione E.3.1. dell'allegato I;

     g) "microelemento complessato": un microelemento legato ad una delle molecole elencate nella sezione E.3.2 dell'allegato I;

     h) "tipo di concimi": concimi che hanno la medesima denominazione tipologica, quale specificata nell'allegato I;

     i) "concime semplice": un concime azotato, fosfatico o potassico per il quale sia dichiarabile unicamente il titolo di uno degli elementi nutritivi principali;

     j) "concime composto": un concime per il quale sia dichiarabile il titolo di almeno due degli elementi nutritivi principali, ottenuto per via chimica o per miscelazione ovvero mediante una combinazione di questi due metodi;

     k) "concime complesso": un concime composto, ottenuto per reazione chimica, per soluzione od allo stato solido per granulazione, per il quale sia dichiarabile il titolo di almeno due degli elementi nutritivi principali. Per i concimi di questo tipo allo stato solido ogni granello contiene tutti gli elementi nutritivi nella loro composizione dichiarata;

     l) "concime ottenuto da miscelazione": un concime ottenuto miscelando a secco più concimi, senza che si producano reazioni chimiche;

     m) "concime fogliare": un concime adatto per l'applicazione e l'assunzione dell'elemento nutritivo all'apparato fogliare di una coltura;

     n) "concime fluido": un concime in sospensione o in soluzione;

     o) "concime in soluzione": un concime fluido esente da particelle solide;

     p) "concime in sospensione": un concime bifase nel quale le particelle solide sono mantenute in sospensione nella fase liquida;

     q) "dichiarazione": precisazione della concentrazione di elementi nutritivi, incluse le forme e la solubilità, garantita entro tolleranze specificate;

     r) "titolo dichiarato": titolo di un elemento o di un suo ossido che a norma della legislazione comunitaria è indicato su un'etichetta o su un documento di accompagnamento di un concime CE;

     s) "tolleranza": la deviazione consentita del valore misurato del titolo di un elemento nutritivo dal suo valore dichiarato;

     t) "norme europee": norme CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione) ufficialmente riconosciute dalla Comunità, i cui numeri di riferimento sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Comunità europee;

     u) "imballaggio": un involucro che può essere chiuso ermeticamente, utilizzato per contenere, proteggere, maneggiare e fornire concimi, con una capacità non superiore ai 1 000 kg;

     v) "sfuso": un concime non imballato ai termini del presente regolamento;

     w) "immissione sul mercato": la fornitura di concime a titolo oneroso o gratuita, o immagazzinamento finalizzato alla fornitura. L'importazione di un concime nel territorio doganale della Comunità europea è considerata immissione sul mercato;

     x) "fabbricante": la persona fisica o giuridica responsabile dell'immissione del concime sul mercato; in particolare, è considerato fabbricante il produttore, l'importatore, il confezionatore che lavora per conto proprio, o ogni persona che modifichi le caratteristiche di un concime. Tuttavia, non è considerato fabbricante un distributore che non modifichi le caratteristiche del concime.

 

CAPO II

Immissione sul mercato

 

          Art. 3. Concimi CE.

     Un concime che appartenga ad un tipo di concimi elencato nell'allegato I e che soddisfi le prescrizioni stabilite nel presente regolamento può recare l'indicazione "concime CE".

     L'indicazione "concime CE" non può essere utilizzata per un concime che non sia conforme al presente regolamento.

 

          Art. 4. Sede nella Comunità.

     Il fabbricante deve aver sede all'interno della Comunità ed è responsabile della conformità del "concime CE" alle disposizioni del presente regolamento.

 

          Art. 5. Libera circolazione.

     1. Fatti salvi l'articolo 15 e altri atti legislativi comunitari, gli Stati membri non vietano, limitano od ostacolano per motivi di composizione, identificazione, etichettatura od imballaggio, né in base ad altre disposizioni contenute nel presente regolamento, l'immissione sul mercato di concimi che rechino la denominazione "concime CE" e siano conformi a quanto disposto dal presente regolamento.

     2. I concimi recanti la denominazione "concime CE" a norma del presente regolamento circolano liberamente all'interno della Comunità.

 

          Art. 6. Indicazioni obbligatorie.

     1. Al fine di ottemperare alle prescrizioni di cui all'articolo 9, gli Stati membri possono disporre che l'indicazione dei titoli di azoto, fosforo e potassio dei concimi immessi sul mercato nel loro territorio assuma la forma seguente:

     a) azoto solamente in forma elementare (N); e

     b) fosforo e potassio solamente in forma elementare (P, K); oppure

     c) fosforo e potassio solamente in forma di ossido (P2O5, K2O); oppure

     d) fosforo e potassio simultaneamente in forma sia elementare che di ossido.

     Qualora si opti per la possibilità di prescrivere che il titolo di fosforo e di potassio sia espresso in forma elementare, tutti i riferimenti alla forma di ossido che figurano negli allegati andranno letti come riferimenti alla forma elementare, servendosi dei fattori seguenti per convertire i valori numerici:

     a) fosforo (P) = anidride fosforica (P2O5) × 0,436;

     b) potassio (K) = ossido di potassio (K2O) × 0,830.

     2. Gli Stati membri possono prescrivere che nei concimi per l'apporto di elementi nutritivi secondari nonché, laddove sussistano le condizioni di cui all'articolo 17, in quelli per l'apporto di elementi nutritivi principali immessi sul mercato nei rispettivi territori, il titolo di calcio, magnesio, sodio e zolfo sia espresso:

     a) in forma di ossido (CaO, MgO, Na2O, SO3); ovvero

     b) in forma di elementi (Ca, Mg, Na, S); ovvero

     c) in entrambe queste forme.

     Per convertire il titolo di ossido di calcio, ossido di magnesio, ossido di sodio e triossido di zolfo in quello rispettivamente di calcio, magnesio, sodio e zolfo si impiegano i seguenti fattori:

     a) calcio (Ca) = ossido di calcio (CaO) × 0,715;

     b) magnesio (Mg) = ossido di magnesio (MgO) × 0,603;

     c) sodio (Na) = ossido di sodio (Na2O) × 0,742;

     d) zolfo (S) = triossido di zolfo (SO3) × 0,400.

     Nel calcolare il titolo di elemento nutritivo in forma elementare o di ossido la cifra dichiarata viene arrotondata al decimale più vicino.

     3. Gli Stati membri non impediscono l'immissione sul mercato di un "concime CE" etichettato in entrambe le forme menzionate nei paragrafi 1 e 2.

     4. Il titolo di uno o più dei microelementi boro, cobalto, rame, ferro, manganese, molibdeno o zinco nei concimi CE appartenenti ai tipi elencati nelle sezioni A, B, C e D dell'allegato I è dichiarato quando sussistono le seguenti condizioni:

     a) i microelementi sono aggiunti almeno nelle quantità minime precisate nelle sezioni E.2.2 e E.2.3 dell'allegato I;

     b) il concime CE continua a ottemperare ai requisiti di cui alle sezioni A, B, C e D dell'allegato I.

     5. I microelementi che costituiscono ingredienti normali delle materie prime destinate a fornire elementi nutritivi principali (N, P, K) e secondari (Ca, Mg, Na, S) possono essere dichiarati purché siano presenti almeno nelle quantità minime precisate nelle sezioni E.2.2 e E.2.3 dell'allegato I.

     6. Il titolo di microelementi è dichiarato come segue:

     a) per i concimi appartenenti ai tipi elencati nella sezione E.1 dell'allegato I, rifacendosi a quanto prescritto nella colonna 6 di tale sezione;

     b) per le miscele di concimi di cui alla lettera (a) che contengano almeno due microelementi differenti e soddisfino i criteri di cui alla sezione E.2.1 dell'allegato I, e per i concimi appartenenti ai tipi elencati nelle sezioni A, B, C e D dell'allegato I, indicando:

     i) il titolo totale, espresso come percentuale del concime in termini di massa,

     ii) il titolo solubile in acqua, espresso come percentuale del concime in termini di massa, quando il titolo solubile è almeno la metà del titolo totale.

     Per i microelementi integralmente solubili in acqua è dichiarato unicamente il titolo solubile in acqua.

     Per i microelementi chimicamente legati ad una molecola organica il titolo del microelemento presente nel concime è dichiarato immediatamente dopo il titolo solubile in acqua in termini di percentuale della massa del prodotto, facendo seguire il termine "chelato con" o "complessato con" ed il nome della molecola organica, quale precisato nella sezione E.3 dell'allegato I. Il nome della molecola organica può essere sostituito dalla sua sigla.

 

          Art. 7. Identificazione.

     1. Il fabbricante correda i concimi CE delle indicazioni per la loro identificazione di cui all'articolo 9.

     2. Per i concimi imballati, le suddette indicazioni devono figurare sull'imballaggio o sulle etichette che vi vengono apposte. Per i concimi sfusi, tali indicazioni devono figurare sui documenti d'accompagnamento.

 

          Art. 8. Tracciabilità.

     Fatto salvo l'articolo 26, paragrafo 3, il fabbricante, per garantire la tracciabilità dei concimi CE, conserva registrazione sull'origine dei concimi. Essa è messa a disposizione degli Stati membri per fini ispettivi fintantoché il concime viene immesso sul mercato e per altri due anni dopo che il fabbricante ne ha cessato l'immissione sul mercato.

 

          Art. 9. Indicazioni.

     1. Fatte salve le altre disposizioni comunitarie, gli imballaggi, le etichette e i documenti d'accompagnamento di cui all'articolo 7 recano le indicazioni seguenti:

     a) Indicazioni obbligatorie:

     - la dicitura "CONCIME CE" in lettere maiuscole;

     - ove esista, la denominazione del tipo di concime di cui all'allegato I;

     - l'indicazione "ottenuto per miscelazione" dopo la denominazione del tipo, nei concimi miscelati;

     - le indicazioni aggiuntive di cui agli articoli 19, 21 o 23;

     - gli elementi nutritivi, indicati tanto col nome per esteso quanto con il simbolo chimico; ad esempio: azoto (N), fosforo (P), anidride fosforica (P2O5), potassio (K), ossido di potassio (K2O), calcio (Ca), ossido di calcio (CaO), magnesio (Mg), ossido di magnesio (MgO), sodio (Na), ossido di sodio (Na2O), zolfo (S), triossido di zolfo (SO3), boro (B), rame (Cu), cobalto (Co), ferro (Fe), manganese (Mn), molibdeno (Mo), zinco (Zn);

     - se il concime contiene microelementi in tutto od in parte legati chimicamente ad una molecola organica, il nome del microelemento è seguito da una delle precisazioni seguenti:

     i) "chelato con ..." (nome dell'agente chelante o sua sigla quale figura nella sezione E.3.1 dell'allegato I),

     ii) "complessato con ..." (nome dell'agente complessante quale figura nella sezione E.3.2 dell'allegato I);

     - i microelementi contenuti nel concime, elencati seguendo l'ordine alfabetico dei rispettivi simboli chimici: B, Co, Cu, Fe, Mn, Mo, Zn;

     - le istruzioni specifiche di impiego per i prodotti figuranti nelle sezioni E.1 e E.2 dell'allegato I;

     - le quantità di concimi fluidi espressi in termini di massa. L'indicazione delle quantità di concimi fluidi in termini di volume o in termini di massa per volume (chilogrammi per ettolitro o grammi per litro) è facoltativa;

     - la massa netta o lorda e, a titolo facoltativo, il volume per i concimi fluidi. Se è indicata la massa lorda, accanto all'indicazione deve figurare la tara espressa in massa;

     - il nome o il nome commerciale e l'indirizzo del fabbricante.

     b) Indicazioni facoltative:

     - le indicazioni di cui all'allegato I;

     - le istruzioni per l'immagazzinamento e la manipolazione del concime e per i concimi non elencati nelle sezioni E.1 e E.2 dell'allegato I, le istruzioni specifiche per il loro impiego;

     - l'indicazione delle dosi e delle modalità d'impiego più opportune in rapporto alle condizioni del terreno e della coltura per le quali il concime è utilizzato;

     - il marchio del fabbricante e la descrizione commerciale del prodotto.

     Le indicazioni di cui alla lettera b) non devono essere in contrasto con quelle di cui alla lettera a), dalle quali devono essere chiaramente distinte.

     2. Tutte le indicazioni di cui al paragrafo 1 devono risultare chiaramente distinte da qualsiasi altra informazione che figuri sugli imballaggi, sulle etichette e sui documenti d'accompagnamento.

     3. I concimi fluidi possono essere immessi sul mercato soltanto se il fabbricante fornisce le opportune istruzioni supplementari, in particolare la temperatura di immagazzinamento e la prevenzione degli incidenti nel corso dello stesso.

     4. Norme dettagliate per l'applicazione del presente articolo devono essere adottate secondo la procedura di cui all'articolo 32, paragrafo 2.

 

          Art. 10. Etichettatura.

     1. Le etichette o le indicazioni stampate sull'imballaggio che forniscono i dati di cui all'articolo 9 devono essere chiaramente visibili. Le etichette devono essere apposte sull'imballaggio o sul suo sistema di chiusura. Se tale sistema è costituito da un sigillo, detto sigillo deve recare il nome o il marchio del confezionatore.

     2. Le indicazioni di cui al paragrafo 1 devono essere e rimanere indelebili e chiaramente leggibili.

     3. Nei casi di concimi sfusi di cui all'articolo 7, paragrafo 2, seconda frase, una copia dei documenti contenenti le indicazioni relative all'identificazione deve accompagnare la merce ed essere accessibile a fini d'ispezione.

 

          Art. 11. Lingue.

     Le indicazioni che figurano sull'etichetta, sull'imballaggio e sui documenti d'accompagnamento devono essere redatte almeno nella o nelle lingue nazionali dello Stato membro nel quale i concimi CE sono immessi sul mercato.

 

          Art. 12. Imballaggio.

     Nel caso di concimi CE imballati, l'imballaggio dev'essere chiuso in un modo o con un sistema tale che, all'atto dell'apertura, il dispositivo, il sigillo di chiusura o l'imballaggio stesso risultino irreparabilmente danneggiati. È ammesso l'impiego di sacchi a valvola.

 

          Art. 13. Limiti di tolleranza.

     1. I titoli degli elementi nutritivi nei concimi CE devono essere conformi ai limiti di tolleranza stabiliti nell'allegato II. Detti limiti devono tener conto delle variazioni in termini di fabbricazione, campionamento e analisi.

     2. Il fabbricante non può trarre sistematicamente profitto dai limiti di tolleranza indicati nell'allegato II.

     3. Non sono ammessi limiti di tolleranza per quanto riguarda i titoli minimi e massimi specificati nell'allegato I.

 

          Art. 14. Requisiti dei concimi.

     Un tipo di concime può essere inserito nell'allegato I unicamente se:

     a) apporta elementi nutritivi in maniera efficace;

     b) sono stati forniti i pertinenti metodi di campionamento, d'analisi e all'occorrenza di prova;

     c) non produce effetti nocivi sulla salute delle persone, degli animali o delle piante ovvero sull'ambiente in condizioni normali d'impiego.

 

          Art. 15. Clausola di salvaguardia.

     1. Lo Stato membro che abbia fondati motivi per ritenere che un determinato concime CE, benché conforme alle prescrizioni del presente regolamento, rappresenti un rischio per la sicurezza o la salute delle persone, degli animali o delle piante ovvero un rischio per l'ambiente può provvisoriamente vietare o subordinare a condizioni particolari l'immissione sul mercato di detto concime nel proprio territorio. Esso ne informa immediatamente gli altri Stati membri e la Commissione, motivando la sua decisione.

     2. La Commissione adotta entro novanta giorni a decorrere dalla ricezione dell'informazione una decisione in proposito secondo la procedura di cui all'articolo 32, paragrafo 2.

     3. Le disposizioni del presente regolamento non ostano a che vengano adottati provvedimenti da parte della Commissione o di uno Stato membro giustificati da motivi di pubblica sicurezza miranti a vietare, limitare od ostacolare l'immissione sul mercato di concimi CE.

 

TITOLO II

DISPOSIZIONI RELATIVE A TIPI SPECIFICI DI CONCIMI

 

CAPO I

Concimi minerali per l'apporto di elementi nutritivi principali

 

          Art. 16. Ambito di applicazione.

     Il presente capo si applica ai concimi minerali per l'apporto di elementi nutritivi principali, solidi o fluidi, semplici o composti, inclusi quelli contenenti elementi nutritivi secondari e/o microelementi, che abbiano il titolo minimo di elementi nutritivi stabilito nelle sezioni A, B, C, E.2.2 o E.2.3 dell'allegato I.

 

          Art. 17. Titolo di elementi nutritivi secondari dichiarato nei concimi con elementi nutritivi principali.

     Per i concimi CE appartenenti ai tipi elencati nelle sezioni A, B, e C dell'allegato I si possono dichiarare i titoli di calcio, magnesio, sodio e zolfo in quanto elementi nutritivi secondari, purché tali elementi siano presenti almeno nelle seguenti concentrazioni minime:

     a) 2% di ossido di calcio (CaO), ossia 1,4% Ca;

     b) 2% di ossido di magnesio (MgO), ossia 1,2% Mg;

     c) 3% di ossido di sodio (Na2O), ossia 2,2% Na;

     d) 5% di triossido di zolfo (SO3), ossia 2% S.

     In questo caso la denominazione del tipo è completata dalle indicazioni supplementari a norma dell'articolo 19, paragrafo 2, punto ii).

 

          Art. 18. Calcio, magnesio, sodio e zolfo.

     1. I titoli di magnesio, sodio e zolfo dei concimi di cui alle sezioni A, B e C dell'allegato I sono dichiarati in uno dei modi seguenti:

     a) titolo totale, espresso come percentuale del concime in termini di massa;

     b) titolo totale e titolo solubile in acqua, espressi come percentuale del concime in termini di massa quando il titolo solubile è pari ad almeno un quarto del titolo totale;

     c) quando un elemento è integralmente solubile in acqua, è dichiarata unicamente la percentuale solubile in acqua in termini di massa.

     2. Il titolo di calcio, salvo se diversamente contemplato nell'allegato I, è dichiarato unicamente se solubile in acqua, espresso in percentuale del concime in termini di massa.

 

          Art. 19. Identificazione.

     1. Oltre alle indicazioni obbligatorie di identificazione di cui all'articolo 9, paragrafo 1, lettera a), devono essere riportate le indicazioni di cui ai paragrafi 2, 3, 4, 5 e 6 del presente articolo.

     2. Nei concimi composti, dopo la denominazione del tipo si aggiungono le seguenti indicazioni:

     i) i simboli chimici degli elementi nutritivi secondari dichiarati, riportati fra parentesi, subito dopo i simboli chimici degli elementi nutritivi principali;

     ii) i numeri che indichino il titolo degli elementi nutritivi principali. Il titolo degli elementi nutritivi secondari dichiarato si indica tra parentesi, subito dopo il titolo degli elementi nutritivi principali.

     3. La denominazione del tipo di concime deve essere seguita unicamente da numeri che indichino il titolo degli elementi nutritivi principali e secondari.

     4. La dicitura "con microelementi" o la preposizione "con" è seguita dai nomi dei microelementi presenti e dal loro simbolo chimico, quando vi sia un titolo dichiarato di microelementi.

     5. Il titolo dichiarato di elementi nutritivi principali e secondari è fornito come percentuale in termini di massa, in numeri interi ovvero, all'occorrenza, ove esista un metodo appropriato di analisi, con una cifra decimale.

     Nei concimi contenenti più di un elemento nutritivo dichiarato l'ordine degli elementi nutritivi principali è N, P2O5e/o P, K2O e/o K, e quello degli elementi nutritivi secondari CaO e/o Ca, MgO e/o Mg, Na2O e/o Na, SO3 e/o S. Nel titolo dichiarato di microelementi si deve specificare ognuno di essi e il simbolo relativo indicando la percentuale in termini di massa e in base alla solubilità, secondo quanto specificato nelle sezioni E.2.2 e E.2.3 dell'allegato I.

     6. Forma e solubilità degli elementi nutritivi sono parimenti espresse come percentuale del concime in termini di massa, salvo nei casi in cui l'allegato I disponga in modo esplicitamente diverso.

     Per queste indicazioni si usano cifre con un decimale, salvo nel caso dei microelementi per i quali valgono le indicazioni di cui alle sezioni E.2.2 ed E.2.3 dell'allegato I.

 

CAPO II

Concimi minerali per l'apporto di elementi nutritivi secondari

 

          Art. 20. Ambito di applicazione.

     Il presente capo si applica ai concimi minerali per l'apporto di elementi nutritivi secondari, solidi o fluidi, inclusi quelli contenenti microelementi, che abbiano il titolo minimo di elementi nutritivi fissato nelle sezioni D, E.2.2 e E.2.3 dell'allegato I.

 

          Art. 21. Identificazione.

     1. Oltre alle indicazioni obbligatorie di identificazione di cui all'articolo 9, paragrafo 1, lettera a), devono essere riportate le indicazioni di cui ai paragrafi 2, 3, 4 e 5 del presente articolo.

     2. Qualora vi sia un titolo dichiarato di microelementi esso è indicato dalla dicitura "con microelementi" o dalla preposizione "con" seguita dai nomi dei microelementi presenti e dal loro simbolo chimico.

     3. Il titolo dichiarato di elementi nutritivi secondari è fornito come percentuale in termini di massa, in numeri interi ovvero, all'occorrenza, ove esista un metodo appropriato di analisi, con una cifra decimale.

     Se il prodotto contiene più elementi nutritivi secondari l'ordine è il seguente:

     CaO e/o Ca, MgO e/o Mg, Na2O e/o Na, SO3 e/o S. Nel titolo dichiarato di microelementi si deve specificare ognuno di essi e il simbolo relativo, indicando la percentuale in termini di massa e in base alla solubilità, secondo quanto specificato nelle sezioni E.2.2 e E.2.3 dell'allegato I.

     4. Forma e solubilità degli elementi nutritivi sono parimenti espresse come percentuale del concime in termini di massa, salvo nei casi in cui l'allegato I disponga in modo esplicitamente diverso.

     Per queste indicazioni si usano cifre con un decimale, salvo nel caso dei microelementi per i quali valgono le indicazioni di cui alle sezioni E.2.2 ed E.2.3 dell'allegato I.

     5. Il titolo dichiarato di calcio, salvo se diversamente disposto dall'allegato I, è fornito unicamente se solubile in acqua, espresso come percentuale in termini di massa del concime.

 

CAPO III

Concimi minerali per l'apporto di microelementi

 

          Art. 22. Ambito di applicazione.

     Il presente capo si applica ai concimi minerali per l'apporto di microelementi, solidi o fluidi, che abbiano il titolo minimo di elementi nutritivi fissato nelle sezioni E.1 ed E.2.1 dell'allegato I.

 

          Art. 23. Identificazione.

     1. Oltre alle indicazioni obbligatorie di cui all'articolo 9, paragrafo 1, lettera a), sono riportate le indicazioni di cui ai paragrafi 2, 3, 4 e 5 del presente articolo.

     2. Quando il concime contiene più di un microelemento, è indicata la denominazione tipologica "miscela di microelementi", seguita dai nomi dei microelementi presenti e dal loro simbolo chimico.

     3. Per i concimi che contengono unicamente un microelemento (sezione E.1 dell'allegato I) il titolo dichiarato di microelementi è fornito come percentuale in termini di massa, in numeri interi ovvero all'occorrenza con una cifra decimale.

     4. Forma e solubilità dei microelementi sono espresse come percentuale del concime in termini di massa, salvo nei casi in cui l'allegato I disponga in modo esplicitamente diverso.

     Il numero di decimali per i microelementi è quello stabilito nella sezione E.2.1 dell'allegato I.

     5. Per quanto riguarda i prodotti di cui alle sezioni E.1 e E.2.1 dell'allegato I, sull'etichetta e sui documenti d'accompagnamento è riportata, al di sotto delle dichiarazioni obbligatorie o facoltative, la seguente dicitura:

     "Da utilizzare soltanto in caso di bisogno riconosciuto. Non superare le dosi appropriate."

 

          Art. 24. Imballaggio.

     I concimi CE cui si applicano le disposizioni del presente capo devono essere imballati.

 

CAPO IV

Concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto

 

          Art. 25. Ambito di applicazione.

     Ai fini del presente capo, per concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto, semplici o composti, si intendono prodotti a base di nitrato ammonico fabbricati per l'impiego in quanto concimi e contenenti più del 28% d'azoto in termini di massa in relazione al nitrato ammonico.

     Questo tipo di concimi può contenere sostanze inorganiche oinerti.

     Qualsiasi sostanza impiegata nella fabbricazione di questo tipo di concimi non deve aumentarne la sensibilità al calore o la tendenza alla detonazione.

 

          Art. 26. Misure e controlli di sicurezza.

     1. Il fabbricante garantisce che i concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto rispettino le disposizioni della sezione 1 dell'allegato III.

     2. Le verifiche, l'analisi e la sperimentazione a fini ufficiali di controllo dei concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto di cui al presente capo vengono eseguite secondo i metodi di cui alla sezione 3 dell'allegato III.

     3. Per garantire la tracciabilità dei concimi CE a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto immessi sul mercato, il fabbricante conserva registrazione dei nomi e degli indirizzi dei siti e degli operatori dei siti presso i quali sono prodotti i concimi e i loro principali componenti. Tale registrazione è resa disponibile per fini ispettivi da parte degli Stati membri fintantoché il concime è immesso sul mercato e per altri due anni dopo che il fabbricante ne ha cessato l'immissione sul mercato.

 

          Art. 27. Prova di detonabilità.

     Fatte salve le misure di cui all'articolo 26, il fabbricante garantisce che ogni tipo di fertilizzante CE a base di nitrato ammonico ad elevato titolo di azoto ha superato la prova di detonabilità di cui alle sezioni 2, 3 (metodo 1, punto 3) e 4 dell'allegato III del presente regolamento. Tale prova deve essere effettuata da uno dei laboratori approvati di cui al paragrafo 1 dell'articolo 30 o al paragrafo 1 dell'articolo 33 I fabbricanti presentano i risultati della prova all'autorità competente dello Stato membro interessato almeno cinque giorni prima dell'immissione sul mercato del concime o almeno cinque giorni prima dell'arrivo del concime alle frontiere della Comunità europea nel caso di importazioni. Successivamente, il fabbricante continua a garantire che tutte le forniture del concime immesso sul mercato siano in grado di superare la suddetta prova.

 

          Art. 28. Imballaggio.

     I concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto sono forniti agli utenti finali unicamente in appositi imballaggi.

 

TITOLO III

VALUTAZIONE DELLA CONFORMITÀ DEI CONCIMI

 

          Art. 29. Misure di controllo.

     1. Gli Stati membri possono sottoporre i concimi con l'indicazione "concime CE" a misure ufficiali di controllo al fine di verificarne la conformità al presente regolamento.

     Gli Stati membri possono imporre tasse il cui importo non superi il costo delle prove richieste per tali misure di controllo, ma ciò non costituisce un obbligo per i fabbricanti di ripetere le prove o di pagare per la ripetizione delle medesime se la prima prova è stata eseguita da un laboratorio rispondente alle condizioni di cui all'articolo 30 e se essa ha dimostrato la conformità del concime in questione.

     2. Gli Stati membri garantiscono che la campionatura e l'analisi a fini di controllo ufficiale dei concimi CE appartenenti ai tipi di concimi elencati nell'allegato I siano effettuate secondo i metodi descritti negli allegati III e IV.

     3. Il rispetto del presente regolamento per quanto riguarda la conformità tipologica del concime ed il rispetto del titolo dichiarato di elementi nutritivi e/o del titolo dichiarato espresso in termini di forma e solubilità di tali elementi nutritivi può essere verificato in occasione di ispezioni ufficiali soltanto ricorrendo a metodi di campionamento ed analisi definiti a norma degli allegati III e IV e tenendo conto dei limiti di tolleranza precisati nell'allegato II.

     4. I metodi di misurazione, campionamento e analisi sono adeguati e aggiornati secondo la procedura di cui all'articolo 32, paragrafo 2, con ricorso, ogniqualvolta ciò risulti possibile, a norme europee. La stessa procedura si applica per l'adozione delle norme di attuazione necessarie per definire le misure di controllo previste ai sensi del presente articolo e degli articoli 8, 26 e 27 del presente regolamento. Tali norme riguardano in particolare la frequenza con cui è necessario ripetere le prove, nonché le misure intese a garantire che il concime immesso sul mercato sia identico al concime sottoposto alle prove.

 

          Art. 30. Laboratori.

     1. Gli Stati membri notificano alla Commissione l'elenco dei laboratori approvati nel loro territorio che sono competenti a prestare i servizi necessari per verificare la rispondenza dei concimi CE alle prescrizioni del presente regolamento. Tali laboratori devono rispondere ai requisiti di cui alla sezione B dell'allegato V. La notifica è fatta entro l'11 giugno 2004 e all'atto di ciascuna modifica successiva.

     2. La Commissione pubblica l'elenco dei laboratori approvati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

     3. Quando uno Stato membro ha giustificati motivi per ritenere che un laboratorio approvato non risponda ai requisiti di cui al paragrafo 1, sottopone il problema al comitato di cui all'articolo 32. Se il comitato conviene che il laboratorio non risponde ai requisiti, la Commissione cancella il nome dall'elenco di cui al paragrafo 2.

     4. La Commissione adotta una decisione sulla questione entro 90 giorni dal ricevimento dell'informazione secondo la procedura di cui all'articolo 32, paragrafo 2.

     5. La Commissione pubblica l'elenco modificato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

 

TITOLO IV

DISPOSIZIONI FINALI

 

CAPO I

Adeguamento degli allegati

 

          Art. 31. Nuovi concimi CE.

     1. L'inserimento di un nuovo tipo di concime nell'allegato I è adottato secondo la procedura di cui all'articolo 32, paragrafo 2.

     2. Un fabbricante od il suo rappresentante che desiderino proporre l'inserimento nell'allegato I di un nuovo tipo di concime ed a tale scopo debbano compilare un fascicolo tecnico procedono a farlo tenendo conto dei documenti tecnici di cui alla sezione A dell'allegato V.

     3. Le modifiche necessarie per adeguare gli allegati al progresso tecnico sono adottate secondo la procedura di cui all'articolo 32, paragrafo 2.

 

          Art. 32. Procedura del comitato.

     1. La Commissione è assistita da un comitato.

     2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applicano gli articoli 5 e 7 della decisione 1999/468/CE, tenendo conto delle disposizioni dell'articolo 8 della stessa.

     Il periodo di cui all'articolo 5, paragrafo 6 della decisione 1999/468/CE è fissato a tre mesi.

     3. Il comitato adotta il proprio regolamento interno.

 

CAPO II

Disposizioni transitorie

 

          Art. 33. Laboratori competenti.

     1. Fatto salvo quanto disposto dall'articolo 30, paragrafo 1, per un periodo transitorio, avente termine l'11 dicembre 2007, gli Stati membri hanno facoltà di continuare ad applicare le rispettive disposizioni nazionali al fine di autorizzare i laboratori competenti a prestare i servizi necessari per la verifica della conformità dei concimi CE alle prescrizioni del presente regolamento.

     2. Gli Stati membri notificano l'elenco di tali laboratori alla Commissione, fornendo particolari in merito ai relativi sistemi d'autorizzazione. La notifica è fatta entro l'11 giugno 2004 e all'atto di ciascuna modifica successiva.

 

          Art. 34. Imballaggi ed etichettatura.

     Fatto salvo l'articolo 35, paragrafo 1, le indicazioni, gli imballaggi, le etichette e i documenti di accompagnamento dei concimi CE contemplati dalle precedenti direttive possono continuare ad essere impiegati l'11 giugno 2005.

 

CAPO III

Disposizioni finali

 

          Art. 35. Direttive abrogate.

     1. Le direttive 76/116/CEE, 77/535/CEE, 80/876/CEE e 87/94/CEE sono abrogate.

     2. I riferimenti alle direttive abrogate s'intendono fatti al presente regolamento. In particolare, le deroghe all'articolo 7 della direttiva 76/116/CEE, concesse dalla Commissione a norma dell'articolo 95, paragrafo 6 del trattato, sono considerate deroghe all'articolo 5 del presente regolamento e continuano a produrre i propri effetti nonostante l'entrata in vigore del presente regolamento. In attesa dell'adozione delle sanzioni di cui all'articolo 36, gli Stati membri possono continuare ad applicare sanzioni per la violazione delle norme nazionali per l'attuazione delle direttive di cui al paragrafo 1.

 

          Art. 36. Sanzioni.

     Gli Stati membri determinano le sanzioni da irrogare in caso di violazione delle disposizioni del presente regolamento e adottano tutti i provvedimenti necessari per la loro applicazione. Le sanzioni devono essere effettive, proporzionate e dissuasive.

 

          Art. 37. Disposizioni nazionali.

     Gli Stati membri notificano alla Commissione entro l'11 giugno 2005 le disposizioni nazionali da essi adottate a norma degli articoli 6, paragrafi 1 e 2, 29, paragrafo 1 e 36 del presente regolamento e notificano immediatamente le eventuali modifiche successive relative a tali disposizioni.

 

          Art. 38. Entrata in vigore.

     Il presente regolamento entra in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, ad eccezione degli articoli 8 e 26, paragrafo 3, che entrano in vigore l'11 giugno 2005. Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.

 

 

Allegato I [1]

 

     (Omissis)

 

 

Allegato II

 

TOLLERANZE

 

     Le tolleranze indicate nel presente allegato costituiscono valore negativi in percentuale di peso.

     Le tolleranze applicabili al titolo dichiarato di elementi nutritivi nei diversi tipi di concimi CE sono le seguenti:

1.

Concimi inorganici semplici per l'apporto di elementi nutritivi valori assoluti in percentuale di peso espressi in N, P2O5, K2O, MgO, Cl

1.1.

Concimi azotati

 

 

 

Nitrato di calcio

 

0,4

 

Nitrato di calcio e di magnesio

 

0,4

 

Nitrato di sodio

 

0,4

 

Nitrato del Cile

 

0,4

 

Calciocianamide

 

1,0

 

Calciocianamide nitrata

 

1,0

 

Solfato ammonico

 

0,3

 

Nitrato ammonico o nitrato ammonico calcareo:

 

 

 

- 32 % o meno

 

0,8

 

- più del 32 %

 

0,6

 

Solfonitrato ammonico

 

0,8

 

Solfonitrato di magnesio

 

0,8

 

Nitrato ammonico di magnesio

 

0,8

 

Urea

 

0,4

 

Sospensione del nitrato di calcio

 

0,4

 

Soluzione di concime azotato con urea formaldeide

 

0,4

 

Sospensione di concime azotato con urea formaldeide

 

0,4

 

Urea-ammonio solfato

 

0,5

 

Soluzione di concime azotato

 

0,6

 

Soluzione di nitrato ammonico ed urea

 

0,6

1.2.

Concimi fosfatici

 

 

 

Scorie Thomas:

 

 

 

- dichiarazione espressa da una forcella del 2 % in peso

 

0,0

 

- dichiarazione espressa da un solo numero

 

1,0

 

 

 

 

 

Altri concimi fosfatici

 

 

 

Solubilità della P2O5 in:

numero del concime nell'allegato I

 

 

- acido minerale

(3, 6, 7)

0,8

 

- acido formico

(7)

0,8

 

- citrato ammonico neutro

(2a, 2b, 2c)

0,8

 

- citrato ammonico alcalino

(4, 5, 6)

0,8

 

- acqua

(2a, 2b, 3)

0,9

 

 

(2c)

1,3

1.3.

Concimi potassici

 

 

 

Sale grezzo di potassio

 

1,5

 

Sale grezzo di potassio arricchito

 

1,0

 

Cloruro di potassio:

 

 

 

- 55 % o meno

 

1,0

 

- più del 55 %

 

0,5

 

Cloruro di potassio contenente sali di magnesio

 

1,5

 

Solfato di potassio

 

0,5

 

Solfato di potassio contenente sali di magnesio

 

1,5

1.4.

Altri componenti

 

 

 

Cloro

 

0,2

2.

Concimi inorganici composti per l'apporto di elementi nutritivi principali

 

2.1.

Elementi fertilizzanti

 

 

 

N

 

1,1

 

P2O5

 

1,1

 

K2O

 

1,1

2.2.

Valore consentito degli scarti della somma rispetto al valore dichiarato

 

 

concimi binari

 

1,5

 

concimi ternari

 

1,9

     3. Elementi nutritivi secondari nei concimi

     Le tolleranze ammesse in rapporto ai titoli dichiarati di calcio, magnesio, sodio e zolfo corrispondono ad un quarto del titolo dichiarato di tali elementi nutritivi fino ad un massimo di 0,9% in termini assoluti per CaO, MgO, Na2O, e SO3, vale a dire 0,64 per Ca, 0,55 per Mg, 0,67 per Na e 0,36 per S.

     4. Microelementi nei concimi

     La tolleranza ammessa in rapporto al titolo dichiarato di microelementi è di:

     - 0,4% in termini assoluti nel caso dei titoli superiori al 2%,

     - un quinto del valore dichiarato nel caso dei titoli inferiori od uguali al 2%.

     La tolleranza ammessa in rapporto al titolo dichiarato delle varie forme di azoto o alle solubilità dichiarate dell'anidride fosforica è pari ad un decimo del titolo globale dell'elemento in questione con un massimo del 2% in termini di massa, purché il titolo globale del suddetto elemento nutritivo si mantenga entro i limiti indicati nell'allegato I e nell'ambito delle tolleranze sopra riportate.

 

 

Allegato III

 

DISPOSIZIONI TECNICHE

APPLICABILI AI CONCIMI A BASE DI NITRATO AMMONICO

AD ELEVATO TITOLO D'AZOTO

 

     1. Caratteristiche e limiti dei concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto

     1.1. Porosità (ritenzione d'olio)

     La ritenzione d'olio del concime, che dev'essere stato in precedenza sottoposto a due cicli termici di temperatura compresa tra i 25 ed i 50 °C che risultino conformi alle disposizioni della parte 2 della sezione 3 del presente allegato, non deve superare il 4% in massa.

     1.2. Materiale combustibile

     La percentuale in massa di materiale combustibile espresso in carbonio non deve superare lo 0,2% nei concime con un titolo d'azoto pari ad almeno il 31,5% in massa e non deve superare lo 0,4% nei concimi il cui titolo d'azoto in massa è pari ad almeno il 28%, ma inferiore al 31,5%.

     1.3. pH

     Una soluzione di 10 g di concime in 100 ml d'acqua deve avere un pH pari o superiore a 4,5.

     1.4. Analisi granulometrica

     Non più del 5% in massa del concime deve passare attraverso un setaccio con maglie di 1 mm e non più del 3% in massa deve passare attraverso un setaccio con maglie di 0,5 mm.

     1.5. Cloro

     Il titolo massimo di cloro del concime deve corrispondere allo 0,02% in massa.

     1.6. Metalli pesanti Va esclusa qualsiasi aggiunta deliberata di metalli pesanti, e le eventuali tracce di tali metalli derivanti dal processo di produzione non devono superare i limiti stabiliti dal comitato.

     Il contenuto di rame non dovrà risultare superiore a 10 mg/kg.

     Non sono stabiliti limiti specifici per altri metalli pesanti.

     2. Descrizione della prova di detonabilità relativa ai concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto

     La prova va effettuata su un campione rappresentativo di concime. Prima di eseguire la prova di detonabilità l'intera massa del campione va sottoposta a cinque cicli termici in conformità di quanto disposto nella parte 3 della sezione 3 del presente allegato.

     Il concime va sottoposto alla prova di detonabilità in tubo orizzontale d'acciaio nelle seguenti condizioni:

     - tubo d'acciaio senza saldature,

     - lunghezza del tubo: almeno 1 000 mm,

     - diametro esterno: almeno 114 mm,

     - spessore della parete: almeno 5 mm,

     - detonatore: tipo e massa del detonatore scelto devono essere tali da massimizzare la pressione di detonazione applicata al campione allo scopo di determinarne la propensione a trasmettere la detonazione stessa,

     - temperatura di prova: 15-25 °C,

     - cilindri di piombo di controllo per rilevare la detonazione, aventi un diametro di 50 mm ed un'altezza di 100 mm,

     - sistemati ad intervalli di 150 mm, che sostengano il tubo orizzontalmente. Vanno eseguite due prove. La prova si considera decisiva se in entrambe le prove lo schiacciamento subito da uno o più dei cilindri di sostegno in piombo risulta inferiore al 5%.

     3. Metodi di controllo della conformità ai valori indicati negli allegati III-1 e III-2

     Metodo 1

     Metodi d'applicazione dei cicli termici

     1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento definisce i procedimenti da seguire per sottoporre il campione ai cicli termici che precedono l'esecuzione della prova di ritenzione d'olio per concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto e della prova di detonabilità per concimi a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto sia semplici che composti.

     I metodi dei cicli termici chiusi quali descritti nella presente sezione sono ritenuti idonei a simulare con sufficiente fedeltà le condizioni da prendere in considerazione ai fini dell'applicazione del titolo II, capo IV, senza che essi siano tuttavia necessariamente in grado di simulare ogni condizione incontrata nel corso del trasporto e del magazzinaggio.

     2. Cicli termici di cui all'allegato III.1

     2.1. Campo d'applicazione

     Il seguente procedimento concerne i cicli termici che precedono la determinazione della ritenzione d'olio del concime.

     2.2. Principio e definizione

     Riscaldare il campione in un matraccio di Erlenmeyer portandolo dalla temperatura ambiente fino a 50 °C e mantenendolo a tale temperatura per due ore (fase a 50 °C). Raffreddare quindi a 25 °C mantenendo il campione a tale temperatura per due ore (fase a 25 °C). L'insieme delle due fasi successive a 50 °C ed a 25 °C costituisce un ciclo termico. Dopo aver subito due cicli termici il campione viene conservato ad una temperatura di 20 ± 3 °C in attesa di determinarne la ritenzione d'olio.

     2.3. Apparecchiatura

     Normale attrezzatura di laboratorio, ed in particolare:

     - bagnimaria termostatati a 25 (± 1) ed a 50 (± 1) °C,

     - beute della capacità di 150 ml.

     2.4. Modo di operare

     Versare il campione di 70 (± 5) g in una beuta e chiuderla quindi ermeticamente.

     Trasferire ogni due ore ogni beuta dal bagno a 50 °C al bagno a 25 °C e viceversa.

     Mantenere l'acqua di ogni bagno a temperatura costante ed agitarla rapidamente avendo cura che il livello dell'acqua si mantenga al di sopra del livello del campione. Proteggere il tappo dalla condensazione con un cappuccio di gomma spugnosa.

     3. Cicli termici di cui all'allegato III-2

     3.1. Campo d'applicazione

     Il seguente procedimento concerne i cicli termici che precedono l'esecuzione della prova di detonabilità.

     3.2. Principio e definizione

     Riscaldare il campione in un recipiente a tenuta stagna portandolo dalla temperatura ambiente fino a 50 °C e mantenendolo a tale temperatura per un'ora (fase a 50 °C). Raffreddare quindi a 25 °C mantenendo il campione a tale temperatura per un'ora (fase a 25 °C). L'insieme delle due fasi successive a 50 °C ed a 25 °C costituisce un ciclo termico. Dopo aver subito due cicli termici il campione viene conservato ad una temperatura di 20 ± 3 °C in attesa di subire la prova di detonabilità.

     3.3. Apparecchiatura

     - Un bagnomaria termostatato a temperature comprese tra 20 e 51 °C con una velocità minima di riscaldamento e di raffreddamento di 10 °C/h, oppure due bagnimaria di cui uno termostatato alla temperatura di 20 °C e l'altro a quella di 51 °C. L'acqua del bagno o dei bagni viene agitata in continuazione ed il volume dei bagni dev'essere tale da garantire una buona circolazione dell'acqua.

     - Un recipiente d'acciaio inossidabile a tenuta stagna, dotato al centro di una termocoppia. Il recipiente deve avere una larghezza esterna di 45 (± 2) mm e pareti dello spessore di 1,5 mm (vedi figura 1). Altezza e larghezza del recipiente possono variare in funzione delle dimensioni del bagnomaria, ad esempio lunghezza 600 mm, altezza 400 mm.

     3.4. Modo di operare Introdurre nel recipiente una quantità di concime sufficiente per una prova di detonabilità e chiuderlo con il coperchio. Porre il recipiente nel bagnomaria. Riscaldare l'acqua a 51 °C e misurare la temperatura al centro del campione di fertilizzante. Un'ora dopo che la temperatura al centro del campione ha raggiunto i 50 °C iniziare il raffreddamento. Un'ora dopo che la temperatura al centro del campione ha raggiunto i 25 °C riscaldare nuovamente dando inizio al secondo ciclo. Qualora s'impieghino due bagni trasferire il recipiente da un bagno all'altro dopo ogni periodo di riscaldamento/raffreddamento.

     Figura 1

     (immagine)

     Metodo 2

     Determinazione della ritenzione d'olio

     1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento definisce il procedimento da seguire per determinare la ritenzione d'olio di concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto.

     Il metodo è applicabile a concimi tanto perlati quanto granulari che non contengano sostanze solubili in olio.

     2. Definizione

     Ritenzione d'olio di un concime: la quantità d'olio trattenuta dal concime determinata nelle condizioni operative descritte ed espressa in percentuale della massa.

     3. Principio

     Immersione totale del campione in gasolio per un tempo determinato, seguita da sgocciolamento dell'eccesso di gasolio nelle condizioni specificate. Misurazione dell'aumento di massa del campione.

     4. Reattivi

     Gasolio

     Viscosità massima: 5 mPas a 40 °C

     Densità: da 0,8 a 0,85 g/ml a 20 °C

     Contenuto di zolfo: ≤ 1,0% (m/m)

     Ceneri: ≤ 0,1% (m/m)

     5. Apparecchiatura

     Normale attrezzatura di laboratorio, ed inoltre:

     5.1. Bilancia analitica con sensibilità di 0,01 g.

     5.2. Becher da 500 ml.

     5.3. Imbuto in plastica, di preferenza con la parte superiore cilindrica, del diametro di circa 200 mm.

     5.4. Setaccio di controllo a maglie di 0,5 mm, idoneo a venir inserito nell'imbuto (5.3).

     Nota: le dimensioni d'imbuto e setaccio devono essere tali che si sovrappongano solo pochi granuli e che il gasolio possa sgocciolare facilmente.

     5.5. Carta da filtro a filtrazione rapida, crespata, morbida, densità 150 g/m2.

     5.6. Salviette assorbenti, tipo kleenex (da laboratorio).

     6. Modo di operare

     6.1. Si eseguono due determinazioni in rapida successione su porzioni diverse dello stesso campione.

     6.2. Scartare le particelle di dimensioni inferiori a 0,5 mm per mezzo del setaccio di controllo (5.4). Per una singola determinazione pesare 50 g circa del campione nel becher (5.2) con una precisione di 0,01 g. Aggiungere una quantità di gasolio (paragrafo 4) sufficiente a coprire completamente i granuli ed agitare con cautela allo scopo di bagnare completamente la superficie di tutti i granuli. Coprire il becher con un vetro da orologio e lasciarlo in riposo per un ora alla temperatura di 25 (± 2) °C.

     6.3. Filtrare quantitativamente il contenuto del becher attraverso l'imbuto (5.3) munito di un setaccio di controllo (5.4). Lasciare per un'ora sul setaccio il quantitativo da esso trattenuto allo scopo di far defluire la massima parte dell'eccesso di gasolio.

     6.4. Stendere un doppio foglio di carta da filtro (5.5) (circa 500 × 500 mm) su una superficie liscia, piegando verso l'alto i quattro bordi dei due fogli per una larghezza di 40 mm circa allo scopo di evitare che i granuli possano rotolar via. Disporre al centro della carta da filtro due salviette assorbenti sovrapposte (5.6). Versare l'intero contenuto del setaccio (5.4) su tali salviette e spargerlo uniformemente con un pennello soffice e piatto. Dopo due minuti sollevare un lato delle salviette per versare i granuli sulla carta da filtro sottostante e spargerli uniformemente con il pennello. Stendere sul campione un altro foglio di carta da filtro, anch'esso con i bordi ripiegati verso l'alto, e far rotolare i granuli tra i fogli di carta da filtro con movimenti circolari esercitando nel contempo una leggera pressione. Ogni otto movimenti circolari fermarsi e sollevare i bordi opposti dei fogli di carta da filtro così da riportare al centro i granuli rotolati verso il bordo del foglio. Seguire il seguente ritmo: effettuare quattro movimenti circolari completi, prima in senso orario e quindi in senso antiorario, riportando poi al centro i granuli nel modo sopra descritto. Questa operazione va ripetuta tre volte (24 movimenti circolari, bordo dei fogli sollevato due volte). Inserire con precauzione un nuovo foglio di carta da filtro tra i due fogli inferiori; sollevare quindi i bordi del foglio su cui si trovano i granuli facendo rotolare questi ultimi sopra il nuovo foglio. Coprire i granuli con un nuovo foglio di carta da filtro e ripetere il procedimento descritto sopra. Subito dopo l'operazione, trasferire i granuli in un cristallizzatore tarato e ripesare con l'approssimazione di 0,01 g per determinare la massa della quantità di gasolio trattenuto.

     6.5. Ripetizione dell'operazione di rotolamento e della pesata Se la quantità di gasolio ritenuta dalla porzione di campione risulta essere superiore a 2,00 g porre il campione su un nuovo strato di carta da filtro e ripetere l'operazione di rotolamento, sollevando i bordi come descritto al punto 6.4 (2 × 8 movimenti circolari, bordo dei fogli sollevato una volta). Pesare quindi nuovamente il campione.

     7. Espressione dei risultati

     7.1. Metodo di calcolo e formula

     La ritenzione d'olio risultante da ciascuna determinazione (6.1), espressa in percentuale della massa del campione setacciato, è data dalla formula:

     Ritenzione d'olio = m2 - m1/m1 x 100

     dove: m1 è la massa in grammi del campione setacciato (6.2),

     m2 è la massa in grammi del campione (rispettivamente paragrafo 6.4 o 6.5) risultante dall'ultima pesata.

     Come risultato va presa la media aritmetica delle due determinazioni.

     Metodo 3

     Determinazione dei componenti combustibili

     1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare i componenti combustibili nei concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto.

     2. Principio

     Si elimina innanzitutto per mezzo di un acido il biossido di carbonio prodotto dagli additivi inorganici. Si ossidano i composti organici per mezzo di una miscela acido cromico/acido solforico. Si fa assorbire da una soluzione d'idrossido di bario il biossido di carbonio che si forma. Si scioglie il precipitato in una soluzione di acido cloridrico e lo si determina per titolazione di ritorno con una soluzione d'idrossido di sodio.

     3. Reattivi

     3.1. Triossido di cromo Cr2O3 p.a. (VI)

     3.2. Acido solforico al 60% in volume: versare in un becher da un litro 360 ml d'acqua ed aggiungere con cautela 640 ml d'acido solforico (d20 = 1,83 g/ml).

     3.3. Soluzione di nitrato d'argento: 0,1 mol/l.

     3.4. Idrossido di bario:

     Pesare 15 g d'idrossido di bario [Ba(OH)28H2O]. Sciogliere completamente in acqua calda. Lasciar raffreddare e versare in un matraccio da un litro. Completare a volume ed agitare. Filtrare su un filtro carta da filtro a pieghe.

     3.5. Soluzione titolata d'acido cloridrico: 0,1 mol/l.

     3.6. Soluzione titolata d'idrossido di sodio: 0,1 mol/l.

     3.7. Soluzione di blu di bromofenolo in acqua: 0,4 g/l.

     3.8. Soluzione di fenolftaleina in etanolo al 60% in volume: 2 g/l.

     3.9. Calce sodata: dimensione delle particelle 1,0-1,5 mm circa.

     3.10. Acqua distillata, bollita di recente per eliminare il biossido di carbonio.

     4. Attrezzatura

     4.1. Normale attrezzatura di laboratorio, e segnatamente:

     - crogiolo filtrante con setto di vetro sinterizzato, della capacità di 15 ml; diametro del setto 20 mm; altezza totale: 50 mm; porosità 4 (diametro dei pori 5-15 òm),

     - becher da 600 ml.

     4.2. Azoto compresso.

     4.3. Apparecchiatura composta dalle parti seguenti, raccordate se possibile con giunti sferici smerigliati (vedi figura 2).

     4.3.1. Tubo d'assorbimento A, della lunghezza di 200 mm circa ed avente un diametro di 30 mm, riempito di calce sodata (3.9), in esso trattenuto da tamponi di lana di vetro.

     4.3.2. Pallone di reazione a fondo rotondo B da 500 ml, munito di tubo laterale.

     4.3.3. Colonna di Vigreux lunga circa 150 mm (C').

     4.3.4. refrigerante C a doppia parete, lungo circa 200 mm.

     4.3.5. Bottiglia di Drechsel D, avente lo scopo di trattenere l'acido eventualmente distillato in eccesso.

     4.3.6. Bagno di ghiaccio E per raffreddare la bottiglia di Drechsel.

     4.3.7. Due assorbitori F1 e F2, di diametro compreso tra i 32 ed i 35 mm, il cui distributore di gas sia costituito da un disco di 10 mm in vetro sinterizzato a bassa porosità.

     4.3.8. Pompa aspirante e dispositivo G per regolare l'aspirazione, costituito da un elemento a T in vetro inserito nel circuito, il cui braccio libero è collegato ad un sottile tubo capillare per mezzo di un corto tubo di gomma munito di pinza a vite.

     Attenzione: l'impiego di una soluzione bollente d'acido cromico in un'apparecchiatura sotto vuoto è pericoloso ed esige adeguate precauzioni.

     5. Modo di operare

     5.1. Pesata

     Pesare circa 10 g di nitrato d'ammonio con l'approssimazione di 0,001 g.

     5.2. Eliminazione dei carbonati

     Porre il campione nel pallone di reazione B. Aggiungere 100 ml di H2SO4 (3.2). A temperatura ambiente i granuli si dissolvono in 10 minuti circa. Montare l'apparecchiatura come illustrato dalla figura: collegare un'estremità del tubo d'assorbimento (A) con la fonte di azoto (4.2) attraverso una guardia idraulica che abbia una tenuta di 5-6 mm di mercurio e l'altra estremità con il tubo di alimentazione che pesca nel pallone di reazione. Montare la colonna di Vigreux (C') ed il refrigerante (C) alimentato con acqua di raffreddamento. Dopo aver regolato il flusso di azoto in modo da ottenere una moderata corrente attraverso la soluzione, portare quest'ultima ad ebollizione e riscaldare ancora per due minuti. Al termine di tale periodo non dovrebbe più aversi alcuna effervescenza. Qualora si constati la presenza di bolle continuare a riscaldare per 30 minuti. Lasciare raffreddare la soluzione per almeno 20 minuti sotto corrente d'azoto.

     Completare il montaggio dell'apparecchiatura come illustrato dalla figura collegando il tubo del refrigerante alla bottiglia di Drechsel (D) e quest'ultima agli assorbitori F2 e F2. Durante il montaggio mantenere la circolazione della corrente d'azoto. Introdurre rapidamente 50 ml di soluzione d'idrossido di bario (3.4) in ciascuno degli assorbitori (F1 e F2).

     Far gorgogliare per circa 10 minuti una corrente d'azoto. La soluzione negli assorbitori deve restare limpida; in caso contrario, regolare il processo di eliminazione dei carbonati.

     5.3. Ossidazione ed assorbimento

     Dopo aver estratto il tubo di alimentazione dell'azoto introdurre rapidamente attraverso il collo laterale del pallone di reazione (B) 20 g di triossido di cromo (3.1) e 6 ml di soluzione di nitrato d'argento (3.3). Collegare l'apparecchiatura alla pompa aspirante e regolare il flusso d'azoto così da far gorgogliare una quantità costante di gas attraverso gli assorbitori in vetro sinterizzato F2 e F2.

     Riscaldare il pallone di reazione (B) mantenendo in ebollizione il suo contenuto per un'ora e mezza. Potrà risultare necessario intervenire sul dispositivo di regolazione (G) per regolare il flusso di azoto nel caso in cui il carbonato di bario precipitato nel corso della prova ostruisca i dischi sinterizzati. L'operazione è condotta bene quando la soluzione d'idrossido di bario nell'assorbitore F2 resta limpida. In caso contrario occorre ripetere la prova. Interrompere il riscaldamento e smontare l'apparecchiatura. Lavare ogni distributore internamente ed esternamente per rimuovere l'idrossido di bario e raccogliere le acque di lavaggio nell'assorbitore corrispondente. Disporre i distributori l'uno dopo l'altro in un becher da 600 ml da utilizzare successivamente per il dosaggio.

     Filtrare rapidamente sotto vuoto il contenuto dell'assorbitore F2 e quindi dell'assorbitore F1 sul crogiolo in vetro sinterizzato. Asportare il precipitato sciacquando gli assorbitori con acqua (3.10) e lavare il crogiolo con 50 ml della stessa acqua. Collocare il crogiolo nel becher da 600 ml ed aggiungere circa 100 ml d'acqua. Versare 50 ml d'acqua bollita in ogni assorbitore e far passare per cinque minuti una corrente d'azoto attraverso i distributori. Unire queste acque a quelle del becher. Ripetere ancora una volta l'operazione per garantire la perfetta efficienza dei distributori.

     5.4. Determinazione dei carbonati provenienti da materiale organico

     Aggiungere nel becher cinque gocce di fenolftaleina (3.8). La soluzione vira al rosso. Titolare con acido cloridrico (3.5) sino a completa decolorazione. Agitare bene la soluzione nel crogiolo per verificare che la colorazione rosa non ricompaia. Aggiungere cinque gocce di blu di bromofenolo (3.7) e titolare con acido cloridrico (3.5) sino al viraggio al giallo. Aggiungere ulteriori 10 ml di acido cloridrico.

     Portare ad ebollizione la soluzione e mantenervela per non più di un minuto. Verificare attentamente che nel liquido non vi sia più precipitato.

     Lasciar raffreddare la soluzione ed effettuare la titolazione di ritorno con la soluzione d'idrossido di sodio (3.6).

     6. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco seguendo lo stesso procedimento ed utilizzando la stessa quantità dei vari reagenti.

     7. Espressione dei risultati

     Il titolo di componenti combustibili (C), espresso come percentuale in massa del carbonio presente nel campione, è dato dall'equazione:

     C% = 0,06 x V1 - V2/E

     dove:

     E= massa in grammi del campione di prova,

     V1= volume totale in millilitri di acido cloridrico 0,1 mol/l aggiunto dopo il cambiamento di colore della fenolftaleina,

     V2= volume in millilitri della soluzione d'idrossido di sodio 0,1 mol/l utilizzata per la titolazione di ritorno.

     Figura 2

     (omissis)

     Metodo 4

     Determinazione dei valori del pH

     1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento stabilisce il procedimento per determinare il pH della soluzione di un concime semplice a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto.

     2. Principio

     Misurazione del pH di una soluzione di nitrato ammonico per mezzo di un pH-metro.

     3. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da biossido di carbonio.

     3.1. Soluzione tampone, pH 6,88 a 20 °C

     Sciogliere 3,40 ± 0,01 g di fosfato monopotassico (KH2PO4) in circa 400 ml d'acqua. Sciogliere quindi 3,55 ± 0,01 g di fosfato monosodico (Na2HPO4) in circa 400 ml d'acqua. Trasferire quantitativamente le due soluzioni in un pallone tarato da 1 000 ml, portare a volume ed omogeneizzare.

     Conservare tale soluzione in un recipiente a chiusura ermetica.

     3.2. Soluzione tampone, pH 4,00 a 20 °C

     Sciogliere 10,21 ± 0,01 g di ftalato monopotassico (KHC8O4H4) in acqua, trasferire quantitativamente in un pallone tarato da 1 000 ml, portare a volume ed omogeneizzare.

     Conservare tale soluzione in un recipiente a chiusura ermetica.

     3.3. È consentito utilizzare le soluzioni titolate in commercio.

     4. Apparecchiatura

     pH-metro, con un elettrodo di vetro e l'altro di calomelano od elettrodi equivalenti, sensibilità di 0,05 unità pH.

     5. Modo di operare

     5.1. Taratura del pH-metro

     Tarare il pH-metro (4) alla temperatura di 20 (± 1) °C servendosi delle soluzioni tampone (3.1), (3.2) o (3.3). Far passare una leggera corrente d'azoto sulla superficie della soluzione mantenendola per l'intera durata della prova.

     5.2. Determinazione

     Versare 100,0 ml d'acqua su 10 (± 0,01) g di campione in un becher da 250 ml. Rimuovere gli insolubili per filtrazione, decantazione o centrifugazione del liquido. Misurare il pH della soluzione limpida alla temperature di 20 ± 1 °C seguendo lo stesso procedimento utilizzato per la taratura del pH-metro.

     6. Espressione dei risultati

     Esprimere il risultato in unità pH, con l'approssimazione di 0,1 unità, e specificare la temperatura alla quale si è operato.

     Metodo 5

     Analisi granulometrica

     1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per la setacciatura di prova dei concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto.

     2. Principio

     Il campione da sottoporre a prova viene vagliato manualmente o meccanicamente con una serie di tre setacci. Si registra quindi la massa trattenuta da ciascun setaccio e si calcolano le percentuali del materiale che passa attraverso i setacci prestabiliti.

     3. Apparecchiatura

     3.1. Setacci di prova a rete metallica del diametro di 200 mm con maglie rispettivamente di 2,0 mm, 1,0 mm e 0,5 mm di serie normalizzate. Un coperchio ed un contenitore per tali setacci.

     3.2. Bilancia con sensibilità sino a 0,1 g.

     3.3. Vibratore meccanico (se disponibile) in grado d'imprimere al campione un movimento tanto verticale quanto orizzontale.

     4. Modo di operare

     4.1. Suddividere in modo rappresentativo il campione in porzioni di circa 100 g.

     4.2. Pesare una di queste porzioni con l'approssimazione di 0,1 g.

     4.3. Disporre i setacci in ordine ascendente (contenitore, 0,5 mm, 1 mm, 2 mm) e collocare la porzione precedentemente pesata nel setaccio superiore. Fissare il coperchio sopra la serie di setacci.

     4.4. Agitare manualmente o meccanicamente, impartendo un movimento al tempo stesso verticale ed orizzontale; in caso di procedimento manuale, battere ogni tanto leggermente. Continuare quest'operazione per 10 minuti oppure sino a quando al quantità che passa attraverso ogni setaccio in un minuto risulti inferiore a 0,1 g.

     4.5. Togliere nell'ordine i setacci dal contenitore e raccogliere il materiale in essi contenuto; all'occorrenza spazzolare delicatamente il rovescio del setaccio con un pennello morbido.

     4.6. Pesare con l'approssimazione di 0,1 g il materiale rimasto su ciascun setaccio e quello raccolto nel contenitore.

     5. Valutazione dei risultati

     5.1. Esprimere la massa di ogni frazione in percentuale della massa totale delle frazioni (e non della carica iniziale).

     Calcolare la percentuale raccolta nel contenitore (cioè < 0,5 mm): A%

     Calcolare la percentuale trattenuta dal setaccio di 0,5 mm: B%

     Calcolare la percentuale che ha attraversato il setaccio da 1,0 mm, cioè (A + B)% La somma delle masse delle frazioni non deve differire dalla massa iniziale di più del 2%.

     5.2. Effettuare almeno due analisi separate; i singoli risultati non devono scostarsi tra loro di più dell'1,0% per A e di più dell'1,5% per B. In caso contrario ripetere la prova.

     6. Espressione dei risultati

     Riportare la media dei due valori di A e quella dei due valori di A + B ottenuti.

     Metodo 6

     Determinazione del cloro (ioni cloruro)

     1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento stabilisce il procedimento per determinare il titolo di cloro (ioni cloruro) nei concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto.

     2. Principio

     Gli ioni cloruro dissolti in acqua vengono determinati per titolazione potenziometrica con nitrato d'argento in soluzione acida.

     3. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da ioni cloruri.

     3.1. Acetone AR.

     3.2. Acido nitrico concentrato (densità a 20 °C = 1,40 g/ml)

     3.3. Soluzione titolata di nitrato d'argento 0,1 mol/l. Conservare in bottiglie di vetro scuro.

     3.4. Soluzione titolata di nitrato d'argento 0,004 mol/l (preparare al momento dell'uso).

     3.5. Soluzione standard di riferimento di cloruro di potassio 0,1 mol/l. Pesare, con l'approssimazione di 0,1 mg, 3,7276 g di cloruro di potassio p.a., preventivamente essiccato per un'ora in una stufa a 130 °C e raffreddato in un essiccatore fino a temperatura ambiente. Scioglierli in poca acqua e trasferire quantitativamente la soluzione in un pallone tarato da 500 ml, portando a volume ed agitando.

     3.6. Soluzione standard di riferimento di cloruro di potassio 0,004 M (preparare al momento dell'uso).

     4. Apparecchiatura

     4.1. Potenziometro con elettrodo indicatore d'argento ed elettrodo di riferimento al calomelano, sensibilità 2 mV, potenziale da - 500 a + 500 mV.

     4.2. Ponte salino, contenente una soluzione satura di nitrato di potassio, collegato con l'elettrodo al calomelano (4.1), provvisto all'estremità di setti porosi.

     4.3. Agitatore magnetico con barretta rivestita in teflon.

     4.4. Microburetta a punta sottile, con divisioni da 0,01 ml.

     5. Modo di operare

     5.1. Standardizzazione della soluzione di nitrato d'argento Prelevare 5,00 ml e 10,00 ml della soluzione standard di riferimento di cloruro di potassio (3.6) e versarla in due becher a base larga di capacità adeguata (ad esempio 250 ml). Effettuare sul contenuto di ciascun becher la seguente titolazione:

     Aggiungere 5 ml della soluzione di acido nitrico (3.2), 120 ml di acetone (3.1) e la quantità d'acqua occorrente per portare il volume complessivo a circa 150 ml. Introdurre nel becher la barretta dell'agitatore magnetico (4.3) e mettere in moto l'agitatore. Immergere nella soluzione l'elettrodo d'argento (4.1) e l'estremità libera del ponte (4.2). Collegare gli elettrodi al potenziometro (4.1) e, dopo aver controllato lo zero dello strumento, annotare il valore del potenziale iniziale.

     Titolare con la microburetta (4.4), aggiungendo inizialmente 4 o 9 ml rispettivamente della soluzione di nitrato d'argento corrispondente alla soluzione standard di riferimento di cloruro di potassio utilizzata. Continuare ad aggiungere quantità successive di 0,1 ml per le soluzioni 0,004 mol/l e 0,05 ml per le soluzioni 0,1 mol/l. Dopo ogni aggiunta attendere che il potenziale si stabilizzi.

     Annotare nelle prime due colonne di una tabella i volumi aggiunti ed i corrispondenti valori del potenziale.

     In una terza colonna annotare gli incrementi successivi (Δ1E) del potenziale E. In una quarta colonna annotare le differenze (Δ2E), positive o negative, tra gli incrementi di potenziale (Δ1E). La fine della titolazione corrisponde all'aggiunta di quella porzione di 0,1 o 0,05 ml (V1) della soluzione di nitrato d'argento che dà il valore massimo di Δ1E.

     Il volume esatto (Veq) della soluzione di nitrato d'argento corrispondente alla fine della reazione è dato dalla formula:

     Veq = V0 + (V1 x b/B)

     dove:

     V0 = volume totale, in millilitri, della soluzione di nitrato d'argento immediatamente inferiore al volume che ha dato il massimo incremento di Δ1E,

     V1 = volume, in millilitri, dell'ultima porzione della soluzione di nitrato d'argento aggiunta (0,1 o 0,05 ml),

     b = ultimo valore positivo di Δ2E,

     B = somma dei valori assoluti dell'ultimo valore positivo di Δ2E e del primo valore negativo di Δ2E (vedi esempio nella tabella 1).

     5.2. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco e tenerne conto nel calcolo del risultato finale.

     Il risultato V4 della prova in bianco dei reattivi è dato, in millilitri, dalla formula:

     V4 = 2V3 - V2

     dove:

     V2= valore, in millilitri, del volume esatto (Veq) della soluzione di nitrato d'argento corrispondente alla titolazione di 10 ml della soluzione standard di riferimento di cloruro di potassio utilizzata,

     V3 = valore, in millilitri, del volume esatto (Veq) della soluzione di nitrato d'argento corrispondente alla titolazione di 5 ml della soluzione standard di riferimento di cloruro di potassio utilizzata.

     5.3. Prova di controllo

     La prova in bianco può al tempo stesso servire a controllare il buon funzionamento dell'apparecchio e la corretta esecuzione del procedimento.

     5.4. Dosaggio

     Prelevare una porzione del campione di massa compresa tra 10 e 20 g e pesarla con l'approssimazione di 0,01 g. Trasferirla quantitativamente in un becher da 250 ml. Aggiungere 20 ml d'acqua, 5 ml di soluzione di acido nitrico (3.2), 120 ml di acetone (3.1) e la quantità d'acqua occorrente per portare il volume complessivo a circa 150 ml.

     Introdurre nel becher la barretta dell'agitatore magnetico (4.3), porre il becher sull'agitatore e mettere in moto quest'ultimo. Immergere nella soluzione l'elettrodo d'argento (4.1) e l'estremità libera del ponte salino (4.2), collegare gli elettrodi al potenziometro (4.1) e, dopo aver verificato lo zero dell'apparecchio, annotare il valore del potenziale iniziale.

     Titolare con la soluzione di nitrato d'argento servendosi della microburetta (4.4), con aggiunte successive di 0,1 ml. Dopo ogni aggiunta attendere che il potenziale si stabilizzi.

     Continuare la titolazione come specificato in 5.1, cominciando dal quarto paragrafo: "Annotare nelle prime due colonne di una tabella i volumi aggiunti ed i corrispondenti valori del potenziale ...".

     6. Espressione dei risultati

     Esprimere il risultato dell'analisi in percentuale di cloro contenuto nel campione tal quale. Calcolare la percentuale di cloro (Cl) per mezzo dell'equazione:

     Cl% = 0,3545 x T x (V5-V4) x 100/m

     dove:

     T = concentrazione della soluzione di nitrato d'argento utilizzata in mol/l,

     V4 = risultato in ml della prova in bianco (5.2),

     V5 = valore in ml di Veq corrispondente al dosaggio (5.4), m = massa in g del campione.

     Tabella 1: Esempio

Volume della soluzione di nitrato d'argento

Potenziale

Δ1E

Δ2E

V

E

 

 

(ml)

(mV)

 

 

4,80

176

 

 

4,90

211

35

+ 37

5,00

283

72

- 49

5,10

306

23

- 10

5,20

319

13

 

Veq = 4,9 + 0,1 x

37

= 4,943

 

 

37 + 49

 

     Metodo 7

     Determinazione del rame

     1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento stabilisce il procedimento per determinare il titolo di rame nei concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto.

     2. Principio

     Si scioglie il campione in acido cloridrico diluito e si determina il titolo di rame per spettrofotometria d'assorbimento atomico.

     3. Reattivi

     3.1. Acido cloridrico (densità a 20 °C = 1,18 g/ml).

     3.2. Soluzione d'acido cloridrico 6 mol/l.

     3.3. Soluzione 0,5 mol/l d'acido cloridrico.

     3.4. Nitrato ammonico.

     3.5. Acqua ossigenata al 30%.

     3.6. Soluzione di rame (soluzione madre): pesare, con l'approssimazione di 0,001 g, 1 g di rame puro, scioglierlo in una soluzione d'acido cloridrico ml 6 mol/l (3.2), aggiungere gradualmente 5 ml di acqua ossigenata (3.5) e diluire con acqua fino ad 1 litro. 1 ml di tale soluzione contiene 1 000 òg di rame (Cu).

     3.6.1. Soluzione di rame (diluita): diluire 10 ml di soluzione madre (3.6) con acqua fino a 100 ml e diluire quindi 10 ml della soluzione ottenuta con acqua fino a 100 ml; 1 ml di tale soluzione contiene 10 òg di rame (Cu).

     Preparare questa soluzione al momento dell'uso.

     4. Apparecchiatura

     Spettrofotometro di assorbimento atomico con lampada al rame (324,8 nm).

     5. Modo di operare

     5.1. Preparazione della soluzione da sottoporre all'analisi

     Pesare, con l'approssimazione di 0,001 g, 25 g del campione, porlo in un becher da 400 ml, aggiungere con cautela 20 ml d'acido cloridrico (3.1) (la reazione può essere violenta per lo sviluppo di biossido di carbonio). All'occorrenza aggiungere altro acido cloridrico. Una volta terminata l'effervescenza fare essiccare a bagnomaria, rimescolando di tanto in tanto con una bacchetta di vetro. Aggiungere 15 ml della soluzione d'acido cloridrico 6 mol/l (3.2) e 120 ml d'acqua. Rimescolare con la bacchetta di vetro, che va lasciata nel becher, e coprire il becher con un vetro da orologio. Far bollire lentamente la soluzione fino a completa dissoluzione e raffreddare.

     Trasferire quantitativamente la soluzione in un matraccio tarato da 250 ml, lavando il becher una volta con 5 ml di acido cloridrico 6 mol/l (3.2) e due volte con 5 ml d'acqua bollente. Completare il volume con acido cloridrico 0,5 mol/l (3.3) ed omogeneizzare accuratamente.

     Filtrare su carta da filtro esente da rame, scartando i primi 50 ml di filtrato.

     5.2. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco priva unicamente del campione da analizzare e tenerne conto nel calcolo dei risultati finali.

     5.3. Determinazione

     5.3.1. Preparazione delle soluzioni contenenti il campione e di quella in bianco per la prova.

     Diluire le soluzioni contenenti il campione (5.1) e la soluzione in bianco (5.2) con la soluzione 0,5 mol/l d'acido cloridrico (3.3) fino ad una concentrazione di rame rientrante nel campo ottimale di misurazione dello spettrofotometro. Di solito non occorre diluire.

     5.3.2. Preparazione delle soluzioni di taratura

     Preparare, diluendo la soluzione standard a 3.6.1 con la soluzione di acido cloridrico 3.3, almeno 5 soluzioni di riferimento corrispondenti al campo di misurazione ottimale dello spettrofotometro (da 0 a 5,0 mg/l di Cu). Prima di completare al volume aggiungere a ciascuna soluzione nitrato d'ammonio (3.4) così da arrivare ad una concentrazione di 100 mg per ml in peso.

     5.4. Misure

     Preparare lo spettrofotometro (4) per le misurazioni alla lunghezza d'onda di 324,8 nm usando una fiamma ossidante aria-acetilene. Spruzzare successivamente per tre volte la soluzione di riferimento (5.3.2), la soluzione contenente il campione e la soluzione in bianco (5.3.1), lavando a fondo lo strumento con acqua distillata ad ogni vaporizzazione. Tracciare la curva di taratura riportando in ordinate gli assorbimenti medi di ogni standard usato ed in ascisse le corrispondenti concentrazioni di rame in òg/ml.

     Determinare la concentrazione di rame nelle soluzioni finali contenenti il campione e nella soluzione in bianco per mezzo della curva di taratura.

     6. Espressione dei risultati

     Calcolare il titolo di rame del campione tenendo conto della massa del campione di prova, delle diluizioni effettuate nel corso dell'analisi e del valore del bianco. Esprimere il risultato in mg Cu/kg.

     4. Determinazione della detonabilità

     4.1. Oggetto e campo d'applicazione

     Il presente documento definisce il procedimento da seguire per determinare la resistenza alla detonazione di concimi semplici a base di nitrato ammonico ad elevato titolo d'azoto.

     4.2. Principio

     S'introduce il campione in esame in un tubo d'acciaio e lo si espone all'urto provocato dalla detonazione di una carica esplosiva d'innesco. La propagazione della detonazione viene determinata in riferimento al grado di compressione dei cilindri di piombo sui quali il tubo poggia orizzontalmente durante la prova.

     4.3. Materiali

     4.3.1. Esplosivo plastico con un titolo di pentrite dell'83-86%:

     densità: 1 500-1 600 kg/m3;

     velocità di detonazione: da 7 300 a 7 700 m/s

     massa: 500 (± 1) g.

     4.3.2. Sette pezzi di miccia detonante con involucro non metallico:

     carica nominale: 11-13 g/m;

     lunghezza di ogni spezzone: 400 (± 2) mm.

     4.3.3. Elemento compresso di esplosivo secondario, con una cavità destinata ad alloggiare il detonatore:

     esplosivo: esogene/cera 95/5 o tetrile od altro esplosivo secondario analogo, con o senza aggiunta di grafite;

     densità: 1 500-1 600 kg/m3;

     diametro: 19-21 mm;

     altezza: 19-23 mm;

     cavità centrale per il detonatore: diametro 7-7,3 mm, profondità 12 mm.

     4.3.4. Tubo d'acciaio privo di saldature conforme alla norma ISO 65 - 1981, serie pesante, con dimensioni nominali DN 100 (4"):

     diametro esterno: 113,1-115,0 mm;

     spessore della parete: 5,0-6,5 mm;

     lunghezza: 1 005 (± 2) mm.

     4.3.5. Piastra di base:

     materiale: acciaio con buone doti di saldabilità;

     dimensioni: 160 × 160 mm

     spessore: 5-6 mm.

     4.3.6. Sei cilindri di piombo:

     diametro: 50 (± 1) mm

     altezza: 100 a 101 mm

     materiale: piombo dolce con purezza pari o superiore al 99,5%.

     4.3.7. Blocco d'acciaio:

     lunghezza: almeno 1 000 mm

     larghezza: almeno 150 mm

     altezza: almeno 150 mm

     massa: almeno 300 kg se il blocco non posa su una base indeformabile.

     4.3.8. Manicotto di plastica o di cartone per la carica d'innesco:

     spessore della parete: 1,5-2,5 mm;

     diametro: 92-96 mm;

     altezza: 64-67 mm.

     4.3.9. Detonatore (elettrico o no) con potenza da 8 a 10.

     4.3.10. Disco di legno:

     diametro: 92-96 mm. Il diametro deve corrispondere al diametro interno del manicotto in materia plastica o in cartone (4.3.8);

     spessore: 20 mm.

     4.3.11. Asta di legno di dimensioni identiche a quelle del detonatore (4.3.9).

     4.3.12. Spilli della lunghezza massima di 20 mm.

     4.4. Modo di operare

     4.4.1. Preparazione della carica d'innesco da inserire nel tubo d'acciaio

     In funzione dei materiali disponibili vi sono due metodi per innescare l'esplosivo della carica d'innesco.

     4.4.1.1. Innesco simultaneo in sette punti

     La carica d'innesco pronta all'uso è illustrata nella figura 1.

     4.4.1.1.1. Praticare nel disco di legno (4.3.10) un foro parallelo al suo asse in corrispondenza del centro ed altri sei fori distribuiti simmetricamente in una circonferenza concentrica del diametro di 55 mm. Il diametro dei fori dev'essere compreso tra i 6 ed i 7 mm (vedi sezione A-B della figura 1), in funzione del diametro della miccia detonante utilizzata (4.3.2).

     4.4.1.1.2. Tagliare sette spezzoni della miccia detonante morbida (4.3.2) della lunghezza di 400 mm ciascuno, effettuando un taglio netto e sigillando subito l'estremità con un adesivo in modo da evitare ogni perdita d'esplosivo. Far passare i sette spezzoni attraverso i sette fori del disco di legno (4.3.10) finché le loro estremità sporgono di qualche centimetro dall'altra parte del disco. Inserire quindi trasversalmente nella guaina di tela degli spezzoni di miccia, ad una distanza di 5-6 mm da ciascuna estremità, uno spillo (4.3.12) ed a partire da questo spalmare di colla lo spezzone stesso per circa 2 cm. Tirare infine ciascuno spezzone dall'altra estremità in modo da portare lo spillo a contatto con il disco di legno.

     4.4.1.1.3. Dare all'esplosivo plastico (4.3.1) la forma di un cilindro del diametro di 92-96 mm in funzione del diametro del manicotto (4.3.8) ed introdurlo nel manicotto stesso posizionato verticalmente su una superficie liscia. Inserire quindi dall'alto nel manicotto il disco di legno con i sette spezzoni di miccia detonante pressandolo sull'esplosivo. L'altezza del manicotto (64-67 mm) dev'essere resa tale che il bordo superiore del disco di legno sia a filo con il manicotto. Fissare infine quest'ultimo con punti metallici al bordo del disco su tutta la sua circonferenza.

     4.4.1.1.4. Raggruppare attorno all'asta di legno (4.3.11) le estremità libere dei sette spezzoni di miccia detonante in modo che risultino allineate su uno stesso piano perpendicolare all'asta stessa, attorno alla quale andranno quindi fissate con nastro adesivo.

     4.4.1.2. Innesco centrale mediante una compressa d'esplosivo

     La carica d'innesco pronta all'uso è illustrata nella figura 2.

     4.4.1.2.1. Fabbricazione di una compressa Con le precauzioni del caso versare 10 g di un esplosivo secondario (4.3.3) in una forma avente un diametro interno di 19-21 mm compattandoli sino ad ottenere la forma e la densità richieste.

     (Il rapporto diametro/altezza dev'essere di 1: 1 circa).

     Collocare al centro del fondo della forma un blocchetto cilindrico avente l'altezza di 12 mm ed il diametro di 7,0-7,3 mm (in funzione del diametro del detonatore utilizzato), in modo da formare nell'elemento compresso una cavità cilindrica in cui successivamente inserire il detonatore.

     4.4.1.2.2. Preparazione della carica d'innesco

     Collocare l'esplosivo plastico (4.3.1) nel manicotto (4.3.8) posizionato verticalmente su una superficie liscia e comprimerlo quindi con una sagoma di legno in modo da conferire all'esplosivo una forma cilindrica con una cavità centrale. Inserire la compressa in tale cavità. Coprire l'esplosivo di forma cilindrica con un disco di legno (4.3.10) munito di foro centrale di 7,0-7,3 mm destinato all'introduzione di un detonatore. Fissare al manicotto il disco di legno con nastro adesivo incrociato. Assicurarsi che il foro del disco e la compressa siano coassiali inserendo l'asta di legno (4.3.11).

     4.4.2. Preparazione del tubo d'acciaio per la prova di scoppio

     Ad una estremità del tubo d'acciaio (4.3.4) praticare due fori diametralmente opposti del diametro di 4 mm perpendicolarmente alla generatrice e ad una distanza di 4 mm dal bordo.

     Saldare di testa la piastra di base (4.3.5) all'estremità opposta del tubo in modo che l'angolo retto compreso tra la piastra di base e la parete del tubo sia colmato con il metallo d'apporto lungo l'intero perimetro del tubo stesso.

     4.4.3. Riempimento e caricamento del tubo d'acciaio

     Si vedano le figure 1 e 2.

     4.4.3.1. Mantenere il campione, il tubo d'acciaio e la carica d'innesco ad una temperatura di 20 (± 5) °C. Per effettuare due prove occorrono da 16 a 18 kg di campione.

     4.4.3.2. Disporre il tubo verticalmente con la piastra di base quadrata poggiante su una superficie fissa e piana, preferibilmente di cemento. Riempire il tubo con il campione per un terzo della sua altezza; sollevarlo quindi di 10 cm e lasciarlo ricadere verticalmente sul piano di lavoro per cinque volte in modo da compattare al massimo il perlato od i granuli. Per accelerare il compattamento far vibrare il tubo percuotendolo sulla parete esterna fra una ricaduta e l'altra, per complessive 10 volte, con un martello del peso di 750-1 000 g.

     Ripetere il procedimento dopo un'altra aggiunta di campione. Aggiungere infine un ultimo quantitativo in modo che dopo il compattamento ottenuto mediante dieci sollevamenti e ricadute del tubo, intervallati complessivamente da 20 colpi di martello, la carica riempia il tubo fino a 70 mm dal suo orifizio.

     Regolare il livello di riempimento del tubo d'acciaio in modo da garantire che la carica d'innesco da introdurvi successivamente (4.4.1.1 o 4.4.1.2) risulti aderente all'intera superficie del campione stesso.

     4.4.3.3. Inserire la carica d'innesco nel tubo a contatto con il campione in modo che il bordo superiore del disco di legno venga a trovarsi 6 mm al di sotto dell'estremità del tubo. Per realizzare l'indispensabile stretto contatto tra l'esplosivo ed il campione aggiungere o prelevare opportunamente modeste quantità di campione. Inserire coppiglie nei fori praticati nel bordo superiore del tubo, come indicato nelle figure 1 e 2, e ripiegarne le estremità contro il tubo.

     4.4.4. Posizionamento del tubo d'acciaio e dei cilindri di piombo (si veda la figura 3)

     4.4.4.1. Numerare da 1 a 6 le basi dei cilindri di piombo (4.3.6). Riportare sulla linea mediana di un blocco d'acciaio (4.3.7) disposto su una base orizzontale sei contrassegni distanziati fra loro di 150 mm, facendo sì che il primo contrassegno disti almeno 75 mm dallo spigolo del blocco d'acciaio. Su ciascuno di tali contrassegni disporre verticalmente un cilindro di piombo in modo che i centri delle basi dei cilindri cadano sui contrassegni stessi.

     4.4.4.2. Disporre orizzontalmente il tubo d'acciaio preparato secondo le modalità di cui al punto 4.4.3 sui cilindri di piombo in modo che la sua generatrice risulti parallela alla mediana del blocco di acciaio e che il bordo del tubo saldato alla piastra di base disti 50 mm dal cilindro di piombo n. 6. Per impedire il rotolamento del tubo inserire tra le superfici superiori dei cilindri di piombo e la parete del tubo piccoli cunei di legno (uno per lato) ovvero piazzare una croce di legno tra il tubo ed il blocco d'acciaio.

     Nota: Accertarsi che il tubo sia in contatto con tutti i cilindri di piombo; eventuali leggere curvature della superficie del tubo possono venir compensate ruotando il tubo stesso sul suo asse; se un cilindro di piombo risulta troppo alto (100 mm) batterlo leggermente con un martello sino ad ottenere l'altezza prescritta.

     4.4.5. Preparazione della detonazione

     4.4.5.1. Sistemare il dispositivo di prova di cui al punto

     4.4.4 in un bunker od in un vano sotterraneo opportunamente attrezzato (ad es. galleria di miniera o tunnel). Garantire che la temperatura del tubo d'acciaio sia mantenuta a 20 (± 5) °C prima della detonazione.

     Nota: Qualora per l'esplosione non si disponga di vani del tipo descritto si può all'occorrenza effettuare la prova in una fossa rivestita di calcestruzzo e coperta con travi di legno. Poiché l'esplosione può dar luogo alla proiezione di schegge d'acciaio dotate di elevata energia cinetica occorre mantenere un'opportuna distanza da abitazioni e vie di transito.

     4.4.5.2. Se si adopera una carica d'innesco con accensione in sette punti, verificare che gli spezzoni di miccia detonante sono tesi come indicato nella nota al punto 4.4.1.1.4 ed abbiano una posizione quanto più orizzontale possibile.

     4.4.5.3. Sostituire infine l'asta di legno con il detonatore. Non accendere le micce prima che la zona sia stata evacuata e che gli addetti si siano messi al riparo.

     4.4.5.4. Far detonare l'esplosivo.

     4.4.6. Attendere il tempo necessario per lo smaltimento dei fumi (prodotti di decomposizione gassosi ed a volte tossici come ad esempio i gas nitrosi), quindi recuperare i cilindri di piombo e misurarne l'altezza con un calibro a corsoio.

     Per ognuno dei cilindri di piombo contrassegnati annotare l'entità dello schiacciamento espressa in percentuale dell'altezza iniziale di 100 mm. Nel caso di schiacciamento obliquo dei cilindri rilevare i valori massimo e minimo e calcolare la media.

     4.4.7. All'occorrenza è consentito impiegare un provino per misurare in continuo la velocità di detonazione per mezzo di una sonda; detto provino va inserito nel senso dell'asse longitudinale del tubo o lungo la parete laterale dello stesso.

     4.4.8. Per ogni campione vanno effettuate due prove di scoppio.

     4.5. Certificato di prova

     Nel certificato di prova vanno riportati i seguenti parametri per ciascuna delle due prove di scoppio:

     - valori misurati del diametro esterno del tubo d'acciaio e dello spessore della parete,

     - durezza Brinell del tubo d'acciaio,

     - temperatura del campione e del tubo immediatamente prima dello scoppio,

     - densità apparente (kg/m3) del campione caricato nel tubo d'acciaio,

     - altezza di ogni cilindro di piombo a prova avvenuta, con indicazione del corrispondente numero d'ordine del cilindro,

     - metodo di accensione adottato per la carica d'innesco.

     4.5.1. Valutazione dei risultati della prova

     Se per ciascuna prova la compressione subita da almeno un cilindro di piombo non supera il 5% la prova è da ritenersi conclusiva ed il campione conforme alle prescrizioni dell'allegato III.2.

    (omissis)

 

 

Allegato IV

 

METODI DI CAMPIONAMENTO E ANALISI

 

A. METODO DI CAMPIONAMENTO PER IL CONTROLLO DEI CONCIMI

 

     INTRODUZIONE

     Un corretto campionamento è un'operazione difficile che richiede la massima cura. Non si potrà dunque mai ribadire abbastanza la necessità di ottenere un campione sufficientemente rappresentativo per i controlli ufficiali dei concimi.

     Il metodo di campionamento descritto deve essere applicato strettamente e con la massima accuratezza da personale specializzato esperto nelle procedure convenzionali di campionamento.

     1. Scopo e campo d'applicazione

     I campioni destinati ai controlli ufficiali dei concimi al fine di verificarne qualità e composizione vengono prelevati conformemente alle modalità sotto indicate. Tali campioni sono da considerarsi rappresentativi delle partite campionate.

     2. Agenti incaricati del prelievo

     I campioni vengono prelevati da agenti specializzati appositamente designati dagli Stati membri.

     3. Definizioni

     Partita da campionare: quantità di prodotto costituente un'unità e avente caratteristiche presunte uniformi.

     Campione elementare: quantità prelevata da un punto della partita campionata.

     Campione globale: insieme di campioni elementari prelevati da una stessa partita.

     Campione ridotto: parte rappresentativa del campione globale, ottenuta per riduzione di quest'ultimo.

     Campione finale: parte rappresentativa del campione ridotto.

     4. Apparecchiatura

     4.1. Gli strumenti utilizzati per il campionamento devono essere costruiti con materiali tali da non influenzare le caratteristiche dei prodotti da campionare. Essi possono essere ufficialmente approvati dagli Stati membri.

     4.2. Strumenti raccomandati per il campionamento dei concimi solidi

     4.2.1. Campionamento manuale

     4.2.1.1. Pala a fondo piatto ed a bordi laterali verticali.

     4.2.1.2. Sonda a lungo setto od a partizioni. Le dimensioni della sonda devono risultare adeguate alle caratteristiche della partita da campionare (profondità del recipiente, misure del sacco ecc.) ed alla granulometria del concime.

     4.2.2. Campionamento meccanico

     Per il campionamento di concimi in movimento è consentito impiegare dispositivi meccanici autorizzati.

     4.2.3. Divisore

     Per i prelevamenti elementari nonché per la preparazione dei campioni ridotti e dei campioni finali possono esser impiegati attrezzi progettati per dividere il campione in parti uguali.

     4.3. Strumenti raccomandati per il campionamento dei concimi fluidi

     4.3.1. Campionamento manuale

     Pipetta, cilindro, bottiglia od altro attrezzo idoneo al prelevamento di campioni in un punto della partita scelto a caso.

     4.3.2. Campionamento meccanico

     Per il campionamento di concimi fluidi in movimento è consentito impiegare dispositivi meccanici autorizzati.

     5. Prescrizioni quantitative

     5.1. Partita da campionare

     L'entità della partita da campionare dev'essere tale da consentire il prelievo di campioni in ogni sua parte.

     5.2. Campioni elementari

     5.2.1. Concimi solidi alla rinfusa o concimi fluidi in contenitori di contenuto superiore a 100 kg

     5.2.1.1. (Partite di peso non superiore a 2,5 t

     Numero minimo di campioni elementari: 7.

     5.2.1.2. Partite di peso superiore a 2,5 t e fino ad 80 t:

     Numero minimo di campioni elementari: (20 volte il numero di tonnellate della partita da campionare

     5.2.1.3. Partite di peso superiore ad 80 tonnellate:

     Numero minimo di campioni elementari: 40.

     5.2.2. Concimi solidi imballati o concimi fluidi in contenitori (= imballaggi) di peso non superiore ai 100 kg ciascuno

     5.2.2.1. Imballaggi di contenuto superiore a 1 kg

     5.2.2.1.1. Partite inferiori a cinque imballaggi

     Numero minimo d'imballaggi da campionare: tutti gli imballaggi.

     5.2.2.1.2. Partite da 5 a 16 imballaggi

     Numero minimo d'imballaggi da campionare: 4.

     5.2.2.1.3. Partite da 17 a 400 imballaggi

     Numero minimo d'imballaggi da campionare: (numero d'imballaggi costituenti la partita da campionare)

     5.2.2.1.4. Partite superiori a 400 imballaggi

     Numero minimo d'imballaggi da campionare: 20.

     5.2.2.2. Imballaggi di contenuto pari od inferiore a 1 kg

     Numero minimo d'imballaggi da campionare: 4.

     5.3. Campione globale

     È richiesto un solo campione globale per partita. La massa complessiva dei campioni elementari destinati a costituire il campione globale non deve risultare inferiore ai seguenti quantitativi:

     5.3.1. Concimi solidi alla rinfusa o concimi fluidi in contenitori di contenuto superiore a 100 kg: 4 kg.

     5.3.2. Concimi solidi imballati o concimi fluidi in contenitori (= imballaggi) di peso non superiore ai 100 kg ciascuno

     5.3.2.1. Imballaggi di contenuto superiore a 1 kg: 4 kg

     5.3.2.2. Imballaggi di contenuto pari od inferiore a 1 kg: massa del contenuto di quattro imballaggi d'origine.

     5.3.3. Campione di fertilizzante a base di nitrato d'ammonio per le prove di cui all'allegato III.2: 75 kg

     5.4. Campioni finali

     Dal campione globale si ottengono i campioni finali, all'occorrenza dopo riduzione. È richiesta l'analisi di almeno un campione finale. La massa del campione finale destinato all'analisi non deve essere inferiore ai 500 g.

     5.4.1. Concimi solidi e fluidi

     5.4.2. Campione di concimi a base di nitrato ammonico destinato alle prove Dal campione globale si ottiene il campione finale, all'occorrenza dopo riduzione.

     5.4.2.1. Massa minima del campione finale per le prove di cui all'allegato III.1: 1 kg.

     5.4.2.2. Massa minima del campione finale per le prove di cui all'allegato III.2: 25 kg.

     6. Istruzioni relative ai prelievi, alla formazione ed al condizionamento dei campioni

     6.1. Aspetti d'indole generale

     Prelevare e formare i campioni quanto più rapidamente possibile prendendo le precauzioni necessarie a garantire che essi siano rappresentativi del concime campionato. Le superfici, i recipienti e gli strumenti impiegati devono essere puliti ed asciutti.

     Nel caso di concimi fluidi la partita da campionare andrà se possibile rimescolata prima del campionamento.

     6.2. Campioni elementari

     I campioni elementari vanno prelevati a caso dal complesso della partita da campionare e devono risultare d'entità approssimativamente uguale.

     6.2.1. Concimi solidi alla rinfusa o concimi fluidi in contenitori di contenuto superiore a 100 kg

     Dividere simbolicamente la partita da campionare in un numero di parti approssimativamente uguali. Scegliere a caso un numero di parti corrispondente al numero di campioni elementari di cui al punto 5.2 e prelevare almeno un campione da ciascuna parte. Quando nel caso di concimi alla rinfusa o concimi fluidi in contenitori di contenuto superiore a 100 kg risulti impossibile ottemperare alle prescrizioni di cui al punto 5.1 andrà effettuata sulla partita in movimento, durante le operazioni di carico o scarico. In questo caso i campioni elementari andranno prelevati a caso sulle parti divise simbolicamente come detto sopra, nel corso della loro movimentazione.

     6.2.2. Concimi solidi imballati o concimi fluidi in contenitori (= imballaggi) di peso non superiore ai 100 kg ciascuno

     Prelevare dal numero prescritto d'imballaggi da campionare, selezionati secondo quanto indicato al punto 5.2, una parte del contenuto. All'occorrenza vuotare separatamente gli imballaggi.

     6.3. Formazione dei campioni globali

     Riunire i campioni elementari per costituire un unico campione globale.

     6.4. Formazione dei campioni finali

     Mescolare con cura ogni campione globale per ottenere il campione omogeneo.

     Se necessario ridurre prima il campione globale ad almeno 2 kg (campione ridotto) con l'aiuto di un divisore meccanico o col metodo della suddivisione in quarti.

     Formare quindi almeno tre campioni finali di entità approssimativamente uguale e rispondenti alle prescrizioni quantitative di cui al punto 5.4. Collocare ogni campione in un recipiente idoneo ed a tenuta ermetica. Prendere tutte le precauzioni del caso per evitare qualsiasi alterazione nelle caratteristiche del campione.

     Per le prove di cui all'allegato III, sezioni 1 e 2 i campioni finali andranno conservati ad una temperatura compresa tra 0 e 25 °C.

     7. Condizionamento dei campioni finali

     Sigillare ed etichettare i recipienti o le confezioni (l'etichetta dev'essere incorporata nel sigillo) in modo che risulti impossibile aprirli senza violare il sigillo.

     8. Verbali del campionamento

     Per ogni operazione di campionamento va redatto un verbale che permetta d'identificare in modo univoco la partita campionata.

     9. Destinazione dei campioni

     Per ciascuna partita trasmettere il più rapidamente possibile almeno un campione finale ad un laboratorio d'analisi autorizzato o/a all'ente incaricato delle prove, fornendo le informazioni necessarie per l'analisi o la prova.

     B. METODI PER L'ANALISI DEI CONCIMI

     (Si veda l'indice).

     Osservazioni d'indole generale

     Apparecchiatura di laboratorio

     Nel descrivere i metodi non sono stati precisati la vetreria ed il materiale di laboratorio di dotazione normale, eccezion fatta per la vetreria tarata. In ogni caso il materiale di laboratorio dovrà essere ben pulito, in particolar modo quando le determinazioni da effettuare riguardano il dosaggio di piccole quantità di un elemento.

     Prove di controllo

     Prima dell'analisi occorre verificare il buon funzionamento dell'apparecchiatura ed il corretto impiego della tecnica analitica analizzando composti chimici a composizione teorica ben definita (ad es. solfato ammonico, fosfato monopotassico, etc.). I risultati relativi ai concimi analizzati possono tuttavia indicare un'errata composizione chimica se la tecnica analitica non è seguita rigorosamente. D'altro canto diverse determinazioni sono strettamente convenzionali e relative a prodotti di composizione chimica complessa. Nei limiti di disponibilità del laboratorio si raccomanda perciò di utilizzare per le prove di controllo campioni di concimi di riferimento di composizione ben definita.

     Disposizioni generali relative ai metodi d'analisi da impiegare per i concimi

     1. Reattivi

     Salvo disposizioni contrarie riportate nel metodo d'analisi, tutti i reagenti dovranno essere puri per analisi (p.a.). Per l'analisi dei microelementi la purezza dei reagenti andrà controllata con una prova in bianco. In funzione del risultato ottenuto potrà risultare necessario procedere ad un'ulteriore purificazione.

     2. Acqua

     Le operazioni di dissoluzione, diluizione, risciacquo o lavaggio menzionate nei metodi d'analisi senza che sia precisata la natura del solvente o del diluente richiedono l'impiego di acqua. Di norma l'acqua dovrà essere demineralizzata o distillata. In casi particolari, precisati nel metodo d'analisi, l'acqua andrà sottoposta a specifici procedimenti di purificazione.

     3. Apparecchiatura di laboratorio

     Tenuto conto dell'attrezzatura in normale dotazione ai laboratori di controllo, l'apparecchiatura descritta nei metodi d'analisi si limita agli strumenti ed agli apparecchi speciali per i quali sono prescritte caratteristiche specifiche. Tale materiale dovrà essere perfettamente pulito, in particolar modo quando le determinazioni da effettuare riguardano il dosaggio di piccole quantità di un elemento. I laboratori dovranno verificare la precisione della vetreria graduata che utilizzano facendo riferimento a norme appropriate.

     Metodo 1

     Preparazione del campione per analisi

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per preparare il campione per analisi a partire dal campione finale.

     2. Principio

     La preparazione di un campione finale ricevuto in laboratorio consiste in una serie di operazioni, generalmente setacciatura, macinazione ed omogeneizzazione, condotte in modo da ottenere che:

     - da un lato, la più piccola pesata fissata dai metodi d'analisi sia rappresentativa del campione finale,

     - dall'altro lato, la finezza del campione non possa essere stata modificata dalla preparazione al punto di alterare sensibilmente le varie solubilità nei diversi reagenti utilizzati per l'estrazione.

     3. Apparecchiatura

     Divisore di campioni (facoltativo).

     Setacci a maglie di 0,2 e 0,5 mm.

     Vasetti da 250 ml a chiusura ermetica.

     Mortaio di porcellana, completo di pestello, o mulino meccanico.

     4. Scelta del trattamento da utilizzare

     Osservazione preliminare

     Se il prodotto è idoneo si può conservare solo una parte rappresentativa del campione finale.

     4.1. Campioni finali che non debbono essere macinati

     Nitrato di calcio, nitrato di calcio e magnesio, nitrato di sodio, nitrato del Cile, calciocianamide, calciocianamide nitrata, solfato d'ammonio, nitrato d'ammonio a titolo d'azoto superiore al 30% N, urea, scorie di defosforazione, fosfati naturali parzialmente solubilizzati, fosfato bicalcico precipitato biidrato, fosfato termico, fosfato alluminocalcico, fosfati naturali teneri.

     4.2. Campioni finali da macinare solo in parte

     Si tratta di prodotti sui quali alcune determinazioni si effettuano senza preliminare macinazione (ad esempio determinazione della granulometria) ed altre dopo macinazione. In questa categoria rientrano tutti i concimi composti contenenti le seguenti componenti fosfatiche: scorie Thomas, fosfato alluminocalcico, fosfato termico, fosfati naturali teneri macinati e fosfato naturale parzialmente solubilizzato. A tale scopo il campione finale va diviso in due frazioni per quanto possibile identiche servendosi di un divisore meccanico o del metodo dei quarti.

     4.3. Campioni finali per i quali tutte le determinazioni vanno effettuate sul prodotto macinato

     La macinazione può limitarsi ad una parte rappresentativa del campione finale. In questa categoria rientrano tutti gli altri concimi dell'elenco non compresi fra quelli di cui ai punti 4.1 e 4.2.

     5. Modo di operare

     La parte di campione finale di cui ai punti 4.2 e 4.3 viene setacciata rapidamente attraverso un setaccio con maglie di 0,5 mm. Il residuo viene macinato sommariamente in modo da minimizzare la quantità di particelle troppo fini, indi nuovamente setacciato. La macinazione va effettuata in condizioni tali da non dar luogo ad un eccessivo riscaldamento del prodotto. Ripetere l'operazione fino a quando non vi sia più residuo alla setacciatura, operando quanto più rapidamente possibile per evitare assunzioni o perdite di sostanza (acqua, ammoniaca). La totalità del prodotto macinato e setacciato è conservata in un vasetto pulito dotato di chiusura ermetica.

     Prima d'ogni pesata per analisi il contenuto del vasetto andrà accuratamente omogeneizzato.

     6. Casi particolari

     a) Concimi contenenti più tipi di cristalli

     In questo caso sono frequenti i fenomeni di stratificazione. Risulta quindi assolutamente indispensabile macinare il prodotto e passarlo ad un setaccio con maglie di 0,200 mm. Un esempio è fornito dalle miscele di fosfato ammonico e nitrato potassico. Per questi prodotti si raccomanda di macinare la totalità del campione finale.

     b) Residui di difficile macinazione che non contengono sostanze fertilizzanti.

     Pesare il residuo e tenerne conto nel calcolare i risultati finali delle analisi.

     c) Prodotti atti a decomporsi per effetto del calore

     La macinazione andrà effettuata in modo da evitare qualsiasi riscaldamento. In questi casi per la macinazione è preferibile rinunciare all'impiego di mulini e servirsi invece del mortaio. Un esempio è fornito dai concimi composti contenenti calciocianamide e urea.

     d) Prodotti anormalmente umidi od atti ad impastarsi per effetto della macinazione

     Per garantire un'apprezzabile omogeneità di tali prodotti si sceglierà il setaccio avente le maglie con l'apertura più piccola compatibile con la disgregazione degli agglomerati per mezzo delle mani o del pestello. Questo può essere il caso di miscele nelle quali alcuni componenti contengono acqua di cristallizzazione.

     Metodi 2

     Azoto

     Metodo 2.1

     Dosaggio dell'azoto ammoniacale

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare l'azoto ammoniacale.

     2. Campo d'applicazione

     Il presente metodo è applicabile a tutti i concimi azotati, compresi quelli composti in cui l'azoto si trova esclusivamente sotto forma di sali d'ammonio ovvero di sali d'ammonio e di nitrati.

     Esso non è applicabile a concimi contenenti urea, cianamide od altri composti organici azotati.

     3. Principio

     Spostamento dell'ammoniaca mediante un eccesso d'idrossido di sodio; distillazione e fissazione dell'ammoniaca in un volume noto di acido solforico titolato; titolazione dell'eccesso d'acido con una soluzione d'idrossido di sodio o di potassio di normalità nota.

     4. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da anidride carbonica e da qualsiasi composto azotato.

     4.1. Acido cloridrico diluito: un volume di HCl (d20 = 1,18 g/ml) e un volume d'acqua.

 

 

 

 

 

4.2.

Acido solforico: 0,05 mol/l

 

 

4.3.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,1 mol/l

 

Per la variante “a”.

 

 

 

 

4.4.

Acido solforico: 0,1 mol/l

 

 

4.5.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,2 mol/l

 

per la variante “b” (vedere nota 2).

 

 

 

 

4.6.

Acido solforico: 0,25 mol/l

 

 

4.7.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,5 mol/l

 

per la variante “c” (vedere nota 2).

 

 

 

 

     4.8. Soluzione d'idrossido di sodio, esente da ammoniaca, contenente circa il 30% di NaOH (d20 = 1,33 g/ml).

     4.9. Soluzioni d'indicatore

     4.9.1. Indicatore misto.

     Soluzione A: sciogliere 1 g di rosso metile in 37 ml di soluzione d'idrossido di sodio 0,1 mol/l e portare al volume di un litro con acqua.

     Soluzione B: sciogliere 1 g di blu di metilene in acqua e portare al volume di un litro.

     Mescolare un volume della soluzione A con due volumi della soluzione B.

     Questo indicatore è violetto in soluzione acida, grigio in soluzione neutra e verde in soluzione alcalina. Utilizzarne 0,5 ml (10 gocce).

     4.9.2. Soluzione d'indicatore "rosso metile":

     Sciogliere 0,1 g di rosso metile in 50 ml di alcol etilico a 95.o, portare a 100 ml con acqua ed all'occorrenza filtrare. Si può utilizzare questo indicatore (da quattro a cinque gocce) al posto del precedente.

     4.10. Granuli di pietra pomice lavata in acido cloridrico e calcinata, destinati a favorire una regolare ebollizione.

     4.11. Solfato d'ammonio per analisi.

     5. Apparecchiatura

     5.1. Apparecchio per distillazione consistente in un pallone a fondo tondo di capacità appropriata collegato ad un refrigerante per mezzo di una bolla da distillazione dotata di un dispositivo efficace contro il trascinamento di liquido.

     Nota 1

     I differenti tipi di apparecchi approvati e consigliati per questo dosaggio sono riportati ed illustrati con tutte le caratteristiche di costruzione nelle figure 1, 2, 3 e 4.

     5.2. Pipette di precisione da 10, 20, 25, 50, 100 e 200 ml.

     5.3. Pallone tarato da 500 ml.

     5.4. Agitatore rotativo (35-40 rotazioni al minuto).

     6. Preparazione del campione

     Si veda il metodo 1.

     7. Modo di operare

     7.1. Solubilizzazione

     Effettuare sul campione una prova di solubilità in acqua, a temperatura ambiente e nella proporzione del 2% (peso/volume). Pesare quindi a ± 0,001 g, secondo le indicazioni della tabella 1, una quantità pari a 5, 7 o 10 g del campione preparato ed introdurla in un pallone tarato da 500 ml. In funzione del risultato della prova di solubilità procedere come segue:

     a) Prodotti completamente solubili in acqua

     Aggiungere al pallone la quantità d'acqua occorrente per sciogliere il campione; agitare e, una volta completata la soluzione del campione, portare a volume indi omogeneizzare accuratamente.

     b) Prodotti non completamente solubili in acqua

     Aggiungere al pallone 50 ml d'acqua e successivamente 20 ml d'acido cloridrico (4.1). Omogeneizzare. Agitare e lasciar riposare fino a cessazione dell'eventuale sviluppo di anidride carbonica. Aggiungere 400 ml d'acqua ed agitare per mezz'ora nell'agitatore rotativo (5.4). Portare a volume con acqua, omogeneizzare e filtrare per filtro asciutto in recipiente asciutto.

     7.2. Analisi della soluzione

     In funzione Della variante scelta mettere nella beuta di raccolta del distillato la quantità esattamente misurata di acido solforico titolato indicata nella tabella 1. Aggiungere la quantità appropriata della soluzione d'indicatore prescelta (4.9.1 o 4.9.2) ed all'occorrenza acqua per ottenere un volume di almeno 50 ml. L'estremità dell'allunga raccordata all'uscita del refrigerante deve trovarsi sotto la superficie della soluzione.

     Per mezzo di una pipetta di precisione prelevare, secondo le indicazioni fornite nella tabella 1, una parte aliquota (1) della soluzione limpida ed introdurla nel pallone dell'apparecchio da distillazione. Aggiungere acqua per ottenere un volume complessivo di circa 350 ml e diversi granelli di pietra pomice per controllare l'ebollizione.

     Montare l'apparecchio da distillazione e, prendendo le precauzioni del caso per evitare ogni perdita di ammoniaca, aggiungere al contenuto del pallone di distillazione 10 ml della soluzione concentrata d'idrossido di sodio (4.8) ovvero 20 ml di questo stesso reagente quando per la dissoluzione del campione si siano utilizzati i 20 ml della soluzione d'acido cloridrico (4.1). Scaldare gradualmente il contenuto del pallone per evitare un decorso violento del processo d'ebollizione. Iniziata l'ebollizione distillare alla velocità di circa 100 ml in 10-15 minuti; il volume totale del distillato dovrà essere di circa 250 ml (1). Quando ogni ulteriore sviluppo d'ammoniaca diventerà improbabile abbassare la beuta di raccolta del distillato fino a che l'estremità dell'allunga raccordata all'uscita del refrigerante venga a trovarsi sopra la superficie del liquido.

     Verificare il distillato che passa in seguito per mezzo di un appropriato reagente per assicurarsi che la distillazione dell'ammoniaca sia effettivamente terminata. Lavare l'estremità dell'allunga raccordata all'uscita del refrigerante con un pò d'acqua e titolare l'eccesso d'acido nella beuta con la soluzione titolata d'idrossido di sodio o di potassio prescritta per la variante adottata (si veda la nota 2).

     Nota 2

     Per la titolazione di ritorno si possono impiegare soluzioni titolate di normalità differente da quelle impiegate nella beuta di raccolta purché i volumi utilizzati nella titolazione non siano per quanto possibile superiori a 40-45 ml.

     7.3. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco nelle medesime condizioni sperimentali e tenerne conto nel calcolare il risultato finale.

     7.4. Prove di controllo

     Prima di effettuare le analisi controllare il buon funzionamento dell'apparecchio e la corretta applicazione della tecnica servendosi di una parte aliquota di una soluzione di solfato d'ammonio (4.11) preparata di fresco che contenga la quantità massima d'azoto prescritta per la variante prescelta.

     8. Espressione dei risultati

     Esprimere il risultato analitico in percentuale d'azoto ammoniacale nel concime così come ricevuto per l'analisi.

     9. Allegati

     Come indicato nella nota 1 in calce al punto 5.1 "Apparecchiatura" le figure 1, 2, 3 e 4 riguardano le caratteristiche di costruzione dei diversi tipi d'apparecchi di distillazione riportati nel presente documento.

     Tabella 1 - Determinazione dell'azoto ammoniacale e dell'azoto ammoniacale e nitrico nei concimi - Tabella delle pesate, delle diluizioni e dei calcoli da effettuare per ciascuna delle varianti “a”, “b” e “c” del metodo

     Variante “a”

     Quantità massima approssimativa d'azoto da distillare: 50 mg.

     Acido solforico 0,05 mol/l nella beuta di raccolta del distillato: 50 ml.

     Titolazione dell'eccesso con NaOH o KOH: 0,1 mol/l.

Titolo dichiarato del concime

Pesata

Diluizione

Prelievo per la distillazione

Espressione dei risultati a)

(% N)

(g)

(ml)

(ml)

[% N = (50 - A) F]

0-5

10

500

50

(50 - A) x 0.14

5-10

10

500

25

(50 - A) x 0.28

10-15

7

500

25

(50 - A) x 0.40

15-20

5

500

25

(50 - A) x 0.56

20-40

7

500

10

(50 - A) x 1.00

a) Ai fini della formula d'espressione del risultato vale quanto segue:

- 50 o 35 millilitri di soluzione titolata d'acido solforico nella beuta di raccolta del distillato;

- A = millilitri d'idrossido di sodio o di potassio utilizzati nella titolazione di ritorno;

- F = fattore che comprende pesata, diluizione, parte aliquota per la distillazione prelevata e equivalente volumetrico.

     Variante “b”

     Quantità massima approssimativa d'azoto da distillare: 100 mg.

     Acido solforico 0,1 mol/l nella beuta di raccolta del distillato: 50 ml.

     Titolazione dell'eccesso con NaOH o KOH: 0,2 mol/l.

Titolo dichiarato del concime

Pesata

Diluizione

Prelievo per la distillazione

Espressione dei risultati a)

(% N)

(g)

(ml)

(ml)

[% N = (50 - A) F]

0-5

10

500

100

(50 - A) x 0.14

5-10

10

500

50

(50 - A) x 0.28

10-15

7

500

50

(50 - A) x 0.40

15-20

5

500

50

(50 - A) x 0.56

20-40

7

500

20

(50 - A) x 1.00

a) Ai fini della formula d'espressione del risultato vale quanto segue:

- 50 o 35 millilitri di soluzione titolata d'acido solforico nella beuta di raccolta del distillato;

- A = millilitri d'idrossido di sodio o di potassio utilizzati nella titolazione;

- F = fattore che comprende pesata, diluizione, parte aliquota per la distillazione prelevata ed equivalente volumetrico.

     Variante “c”

     Quantità massima approssimativa d'azoto da distillare: 200 mg.

     Acido solforico 0,25 mol/l nella beuta di raccolta del distillato: 35 ml.

     Titolazione dell'eccesso con NaOH o KOH: 0,5 mol/l.

Titolo dichiarato del concime

Pesata

Diluizione

Prelievo per la distillazione

Espressione dei risultati a)

(% N)

(g)

(ml)

(ml)

[% N = (35 - A) F]

0-5

10

500

200

(35 - A) x 0.175

5-10

10

500

100

(35 - A) x 0.350

10-15

7

500

100

(35 - A) x 0.500

15-20

5

500

100

(35 - A) x 0.700

20-40

5

500

50

(35 - A) x 1.400

a) Ai fini della formula d'espressione del risultato vale quanto segue:

- 50 o 35 millilitri di soluzione titolata d'acido solforico nella beuta di raccolta del distillato;

- A = millilitri d'idrossido di sodio o di potassio utilizzati nella titolazione di ritorno;

- F = fattore che comprende pesata, diluizione, parte aliquota per la distillazione prelevata ed equivalente volumetrico.

     Figura 1

     (immagine)

     Figura 2

     (immagine)

     Figura 3

     (immagine)

     Figura 4

     (immagine)

     Legenda delle figure 1, 2, 3 e 4

     Figura 1

     a) Pallone da 1 000 ml, a fondo tondo ed a collo lungo con bordo svasato.

     b) Tubo d'alimentazione (bolla da distillazione) dotato di bolla di sicurezza e munito di un giunto sferico "18" all'uscita (questo giunto sferico per il raccordo al refrigerante può esser sostituito da un appropriato raccordo di gomma).

     c) Imbuto dotato di rubinetto in teflon per l'introduzione dell'idrossido di sodio (anche questo rubinetto può esser sostituito da un raccordo di gomma munito di una pinza di Hofmann).

     d) Refrigerante a sei bolle munito di un giunto sferico "18" all'entrata e collegato all'uscita ad un'allunga di vetro per mezzo di un piccolo raccordo di gomma. Quando il raccordo al tubo di distillazione è realizzato con un tappo di gomma forato il giunto sferico è sostituito da un collo svasato di gomma d'appropriato diametro.

     e) Beuta da 500 ml per la raccolta del distillato.

     L'apparecchio è realizzato in vetro al borosilicato.

     Figura 2

     a) Pallone da 1 000 ml, a fondo tondo ed a collo lungo con giunto sferico "35".

     b) Tubo d'alimentazione (bolla da distillazione) dotato di bolla di sicurezza e munito di un giunto sferico "35" all'entrata e di un giunto sferico "18" all'uscita, collegato su un lato ad un imbuto dotato di rubinetto in teflon per l'introduzione dell'idrossido di sodio.

     c) Refrigerante a sei bolle munito di un giunto sferico "18" all'entrata e collegato all'uscita ad un'allunga di vetro per mezzo di un piccolo raccordo di gomma.

     d) Beuta da 500 ml per la raccolta del distillato. L'apparecchio è realizzato in vetro al borosilicato.

     Figura 3

     a) Pallone da 750 a 1 000 ml, a fondo tondo ed a collo lungo con bordo svasato.

     b) Tubo d'alimentazione (bolla da distillazione) dotato di bolla di sicurezza e giunto sferico "18" all'uscita.

     c) Tubo di raccordo a gomito dotato di giunto sferico "18" all'entrata e tagliato "a becco di flauto" all'uscita per la giunzione al refrigerante (il raccordo al tubo d'alimentazione può essere realizzato anche mediante un tubo di gomma al posto del giunto sferico).

     d) Refrigerante a sei bolle collegato all'uscita ad un'allunga di vetro per mezzo di un piccolo raccordo di gomma.

     e) Beuta da 500 ml per la raccolta del distillato. L'apparecchio è realizzato in vetro al borosilicato.

     Figura 4

     a) Pallone da 1 000 ml, a fondo tondo ed a collo lungo con bordo svasato.

     b) Tubo d'alimentazione (bolla da distillazione) dotato di bolla di sicurezza e giunto sferico "18" all'uscita, collegato su un lato ad un imbuto dotato di rubinetto in teflon per l'introduzione dell'idrossido di sodio (il giunto sferico per il raccordo al refrigerante può esser sostituito da un appropriato raccordo di gomma);

     c) Refrigerante a sei bolle munito di un giunto sferico "18" all'entrata, collegato all'uscita ad un'allunga di vetro per mezzo di un raccordo di gomma (quando il collegamento al tubo d'alimentazione è realizzato per mezzo di un raccordo di gomma il giunto sferico può venir sostituito con un collo svasato di diametro appropriato).

     d) Beuta da 500 ml per la raccolta del distillato.

     L'apparecchio è realizzato in vetro al borosilicato.

     Metodi 2.2

     Determinazione dell'azoto nitrico e ammoniacale

     Metodo 2.2.1

     Determinazione dell'azoto nitrico e ammoniacale secondo Ulsch

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare azoto nitrico ed ammoniacale con riduzione dei nitrati secondo Ulsch.

     2. Campo d'applicazione

     Il presente metodo è applicabile a tutti i concimi azotati, compresi quelli composti, in cui l'azoto si trova esclusivamente sotto forma nitrica o sotto forma ammoniacale e nitrica.

     3. Principio

     Riduzione dei nitrati e dei nitriti eventualmente presenti ad ammoniaca per mezzo di ferro metallico in ambiente acido, e spostamento dell'ammoniaca così formata per aggiunta di un eccesso d'idrossido di sodio. Distillazione e fissazione dell'ammoniaca in un volume noto d'acido solforico titolato. Titolazione dell'eccesso d'acido solforico per mezzo di una soluzione d'idrossido di sodio o di potassio di normalità nota.

     4. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da anidride carbonica e da qualsiasi composto azotato.

     4.1. Acido cloridrico diluito: un volume di HCl (d20 = 1,18 g/ml) e un volume d'acqua.

     4.2. Acido solforico: 0,05 mol/l

     4.3. Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,1 mol/l

     4.4. Soluzione d'acido solforico contenente circa il 30% di H2SO4 (peso/volume), esente da ammoniaca.

     4.5. Polvere di ferro ridotto all'idrogeno (la quantità prescritta di ferro deve poter ridurre almeno 0,05 g d'azoto nitrico).

     4.6. Soluzione d'idrossido di sodio, esente da ammoniaca, contenente circa il 30% di NaOH (d20 = 1,33 g/ml).

     4.7. Soluzioni d'indicatore.

     4.7.1. Indicatore misto.

     Soluzione A: sciogliere 1 g di rosso metile in 37 ml di soluzione d'idrossido di sodio 0,1 mol/l e portare al volume di un litro con acqua.

     Soluzione B: sciogliere 1 g di blu di metilene in acqua e portare al volume di un litro.

     Mescolare un volume della soluzione A con due volumi della soluzione B.

     Questo indicatore è violetto in soluzione acida, grigio in soluzione neutra e verde in soluzione alcalina. Utilizzarne 0,5 ml (10 gocce).

     4.7.2. Soluzione d'indicatore "rosso metile":

     Sciogliere 0,1 g di rosso metile in 50 ml di alcol etilico a 95 °, portare a 100 ml con acqua ed all'occorrenza filtrare.

     Si può utilizzare questo indicatore (da quattro a cinque gocce) al posto del precedente.

     4.8. Granuli di pietra pomice lavati in acido cloridrico e calcinati, destinati a favorire una regolare ebollizione.

     4.9. Nitrato di sodio per analisi.

     5. Apparecchiatura

     Si veda il metodo 2.1 "Determinazione dell'azoto ammoniacale".

     6. Preparazione del campione

     Si veda il metodo 1 "Preparazione del campione".

     7. Modo di operare

     7.1. Solubilizzazione

     Si veda il metodo 2.1 "Determinazione dell'azoto ammoniacale".

     7.2. Modo di operare

     Mettere nella beuta di raccolta del distillato la quantità esattamente misurata di acido solforico titolato indicata nella tabella 1 del metodo 2.1 (variante "a"), indi aggiungere la quantità appropriata della soluzione d'indicatore prescelta (4.7.1 o 4.7.2). L'estremità dell'allunga raccordata all'uscita del refrigerante deve trovarsi sotto la superficie dell'acido titolato nella beuta.

     Servendosi di una pipetta di precisione prelevare una parte aliquota della soluzione limpida seguendo le indicazioni della tabella 1 del metodo 2.1, variante "a", ed introdurla nel pallone dell'apparecchio da distillazione. Aggiungere 350 ml d'acqua, 20 ml della soluzione di acido solforico al 30% (4.4), agitare ed aggiungere 5 g ferro ridotto (4.5). Lavare il collo del pallone con diversi millilitri d'acqua e chiudere il pallone con un piccolo imbuto di vetro a gambo lungo. Scaldare su bagnomaria bollente per un'ora e poi lavare il gambo dell'imbuto con qualche millilitro d'acqua.

     Prendendo le precauzioni del caso per evitare ogni perdita di ammoniaca, aggiungere al contenuto del pallone di distillazione 50 ml della soluzione concentrata d'idrossido di sodio (4.6) ovvero 60 ml di questo stesso reagente quando per la dissoluzione del campione si siano utilizzati 20 ml dell'acido cloridrico (1+1) (4.1). Montare l'apparecchio da distillazione. Distillare l'ammoniaca secondo il procedimento descritto per il metodo 2.1.

     7.3. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco (senza campione) nelle medesime condizioni sperimentali e tenerne conto nel calcolare il risultato finale.

     7.4. Prove di controllo

     Prima di effettuare le analisi controllare il buon funzionamento dell'apparecchio e la corretta applicazione della tecnica servendosi di una parte aliquota di una soluzione di nitrato di sodio (4.9) preparata di fresco contenente da 0,045 a 0,050 g d'azoto.

     8. Espressione dei risultati

     Esprimere il risultato analitico in percentuale di azoto nitrico o di azoto ammoniacale e nitrico riuniti contenuta nel concime tal quale ricevuto per l'analisi.

     Metodo 2.2.2

     Determinazione dell'azoto nitrico e ammoniacale secondo Arnd

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare azoto nitrico ed ammoniacale con riduzione dei nitrati secondo Arnd (modificato per le tre varianti "a", "b" e "c").

     2. Campo d'applicazione

     Si veda il metodo 2.2.1.

     3. Principio

     Riduzione dei nitrati e dei nitriti eventualmente presenti ad ammoniaca in soluzione acquosa neutra per mezzo di una lega metallica composta per il 60% di rame (Cu) e per il 40% di magnesio (Mg) (lega di Arnd) in presenza di cloruro di magnesio.

     Distillazione e fissazione dell'ammoniaca in un volume noto di acido solforico titolato. Titolazione dell'eccesso di acido solforico per mezzo di una soluzione d'idrossido di sodio o di potassio di normalità nota.

     4. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da anidride carbonica e da qualsiasi composto azotato.

     4.1. Acido cloridrico diluito: 1 volume di HCl (d = 1,18) più 1 volume d'acqua.

 

 

 

 

4.2.

Acido solforico: 0,05 mol/l

 

 

4.3.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,1 mol/l

 

per la variante “a”.

 

 

 

 

4.4.

Acido solforico: 0,1 mol/l

 

 

4.5.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,2 mol/l

 

per la variante “b” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

4.6.

Acido solforico: 0,25 mol/l

 

 

4.7.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,5 mol/l

 

per la variante “c” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

     4.8. Soluzione d'idrossido di sodio: circa 2 mol/l.

     4.9. Lega di Arnd per analisi, polverizzata, con granulometria inferiore ad 1 mm. 4.10. Soluzione di cloruro di magnesio al 20% In una beuta da un litro sciogliere 200 g di cloruro di magnesio (MgCl26H2O) in circa 600-700 ml d'acqua. Per impedire la formazione di schiuma aggiungere 15 g di solfato di magnesio (MgSO47H2O).

     A dissoluzione avvenuta aggiungere 2 g d'ossido di magnesio e qualche granello di pietra pomice per evitare l'ebollizione a scosse, indi concentrare la sospensione per ebollizione fino a circa 200 ml, così da eliminare qualsiasi traccia d'ammoniaca eventualmente presente nei reagenti. Dopo raffreddamento portare al volume di un litro e filtrare.

     4.11. Soluzioni d'indicatore.

     4.11.1. Indicatore misto.

     Soluzione A: sciogliere 1 g di rosso metile in 37 ml di soluzione d'idrossido di sodio 0,1 mol/l e portare al volume di un litro con acqua.

     Soluzione B: sciogliere 1 g di blu di metilene in acqua e portare al volume di un litro.

     Mescolare un volume della soluzione A con due volumi della soluzione B.

     Questo indicatore è violetto in soluzione acida, grigio in soluzione neutra e verde in soluzione alcalina. Utilizzarne 0,5 ml (10 gocce).

     4.11.2. Soluzione d'indicatore "rosso metile":

     Sciogliere 0,1 g di rosso metile in 50 ml di alcol etilico a 95 °, portare a 100 ml con acqua ed all'occorrenza filtrare. Si può utilizzare questo indicatore (da quattro a cinque gocce) al posto del precedente.

     4.11.3. Soluzione d'indicatore "rosso Congo".

     Sciogliere 3 g di rosso Congo in un litro d'acqua calda ed all'occorrenza filtrare dopo raffreddamento. Questo indicatore può esser usato al posto dei due precedenti nella neutralizzazione degli estratti acidi prima della distillazione, usandone 0,5 ml ogni 100 ml di soluzione da neutralizzare.

     4.12. Granuli di pietra pomice lavata in acido cloridrico e calcinata, destinati a favorire un'ebollizione regolare.

     4.13. Nitrato di sodio per analisi.

     5. Apparecchiatura

     Si veda il metodo 2.1 "Dosaggio dell'azoto ammoniacale".

     6. Preparazione del campione

     Si veda il metodo 1.

     7. Modo di operare

     7.1. Preparazione della soluzione da sottoporre all'analisi

     Si veda il metodo 2.1 "Dosaggio dell'azoto ammoniacale".

     7.2. Analisi della soluzione

     In funzione della variante scelta mettere nella beuta di raccolta del distillato la quantità esattamente misurata di acido solforico titolato indicata nella tabella 1 del metodo 2.1. Aggiungere la quantità appropriata della soluzione d'indicatore prescelta (4.11.1 o 4.11.2) e da ultimo l'acqua occorrente per ottenere un volume di almeno 50 ml. L'estremità dell'allunga raccordata all'uscita del refrigerante deve trovarsi sotto la superficie della soluzione.

     Per mezzo di una pipetta di precisione prelevare, secondo le indicazioni fornite nella tabella 1, una parte aliquota della soluzione limpida ed introdurla nel pallone dell'apparecchio da distillazione.

     Aggiungere acqua per ottenere un volume complessivo di circa 350 ml (vedere nota 1), 10 g di lega di Arnd (4.9), 50 ml di soluzione di cloruro di magnesio (4.10) e qualche granello di pietra pomice (4.12). Raccordare rapidamente il pallone all'apparecchio da distillazione e scaldare delicatamente per circa 30 minuti, indi aumentare la fiamma e distillare l'ammoniaca prolungando l'operazione per circa un'ora. Trascorso questo tempo il residuo nel pallone dovrebbe avere una consistenza sciropposa. Una volta terminata la distillazione titolare la quantità d'acido in eccesso nella beuta di raccolta del distillato secondo le indicazioni del metodo 2.1.

     Nota 1

     Quando la soluzione del campione di concime è acida (aggiunta dei 20 ml di HCl (1 + 1) (4.1) allo scopo di dissolvere il campione) la parte aliquota prelevata per l'analisi andrà neutralizzata come segue: aggiungere nel pallone di distillazione contenente la parte aliquota prelevata circa 250 ml d'acqua, la quantità necessaria di una delle soluzioni d'indicatore (4.11.1, 4.11.2 o 4.11.3) ed agitare con cura.

     Neutralizzare utilizzando la soluzione 2 mol/l d'idrossido di sodio (4.8) e acidificare nuovamente con una goccia della soluzione di acido cloridrico (1 + 1) (4.1). Procedere quindi come indicato al punto 7.2 (seconda riga).

     7.3. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco (senza campione) nelle medesime condizioni sperimentali e tenerne conto nel calcolare il risultato finale.

     7.4. Prove di controllo

     Prima di effettuare le analisi controllare il buon funzionamento dell'apparecchio e la corretta applicazione della tecnica servendosi di una soluzione di nitrato di sodio (4.13) preparata di fresco che contenga da 0,050 a 0,150 g di azoto nitrico in funzione della variante prescelta.

     8. Espressione dei risultati

     Si veda il metodo 2.2.1

     Metodo 2.2.3.

     Determinazione dell'azoto nitrico ed ammoniacale secondo Devarda

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare azoto nitrico ed azoto ammoniacale con riduzione dei nitrati secondo Devarda (modificato per le tre varianti "a", "b" e "c").

     2. Campo d'applicazione

     Si veda il metodo 2.2.1.

     3. Principio

     Riduzione dei nitrati e dei nitriti eventualmente presenti ad ammoniaca in soluzione fortemente alcalina per mezzo di una lega metallica composta per il 45% di alluminio (Al), per il 5% di zinco (Zn) e per il 50% di rame (Cu) (lega di Devarda). Distillazione e fissazione dell'ammoniaca in un volume noto di acido solforico titolato. Titolazione dell'eccesso di acido solforico per mezzo di una soluzione d'idrossido di sodio o di potassio di normalità nota.

     4. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da anidride carbonica e da qualsiasi composto azotato.

     4.1. Acido cloridrico diluito: 1 volume di HCl (d = 1,18) più 1 volume d'acqua.

 

 

 

 

4.2.

Acido solforico: 0,05 mol/l

 

 

4.3.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,1 mol/l

 

per la variante “a”.

 

 

 

 

4.4.

Acido solforico: 0,1 mol/l

 

 

4.5.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,2 mol/l

 

per la variante “b” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

4.6.

Acido solforico: 0,25 mol/l

 

 

4.7.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,5 mol/l

 

per la variante “c” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

     4.8. Lega di Devarda per analisi

     Polvere con una granulometria tale che il 90-100% passi attraverso un setaccio con maglie di apertura inferiore a 0,25 mm e il 50 a 75% passi attraverso un setaccio con maglie di apertura inferiore a 0,075 mm.

     Si raccomanda l'impiego di confezioni già pronte da non più di 100 g.

     4.9. Soluzione d'idrossido di sodio, esente da ammoniaca, contenente circa il 30% di NaOH (d20 = 1,33 g/ml).

     4.10. Soluzioni d'indicatore.

     4.10.1. Indicatore misto.

     Soluzione A: sciogliere 1 g di rosso metile in 37 ml di soluzione d'idrossido di sodio 0,1 mol/l e portare al volume di un litro con acqua.

     Soluzione B: sciogliere 1 g di blu di metilene in acqua e portare al volume di un litro.

     Mescolare un volume della soluzione A con due volumi della soluzione B.

     Questo indicatore è violetto in soluzione acida, grigio in soluzione neutra e verde in soluzione alcalina. Utilizzarne 0,5 ml (10 gocce).

     4.10.2. Soluzione d'indicatore "rosso metile".

     Sciogliere 0,1 g di rosso metile in 50 ml di alcol etilico a 95 °, portare a 100 ml con acqua ed all'occorrenza filtrare.

     Si può utilizzare questo indicatore (da quattro a cinque gocce) al posto del precedente.

     4.11. Alcol etilico a 95-96 °.

     4.12. Nitrato di sodio per analisi.

     5. Apparecchiatura

     Si veda il metodo 2.1.

     5.1. Apparecchio per distillazione consistente in un pallone a fondo tondo di capacità appropriata, collegato ad un refrigerante per mezzo di una bolla da distillazione dotata di un dispositivo efficace contro il trascinamento di liquido e munito altresì di un gorgogliatore ad acqua sulla beuta di raccolta del distillato per impedire qualsiasi perdita d'ammoniaca.

     Il tipo d'apparecchio approvato per questa determinazione è riportato e descritto con tutte le caratteristiche di costruzione nella figura 5.

     5.2. Pipette di precisione da 10, 20, 25, 50, 100 e 200 ml.

     5.3. Pallone tarato da 500 ml.

     5.4. Agitatore rotativo (da 35 a 40 rotazioni al minuto).

     6. Preparazione del campione

     Si veda il metodo 1.

     7. Modo di operare

     7.1. Preparazione della soluzione da sottoporre all'analisi

     Si veda il metodo 2.1 "Dosaggio dell'azoto ammoniacale".

     7.2. Analisi della soluzione

     La quantità d'azoto nitrico presente nella parte aliquota prelevata per l'analisi della soluzione non deve superare la quantità massima risultante dalla tabella 1.

     In funzione della variante scelta mettere nella beuta di raccolta del distillato la quantità esattamente misurata di acido solforico titolato indicata nella tabella 1. Aggiungere la quantità appropriata della soluzione d'indicatore prescelta (4.10.1 o 4.10.2) e da ultimo l'acqua occorrente per ottenere un volume di 50 ml. L'estremità dell'allunga raccordata all'uscita del refrigerante deve trovarsi sotto la superficie della soluzione. Riempire il gorgogliatore di acqua distillata.

     Per mezzo di una pipetta di precisione prelevare, secondo le indicazioni fornite nella tabella 1 del metodo 2.1, una parte aliquota della soluzione limpida ed introdurla nel pallone dell'apparecchio da distillazione.

     Aggiungere l'acqua occorrente ad ottenere un volume complessivo di 250-300 ml, 5 ml di alcol etilico (4.11) e 4 g di lega di Devarda (4.8) (si veda la nota 2).

     Prendendo le precauzioni del caso per evitare perdite di ammoniaca, aggiungere al pallone circa 30 ml della soluzione d'idrossido di sodio al 30% (4.9) ed eventualmente, nel caso di solubilizzazione acida del campione, una quantità supplementare sufficiente a neutralizzare la quantità d'acido cloridrico (4.1) presente nella parte aliquota prelevata per l'analisi. Congiungere il pallone di distillazione all'apparecchio, assicurarsi della tenuta dei raccordi ed agitare con precauzione il pallone per mescolarne il contenuto.

     Scaldare quindi a fiamma moderata in modo che lo sviluppo d'idrogeno diminuisca apprezzabilmente dopo circa mezz'ora e che il liquido nel pallone cominci a bollire. Continuare la distillazione aumentando la fiamma cosicché almeno 200 ml di liquido distillino in circa 30 minuti (senza comunque superare i 45 minuti di distillazione).

     Una volta terminata la distillazione staccare dall'apparecchio la beuta di raccolta del distillato, lavare l'allunga ed il gorgogliatore recuperando quantitativamente il liquido in esso contenuto che, assieme alle acque di lavaggio, verrà aggiunto al distillato. Titolare quindi l'eccesso d'acido nella beuta di raccolta secondo il metodo 2.1.

     Nota 2

     In presenza di sali di calcio, come nel caso del nitrato di calcio e del nitrato ammonico calcareo, prima della distillazione vanno aggiunti 0,700 g di fosfato di sodio (Na2HPO42H2O) per ogni g di campione presente nella parte aliquota allo scopo d'impedire la formazione di Ca(OH)22H2O).

     7.3. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco (senza campione) nelle medesime condizioni sperimentali e tenerne conto nel calcolare il risultato finale.

     7.4. Prove di controllo

     Prima di effettuare le analisi controllare il buon funzionamento dell'apparecchio e la corretta applicazione della tecnica servendosi di una parte aliquota di una soluzione di nitrato di sodio (4.12) preparata di fresco che contenga da 0,050 a 0,150 g di azoto nitrico in funzione della variante prescelta.

     8. Espressione dei risultati

     Si veda il metodo 2.2.1.

     Figura 5

     (immagine)

     Metodo 2.3

     Determinazione dell'azoto totale

     Metodo 2.3.1

     Determinazione dell'azoto totale nella calciocianamide esente da nitrati

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare l'azoto totale nella calciocianamide esente da nitrati.

     2. Campo d'applicazione

     Il presente metodo si applica esclusivamente alla calciocianamide esente da nitrati.

     3. Principio

     Dopo l'attacco secondo Kjeldahl, l'azoto ammoniacale formatosi viene spostato dalla soluzione mediante aggiunta d'idrossido di sodio, distillato, raccolto e dosato in una soluzione titolata d'acido solforico.

     4. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da anidride carbonica e da qualsiasi composto azotato.

     4.1. Acido solforico concentrato (d20 = 1,54 g/ml): un volume di acido solforico (d20 = 1,84 g/ml) in dieci volumi d'acqua.

     4.2. Solfato di potassio per analisi.

     4.3. Ossido di rame (CuO): da 0,3 a 0,4 g per determinazione, od una quantità equivalente di solfato di rame idrato (CuSO45H2O), pari a 0,95-1,25 g per determinazione.

     4.4. Soluzione d'idrossido di sodio, esente da ammoniaca, contenente circa il 30% di NaOH (d20 = 1,33 g/ml).

 

 

 

 

4.5.

Acido solforico: 0,05 mol/l

 

 

4.6.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,1 mol/l

 

per la variante “a” (vedere nota 2.1).

 

 

 

 

4.7.

Acido solforico: 0,1 mol/l

 

 

4.8.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,2 mol/l

 

per la variante “b” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

4.9.

Acido solforico: 0,25 mol/l

 

 

4.10.

Soluzione d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,5 mol/l

 

per la variante “c” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

     4.11. Soluzioni d'indicatore

     4.11.1. Indicatore misto.

     Soluzione A: sciogliere 1 g di rosso metile in 37 ml di soluzione d'idrossido di sodio 0,1 mol/l e portare al volume di un litro con acqua.

     Soluzione B: sciogliere 1 g di blu di metilene in acqua e portare al volume di un litro.

     Mescolare un volume della soluzione A con due volumi della soluzione B.

     Questo indicatore è violetto in soluzione acida, grigio in soluzione neutra e verde in soluzione alcalina. Utilizzarne 0,5 ml (10 gocce).

     4.11.2. Soluzione d'indicatore "rosso metile".

     Sciogliere 0,1 g di rosso metile in 50 ml di alcol etilico a 95 °, portare a 100 ml con acqua ed all'occorrenza filtrare. All'occorrenza filtrare. Si può utilizzare questo indicatore (da quattro a cinque gocce) al posto del precedente.

     4.12. Granuli di pietra pomice lavata in acido cloridrico e calcinata, destinati a favorire un'ebollizione regolare.

     4.13. Solfocianato di potassio per analisi.

     5. Apparecchiatura

     5.1. Apparecchio di distillazione (si veda il metodo 2.1 "Dosaggio dell'azoto ammoniacale").

     5.2. Pallone di attacco di Kjeldahl di capacità appropriata, a collo lungo.

     5.3. Pipette di precisione da 50, 100 e 200 ml.

     5.4. Pallone tarato da 250 ml.

     6. Preparazione del campione

     Si veda il metodo 1.

     7. Modo di operare

     7.1. Preparazione della soluzione da sottoporre all'analisi

     Pesare con l'approssimazione di 0,001 g 1 g del campione e trasferirlo nel pallone di Kjeldahl. Aggiungere 50 ml d'acido solforico diluito (4.1), da 10 a 15 g di solfato di potassio (4.2) ed il catalizzatore prescritto (4.3). Scaldare lentamente per scacciare l'acqua e mantenere ad ebollizione moderata per due ore, indi lasciar raffreddare e diluire con 100-150 ml d'acqua. Raffreddare ancora, travasare quantitativamente la sospensione in un pallone tarato da 250 ml, portare a volume con acqua, omogeneizzare e filtrare per filtro asciutto in recipiente asciutto.

     7.2. Analisi della soluzione

     Servendosi di una pipetta tarata di precisione prelevare, in funzione della variante scelta (si veda il metodo 2.1), 50, 100 o 200 ml della soluzione filtrata ottenuta nel modo sopra descritto, e distillare l'ammoniaca secondo le indicazioni fornite per il metodo 2.1, previa aggiunta nel pallone da distillazione di una quantità della soluzione di NaOH (4.4) sufficiente a garantirne la presenza in forte eccesso.

     7.3. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco (senza campione) nelle medesime condizioni sperimentali e tenerne conto nel calcolare il risultato finale.

     7.4. Prove di controllo

     Prima di effettuare le analisi controllare il buon funzionamento dell'apparecchio e la corretta applicazione della tecnica servendosi di una parte aliquota di una soluzione titolata di solfocianato di potassio (4.13) che corrisponda all'incirca alla concentrazione d'azoto nel campione.

     8. Espressione dei risultati

     Esprimere il risultato analitico in percentuale d'azoto (N) nel concime così come ricevuto per l'analisi, avvalendosi delle formule seguenti.

     Variante "a"% N = (50 - A) × 0,7

     Variante "b"% N = (50 - A) × 0,7

     Variante "c"% N = (35 - A) × 0,875

     dove i simboli usati hanno il medesimo significato di cui al metodo 2.1

     Metodo 2.3.2

     Determinazione dell'azoto totale nella calciocianamide nitrata

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare l'azoto totale nella calciocianamide nitrata.

     2. Campo d'applicazione

     Il presente metodo si applica alla calciocianamide contenente nitrati.

     3. Principio

     L'attacco diretto secondo Kjeldahl non può esser applicato alle diverse varietà di calciocianamide contenente nitrati.

     Per questo motivo i nitrati sono ridotti ad ammoniaca prima dell'attacco secondo Kjeldahl per mezzo di ferro metallico e di cloruro stannoso.

     4. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da anidride carbonica e da qualsiasi composto azotato.

     4.1. Acido solforico (d20 = 1,84 g/ml).

     4.2. Polvere di ferro ridotto all'idrogeno.

     4.3. Solfato di potassio finemente polverizzato per analisi.

 

 

 

 

4.4.

Acido solforico: 0,05 mol/l

 

 

4.5.

Soluzione titolata d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,1 mol/l

 

per la variante “a” (vedere nota 2.1).

 

 

 

 

4.6.

Acido solforico: 0,1 mol/l

 

 

4.7.

Soluzione titolata d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,2 mol/l

 

per la variante “b” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

4.8.

Acido solforico: 0,25 mol/l

 

 

4.9.

Soluzione titolata d'idrossido di sodio o di potassio, esente da carbonati: 0,5 mol/l

 

per la variante “c” (vedere nota 2, metodo 2.1).

 

 

 

 

     4.10. Soluzioni d'indicatore.

     4.10.1. Indicatore misto.

     Soluzione A: sciogliere 1 g di rosso metile in 37 ml di soluzione d'idrossido di sodio 0,1 mol/l e portare al volume di un litro con acqua.

     Soluzione B: sciogliere 1 g di blu di metilene in acqua e portare al volume di un litro.

     Mescolare un volume della soluzione A con due volumi della soluzione B.

     Questo indicatore è violetto in soluzione acida, grigio in soluzione neutra e verde in soluzione alcalina. Utilizzarne 0,5 ml (10 gocce).

     4.10.2. Soluzione d'indicatore "rosso metile".

     Sciogliere 0,1 g di rosso metile in 50 ml di alcol etilico a 95 °, portare a 100 ml con acqua ed all'occorrenza filtrare.

     Si può utilizzare questo indicatore (da quattro a cinque gocce) al posto del precedente.

     4.11. Soluzione di cloruro stannoso

     Sciogliere 120 g di SnCl22H2O in 400 ml di acido cloridrico concentrato (d20 = 1,18 g/ml) e portare ad un litro con acqua. La soluzione deve risultare perfettamente limpida e va preparata immediatamente prima dell'uso. È indispensabile verificare il potere riducente del cloruro stannoso.

     Nota

     A tale scopo sciogliere 0,5 g di SnCl22H2O in 2 ml di acido cloridrico concentrato (d20 = 1,18 g/ml) e portare a 50 ml con acqua. Aggiungere quindi 5 g di sale di Rochelle (tartrato doppio di potassio e di sodio) nonché una quantità di bicarbonato di sodio per analisi sufficiente a rendere la soluzione alcalina al tornasole.

     Titolare con una soluzione di iodio 0,05 mol/l in presenza di salda d'amido come indicatore.

     1 ml di soluzione di iodio 0,05 mol/l corrisponde a 0,01128 g di SnCl22H2O.

     Almeno l'80% dello stagno totale presente nella soluzione così preparata deve trovarsi allo stato bivalente. Per la titolazione si dovranno quindi utilizzare almeno 35 ml di soluzione di iodio 0,05 mol/l.

     4.12. Soluzione d'idrossido di sodio, esente da ammoniaca, contenente circa il 30% di NaOH (d20 = 1,33 g/ml).

     4.13. Soluzione campione nitrico-ammoniacale

     Pesare 2,500 g di nitrato di potassio per analisi e 10,160 g di solfato di ammonio per analisi e trasferirli in un pallone tarato di precisione da 250 ml. Scioglierli in acqua e portare al volume di 250 ml con acqua. 1 ml di questa soluzione contiene 0,01 g di azoto.

     4.14. Granuli di pietra pomice lavata in acido cloridrico e calcinata, destinati a favorire un'ebollizione regolare.

     5. Apparecchiatura

     Si veda il metodo 2.3.

     6. Preparazione del campione

     Si veda il metodo 1.

     7. Modo di operare

     7.1. Solubilizzazione

     Pesare 1 g del campione con l'approssimazione di 0,001 g e trasferirlo nel pallone di Kjeldahl. Aggiungere 0,5 g di polvere di ferro (4.2) e 50 ml della soluzione di cloruro stannoso (4.11), agitare e lasciar riposare per mezz'ora. Durante questo periodo agitare dopo 10 e 20 minuti. Aggiungere quindi 10 g di solfato di potassio (4.3) e 30 ml d'acido solforico (4.1); portare ad ebollizione e proseguire l'attacco per un'ora dopo la comparsa di fumi bianchi. Lasciar raffreddare e diluire con 100-150 ml d'acqua. Travasare quantitativamente la sospensione in un pallone tarato da 250 ml, raffreddare, portare a volume con acqua, agitare e filtrare per filtro asciutto in recipiente asciutto. Invece di travasare a questo punto la sospensione in un pallone tarato per applicare poi le varianti "a", "b" o "c" descritte nel metodo 2.1, l'azoto ammoniacale di questa soluzione può anche venir distillato direttamente, previa aggiunta nel pallone da distillazione di una quantità di soluzione d'idrossido di sodio (4.12) sufficiente a garantirne la presenza in forte eccesso.

     7.2. Analisi della soluzione

     Servendosi di una pipetta tarata di precisione prelevare, in funzione della variante scelta (si veda il metodo 2.1), 50, 100 o 200 ml della soluzione filtrata ottenuta nel modo sopra descritto, e distillare l'ammoniaca secondo le indicazioni fornite per il metodo 2.1, previa aggiunta nel pallone di distillazione di una quantità della soluzione di NaOH (4.12) sufficiente a garantirne la presenza in forte eccesso.

     7.3. Prova in bianco

     Effettuare una prova in bianco (senza campione) nelle medesime condizioni sperimentali e tenerne conto nel calcolare il risultato finale.

     7.4. Prove di controllo

     Prima di effettuare le analisi controllare il buon funzionamento dell'apparecchio e la corretta applicazione della tecnica servendosi di una parte aliquota di una soluzione titolata di contenente quantità d'azoto ammoniacale e nitrico paragonabili alle quantità d'azoto nitrico e cianamidico contenute nella calciocianamide nitrata.

     A tale scopo trasferire 20 ml della soluzione titolata (4.13) nel pallone di Kjeldahl.

     Effettuare l'analisi seguendo la tecnica descritta ai punti

     7.1 e 7.2.

     8. Espressione dei risultati

     Esprimere il risultato analitico in percentuale d'azoto (N) nel concime così come ricevuto per l'analisi, avvalendosi delle formule seguenti.

     Variante "a"% N = (50 - A) × 0,7

     Variante "b"% N = (50 - A) × 0,7

     Variante "c"% N = (35 - A) × 0,875

     dove i simboli usati hanno il medesimo significato di cui al metodo 2.1

     Metodo 2.3.3

     Determinazione dell'azoto totale nell'urea

     1. Oggetto

     Il presente documento stabilisce il procedimento da seguire per dosare l'azoto totale nell'urea.

     2. Campo d'applicazione

     Il presente metodo si applica esclusivamente a concimi a base di urea che siano esenti da nitrati.

     3. Principio

     L'urea viene trasformata quantitativamente in ammoniaca per ebollizione in presenza d'acido solforico. L'ammoniaca così ottenuta è spostata da una soluzione alcalina per distillazione ed il distillato viene raccolto in una soluzione titolata d'acido solforico caratterizzata da un eccesso d'acido. Si procede quindi a titolare l'acido eccedente per mezzo di una soluzione alcalina titolata.

     4. Reattivi

     Acqua distillata o demineralizzata, esente da anidride carbonica e da qualsiasi composto azotato.

     4.1. Acido solforico (d20 = 1,84 g/ml).

     4.2. Soluzione d'idrossido di sodio, esente da ammoniaca, contenente circa il 30% di NaOH (d20 = 1,33 g/ml).

 

 

 

 

4.3.

Acido solforico: 0,05 mol/l